Creato da valeriosampieri il 01/05/2011

Musicalibrieboh

Tutto quello che mi gira

 

Il Ponte di San Luis Rey

Post n°240 pubblicato il 20 Luglio 2012 da valeriosampieri
 

Fate conto che il 20 luglio del 1714 stavate belli belli a godervi il panorama. Mo' può darsi che non fosse proprio il giorno 20, in questo momento non lo ricordo, ma l'importante è che il panorama ve lo stavate guardando in un giorno di luglio del 1714. Ah, poi dovevate pure stare a Lima, altrimenti qualcosa del racconto non quadra. Ovviamente il post è dedicato a tutti, tranne che a Rattazzi, perché per lui starsene "bello bello" mi sembra assai problematico, se non proprio impossibile.

Allora, dicevamo, ve ne stavate belli belli quando, patatrack, il Ponte di San Luis Rey si apre come una cozza e vedete cinque figurine precipitare con i resti di questo carattristico ponte peruviano. Chi fossero queste cinque figurine ce lo racconta un fantastico libro, scritto nel 1927 da Thornton Wilder, al quale fu attribuito anche il Premio Pulitzer. Della storia narrata nel libro furono realizzate parecchie versioni cinematografiche che, però non ottennero un grande successo.

Il libro è abbastanza atipico, perché il protagonista, Fra Ginepro, resta abbastanza nell'ombra sino all'ultimo capitolo, allorché si racconta della sua triste fine, in quanto ritenuto eretico. La storia si dipana nella ricostruzione delle vite -ed in particolare delle ultime ore delle rispettive vite- delle cinque vittime.

Fu il caso o fu un Disegno Divino a farle ritrovare tutte insieme in quel preciso momento in cui si è consumato il dramma? La Marquesa de Montemayor e la sua domestica Pepita, Esteban, e lo Zio Pio, che tanto aveva insistito per portare con sè il giovanissimo Don Jaime, non si conoscevano tra loro, eppure i personaggi che avevano fatto da contorno alle rispettive esistenze erano le medesime. Perché queste cinque persone ebbero modo di incontrarsi proprio e soltanto in quel preciso momento? E perché il dramma si consumò proprio allorché costoro, attraversando il ponte, stavano per dare un nuovo corso alle loro vite, alle quali avevano deciso soltanto poche ore prima di dare una decisa svolta?

La descrizione dei caratteri dei vari personaggi -salvo quello di Don Jaime, malaticcio sin dalla nascita e vittima di eventi da lui non voluti- è preponderante nella narrazione. Il protagonista nell'ombra, Fra Ginepro, raccoglie infatti in un libro, che verrà bruciato insieme con il suo autore, tutte le possibili testimonianze sulla vita delle cinque vittime, la cui personalità viene alla luce a poco a poco nel corso della narrazione. Ma alla relativa carenza di azione, Wilder ha saputo ovviare con una capacità eccezionale di penetrare nella psiche umana, descrivendo i contrastanti moti dell'anima di cinque vite tormentate, spezzate nel momento stesso in cui avevano deciso di intraprendere una via di sostanziale redenzione dagli errori commessi.

Non è un libro di facile lettura ed il significato di tutta la storia, a parere dell'autore, sembra essere condensato nelle ultime righe: "Presto moriremo ed ogni memoria di quei cinque sarà scomparsa dalla terra e noi stessi saremo amati per breve tempo e poi dimenticati. Ma l'amore sarà bastato, tutti quei moti d'amore ritornano all'Amore che li ha creati. Neppure la memoria è necessaria all'amore. C'è un mondo dei viventi ed un mondo dei morti e il ponte è l'amore, la sola sopravvivenza, il solo significato".

Non credo sia facile reperire questo racconto di nemmeno 200 paginette (l'edizione in mio possesso risale al dicembre 1965, n. 33 degli Oscar Mondadori) che io considero uno dei più bei libri da me letti: lo consiglio vivamente. Perché, si chiederà qualcuno, lo consiglio "vivamente"? Perché consigliare "mortamente" la lettura di un libro non mi sembra elegante, si capisce.

 
 
 

E non finisce qui.

Post n°239 pubblicato il 20 Luglio 2012 da valeriosampieri
 

 

Ma che vi credete? Che se io azzanno una preda la mollo così, comm si nient'anfuss? L'opera demolitoria delle superstizioni religiose (noi laicisti le definiamo così) prosegue imperterrita con altri temi scabrosi, scabrosissimi: eutanasia, sesso, magia. Dopo tutti i temi che tratterò, la Chiesa ne uscirà con le ossa rotte ed il laicismo più sfrenato trionferà, facendo giustizia sommari dei riti tribali del periodo oscurantista nel quale viviamo!

Partiamo subito con un tema scottante: la vita è mia e me la gestisco io. Al massimo posso designare io stesso chi dovrà eseguire la mia sacra volontà. E guai a chi si intromette!

Di questo parlavano due coniugi, delle cose della vita, non esclusi ovviamente i due accadimenti naturali fissi per qualsiasi essere: vita e morte.
- Non lasciarmi mai vivere in stato vegetativo, mia cara; Non permettere che la mia esistenza dipenda completamente da una macchina o che io venga alimentato da una flebo. -dice il marito- Se dovessi ridurmi in questo stato, spegni immediatamente e senza indugio tutti gli apparati che mi tengono ancora in vita!
La donna lo guardò dolcemente, scosse mestamente la testa, abbassò lo sguardo, si alzò e, con un gesto deciso e repentino, spense il televisore, il computer e gettò il boccale birra nel lavandino.

Questo è il progresso, miei cari, qui non si raccontano storielle, ma si combatte strenuamente per il progresso dell'umanità! Altro che le favole tramandateci da una tradizione millenaria oscurantista, tesa esclusivamente a mantenerci nell'ignoranza, a snaturare i rapporti umani, soffocandoli sotto una cappa di insani tabù! Libertà, libertà vogliamo e soltanto la scienza, il progresso è in grado di restituirci la dimensione umana che ci appartiene! Non ci credete, ed allora sorbettatevi questa storia che vi offrirà tutte le iluminazioni del caso sui benefici del progresso allo scopo testè indicato.

