GLI ESERCIZI
"Non sapeva cosa avrebbe voluto:capiva solo quant'era distante,
lui come tutti,dal vivere come va vissuto quello che cercava di vivere."
Italo Calvino,La giornata di uno scrutatore
« I Mondi di Ermanno | Un uomo,una donna. » |
“Crudele idea dell’amore.Ogni grande amore porta con sé il crudele pensiero di uccidere l’oggetto dell’amore, affinché una volta per tutte sia sottratto all’empio gioco del patimento: l’amore infatti teme più il mutamento che la distruzione.”
(F.Nietzsche/Umano troppo umano II 280.)
E’ seduta sulla panchina, non una qualunque, una di quelle disposte sul viale in discesa del Parco, una di quelle che permette di vedere il fiume che scorre, una di quelle… non una di quelle. Quella. Quella su cui gli aveva chiesto, nel caso in cui si fossero lasciati, di rivedersi ogni anno, in quel preciso giorno, cascasse anche di domenica, cascasse il mondo, cascasse la terra, tutti giù per terra. Anzi, a ben ricordare, gli aveva proposto che quando quel giorno fosse stato una domenica, lo avrebbero spostato al giorno successivo, lunedì. Ogni sette anni, dunque, aveva detto lei ma lui si era messo a parlare di algoritmi e di anni bisestili e di aggiungere e togliere… e lei era già lontana, gli occhi galleggiavano sull’acqua e non ascoltava più. L’amore stava già mutando, si stava già trasformando in un intricato calcolo, in una possibilità. Oh se solo lui si fosse alzato in piedi e l’avesse presa per il bavero del suo cappotto nero e l’avesse strattonata urlandole ma “Sei impazzita, non finirà mai!”. In quel momento preciso lei capì e decise di strozzare quell’amore da fine del mondo con un nastrino di seta rosso legato al supporto di metallo che unisce la seduta della panchina allo schienale. Così, per non dimenticare. Il nastro scolorito e sfilacciato è ancora lì e lei lo accarezza appena con le dita fredde e sottili come grissini. Non sa neppure più quanti anni siano passati ormai, quanti quelli bisestili, quanti inverni, quante domeniche ma quel giorno di ogni maledetto anno lei va in pellegrinaggio alla santa panchina dell’amore distrutto prima che potesse mutare.
Barbara Colombotto Rosso
'Il lento dardo della bellezza'
Il tempo sembra niente.
Il tempo è passato.
Non tornera' il profumo delle zagare.
AT18
UNA NOTA SUI COMMENTI
Ogni commento rispettoso dei contenuti e delle persone è gradito.Non sempre rispondero'. A volte,anzi spesso, un commento è una sensazione,un'emozione,un racconto chiuso in se'.E se non vi sara' altro da aggiungere,non rispondero'.Non per spocchia o maleducazione,non per fare differenze.Perche' sara' giusto rispettarne la compiutezza.Perche' è giusto rispettare chi l'ha scritto.
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il particolare è frantumato in polvere fino a farsi uomo.
Quando ebbi il mio volere?
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