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90 ANNI FA SI CHIUDEVA L' "OCCHIO DEL GIORNO"

Post n°26 pubblicato il 14 Ottobre 2007 da oliviaspaghetti
 

«Sì, ho avuto molti amanti, ma non ho amato che gli ufficiali: bei soldati coraggiosi, sempre pronti alla battaglia e nell’attesa, dolci e galanti»

MATA HARI, un nome che fa subito pensare a una donna d'altri tempi, al coraggio e alla femminilità corrotta di un essere raffinato e sensuale.

Margaretha Gertrude Zelle nasce il 7 agosto 1876 a Leeuwarden, in Olanda, per morire 41 anni più tardi nel poligono militare di Vincennes.

Alta, snella, pelle ambrata, aria esotica e sensuale aveva studiato per diventare insegnante, ma la vita nel piccolo centro della Frisia le andava stretta così decise di usare il matrimonio come passpartout per andarsene da lì: Rudolf Campbell Macleod, di origini scozzesi e capitano dell'esercito olandese, lo aveva trovato leggendo un annuncio sul giornale. A soli 19 anni si sposò con il capitano, di 20 anni più vecchio di lei, e lo seguì a Java dove , oltre ad avere 2 figli, imparò le danze orientali. Passò poco tempo e Margaretha, già simbolo del sex appeal femminile usato per scopi oscuri prima di partire, a seguito della misteriosa morte del primogenito tornò in Europa.  

Arrivò a Parigi con 50 centesimi nella borsetta ma non rinunciò ad alloggiare al Grand Hotel. Per vivere cominciò ad arrabattarsi usando il suo fascino e la sua intelligenza: fece la modella per pittori, poi l’insegnante ma adorava ballare. Aveva imparato in fretta le danze sinuose delle donne d’oriente. L’esordio con la sua famosa "Danza dei Sette Veli"  al "Salon Kireewsky", locale fra i più malfamati della Ville Lumière. Presto sulle locandine il nome campeggiò in caratteri sempre più grandi: Mata Hari, in malese "Occhio del Giorno".

Anche se un vero addestramento professionale per fare la spia non lo ebbe mai nel 1916 viene assoldata come informatrice segreta dall'addetto stampa del consolato tedesco all'Aja. Per questa attività la donna riceve anche una sigla di riconoscimento, H21.

Mentre lavora per i tedeschi fa conoscenza con il capo dei servizi segreti francesi, nemici della Germania durante la prima guerra mondiale. Mata avrà presto bisogno del suo aiuto per raggiungere in un sanatorio un suo amante russo del quale si dice veramente innamorata. In cambio di un permesso di viaggio accetta di lavorare come informatrice per i francesi che a loro volta, però, la controllano per sapere esattamente come si muove.

Succede un periodo in cui i servizi segreti francesi la mandano nell'allora neutrale Spagna dove la aspetta un'intensa attività di spionaggio. Mata riesce ad indentificare un'importante spia tedesca e scopre i piani di Berlino per il Marocco che rivelerà ai francesi. 

Nonostante la sua attività a favore dei francesi, quest'ultimi non si fidano e quando da Madrid a Berlino si susseguono messaggi riguardanti H21, letti minuziosamente a Parigi, per lei è la fine.

Fu tradita dal messaggio radio inviato a Berlino dall’addetto militare in Spagna e intercettato dai francesi. Vi si accennava ad una «collaudata spia, nome in codice H-21»: sarebbe stata lei, Mata Hari alias Lady MacLeod, alias Clara Benedix.

Nonostante negasse con forza la colpa che le veniva attribuita, il 2 gennaio 1917 ,mentre si trovava a Parigi per ritirare quello che credeva di aver guadagnato, viene arrestata:

«Il Consiglio di guerra ha ritenuto ad unanimità che essa era colpevole di aver fornito informazioni suscettibili di nuocere agli interessi francesi, sovrattutto in materia di politica interna e sull’offensiva della primavera 1916».

Mata firmò subito il ricorso per la revisione del processo ma la Cassazione non accettò e nell'ottobre dello stesso anno venne condannata a morte.

Riguardo a quel mattino del 15 ottobre di 90 anni fa girano tante leggende e aneddoti romantici. Uno dei suoi amanti, Pierre de Morisac, avrebbe corrotto i soldati che le avrebbero concesso un sorso di rhum prima di essere fucilata. Mata rifiutò di essere bendata e lasciò aperto il soprabito sul corpo nudo costringendo alla bendatura l'intero plotone d'esecuzione. Si dice anche che fra i 12 soldati, pronti a sparare a pochi metri da lei, qualcuno non la prese di mira e qualcun'altro addirittura pianse. Lei, mentre veniva trivellata da 11 pallottole, lanciò un bacio d'addio ai militari.La sua testa venne recisa dal corpo e conservata nel Museo di Anatomia di Parigi dal quale fu trafugata negli anni '50; a Londra invece è stato conservato un elenco degli uomini con i quali ebbe rapporti.  Si tratta di una affollatissima schiera di amanti che gli agenti del servizio segreto britannico Mi5 elencarono in un dossier di 450 pagine durante gli anni in cui la pedinarono.