Un giovane, durante una crociera, viene coinvolto in un naufragio e si ritrova su un’isola deserta. Dopo parecchi mesi di completa solitudine, vede avvicinarsi una canoa, condotta da una donna che è una vera e propria bomba sexy. Dopo l'attracco, i due iniziano a parlare: anche la ragazza è una naufraga e la canoa la ha costruita con le sue mani, usando il legno della rigogliosa vegetazione dell'isola. Anche gli utensili li aveva realizzati lei stessa, dopo aver scoperto che un certo tipo di roccia -infuocato e portato ad una data temperatura- si trasformava in ferro facilmente malleabile a mani nude. La ragazza invita il giovane, sbalordito da tanta avvenenza ed ingegno, a seguirlo a casa sua.
Dopo pochi minuti di pagaiate, i due raggiungono un grazioso molo, dal quale si diparte un sentiero ben piastrellato che conduce al più bel bungalow che il giovane avesse mai visto. Ovviamente, tutto era stato realizzato dalla ragazza con le proprie mani. Entrati in casa -bevuto il drink, di produzione della ragazza naturalmente-, dopo una lunga chiacchierata, la donna dice, con fare malizioso e provocante: "Vado a mettermi qualcosa di piu comodo. Tu puoi andare di là a farti una doccia ed a raderti. Poi raggiungimi in camera mia". Naturalmente, anche il piatto doccia ed il rasoio supertecnologico erano opera della ragazza tuttofare.
Terminata l'opera di pulizia, inebetito dalla sorpresa a dall'ammirazione per aver incontrato un simile prodigio di donna, bella quanto nessuna mai e ricca delle più impensabili risorse, il giovane entra in camera e trova la donna stesa sul letto, completamente nuda -solo dei fiori le coprono le parti più ... "sensibili"- che lo invita ad avvicinarsi. Una volta che il giovane le si è seduto accanto, lei gli dice: "Da quanto tempo siamo soli? Nessuno con cui parlare, nessuno da accarezzare ... Sono sicura che c’è qualcosa che vorresti fare adesso, e che non hai potuto fare per tutti questi mesi: ora ci sono io, ora puoi farlo!".
Il giovane sembra riprendersi dal suo imbambolamento; il sangue inizia a correre sempre più velocemente nelle vene, gonfiandogli il cuore che inizia a pulsare sempre più forte; una luce vitale si accende nei suoi occhi. Il desiderio che lo arde è palpabile. Il giovane prova a parlare, ma la voce è roca e stenta ad uscirgli dalla gola; tossice più volte, ma nulla da fare, solo un flebile sibilo riescono a produrre le sue corde vocali; infine, con uno sforzo sovrumano riesce a farfugliare:
"Non ho mai visto una donna come te! Sono incantato! Dici davvero? Davvero posso avere grazie a te ciò che desidero più di ogni altra, cosa dopo tanti mesi di astinenza? Ma ... veramente sei riuscita anche a costruire un computer???????"

E terminiamo con il tema più scabroso di tutti: la magiìaaaaaaaa!!!! Voi non credete alla magia? Pazzi!!!!! Solo nell'occulto, oltre che nella scienza, il vero laicista può trovare l'appropriata risposta alle proprie domande.

Un mago lavorava su una nave da crociera e, poiché il pubblico cambiava ogni settimana, egli ripeteva sempre il medesimo spettacolo, articolato sulle sette serate del viaggio. Il pappagallo del capitano, vedendo e rivedendo gli spettacoli ed avendo capito in cosa consistessero i trucchi, cominciò a boicottare il mago, suggerendo a voce alta agli spettatori quali fossero gli stratagemmi ai quali il mago ricorreva.
Tra i due si sviluppò in breve un odio feroce, ma il mago non poteva strangolare il pappagallo, se non a costo di inimicarsi il capitano ed era perciò costretto ad ignoiare i più amari bocconi. Un giorno la nave affondò ed il mago ed il pappagallo si ritrovarono, ironia della sorte, aggrappati al medesimo relitto. Il gelo regnò tra i due per giorni e giorni, ma, fortunatamente, l'odio non sfociò in atti violenti: essi semplicemente si ignoravano.
Alla fine, anche lo scettico pappagallo dovette arrendersi e ruppe il silenzio, rivolgendosi al mago: "Va bene, avevi ragione tu ed io ho sbagliato a comportarmi con te come ho fatto. Ora però dimmi: la nave, ... dove cavolo l'hai nascosta?!?!?!".

 

 
 
 

Ad honorem

Post n°238 pubblicato il 18 Luglio 2012 da valeriosampieri
 
Foto di valeriosampieri

Basta, basta e basta! Siamo laici, oh cacchio! E come diceva una vecchia canzoncina, "Il Vaticano brucerà, col Papa dentro!". Ecché? Non sono forse io à la page? Devo solo io essere retrogrado? Giammai! Il mio contributo alla causa laicista deve essere più incisivo che mai e, stante la canzoncina di cui sopra, iniziamo l'opera demolitoria, condendola con una spruzzata di sano paganesimo, partendo dalla gavetta: preti e monachhe!

I vampiri tornano a casa alla spicciolata, chi più chi meno insanguinato, a seconda delle vittime trovate. Ad un certo punto ne arriva uno con la bocca bella insanguinata, tanto da destare l'ammirazione dei suoi compari i quali gli chiedono notizie in merito alla caccia.

Il vampiro si volge verso la finestra, chiedendo agli astanti: "Vedete quel convento laggiù? C'era 50 suore e me le sono ciucciate tutte, dalla prima all'ultima!". Tutti si sperticano in complimenti con il bravo cacciatore, se non che arriva un altro vampiro ancor più insanguinato e l'attenzione si sposta su di lui. Stessa scena precedente, con il nuovo arrivato che indica alla finestra: "Vedete quell'abbazia? C'erano 100 frati: tutti seccati dalle mie zanne!"; segue plauso generale.

Poco dopo giunge un altro vampiro insanguinato dalla testa ai piedi. Incuriositi, tutti i vampiri gli si fanno attorno, per ascoltare il ghiotto racconto ed il nuovo arrivato, affacciandosi ad un'altra finestra domanda: "Vedete quel campanile laggiù? ... Io invece non l'ho visto...".

Ma non è finita qui! Dopo il prossimo racconto dovranno quanto meno istituire il Campionato Regionale di Laicismo, per conferirmi il titolo ad honorem di laicista antixenofoboomofoboclericoplutopippoepaperino.

Una suora sale su un tassì e si accorge che il conducente la fissa insistentemente, guardando nello specchietto retrovisore; al che lei chiede la ragione di uno sguardo così insistente ed il tassinaro, tra mille incertezze e remore, alla fine ammette: "Sorella, deve scusarmi, ma io ho un sogno segreto: baciare una suora! E lei ha scatenato la mia fantasia...".

La suora lo guarda benevolo e risponde: "Te lo posso concedere, ma non devi essere sposato e devi essere cattolico". Il tassinaro arrapato (bel titolo per un film, quasi quasi chiederò ad un regista di chiara fama di farci un film. A chi potrei chiedere? Proverò con Sonato Katsuto che in fatto di video erotici è una autentica autorità) assicura con veemenza il proprio celibato cattolico e la suora lo invita ad appartarsi in un vicolo per realizzare il suo sogno, che viene coronato con un bacio da fare i botti!

Tornati sulla via principale, però, il tassinaro arrapato sembra triste e poco dopo scoppia a piangere a dirotto, frignando contrito: "Sorella, mi perdoni, le ho mentito! Sono sposato ed ebreo!". E la suora gli risponde con un dolce sorriso sardonico: "Non preoccuparti caro: io mi chiamo Antonio e sto andando ad una festa mascherata".

