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« Bobby XXVIIIBobby XXX »

Bobby XXIX

Post n°222 pubblicato il 30 Aprile 2016 da deteriora_sequor







Quando si riebbe non si rese subito conto di avere ancora
fra le dita il messaggio lasciatogli da Elizabeth. Lo scartò
rapidamente e si immerse nella breve lettura abbassando
il capo. Quando ebbe finito diede in un singulto che
assomigliava a una risatina e si portò una mano agli
occhi, strizzandoli. Poi appoggiò con cura il biglietto sul
comodino e cominciò a pensare. Elizabeth, succintamente,
gli faceva sapere di essere stanca del ménage con il padre
e di essere pronta ad abbandonarlo se solo lui avesse fatto
un cenno o si fosse mostrato interessato. Concludeva con
delle rituali formule d'amore e i migliori auguri per la guarigione.
Gli lasciava un bacio. Già un bacio. Bobby guardò fuori dalla
finestra attraverso i tendaggi carminio e notò che splendeva
il sole (come doveva essere) e che la giornata si annunciava
formidabile. Possibile che la ragazza avesse notato il nuovo
affiatamento tra i suoi genitori e si fosse sentita messa da
parte da Mark Everard Fawcett? Possibile che ciò che era
vergato su quel misero biglietto non fosse altro che la ripicca
della orgogliosa suffragetta? Amava lui veramente o era
null'altro che un capriccio quasi infantile, una fisima di
quell'età, così instabile? Il giovane uomo guardò la stanza,
tentando di mettere a fuoco i dettagli: rifletté su Alice Muir
e si chiese come avesse potuto diventare amica intima
di Elizabeth. V'era qualcosa in quella clinica che infettava
i rapporti. Li rendeva mutualmente scambiabili e frutto più
di scaltro cinismo che di reale sentimento. La gente al suo
capezzale si ingannava vicendevolmente e creava un
girotondo orribile di coppie e passioni. Pensò che dovesse
essere l'aria mefitica di un ricovero per tubercolotici a
liberare gli ospiti di tutti i freni inibitori e di lasciarli rotolare
lungo il pendio come pietre che cozzavano sinistramente
l'una contro l'altra. Udì un lieve bussare alla porta ed ebbe
un moto di fastidio: s'era detto di lasciarlo in pace a
completare la convalescenza dopo il rischio di morte,
e invece non si esentavano ancora dal disturbarlo e
fiaccavano la sua pazienza. "Avanti" Fece con voce
sommessa e rassegnata. Un infermiera mise dentro la
testa e, con piglio brillante, annunziò la presenza del
Dottor Palubi, passato a salutare Bobby prima della
partenza definitiva. Il giovane uomo annuì felicemente
e si accinse ad accogliere l'idea della partenza della persona
che gli aveva salvato la vita dopo averlo accompagnato
alla morte. Palubi transitò per la soglia mentre la porta
si chiudeva alle sue spalle. "Finalmente un po' di
tranquillità" sorrise, e afferrò una sedia fra quelle
sparpagliate per tutto il locale. Si sedette di fianco
all'imponente giaciglio e tolse un'impurità dalla costosa
giacca di montone che gli induriva i lineamenti.
Poi si levò immediatamente il cappello e appoggiò a
terra il bastone da passeggio. "è strana la vita: nel momento
in cui dovresti biasimare la disgrazia ti arriva incontro
una peculiare pace e una grande serenità d'animo. Me
ne vado da questo posto con la fiducia nella bontà
degli uomini." Bobby represse uno sbocco di commozione
e strinse il polso del suo interlocutore.






(Continua)







 
 
 
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Un blog di: deteriora_sequor
Data di creazione: 13/05/2013
 
 

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