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Bobby XVII

Post n°208 pubblicato il 08 Marzo 2016 da deteriora_sequor








"Bobby" riprese incurante la voce di Mark Everard Fawcett mentre indugiava
su ogni dettaglio sgradevole del viso del figlio. "Papà. Quale cattivo vento..."
L'uomo si asciugò le dita in un tovagliolo, poi scostò la sedia di lato per potere
parlare con più tranquillità mentre sul suo viso si allargava, da un orecchio
all'altro un sorriso sardonico e infelice. "Io e Betty siamo appena arrivati e,
visto che la colazione era pronta sui tavoloni, abbiamo pensato bene...
capisci..." Lo sguardo di Bobby passò involontariamente alla ragazza che
era assisa nel posto accanto a quello paterno. Un brivido violento lo scosse.
La ragazza non doveva avere più di vent'anni  e, senza dubbio, una volontà
di ferro per avere incrociato il proprio destino con quello del padre che, nel
frattempo non smetteva un solo istante di esplorare ogni minuscola ruga
di sofferenza che solcava il figlio. Si presentarono. Lei era una ragazza
magra sino al dolore e al paradosso, un viso pallidissimo e parzialmente
nascosto da lunghissimi capelli rossi, occhi verdi come giada e una mano
che strinse quella dell'uomo con mollezza e scarsità di vigore. "Deve
certamente compensare in qualche maniera una simile debolezza fisica"
Rifletté Bobby." "Io ed Elizabeth eravamo a Milano di passaggio, così
abbiamo deciso di fare un salto a trovarti. Non è un viaggio proibitivo."
"No, sicuramente." Fu la risposta asciutta del figlio di fronte all'evidente
bugia paterna. Mark Everard Fawcett si passò una mano possente sui
corti e ispidi capelli bianchi. Era il ritratto della salute e non riusciva a
celare quella sua prorompente vitalità nemmeno con il più serrato degli
sforzi. Le pupille erano distanziate dal naso e la larga bocca testimoniava
di una sensualità ferina, prossima alla promiscuità. La pelle delle guance
era liscia e ben rasata e un anello con incastonato un opale gli aggraziava
le dita robuste della mano destra. Bobby si chiedeva quale era l'inghippo
per cui alcune delle persone a lui più vicine si fossero date appuntamento
nell'Engadina e per quale motivo non riuscisse ad esserne contento
neppure per un minuscolo frammento di tempo. L'aria puzzava non solo
di tubercolosi ma anche di menzogna e inganno. E, fatto ancora più grave,
lui non riusciva a sbrogliare la matassa con una domanda decisiva. Era
come se il timore di vedere svelate le reali intenzioni di tutti i convenuti
potesse apportargli un colpo fatale e feroce. Qualcosa che non sarebbe
stato in grado di sostenere. Comunque fece uno sforzo e cominciò ad
articolare una sorta di discorso mentre si agitava tutto sulla robusta
sedia. Grandi gocce di sudore presero a solcargli la fronte mentre
il cuore era sul punto di far deflagrare la gabbia toracica. "Papà, lo sai..."
"Cosa?" "Non sei arrivato per primo. Mamma è già qui dall'alba insieme
a sir Anthony Montague." Per una volta la matura impudenza di Mark
Everard Fawcett parve subire il colpo. Scostò la sedia all'indietro, quasi
volesse allontanarsi dal figlio e si fece pensoso mentre un'inattesa ruga
di riflessione gli scompigliava la fronte perfettamente stirata.





(Continua)






 
 
 
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Un blog di: deteriora_sequor
Data di creazione: 13/05/2013
 
 

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