 
 
 

Pecorelle smarrite

Foto di valeriosampieri

Il Sant'Uomo mi ha onorato della Sua Compassione ed io ti reco la lieta novella, Rattazzi: sei perdonato! Il Sant'Uomo è tuttora disposto ad accoglierti nel Suo gregge (a condizione che tu ti dia una tosata, però: il Sant'Uomo non l'ha detto, ma sai bene che le zecche sono mal tollerate nelle Alte Sfere di questo blog). Ti chiederai perché ho scritto poco sopra che il Sant'Uomo "mi ha onorato della Sua compassione": ebbene, ammettillo Rattazzi, scrivere bene di te un certo patimento lo comporta, ma se lo dice il Sant'Uomo di farlo, devo per forza abbozzare ed obbedire ciecamente.

Perciò, Pecorella, puoi tornare! Le porte dell'Empireo ti sono schiuse, così, mentre proverai a varcare la soglia, potremo sbatterti le ante sul naso e farci due risate. Magari questo al Sant'Uomo non lo diciamo, perché il nostro intendimento potrebbe turbarlo e Lui finirebbe senza dubbio per preoccuparsi: metti che poi perdi il sangue dal naso, il pavimento potrebbe, in effetti, sporcarsi troppo. Figurati poi se, come è probabile che sia, hai pure il sangue infetto!

Per festeggiare il tuo ritorno non sgozzeremo il vitello grasso, perché ce lo siamo già strafocato in tua gradita assenza alla facciaccia tua, ma, se vuoi, qualche cima di rapa, un po' di pappone e qualche coccia de noce è rimasta e le abbiamo conservate apposta per te. Inoltre, pensa tu che onore, il Sant'Uomo ha commissionato ad artisti di chiara fama e fame internazionale un video appositamente per te.

Data la tua abissale ignoranza, senza dubbio non ti passerà manch pa' capa chi sia il più grande regista dell'universo, al quale il Sant'Uomo ha affidato la realizzazione del capolavoro: il Sensei, il Maestro, è nientecocodimeno co' Hojirato Nakazata (cognato più anziano del Maestro contemporaneo Yojiro Nakazata). In più, in tuo onore, è stata gradita ospite del video la famosa cantante franco-napoletana Chantal Mieje (forse a te più nota con il nome italiano di Cantala Meglio), oltre ad altri famosi artisti che hanno preferito mantenere l'anonimato, senza fare, con ciò, un soldo di danno soprattutto a se stessi.

Sono onorato dal fatto che a me, Giuda, il più leale e fedele Apostolo del Sant'Uomo, sia stato affidato l'incarico di presentare al mondo intero il video commissionato in tuo onore, Rattazzi.

Anonima Blogghettari - Pecorella smarrita remix (2012)



Bentornato, Rattazzi, il nostro saluto ti accolga: Prrrrrrrrr (scusasse, Rattà, ma 'u pernacchio, pe' vuje, è 'nu piezz 'e core!)

 
 
 

Internet, il nostro futuro

Post n°236 pubblicato il 04 Luglio 2012 da valeriosampieri
 

Nell'era di internet non esistono più limiti alla conoscenza. Lo scambio di notizie ed opinioni è divenuto semplice ed efficace.

Il progresso dell'umanità è assicurato, non c'è dubbio! Chi potrà fermarci, ormai?

 
 
 

....una poesia

Post n°235 pubblicato il 29 Giugno 2012 da serio.vin

 

 

 

 

FASE D'ORIENTE 

 

 

  Nel molle giro di un sorriso

ci sentiamo legare da un turbine

di germogli di desiderio.

 

 Ci vendemmia il sole

 

Chiudiamo gli occhi

per vedere nuotare in un lago

infinite promesse

 

 Ci rinveniamo a marcare la terra

con questo corpo

che ora troppo ci pesa




(G.Ungaretti,Versa 27 aprile 1916) 

*****************************

P.S.....forse non significherà nulla....ma leggendola mi è sembrato bello pubblicarla qui....che non sarà quel "corpo che ora troppo ci pesa" che mi ha fatto pensare alla tua età caro Valerio ? ahahahahahhahaha  *^_^*

 ti lascio un abbraccio oltre a questa meditazione  di fine settimana ^__*

 
 
 

Torta Pirata

Post n°234 pubblicato il 27 Giugno 2012 da AvvocatoRattazzi
 

Mentre la perfida piratastra mangia la polvere nel post precedente inauguriamo una nuova rubrica di ricette....

Ecco la prima: Torta Pirata

250 g di cattiveria gratuita

90 g di insolenza

1 cucchiaino di polvere,

80 g di bile

400 g di torto marcio

3 cucchiai di tradimento

25 g di spregevolezza

Gli ingredienti potete chiederli alla piratina, specialmente la polvere.

Il tradimento è difficile da trovare sul mercato, chiedete a Valerio.

Stendete l'impasto in una tortiera già unta e fate una forma qualsiasi, per esempio a forma di piratina.

Con una forchetta praticate dei fori sulla forma, pensando a lei che viene meglio.

Fate cuocere in forno per 25 minuti, sempre pensando alla piratina.

Prossima ricetta: Torta del traditore.

 

 
 
 

Sono addolorato, Craig ...

Post n°233 pubblicato il 26 Giugno 2012 da valerio.sampieri
 
Foto di valeriosampieri

Si, amico mio, hai solo 70 anni e ad agosto ne avrai 71, se riuscirai a sopravvivere al mio post.

Ricevo sempre più copiosamente lettere, fax, mail, piccioni viaggiatori da parte di più o meno noti cantanti, i quali mi scongiurano di non inserirli nel mio personale Gotha musicale nel quale solo fantasmi sembrano pullulare. Ebbene, voglio sfatare una leggenda: non è necessario essere già morti per apparire in un mio post di carattere musicale. Da oggi accetto anche chi si è semplicemente prenotato. E mo', se dovesse succedere qualcosa al povero Craig Douglas, non venitemi a dire che sono stato io a giustiziarlo. E se proprio, facendo i debiti scongiuri, il povero Craig dovesse ridursi a mal partito e voleste pensare che sia stato io, con i miei influssi malefici, il responsabile ... beh ... pensateci bene prima di farmi arrabbiare.

Ma il buon Craig si salverà, perché quella che presento qui è la sua versione di un famoso pezzo di Sam Cooke (Samuel Cook, nato il 22/1/1931 e morto l'11/12/1964: il cadavere già c'è quindi!), pubblicato nel 1959, che restò in cima alle classifiche musicali americane per un mesetto almeno. In verità fu proprio la versione di Douglas quella più venduta. Dice Wikipedia che nel solo Regno Unito Only Sixteen di Douglas vendette più dischi di quanti fu in grado di fare Cooke in tutto il mondo. Io ero troppo piccolo per averne memoria, ma Vince lo rammenterà senza dubbio.

