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« Bobby IIBobby IV »

Bobby III

Post n°194 pubblicato il 28 Dicembre 2015 da deteriora_sequor








Scavalcò i margini dell'ombrellino con la testa e gettò uno sguardo
lungo la strada impeccabile che saliva al sanatorio con tornanti
impervi. Una donna stava percorrendo solitaria quell'aspro
percorso dove, solitamente, transitavano corriere e taxi. Bobby
provò ad aguzzare la vista cercando di farsi un 'idea su chi
potesse essere quella signorina, vestita modestamente ma con
una certa ricercatezza, abbastanza dimessa ma con una pulizia
e una determinazione evidenti, quella signorina che, in quel
momento, si stava facendo schermo davanti agli occhi con la
mano destra per tentare di delineare le fattezze imponenti
della struttura monumentale del Baretz Dleghamen. L'uomo
iniziò (senza motivo) ad agitarsi sulla sdraio e a lanciare
occhiate continuative e nervose alla figurina che, nello stesso
istante, s'era arrestata completamente e sembrava cercare
proprio Lui con lo sguardo. Paranoie? Illusioni? Miraggi?
Bobby cercò di distrarsi e prese a caso uno dei libri che
giacevano in pittoresco disordine al suo fianco, cercando
di immergersi nella lettura di uno che narrava della vendetta
di un uomo contro la sua amante infedele. Dopo poche righe
lo scagliò lontano, ben oltre il parapetto e tornò ad affacciarsi
con il capo sulla strada principale. Non vi trovò nessuno ed
emise un sonoro (per quanto glielo permettevano le sue
condizioni) sospiro di sollievo. I nemici non erano in prossimità,
i ficcanaso non arrivavano a disturbargli l'agonia, il Boia in
gonnella non veniva ancora a svolgere il suo lavoro. Di certo
si era trattato di un'allucinazione, una visione sul nulla, Un
miraggio in quell'estate di Morte: la Sua ultima. Si accomodò
comodamente sulla sdraio e inspirò l'aria fresca e frizzantina
della montagna, senza più pensare alla strana sconosciuta
che aveva, per pochi istanti, incrociato il suo amaro destino.
Più che di un'allucinazione si poteva trattare di una bizzarra
estranea, qualcuna che aveva deciso di farsi il tragitto dal
paese principale sino alla clinica per qualche suo motivo
del tutto speciale, evitando i mezzi pubblici e quelli privati.
Di certo non era una degente: Nessuno dei ricoverati pigliava
la carrozzabile principale, se non per giungere il primo giorno
e andarsene in una bara, l'ultimo. Si levò dalla sdraio verso le
17.30 e si rifugiò nella sua stanza. Era l'orario delle visite ma
Lui, evidentemente, non aspettava nessuno. Quindi cominciò
a vestirsi per la passeggiata tardo-pomeridiana e pre-serotina,
indossando comodi pantaloni di velluto che gli arrivavano al
ginocchio e calzettoni a larghi quadretti rosso e gialli sotto
pesanti stivali da montagna, poi una camicia di lana ruvida
e in sommità un ridicolo cappello tirolese. Certo, era tutto
così patetico e grottesco, ma un uomo che stava per morire,
e in modo talmente acrimonioso, non aveva nessun diritto di
fare il difficile.






(Continua)







 

 

 
 
 
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Un blog di: deteriora_sequor
Data di creazione: 13/05/2013
 
 

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