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Messaggi di Maggio 2023

Il Lampione, la rana e Magritte.

Post n°2597 pubblicato il 25 Maggio 2023 da fedechiara
 

Il Lampione e la rana a testa in giù. 25 maggio 2013

La nostra mente è un sistema fragile e complesso che ha bisogno di continue rassicurazioni e conferme per non 'andare in tilt'.
E ci alziamo dal letto la mattina, - dopo aver lasciato andare il cervello per gli sconosciuti sentieri del sonno e dei sogni e ancora in preda alle sottili angosce che da quel disordine notturno ci derivano – cercando con gli occhi gli oggetti di sempre e le persone di sempre e i dialoghi, forse noiosi, ma rassicuranti che ci confermano che il mondo ha ancora una sua riconoscibilità e praticabilità pur nelle mille quotidiane mutazioni.
E ieri ci è stato restituito lo storico Lampione di Punta della Dogana, nostra fioca luce nelle nebbie lagunari e nei crepuscoli che ci rassicurava, magrittianamente, che una luce sempre si accende prima della notte ed è barlume che ci rassicura che ancora, noi esseri umani, dominiamo gli eventi di natura e nessuna notte mai scenderà sui nostri occhi, come l'Ultima che ci impaura - e contro le sue angosce abbiamo inventato le leggende della Luce delle Anime nel Tempo che sempre ritorna circolare.
E non ne potevamo più di quel biancore arrogante del ragazzo troppo cresciuto che ci beffava colla sua rana tenuta per la zampa a testa in giù - ed era attrazione turistica che ci confermava che tutto ormai, a Venezia, si fa per 'stupire i borghesi'; e ci inventiamo i tristi Carnevali fitti di 'eventi' triti e ritriti pur di riempire oltremisura questo piccolo arcipelago tenuto insieme da ponti fragili e animato da chiese che si riempiono di 'fedeli' solo in occasione di un funerale.
Città di fantasmi e ammuffiti gabbiani, Venezia è una sfida alla storia e alla storia dell'arte. Cambia tutto perché nulla cambi e tutto il suo vecchio di palazzi e campanili e chiese è teatro biennale del nuovo delle menti degli artisti che sono vecchi e 'classici', già alla prova della Biennale che verrà.
Però quel Lampione storico lo abbiamo fortemente voluto al suo posto, dopo lo scippo degli arroganti sindaco e assessori 'novatori', ed è, forse, la sola 'cosa nuova' che ha fatto questo sindaco e la sua amministrazione in tanto vecchio andare di tempi grami e visioni indecorose di una città che, anno dopo anno, diciamo sempre meno nostra.
Di residui e afasici cittadini, intendo.
Nessuna descrizione della foto disponibile.

 
 
 

Quando i populisti assediarono il Quirinale

Post n°2596 pubblicato il 25 Maggio 2023 da fedechiara
 

I plebei alla presa del palazzo d'Inverno. - 25 maggio 2018

Continua l'aspra battaglia del partigiano Sergio, asserragliato nel bunker del Quirinale con in mano il mitra costituzionale con il quale intende stendere uno alla volta tutti i ministri nominati da Conte/Di Maio/Salvini che, a suo insindacabile giudizio, non rispondono ai requisiti di fedeltà all'Europa e ai suoi burocrati - anime morte che, dall'Olimpo di Bruxelles, continuano a dirci: 'Guai a sgarrare sui conti pubblici e a dare al popolo ciò che è del popolo.'
Perché, prima, bisogna dare al dio-Europa quel che spetta agli dei austeri e vendicativi: il sacrificio di uno sviluppo possibile che otterremmo in barba alle regole dei rigidi trattati (che lo stesso Renzi e Padoan dicevano di voler ri-negoziare, ma furono ridotti a più miti consigli) – quei trattati che sono corresponsabili della lunga crisi economica dalla quale faticosissimamente proviamo ad uscire.
E quello che il partigiano Sergio si ostina a non voler capire è che la forma non è la sostanza – e i suoi minuetti istituzionali e i suoi 'poteri di indirizzo' con i quali sgrida e rampogna i rozzi parvenus e i plebei sono destinati ad infrangersi su nomi che sono consoni al contratto di governo sottoscritto da Lega e Cinque Stelle.
E se Salvini si impunterà su Savona ha la sue buone ragioni di indirizzo di un governo prossimo venturo e suo legittimo desiderio di mandare a dire a Bruxelles che 'qualcosa è cambiato' in Italia – ne prendano atto quelle anime morte olimpiche e se ne facciano una ragione di aver perso il consenso del gruppo di Visegrad, dell'Austria, della Gran Bretagna e dell'Italia, di qui a poco.
E giova ricordare, con Pitagora, che 'tutto è numero' – e sono i numeri della maggioranza di governo quelli che contano; e non si può inserire in una squadra affiatata e coesa sul programma e sul contratto stipulati un nome dissonante e gradito al Quirinale, destinato a suscitare conflitti e ad essere espulso, prima o poi, dal nuovo governo per fallo di ostruzione.
Per tutto quanto suesposto ci appare questione di lana caprina l'insistenza di Mattarella su cosa spetta a lui come potere di indirizzo e la insistente richiesta di allinearsi ai diktat dell'Europa.
Il rischio che corre è che salti tutto e si vada a un durissimo scontro in parlamento e a nuove elezioni, in barba a tutte le sottigliezze costituzionali da lui sollevate e dal suo cerchio magico di giornali e televisioni amiche e di obbedienza renziana.
E l'esito – sono facile profeta – è che questa maggioranza di plebei e di parvenus che non intendono i suoi minuetti costituzionali ne uscirebbe ulteriormente rafforzata e il cedere le armi e la resa senza condizioni diventerebbero inevitabili, in una seconda tornata di consultazioni.
Speriamo che il week end porti più saggio consiglio dentro al bunker dei resistenti.