Il brano dimostra ormai tutti i suoi anni, ma, secondo me, conserva tuttora il suo fascino di spensieratezza e di allegria (anche se poi, a leggere bene il testo, più che di allegria si dovrebbe parlare di allegra malinconia, ma di spensieratezza ... hai voglia quanta ce ne è!).

Craig Douglas - Only Sixteen (agosto 1959)

She was only sixteen, only sixteen / But I loved her so / She was too young to fall in love / And I was too young to know

We'd laugh and we'd sing / and do funny things / And it made our hearts glow / But she was too young to fall in love / And I was too young to know

So why did I give my heart so fast / it never will happen again / But I was a mere child of sixteen / I've aged a year since then 

She was only sixteen, only sixteen / oh with eyes that would glow / But she was too young to fall in love / and I was too young to know 

(So why did I give my heart so fast) / But, it never will happen again / (But I were a mere child of sixteen) / Oh, I've aged a year since then 

She was only sixteen, only sixteen / Oh but I loved that girl so / But she was too young to fall in love / And I was too young to know 

She was too young to fall in love / And I, I was too young, I was much too young know

 

 
 
 

Allegria!!!!!!

Foto di valeriosampieri

 

Da ben due giorni su questo blog non si parlava più di cadaveri, più o meno recenti. Non che la questione fosse così essenziale, ma, in tutta sincerità, la schifosissima faccia di superpippo che troneggia nel precedente post è talmente lugubre e funerea, per quanto si tratti di un semplice disegno, che parlare di un nuovo defunto un po' ti risolleva lo spirito!

Ordunque, trattandosi di Bobby Darin, tanto nuovo 'sto defunto non è, ma tutto fa brodo pur di togliersi dalla scatole la disgustosissima faccia di quel bellimbusto. Tutto sommato il mio è un gesto che assume una funzione catartica (che, poi da quando 'sta parola l'hanno usata a Zelig, tutti la ripetono, quasi tutti pensando che il catartico sia quella cosa che ti viene in gola quando tossisci, soprattutto).

Vabbè, metti che passa Rattazzi, lo spiego meglio, copiando il significato da wikipedia (che è terra terra, proprio come Rattazzi): "La purificazione da una contaminazione (miasma) poteva riguardare sia un avvenimento spirituale che materiale. Si definiva infatti anche catarsi nel V secolo a.C., nella medicina d'Ippocrate, anche l'evacuazione di escrementi o di elementi ritenuti dannosi per la salute.". Perciò, parlandosi di "miasmi" e di "escrementi", tanto più se "dannosi per la salute", la catarsi con superpippo ce va a cecio, o a faciolo (dipende dal gusto personale: a me, personalmente, vanno bene sia i ceci, sia i fagioli).

Walden Robert Cassotto morì nel 1973 a soli 37 anni. Sposò l'attrice Sandra Dee e negli anni '50-60 ebbe un buon successo come cantante e, sebbene minore, come attore. Dream Lover, pubblicata nel 1959, la ricordo come la sua canzone più bella (molto più delle famosissime Beyond the Sea  e Mack the Knife, entrambe interpretate anche da Frank Sinatra e, la prima, tra i tanti, da Gilbert Bécaud e ancor prima da Charles Trenet).

Bobby Darin - Dream Lover (1959) 

Every night I hope and pray / A dream lover will come my way / A girl to hold in my arms / And know the magic of her charms / 'cause I want (yeah-yeah yeah) / A girl (yeah-yeah yeah) / To call (yeah-yeah yeah) / My own (yeah-yeah) / I want a dream lover so I don't have to dream alone

Dream lover, where are you / With a love, oh, so true? / And a hand that I can hold, / To feel you near as I grow old? / 'cause I want (yeah-yeah yeah) / A girl (yeah-yeah yeah) / To call (yeah-yeah yeah) / My own (yeah-yeah) / I want a dream lover so I don't have to dream alone

Someday, I don't know how, / I hope she'll hear my plea / Some way, I don't know how, / She'll bring her love to me

Dream lover, until then, / I'll go to sleep and dream again / That's the only thing to do, / Till all my lover's dreams come true / 'Cause I want (yeah-yeah yeah) / A girl (yeah-yeah yeah)  / To call (yeah-yeah yeah) / My own (yeah-yeah) / I want a dream lover so I don't have to dream alone

Dream lover, until then, / I'll go to sleep and dream again / That's the only thing to do, / Till all my lover's dreams come true / 'cause I want (yeah-yeah yeah) / A girl (yeah-yeah yeah) / To call (yeah-yeah yeah) / My own (yeah-yeah) / I want a dream lover so I don't have to dream alone

Please don't make me dream alone / I beg you don't make me dream alone / No, I don't wanna dream alone

[Lyrics from: http://www.lyricsmode.com/lyrics/b/bobby_darin/dream_lover.html ]

Traduzione per i bisognosi (ai quali si chiede una cortesia: per Rattazzi anche l'italiano risulta alquanto ostico. Se potete, cercate di fare qualcosa per fargli capire il significato ... io ormai ho rinunciato ... c'è poco da fare, per i miracoli non sono ancora attrezzato. Comunque la traduzione è mia e perciò è altamente inaffidabile):

Ogni notte spero e prego / un'amante da sogno mi verrà incontro / Una ragazza da tenere tra le mie braccia / e conoscere la magia del suo fascino / perché io voglio (yeah-yeah yeah) / Una ragazza (yeah-yeah yeah) / da chiamare (yeah-yeah yeah) / ma checcacchio vorrà di' (mia liberissima traduzione) (yeah-yeah) / Voglio un' amante da sogno così non dovrò sognare da solo

Dream Lover, dove sei / Con un amore, oh, così vero? / E una mano che posso tenere, / Per sentirti vicino fino a invecchiare? / Perche 'io voglio (yeah-yeah yeah) / Una ragazza (yeah-yeah yeah) / da chiamare (yeah-yeah yeah) / solo mia (vabbè, proviamo così) (yeah-yeah) / Voglio un' amante da sogno così non dovrò sognare da solo

Un giorno, non so come, / spero che lei ascolterà la mia preghiera / In qualche modo, non so come, / Mi porterà il suo amore

Dream Lover, fino ad allora, / andrò a dormire e sognare ancora / Questa è l'unica cosa da fare, / Finchè i miei sogni si avvereranno / 'Perché voglio (yeah-yeah yeah) / Una ragazza (yeah-yeah yeah) / da chiamare (yeah-yeah yeah) / solo mia (yeah-yeah) / Voglio un' amante da sogno così non dovrò sognare da solo

Dream Lover, fino ad allora, / andrò a dormire e sognare ancora / Questa è l'unica cosa da fare, / Finchè i miei sogni si avvereranno / 'Perché voglio (yeah-yeah yeah) / Una ragazza (yeah-yeah yeah) / da chiamare (yeah-yeah yeah) / solo mia (yeah-yeah) / Voglio un' amante da sogno così non dovrò sognare da solo

Per favore, non farmi sognare da solo / ti prego non farmi sognare da solo / No, io non voglio solo sognare

 

 
 
 

Senza parole

Post n°231 pubblicato il 22 Giugno 2012 da valeriosampieri
 
Foto di valeriosampieri

Come dice Angela? Sceeeemo, sceeeemo ...

