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Bobby XX

Post n°212 pubblicato il 19 Marzo 2016 da deteriora_sequor







"Non posso vantarmi, purtroppo, di una vita facile e serena. Mia madre
era quella che chiamano donna di vita ed era solita portarsi a casa i
clienti malgrado la mia presenza. Ebbene, nonostante ciò, grazie
all'interessamento di una mia parente venni avviata a studiare in un
collegio religioso, gestito con mano ferrea dalle suore, e lì trovai quello
che era inscritto nel mio destino." "Chi? Forse mio padre?" "No. La
piena coscienza di me stessa. Mi diplomai in tutta tranquillità e, uscita
dal collegio, trovai un lavoro come insegnante presso un altro istituto
religioso. Vi trascorsi due anni, senza mai transigere al mio codice
personale di dignità, decoro e lavoro, finché pensai che la Donna
era stata tenuta per troppo tempo con la testa sotto le suole maschili.
Sono diventata suffragetta e, per questa ragione, allontanata dalla
scuola. Sono stata considerata una pericolosa terrorista. Incarcerata
più volte e sempre assolta. Poi nella mia vita è entrato suo padre."
"Transitava per caso a un convegno di suffragette?" La ragazza
smise di stirarsi i lunghi capelli rossi, abbassò il sopracciglio e fissò
intensamente Bobby :"La diverte irridermi, vero Robert? Scommetto
che lei pensa di essersi trovato improvvisamente di fronte a una di
quelle fanatiche che interrompono i derby d'ippica sventolando cartelli
e urlando slogan. Ebbene, avrebbe ragione. Mi è capitato di trovarmi
in quel genere di situazioni e non me ne pento. Ma, per quanto riguarda
suo padre mi dispiace deluderla: nessun convegno di militanti. Si
trattava di una cena con un'amica all'Astor e suo padre era seduto
da solo e pensoso al tavolo fianco al nostro. Probabilmente deve
avere buttato l'orecchio a un nostro discorso, dal momento che si
è alzato in piedi con il calice colmo e ha urlato: brindo al coraggio
delle suffragette!" "Doveva essere ubriaco." "Fa differenza? Una
buona bottiglia di vino scioglie le inibizioni ed estrae il nostro vero
essere. In quel momento fui veramente sconvolta dal coraggio di
Mark Everard Fawcett e sollevai il calice alla sua salute. Maggie,
la mia amica rimase seduta e un po' confusa. Arrivò il caposala
per calmare le acque e minacciando di buttarci fuori. Tutti e tre.
Qualcosa di assolutamente inedito e imprevedibile per un posto
come l'Astor. Suo papà accennò a calmarsi, ma dopo qualche
minuto vidi che mi strizzava l'occhio e prendeva nuovamente a
sollevarsi. Da lì a un altro grido in onore delle suffragette fu
questione di un attimo, sempre con il calice pieno di vino rosso.
Ma stavolta i camerieri lo tenevano d'occhio e lo placcarono in
un attimo, lo bloccarono e lo portarono all'esterno tenendolo
come un sacco per le braccia e le gambe, fino a scaraventarlo
sul marciapiede. Io e Maggie lo avevamo seguito, preoccupate
che gli dessero una razione di botte, ma si limitarono a lasciarlo
tutto ammaccato e sgualcito di fronte al ristorante. Noi lo tirammo
in piedi e cercammo di rimetterlo in sesto. Indubbiamente era
brillo ma non ubriaco fradicio e gli porgemmo il bastone e la
bombetta. Lui si scosse la polvere dai vestiti e, come se nulla
fosse successo prese ad avviarsi in direzione di una carrozza
ringraziandoci con clamore. Proprio mentre stava incamminandosi
s'arrestò di botto e ritornò sui suoi passi presentandosi cerimoniosa
mente. Io e Maggie ricambiammo e Lui propose di bere un bicchiere
della staffa al bar dell'hotel dove risiedeva, il Wakefield. Per non
sembrare scortesi Io e la mia compagna accettammo, ma potevo
vedere il dubbio farsi strada nella testolina di Maggie. Per quanto
mi riguardava ero assolutamente tranquilla: ne avevo viste
talmente tante con mia madre che realizzavo immediatamente
quando un uomo poteva diventare pericoloso o improvvisamente
innocuo."





(Continua)






 
 

 
 
 
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INFO


Un blog di: deteriora_sequor
Data di creazione: 13/05/2013
 
 

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