Pensieri in fuga

I pensieri di chi è sempre con la testa tra le nuvole

 

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A veder o sentir certe cose si rimane male,
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« La vita cambia Limiti »

Spine

Post n°247 pubblicato il 21 Aprile 2008 da Mauretto777
Foto di Mauretto777

Oggi son andato a farmi una bella corsa in bici. Mi ero portato dietro pure l'attrezzatura per delle foto, ma non mi è parso di veder dei bei soggetti da fotografare. O meglio, qualcosa c'era, ma sarebbe stato meglio un bianco e nero, o forse ero io un po' perso nei miei pensieri.
Ero lì che pensavo infatti a quanto conti un pregiudizio.
I pregiudizi talvolta nascono da luoghi comuni, da modi di pensare altrui che non hanno un supporto oggettivo ma che spesso sono il frutto di battute e dicerie altrui. Vedasi i carabinieri o le bionde. Ma quanti conoscono abbastanza i carabinieri oppure le bionde per poter dire che quanto si dice è vero?
Talvolta i pregiudizi nascono anche da esperienze personali, da situazioni vissute e che ci hanno fatto trarre le nostre dovute conclusioni. Una ferita aperta per esempio, che come tutte le ferite tarda a rimarginarsi e che ti lascia ogni volta lì, come in sospeso, timoroso di pungerti ancora, perché ahimè una rosa è bella e la tentazione di afferrarla c'è, è forte, ma si è memori di una situazione precedente dove per disattenzione, per superficialità, per troppa fiducia ci si è sporti troppo, si è premuto troppo e così quella spina è entrata, ha leso la nostra carne e il nostro animo e così quel ruzzolone giù l'abbiam fatto per ritrovarci giù appunto, con qualche strappo nel vestito e nel cuore, con il corpo e l'anima ammaccati.
E piano piano ci si riassesta e si risale, per tornar a quell'equilibrio che più ci è proprio, come prima, anche se non è e non sarà più come prima. Perché prima non era successo. Ora è successo e non vogliamo che succeda più.
Ci viene porta un'altra rosa, ci vien chiesto ancora di guardare laggiù, lontano... e si ha paura. Si ha paura di stringer ancora quel delicato e bellissimo fiore, si ha paura di avvicinarsi troppo a quel limite per veder più da vicino quel che succede laggiù. E' una paura naturale, istintiva e giustificabile, perché ahimè se fa male o no, lo può sentire solo chi si è ferito, chi si è ferito prima.
Ma una rosa altro non è che un fiore, un fiore bellissimo che non manifesta a lungo la sua bellezza. Fiore delicato e dal significato intenso, profondo e che per questo forse io, osservatore estraneo a tutto quel che è successo, son lì che mi chiedo perché l'altra persona non la voglia prendere, perché non voglia avvicinarsi a quel parapetto per guarar quel paesaggio. Eppure quella rosa non è la stessa di prima, eppure quel parapetto non è pericolante come prima.
Poco conta ahimè che un bel fiore sia valutato per quel che è, perché "non c'è rosa senza spine". E anche se talvolta apprezzar qualcosa significa apprezzarne il bene e il male... si è ancora troppo feriti dentro per accettar il nuovo dono.
Io son me stesso, non son un altro. Di spine ahimé ne porterò anch'io, ma proprio perché in passato mi son punto nell'apprezzar il colore, il profumo di quel fiore, ora... lo rifarei ancora perché sol così mi sentirei libero, libero di affrontar quel che viene, libero di assaporar tutto quel che di bene mi viene, anche se ahimè qualche spina la risentirò affondar nella mia mano.

 
 
 
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