 
 
 

I tuoi Capricci

Foto di valeriosampieri

Neil Sedaka - I tuoi Capricci (1963)

Vedendo il nome di Neil Sedaka, la folla oceanica dei miei affezionati lettori avrà subito pensato al brano "The King of Clowns", ovvero "Il Re dei pagliacci" (traduco ad uso e consumo di chi ha difficoltà ad articolare suoni lievemente dissimili da "miao": scherzo ovviamente. La traduzione ho saputo farla perché l'ho trovata già scritta e, per quante laboriose ricerche io abbia eseguito, il traduttore di google non riporta la lingua gattese nel suo elenco), esclamando: "Oh, no! Un altro post dedicato a Rattazzi!"

Naturalmente questa è una pura e semplice malignità della folla oceanica dei miei affezionati lettori, in quanto Rattazzi è certamente un pagliaccio, ma non ne è di sicuro il re.

Torniamo a bomba, come disse Bakunin, famoso anarchico bombarolo (ma non è l'unico; anche tra gli amici del blog ci sono accaniti bombaroli, tipo una romana ed una napoletana delle quali non faccio il nome per ovvie ragioni di privacy. Costoro -o essendo femmine si dirà costore? bah?- peraltro non si limitano alle sole bombe, ma sono aduse fare frequente e ripetuto ricorso anche a ciambelle, cornetti, maritozzi con la panna, ecceccecc).

Apro una nuova breve parentesi ad uso e consumo di chi mai abbia avuto il piacere, l'onore ed il privilegio di abbeverarsi ai Sacri Testi del blog "Quid Novi?", autentica Gemma della Conoscenza e Fonte del Sapere, Reliquia gnoseologica e Panacea per gli Spiriti Afflitti. L'espressione "Torniamo a bomba" fu resa da Jules Renard, nel suo "Poil de Carote" (Pel di Carota, sempre per venire in ausilio ai lettori di lingua miagolese) con "Révenons a nos moutons", vale a dire "torniamo ai nostri montoni". Non ve ne frega niente, ma dato che ormai mi leggo soltanto io, posso cantarmela e suonarmela come mi pare e piace. Pertanto decreto che l'inciso di cui sopra riveste una essenziale importanza per la perpetuazione della specie umana (ed anche subumana, dai, non dimentichiamoci mai del buon Rattazzi). Ma che dico? Soltanto essenziale? No, di più, molto di più: esiziale addirittura!

Neil Sedaka ottenne negli anni 60 un grande successo in Italia e trovo la faccenda alquanto misteriosa. Tanto era bella la sua voce allorché cantava nella sua lingua natia, tanto era gracchiante e sgraziata allorché usava la lingua italiana. Eppure fu proprio grazie alle canzoni in italiano che Neil Sedaka ottenne il maggior successo (strano fenomeno ripetutosi più o meno nello stesso periodo con la buonanima di Gene Pittney che riuscì a cantare decentemente in italiano soltanto il suo primo successo del 1962, "Un soldino").

Ma non era in realtà di Neil Sedaka che avrei voluto parlare, sibbene della ragazza che appare nel video. Il suo nome era Mary Di Pietro ed era la cantante e percussionista del gruppo "La Nuova Cricca", sorto dalle ceneri del precedente "La Cricca", sempre capitanato da Enrico Ciacci -del quale Mary era fidanzata-, meglio noto come Il Fratello di Little Tony (Ciacci è in ogni caso un quotato ed ottimo chitarrista). Il gruppo, così come il predecessore, ebbe un moderato successo giustificato soltanto dall'allegria ed anticonformismo dei propri pezzi, peraltro di una bruttezza colossale. Se volessi dare un voto al valore dei brani, darei uno zero spaccato: peggio di quel voto, c'è soltanto Rattazzi.

Mary morì giovanissima in un incidente stradale nel 1967, se ben ricordo, ed il gruppo si sciolse. Più vado avanti con gli anni, avvicinandomi al momento fatidico, più mi rendo conto di come sia ingiusto che le nostre vite finiscano nel dimenticatoio. Ma questa è, secondo me, la dimostrazione di come non sia la ricerca dell'effimero lo scopo della nostra esistenza. Poi, chi ci crede ci crede e chi non ci crede ha da schiattà lo stesso. Come cantante non aveva grandi meriti Mary, ma la voglio ricordare come essere umano, perché almeno un barlume di una giovane vita finita prematuramente riaffiori nella memoria di eventuali viandanti del blog.

E visto che ci troviamo coinvolti in una caleidoscopica orgia di necrologi, mandiamo un sorriso di saluto anche al buon Gene Pitney, che di anni ne aveva 66 quando se ne è andato. Un tempo avrei detto che era un vecchio: chissà perché, adesso, lo considero un quasi ragazzo.

Gene Pitney - Un soldino - 1962

Per questa volta, non metto i testi delle canzoni. Anche se non sembra, questo voleva essere un post serio... è che mi sono perso per strada!

 
 
 

Canta che ti passa

Post n°229 pubblicato il 19 Giugno 2012 da valeriosampieri
 
Foto di valeriosampieri

L'epoca delle torte in faccia è finita da un pezzo, ma ogni tanto questo antico cliché fa ancora capolino e, se non proprio una risata, un sorriso riesce sempre a strapparlo. Ci riuscirono egregiamente una decina abbondante di anni fa gli scozzesi Travis, con la loro canzoncina "Sing", brano portante del CD The Invisible Band, gradevole senza dubbio, ma che ottenne un successo spropositato rispetto al suo effettivo valore.

Perciò prendiamoci un momento di relax e concediamoci questo sorriso. Un sorriso non si nega a nessuno (così come una pernacchia all'Avvocato Rattazzi, del resto).

Travis - Sing (2001, maggio)



Baby, you've been going so crazy
Lately nothing seems to be going right
Solo, why do you have to get so low
You're so...
You've been waiting in the sun too long

(Chorus)
But if you sing, sing, sing, sing, sing, sing
For the love you bring won't mean a thing
Unless you sing, sing, sing, sing

Colder, crying over your shoulder
Hold her, tell her everything's gonna be fine
Surely, you've been going too early
Hurry 'cos no-one's gonna be stopped
Na na na na

(Chorus)
But if you sing, sing, sing, sing sing, sing
For the love you bring won't mean a thing
Unless you sing, sing, sing, sing, sing, sing

Uhhh...Ahh ahh..uhhh

Baby, there's something going on today
But I say nothing, nothing, nothing
Nothing, nothing, nothing, nothing(fades out)

(Chorus)
But if you sing, sing, sing, sing, sing, sing
For the love you bring won't mean a thing
Unless you sing, sing, sing, sing

Ohh baby sing, sing, sing, sing, sing, sing
For the love you bring won't mean a thing
Unless you sing, sing, sing, sing
[Lyrics from: http://www.lyricsfreak.com/t/travis/sing_20140503.html ]

 
 
 

Prospettive

Post n°228 pubblicato il 16 Giugno 2012 da valerio.sampieri
 

 

Tutto è relativo, diceva il buon Albert. Ed in effetti, cambiando la prospettiva, la stessa cosa può mutare radicalmente.