Ma Mata Hari sarà stata davvero colpevole? Davvero aveva rivelato alla Germania i segreti rubati agli ufficiali francesi sotto le lenzuola? E le prove? Novant’anni dopo Leeuwarden, Olanda, dov’era nata, ne chiede la riabilitazione. Nell’attesa le hanno dedicato una sezione del locale museo (www.historischcentrumleeuwarden.nl) mentre in Germania esce un videogame con lei protagonista. 

 

 

Filmografia:

MATA HARI di George Fitzmaurice

con Ramon Novarro, Lionel Barrymore, Lewis Stone, Greta Garbo

Drammatico - b/n 90min - U.S.A 1931

 

 

 

MATA HARI, agent H21 di Jean-Louis Richard

con Claude Rich, Frank Villard, Jean-Louis Trintignant, Jeanne Moreau

Drammatico - b/n 96min - Francia 1965

 
 
 
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Nina Simone

Say, love me or leave me and let me be lonely
You won't believe me but I love you only
I'd rather be lonely than happy with somebody else

You might find the night-time the right time for kissing
Night-time is my time for just reminiscing
Regretting instead of forgetting with somebody else

Love me or leave me

 

John Coltrane

Raindrops on roses and
Whiskers on kittens
Bright copper kettles and
Warm woolen mittens
Brown paper packages
Tied up with strings
These are a few of
My favorite things...

..When the dog bites
When the bee stings
When I'm feeling sad
I simply remember
My favorite things
And then I don't feel so bad

My Favorite Things

("American Splendor" soundtrack)

 

A MALI ESTREMI...

versione integrale

Eccola, ne arriva un'altra. Come ogni anno del resto!

Nuova, splendida, con la copertina brillante ancora senza la classica piegatura nell’angolo. Mi sembra ieri quando anch’io per la prima volta fui appoggiata qui, su questo comodino colorato. Credevo si trattasse di pochi minuti, il tempo di togliersi il cappotto e prendere una penna ed invece sono sempre qui. All’inizio non ci badavo, credevo si trattasse solo di un momento, che non ci fosse nulla da scrivere, del resto era ancora il tre gennaio; poi allungo un lembo della copertina e cosa vedo? Fogli, ritagli, pagine confuse, post-it pieni zeppi di appunti. Mi sono sentita inutile e umiliata: “Io qui candida, pronta a custodire i suoi impegni, i suoi pensieri e le sue idee e lei che fa? Si affida a sconosciuti pezzi di carta qualunque?” Ho cercato in tutti i modi di farmi notare, una sera sono riuscita a cadere per terra mentre lei accendendo l’abat-jour mi ha sfiorato con il  gomito:nulla, mi ha raccolto, aperto, ci ha pensato un po’ su e poi mi ha rimesso dov’ero. Eppure un modo per farle capire la mia utilità doveva esserci. Così, un giorno, dopo lunghe ore a studiare la tattica migliore, sono riuscita, con la complicità della brezza mattutina,  a mettermi sotto ad un post-it  nuovo nuovo con appuntate sopra le date di una mostra e qualche numero di telefono. Il post.-it è rimasto incollato sulla mia copertina lucida prima che se ne accorgesse così quando lei lo vide avverò il mio intento disperato e incollò tutti i suoi appunti sparsi sulle mie pagine bianche.

Gennaio e Febbraio si riempirono di orari, impegni e buoni propositi rimasti tali, Marzo e Aprile si coprirono di inviti, biglietti del cinema e numeri di telefono, Maggio e Giugno furono tempestati di pagine a quadretti con liste della spesa e fra una pagina e l’altra trovarono posto anche i depliant per le imminenti vacanze, Luglio e Agosto solo pensieri, progetti e idee, Settembre, Ottobre e Novembre orari, appuntamenti e riunioni, Dicembre pieno di bigliettini e memorandum per non dimenticarsi i regali più cari .Adesso è gennaio e   sono fiera di essere l’agenda dell’anno scorso.

 

 

 

 

L.Bencivenni

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Perfezione Femminile

... la vita, Londra, questo momento di giugno.