26 maggio 2018
E adesso, pover'uomo?
E' difficile immaginare il partigiano Sergio con in mano il mitra ancora fumante con il quale ha abbattuto l'intruso Savona – e ci evoca le immagini tragiche di Allende assediato all'interno della Casa Rosada – ma qui le parti in commedia sono rovesciate e si recita una commedia degli equivoci e la Costituzione è usata dal partigiano Sergio come clava per fermare il governo dei nuovi barbari e plebei che lo assediano e semplicemente gli fanno notare che una squadra di governo coesa deve essere fatta di uomini di 'comune sentire' col programma e contratto di governo; ed è difficile fargliela capire agli italiani che chi ha ottenuto i voti non può procedere oltre per 'vizio di forma'.
Ed era facile prevedere che anche la forma costituzionale avrebbe subito uno stravolgimento sotto i colpi dell'avversa fortuna elettorale e, se si andrà al braccio di ferro in parlamento e, di nuovo, alle urne perderà chi si aggrappa a una forma vuota e foriera di conflitti istituzionali – e chissà se, alle consultazioni prossime venture con la Lega al 30 per cento e il M5S pure non avremo la ventura nuovissima di un presidente della repubblica che si dimette mitra fumante alla mano pur di 'no pasaran.'
E colui che, in una vignetta malevola – all'epoca della sua contrastata elezione - veniva raffigurato in veste di ficus beniaminum di Renzi poggiato sul balcone del Quirinale si rivela essere invece un solido palo costituzionale – di quelli che il Giusti avrebbe detto 'messo lì nella vigna' per sorreggere la fragile impalcatura costituzionale che dovremo seriamente ripensare e modificare sul punto dei leziosi minuetti che si ballano negli storici saloni condotti da chi, chi chi chi, chichiricchichi.
Tempi duri per gli ingessati presidenti in gessato quirinalizio. Chi vivrà vedrà.

 
 
 

Il discorso del re.