Solo il tanfo mefitico di quella maledetta faccia da topo non cambia mai: esale persino da una semplice vignetta.

 

 
 
 

Poche idee, ma ...

Post n°227 pubblicato il 14 Giugno 2012 da valeriosampieri
 

... grazie al Cielo, estremamente confuse!

 

 
 
 

La ranocchia sexy

Post n°226 pubblicato il 08 Giugno 2012 da valeriosampieri
 

Ho deciso di dedicarmi alla grafica, ed ecco spiegato il titolo enigmatico di questo post. Che poi, senza sottilizzare troppo, l'unico enigma potrebbe essere quello di associare la ranocchia al gracidìo della prima parte ("gra") della parola "grafica" ed il sexy alla seconda parte del termine stesso. E così ho soddisfatto la mia brama di arzigogolamento -ed il buon Vince sarà felice di potermelo dire-, la mia insana ed inguaribile propensione al turpiloquio e, parzialmente, la via vena di enigmista. Dico parzialmente, perché con l'enigmistica non è finita qui.

Ho fatto le mie prime prove grafiche, pescando dal web immagini del tutto casuali -diciamo pure "random", così, dicendo cazzate in inglese, può darsi che qualche vecchio buontempone mi nomini ministro dell' Economia, dato che le mie nulle capacità di economista equivalgono a quelle degli incapaci che ci governano attualmente- ed assemblandole accoppiate.

Per una straordinaria coincidenza, del tutto casuale, lo giuro e spergiuro tenendo le dita incrociate, le immagini rappresentano il volto di alcuni quisque de populo a me del tutto ignoti, dato che la ricerca delle immagini l'ho fatta con gli occhi bendati ed una mano legata dietro la schiena, per dar modo al caso di sbizzarrirsi senza poter essere guidato in alcun modo dalla mia mano.

Il giochino enigmistico consiste nel trovare le differenze e le eventuali somiglianze. Nei casi precedenti nulla è mai stato messo in palio, ma stavolta voglio essere buono. A tutti i vincitori del concorso sarà concesso di insolentire gratis l'Avv. Rattazzi tutte le volte che vogliono: giudici del concorso saranno ovviamente tutti i singoli partecipanti che potranno decidere, in piena coscienza ed imparzialità, se essi stessi abbiano vinto o meno, iniziando subito con le insolenze. Solo le pernacchie a Rattazzi non sono consentite, perché quelle sono prerogativa della Piratona.

Coppia numero 1:

Coppia numero 2:

Coppia numero 3:

Buon gioco! ... e napoletana a coppe ...

 
 
 

La Cantatrice Calva

Foto di valeriosampieri

"Interno borghese inglese, con poltrone inglesi. Serata inglese. Il Signor Smith:, inglese, nella sua poltrona e nelle sue pantofole inglesi, fuma la sua pipa inglese e legge un giornale inglese accanto a un fuoco inglese.

Musica orologio

Signora Smith: "Già le nove. Abbiamo mangiato minestra, pesce, patate al lardo, insalata inglese. I ragazzi hanno bevuto acqua inglese. Abbiamo mangiato bene questa sera. E' perché noi abitiamo nei dintorni di Londra il nostro nome è SMITH".

Avevo meno di vent'anni quando lessi "La Cantatrice Calva" di Eugene Ionesco e la mia prima reazione fu di sbigottimento, poi proruppi in una fragorosa risata che ancora mi porto appresso dopo altre 40 anni. Quello che mi faceva più ridere, a parte l'evidente nonsense, era il problema di fronte al quale doveva venirsi a trovare il regista, per rendere a dovere "serata, pantofole e fuoco" inglesi. Non ho potuto verificare di persona, perché non ho mai visto rappresentata in teatro questa commedia dell'assurdo -la prima del genere-, ma sono certo che nessuno sarebbe in grado di rendere nel dovuto modo la geniale idea di Ionesco: una commedia in cui cui non succede nulla ed il cui protagonista, la Cantatrice Calva, è praticamente inesistente. Tutto si svolge, se è il caso di dire così, sulla base di frasi vuote, stereotipi privi di qualsiasi reale significato, o di discorsi al limite del paradosso, dove avviene esattamente il contrario di ciò che viene detto, come quello che segue, per esempio:

"Signora Smith: Signor capitano, visto che ci ha aiutato a chiarire la questione, si metta in libertà, si tolga il casco e si accomodi un momento.
Pompiere: Chiedo scusa, ma non posso trattenermi molto. Accetto di togliermi il casco, ma non ho il tempo di sedermi. (Si siede, senza togliersi il casco) Vi confesserò che sono venuto a casa vostra per tutt'altro motivo. Sono in missione di servizio.
Signora Smith: Ci racconti tutto, signor capitano!
Pompiere: Spero che vorrete perdonare la mia indiscrezione (molto imbarazzato), ehm (indica col dito i Martin) ... posso... davanti a loro...
Signora Martin: Non si faccia scrupoli.
Signor Martin: Siamo vecchi amici. Ci raccontano tutto.
Signor Smith: Parli pure.
Pompiere: Ebbene, ecco: non ci sarebbe per caso il fuoco qui da voi?
Signora Smith: Perchè questa domanda?
Pompiere: Perchè ... scusatemi, ho l'ordine di spegnere tutti gli incendi in città
Signora Martin: Tutti?
Pompiere: Sì, tutti.
Signora Smith: (confusa) Non saprei ... non credo, vuole che vada a vedere?
Signor Smith: (annusando) Non dev'esserci nulla. Non si sente odor di bruciato.
Pompiere: (desolato) Proprio niente? Non avreste un piccolo fuoco nel camino? Qualche cosa che bruci in solaio o in cantina? O almeno un piccolo principio d'incendio?
Signora Smith: Senta, non vorrei darle un dispiacere, ma ho paura che non ci sia proprio niente per il momento. Le prometto che l'avvertirò non appena si presenterà l'occasione.
Pompiere: Ho la sua parola? Mi farebbe una vera cortesia.
Signora Smith: Ha la mia parola.
Pompiere: (ai Martin) E anche da loro, niente che bruci?
Signor Martin: Disgraziatamente, no.
Signora Martin: Gli affari vanno piuttosto male , in questi tempi!
Pompiere: Molto male. Non accade quasi nulla, qualche sciocchezzuola, un camino, una stalla. Niente di serio. Cose che non rendono. E siccome non c'è rendimento, anche il premio di produzione molto magro.
Signor Smith: Andiamo male. In tutti i campi è la stessa storia. Il commercio, l'agricoltura, proprio come il fuoco, quest' anno ... non si riesce ad ingranare."