Laura riporta il figlio nel salotto, lo rimette davanti alla sua torre di blocchi di legno colorato. Una volta che lui è sistemato, ritorna in cucina e , senza alcuna esitazione, prende la torta e la fa scivolare dal piatto bianco latte nel cestino della spazzatura. Atterra con un suono sorprendentemente solido; una rosa gialla si è spalmata contro il lato curvo del cestino. Si sente immediatamente sollevata, come se delle stringhe d'acciaio intorno al suo petto fossero state allentate. Può ricominciare, adesso. Secondo l'orologio a muro sono appena le dieci e trenta. Ha tutto il tempo per fare un'altra torta. Questa volta impedirà alle briciole di finire nella glassa. Questa volta traccerà le lettere con uno stuzzicadenti, così saranno centrate, e lascerà le rose come ultima cosa.

M.Cunningham - Le Ore  

 

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La fille sur le pont

di Patrice Leconte

E se le chiedesse di scappare con lui, così, senza preavviso?

Crede che saremmo felici?

Chi?

Bhè, lui e io?

Ora le racconto una storia. Tanto tempo fa abitavo in una strada dalla parte dei numeri pari, al 22 e guardavo dalla finestra i numeri dispari, le case di fronte, perchè credevo che la gente che ci viveva fosse più felice, che le stanze fossero più luminose, che le serate fossero più allegre. Ma le camere erano buie, le stanze più piccole e numeri dispari guardavano quelli di fronte. Perchè pensiamo sempre che la fortuna sia ciò che non si ha. Bene, l'aspetto alla stazione, se non la vedo capirò che ci è andata.

Andata dove?

A vedere se di fronte è meglio.

Serge Frydman

 

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Tuttavia il vento irrequieto del Nord non era ancora soddisfatto.
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E fu così che il vento del Nord si stancò e andò per la sua strada.

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Se riesci a non perdere la testa quando tutti intorno a te la perdono e ti mettono sotto accusa;

Se riesci ad aver fiducia in te stesso, quando tutti dubitano di te,ma a tenere nel giusto conto il loro dubitare;

Se riesci ad aspettare, senza stancarti di aspettare o, essendo calunniato, a non rispondere con calunnie o, essendo odiato, a non abbandonarti all’odio pur non mostrandoti nè troppo buono nè parlando troppo da saggio;

Se riesci a sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni;

Se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine;

Se riesci incontrando il Successo e la Sconfitta a trattare questi due impostori allo stesso modo;

Se riesci a sopportare di sentire le verità che tu hai dette distorte da furfanti che ne fanno trappole per sciocchi o vedere le cose per le quali tu hai dato la vita distrutte e umilmente ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori;

Se riesci a fare un sol fagotto delle tue vittorie e rischiarle in un sol colpo a testa e croce e perdere e ricominciare daccapo senza dire mai una parola su quello che hai perduto;

Se riesci a costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi a sorreggerti anche dopo molto tempo che non te li senti più ed a resistere quando ormai in te non c’è più niente tranne la tua volontà che ripete: resisti;

Se riesci a parlare con la canaglia senza perdere la tua onestà o a passeggiare con il re senza perdere il senso comune;

Se tanto amici che nemici non possono ferirti;

Se tutti gli uomini per te contano, ma nessuno troppo;

Se riesci a colmare l’inesorabile minuto con un momento fatto di sessanta secondi;

 

Tu hai la terra e tutto ciò che è in essa e quel che più conta.

SARAI UN UOMO, figlio mio!

Rudyard Kipling

 

Mia nonna amava il caffe’..

TORREFAZIONE ILIA

il primo caffé..

Mia nonna era famosa nell’ isolato per il suo caffè: il vicinato escogitava i pretesti più  assurdi per ottenere l’ invito a prenderne  una tazzina. Mia nonna ne curava personalmente l’acquisto presso un “droghiere” di fiducia, lo macinava con cura per poi dosarlo senza parsimonia nella caffettiera. Raggiunta l’eta, divenni anch’io fruitore di cotanto nettare; misteriosamente però la mia tazzina, preparata da mia nonna  furtivamente in cucina, profumava in maniera particolare, piu’ delle altre, e il gusto del liquido era piu’ intenso, piu’ cremoso, insomma era decisamente migliore di tutte le altre. Dopo aver usufruito per diversi anni del privilegio, tacendo meschinamente, qualcuno si accorse del fatto: quel qualcuno adesso è mia moglie. Col candore beffardo degli anziani, mia nonna ammise che la mia tazzina conteneva il primo caffe’ uscito dalla Moka e cioe’ il migliore, il più profumato ed intenso: agli altri veniva servito il rimanente.

http://www.iliacaffe.com/

 


 
 
 

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