Post n°2595 pubblicato il 23 Maggio 2023 da fedechiara
 

Il vizietto.
Di buono c'è che mi ha convinto ad andare sul sito di Wikipedia e a rileggere con attenzione la vita e le opere di Alessandro Francesco Tommaso Antonio detto, scolasticamente, il Manzoni – per capire se mi ero perso qualcosa e/o non avevo riflettuto abbastanza, io giovinetto, sulla sua figura di patriota esemplare. Il Manzoni, si, quello degli sposi promessi e di don Abbondio, prete retrivo e refrattario ad ogni inutile eroismo, - a differenza di Fra' Cristoforo che si aggira fra gli appestati per fare opera di misericordia.
Quello de: 'Ei fu, siccome immobile / dato il mortal sospiro... : settenari dal ritmo travolgente che si scolpirono nella mente di noi antichi scolari che mandavamo a memoria le poesie sue e del Carducci (T'amo pio bove), del Pascoli (La cavallina storna) e 'La pioggia nel pineto' del D'Annunzio.
Sono andato a rileggermelo per intero, dicevo, cercando invano il riscontro con le parole di re Sergio, ieri a Milano per la commemorazione di quel nostro 'padre della patria'.
Popolare e non populista, il Manzoni, a detta di re Sergio – e anche qui una mia ricerca attenta su Wikipedia per capire la differenza che a re Sergio pare chiara assai; e guai ai reprobi cittadini che si riconoscono nella figura del populista piuttosto che in quella del 'popolare'.
Questione di lana caprina, dite? La radice è sempre quella: 'popolo' e il virus mutante starebbe annidato nella desinenza malandrina 'ista', artatamente contrapposta a quella in 'are'.
E quest'ultima fa rima con 'volare, baciare, assaggiare' e tutto il vario e ampio dispiegarsi dei verbi in 'are', mentre 'ista' rima con trista, pista, arista, modista, statista, copista e via elencando.
Una bella differenza, a ben vedere, e uno stimolo a comporre una poesia in rima, magari con l'aiuto di Chatgpt, l'intelligenza artificiale che saprebbe riscrivere i promessi sposi, adattandolo ai tempi nostri, - e perfino la Costituzione, mostrandocene i versetti aggiornabili per via parlamentare senza troppo clamore e quelli degni, invece, di intangibile citazione sempiterna.
Forse re Sergio quel suo discorso e dotta ramanzina in 'ista' lo ha letto e riletto più volte, prima di pronunciarlo con la consueta retorica patriottarda e risorgimentale che ci è ben nota.
E forse è vero quello che scrivono i giornali in proposito: che ha parlato a nuora perché suocera intenda.
E la suocera sarebbe la Meloni – intenzionata a mettere mano alla Costituzione per consegnarci un modello presidenzialista più agile e meno bizantino dei presenti minuetti quirinalizi dei voltagabbana incollati alle cadreghe e dei 'governi del presidente' (vedi il Draghi del nostro scontento ultimo).
E sarà davvero 'populista', la Meloni e il suo entourage di 'post fascisti' (sic), e accetterà, obtorto collo, di essere additata quale trista 'suocera' di quel discorso presidenziale rivolto alla nuora? O risponderà a tono, per le vie traverse della politica nostrana?
Dovremmo interrogare in proposito i giornalisti della stampa mainstream – sempre osannanti ad ogni dotta 'esternazione' di re Sergio e puntuti e trinariciuti, invece, contro ogni penna di destra che si prova a riscattare il populismo dei populisti e ad inserirlo a buon diritto nella corale democratica che si canta in questo paese e in Europa, ad ogni nuovo giro elettorale.
Fra un anno si vota, chissà se cresceranno ancora, i populisti, nel consesso europeo.
Chi vivrà saprà e lo farà presente a re Sergio.
Alessandro Manzoni - Wikipedia
IT.WIKIPEDIA.ORG
Alessandro Manzoni - Wikipedia
Alessandro Manzoni, nome completo Alessandro Francesco Tommaso Antonio Manzoni (Milano, 7 marzo 1785 – Milano, 22 maggio 1873), è stato uno scrittore, poeta e drammaturgo italiano.

 
 
 

Il Destino, la Trama e i figli di Murphy.

Post n°2594 pubblicato il 23 Maggio 2023 da fedechiara
 

Il Destino, la Trama e i figli di Murphy.

Ho idee confuse in merito. So che l'entropia dell'universo comprende la teiera di porcellana che va in pezzi perché spinta giù dal tavolo dalla sbadataggine della badante rumena che spolvera col cellulare all'orecchio e, insieme, il volgere senile di magagne e de-funzioni delle nostre vite disgraziate, ma mi sfugge il Disegno, la Trama, il Destino Ultimo - se mai ce n'è stato uno di là delle leggende nostre naives di esseri umani che si pretendono al centro dell'Universo conosciuto.
E il Caos che governa le nostre vite ci mette del suo per depistarmi ed ogni giorno ha la sua pena e la guerra per procura Nato aggiorna il conto delle vittime insieme a quello delle decisioni dementi dei paesi affiliati di sfidare l'azzardo nucleare con sempre nuove iniziative belliche – buona ultima quella di addestrare e fornire all'Eroe folle di Kiev i giocattolini supersonici F16, con la raccomandazione - una aggiunta di demenza al suo diapason – di farne un uso moderato, limitando la gittata dei missili che spareranno e guai a violare i confini della Russia.
I figli scemi di Murphy: 'Se esistono due o più modi di fare una cosa e uno di questi può condurre alla catastrofe, sarà scelto proprio quello.'
Alzate gli occhi al cielo se sentite un gran botto: potrete raccontare ai nipoti davanti al caminetto di aver visto alzarsi da terra il gigantesco fungo nucleare – 100 volte più grande di quello di Hiroshima, dove i malnati si sono dati convegno.
Ammesso e non concesso che avremo discendenza.
Potrebbe essere un'immagine raffigurante aereo e testo

 
 
 

Aggiustamenti consapevoli.

Post n°2593 pubblicato il 23 Maggio 2023 da fedechiara
 

Effettivamente. Aggiustate sull'Ucraina e sugli Stranamore Nato.
“Ogni tanto fatevi una chiacchierata anche con il lupo, invece di ascoltare solo Cappuccetto Rosso. Può essere che cambiate idea.”
Cit.
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