Ed in tutto questo nulla, soltanto alla decima delle undici scene che compongono la commedia, appare la fatidica domanda del Pompiere, in risposta al commiato della Signora Smith:

"Signora Smith: Grazie a lei, abbiamo passato un quarto d'ora veramente cartesiano.
Pompiere: (si dirige verso l'uscita poi si ferma) A proposito, e la cantatrice calva?
Silenzio generale, imbarazzato.
Signora Smith: Si pettina sempre allo stesso modo!
Pompiere: Ah! E allora, saluti alla compagnia!
Signor Martin: Buona fortuna, e buon fuoco!
Pompiere: Speriamolo. Per il bene di tutti. (Se ne va. Tutti lo accompagnano fino alla porta poi ritornano ai loro posti)".

Stop! Della Cantatrice Calva non vi è più traccia in tutta la commedia, se non nel titolo: paradosso allo stato puro, pari quasi alla demenza di questi cialtroni attualmente al governo. Già, perché ormai nessuno può più permettersi di non avere un conto corrente, per via della "tracciabilità" di tutti i flussi di denaro, salvo quelli che finiscono nelle tasche loro (loro i governanti, intendo). Però a questo sostanziale obbligo del cittadino non corrisponde un obbligo delle banche di mettere il cittadino in condizione di ottenere l'apertura di un conto corrente, sicché oggi ho assistito ad una scenetta davvero grottesca.

Un signore va in banca per versare un assegno di 100.000 Euro, provento di una vendita di un piccolo immobile fuori Roma. Il signore amministra una Snc, per lungo tempo inattiva, recentemente posta in liquidazione dopo il recesso dell'altro socio. La Banca solleva un'obiezione: il sistema non ci consente di aprire il conto corrente in favore di una società con un solo socio. La stessa obiezione viene sollevata da altri isituti, sino a che se ne trova una che dice: si, il conto lo apriamo, ma ci serve tutta una serie di documenti. Dopo una faticosa ricerca, finalmente i documenti richiesti vengono reperiti e, fiducioso, il signore si reca in banca con il suo gruzzoletto in tanti begli assegnetti e la catasta dei documenti richiestigli. Il cortesissimo impiegato raccoglie il tutto, opera sul sistema e si commiata facendosi dare il numero telefonico del signore per concordare l'appuntamento per la firma del contratto di conto corrente. Ed in effetti la telefonata arriva pochissime ore dopo, ma non per concordare l'appuntamento: la direzione della Banca ha detto no. Ed ora il signore si ritrova con in mano tanti bei pezzetti di carta sui quali c'è scritto 100.000, ma che, almeno per il momento, si spera, non valgono una cicca.

Altro che teatro dell'assurdo di Ionesco: questa è paranoia pura e semplice. Ma è la realtà in cui ci troviamo a vivere. C'è davvero da restare interdetti, come il signore dell'immagine del titolo.

P.S.: il signore dell'immagine del titolo non è l'Avv. Rattazzi in un suo brillante atteggiamento pensoso, ma un suo semplice sosia.

 
 
 

E 'nnamo co' latino!

Foto di valeriosampieri

Franco Nebbia fu un musicista e conduttore radiofonico, nonché attore. Nato a Roma nel 1927, morì per un infarto a Trieste nel 1984, a soli 57 anni. Iniziò la carriera dedicandosi al jazz, spostandosi successivamente sul versante leggero, con canzoni interpretate da interpreti di prestigio. Fu anche cantautore ed i suoi testi erano sempre intrisi di ironia mista ad una notevole dose di anticonformismo.

La sua canzone più famosa -interpretata ai primi anni 60 anche da Marisa Del Frate- non fa eccezione alla regola e fa il paio col capolavoro di Piero Coccoluto Ferrigni, autore di una poesia composta di soli avverbi, dalla quale fu anche tratta una canzone. Non è solo il testo a rendere la canzoncina di Nabbia, altrimenti poco memorabile, un piccolo capolavoro di nonsense: quell' inciso di chachacha -15" scarsi a partire da 1'52" del video- è semplicemente geniale!

Franco Nebbia - Passione Latina (Vademecum Tango) (1961)



Mutatis mutandis,
absit iniuria verbis
temporibus illis
obtorto collo Tango

Rit. Ubi maior minor cessat
talis pater, talis filius
motu proprio, ad maiora
Ahi, vademecum tango
ad usum doelphini

Ubi maior minor cessat
talis pater, talis filius
motu proprio, ad maiora
Ahi, vademecum tango
sed alea iacta est.

Memento audere semper !
Mala tempora currunt

Per aspera ad astra
parva sed apta mihi
orribile visu
sed ex abrupto Tango.

Ubi maior minor cessat
talis pater, talis filius
motu proprio, ad maiora
Ahi, vademecum tango
ad usum doelphini
Ubi maior minor cessat
talis pater, talis filius
motu proprio, ad maiora
Ahi, vademecum tango
sed alea iacta est.

Ipso facto magna pars !!

Vabbè, anche se avevo messo il link alla poesia di Yorik (pseudonimo di Coccoluto Ferrigni), il testo lo voglio rimettere ugualmente:

Mistero

Quando talor frattanto,
forse, sebben così;
giammai piuttosto alquanto
come perché bensì?

Ecco repente altronde,
quasi eziandio perciò,
anzi, altresì laonde
purtroppo invan; però...

Ma se perfin mediante,
quantunque attesoché,
ahi sempre, nonostante,
conciossiacosaché.

 
 
 

Papa Sisto

Post n°223 pubblicato il 02 Giugno 2012 da valeriosampieri
 
Foto di valeriosampieri

Papa Sisto è Sisto V, al secolo Felice Peretti, detto "er papa tosto" che detenne lo scettro papale dal 1585 al 1590, e la poesia che parla di lui è di Giuseppe Gioachino Belli, che la scrisse il 9 aprile 1834 (una delle rarissime poesie del Belli senza turpiloquio)

Fra ttutti quelli c'hanno avuto er posto
De vicarj de Dio, nun z'è mai visto
Un papa rugantino, un papa tosto,
Un papa matto, uguale a Ppapa Sisto.

E nun zolo è da dì che dassi er pisto
A chiunqu'omo che j'annava accosto,
Ma nun la perdonò neppur'a Cristo,
E nemmanco lo roppe d'anniscosto.

Aringrazziam'Iddio c'adesso er guasto
Nun po' ssuccede ppiù che vienghi un fusto
D'arimette la chiesa in quel'incrasto.

Perché nun ce po' esse tanto presto
Un antro papa che je piji er gusto
De méttese pe nnome Sisto Sesto.

Spiegazione del testo:

Fra tutti i Vicari di Dio, non s'è mai visto un papa litigioso, duro e matto come Papa Sisto. Non solo riduceva a malpartito chiunque gli si avvicinasse, ma non la perdonò nemmeno a Cristo, e nemmeno di nascosto lo ruppe. Ringraziamo Iddio che non capiterà più la sventura che venga un omaccione che riporti la Chiesa in simile difficile situazione. Perché passerà molto tempo prima che ad un altro papa venga in mente di darsi il nome di Sisto Sesto.

Esiste un detto romano che recita "Papa Sisto non la perdonò neppure a Cristo!", al quale il sonetto di Belli fa riferimento. Papa Sisto V è ricordato come un Papa parecchio crudele, che faceva uso assai frequente della forca, senza tanti complimenti. Papa Sisto era molto pragmatico ed assai scettico nei confronti dei miracoli e si narra che un giorno arrivò a Roma la notizia che in campagna c'era un Crocifisso di legno che trasudava sangue. Il proprietrio del fondo in cui il Cristo si trovava faceva ottimi guadagni con tutti i pellegrini che si recavano ad assistere al miracolo e ciò fece insospettire il Papa che volle andare a controllare di persona.

Quando gli fu mostrata la reliquia, Sisto V si fece portare un'ascia e disse rivolto al Crocifisso: "Come Cristo ti adoro, ma come legno ti spacco"; contemporaneamente, servendosi dell'ascia, lo fece a pezzi, sicché si venne a scoprire che all'interno del Crocifisso era installato un marchingegno che tramite una corda strizzava unaa spugna imbevuta di sangue animale. Il giorno stesso il proprietario del fondo fu giustiziato.

A Papa Sisto piaceva fare così, agire senza perdere mai tempo: cotto e magnato, come si dice a Roma.

 
 
 

Mala tempora currunt!

Post n°222 pubblicato il 29 Maggio 2012 da valeriosampieri
 
Tag: bah!?
Foto di valeriosampieri

Ed a Mala tempora currunt! ci aggiungo pure O tempora o mores!, sempre per restare in tema con Cicerone. I tempi brutti ed i costumi deteriorati, però, non sono addebitabili esclusivamente all'esistenza di Rattazzi (immortalato nella foto del titolo, al quale avrei voluto dedicare un post intitolato "La fumola pistante", con il sottotitolo "Se non la smetti ti gonfio come una zampogna!". Il titolo non significa nulla, ovviamente, ma proprio per questo motivo mi sembra particolarmente adatto a Rattazzi).

Ciò che mi lascia attonito è la notizia dell'assoluzione, perché il fatto non sussiste, degli imputati per gli episodi che assumono avvenuti nell'asilo di Rignano Flaminio. Non prendo posizione in merito, perché nessuno ha il diritto o la possibilità di farlo, ma da questa vicenda tutti, ma proprio tutti escono sconfitti, se non distrutti.

In primo luogo escono sconfitti gli imputati i quali hanno dovuto attendere sei anni, prima di ritrovarsi assolti. I sei anni sono puramente ipotetici, in quanto mi pare fuori di dubbio che i PM appelleranno la sentenza, per cui il loro calvario proseguirà per ancora non si sa quanto tempo. Al di là del fatto che costoro verranno assolti definitivamente o meno, la loro vita è stata segnata per sempre.

A pari merito, in ordine di importanza, escono sconfitti i bambini. Se le violenze le avessero realmente subite, non c'è dubbio che il danno patito, consciamente o inconsciamente, se lo porteranno appresso per sempre. Ma ancor più mostruoso sarebbe il danno putativo che questi bambini hanno già con certezza sofferto. Perché, ormai, il clamore sollevato attorno alla vicenda li ha coinvolti per sempre in una situazione di dubbio circa ciò che sia effettivamente avvenuto. E probabilmente alcuni di essi si convinceranno di aver effettivamente subito abusi, con conseguenze psichiche e comportamentali imprevedibili.

Ne escono a pezzi i genitori dei bambini. Se la loro è stata una reazione ad un fatto certo, compiuto a danno dei propri figli, la frustrazione per non aver potuto far nulla per proteggere i bambini potrebbe essere devastante per loro. Se la loro reazione è stata invece dettata da un malsano istinto di iperprotettività, magari pure fuorviato dal sentirsi parte di un gruppo consistente di persone (il branco non è solo quello di chi compie azioni palesemente riprovevoli), è la loro stessa funzione di genitori ad uscirne disintegrata. Certo è che le reazioni di alcuni di essi di fronte alla sentenza lasciano allibiti. Correttamente, a parer mio, il Prof. Coppi ha definito, eufemisticamente parlando, sorprendente "la reazione dei genitori dei bambini. Abbiamo assistito a scene inaudite, con imprecazioni e urla. Eppure l'assoluzione perche' 'il fatto non sussiste' significa che i piccoli non sono stati abusati. Con la condanna si sarebbe avuta la certezza degli abusi, ma cosi' c'e' da essere soddisfatti." (però, circa le ultime due proposizioni dell' Avv. Coppi, io nutro più di una riserva). Il paradosso consiste proprio nel fatto che "si vuole" che il fatto incerto sia effettivamente avvenuto.

La così detta Giustizia ... consideriamola come non pervenuta. Se il Tribunale ha assolto avrà avuto i suoi buoni motivi per farlo. Certo è che se la Corte di Appello dovesse andare di diverso avviso, della giustizia potremo farne un bel cartocetto. E se, in caso di riforma della sentenza assolutoria, la Cassazione dovesse annullare la condanna, potremmo dire che la giustizia esiste? Certamente la giustizia umana è fallibile, ma sino a quando esisterà la possibilità per l'accusa -che evidentemente in primo grado non è stata in grado di provare "al di là di ogni ragionevole dubbio" la fondatezza delle accuse- di appellare la sentenza assolutoria, la barbarie continuerà a perpetrarsi.

I processi vanno fatti in silenzio esclusivamente nei luoghi a ciò deputati, non sui giornali, in tv, su internet o con qualsiasi altro mezzo di comunicazione.

Dovrei allargare il discorso alla società contemporanea, nella quale tutti si sentono in diritto di dire con sicumera la propria opinione in merito a tutto, ma che dire, ... "urlare" quasi che il tono arrogante sia in grado di trasformare in verità assoluta quella che è una semplice sciocchezza affermata con enfasi. Però non me la sento di farlo. Già le poche considerazioni svolte sopra mi hanno amareggiato più che a sufficienza: et de hoc satis!

C'è bisogno di pensare a qualcosa di rilassante, c'è bisogno di un pensiero piacevole, del tipo: gonfia Rattazzi come una zampogna e il mondo ti sorriderà.

 
 
 

La pistola fumante!

Post n°221 pubblicato il 28 Maggio 2012 da AvvocatoRattazzi

valerio.sampieri
valerio.sampieri il 25/05/12 alle 23:04 via WEB
se ci sei, corri a stracciare Rattazzi: ci sono OTTO nuovi post!!!!!!! :))))))
 

   
lamiapelle
lamiapelle il 26/05/12 alle 08:01 via WEB
questa volta l'ho stracciato per bene :)

 
 
 

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