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Bobby XXXI
Post n°224 pubblicato il 07 Maggio 2016 da deteriora_sequor
"Posso chiederle un piacere, dottore?" Palubi annuì livemente con il capo. "Mi promette di non lasciare questa clinica sino a quando non mi sarò rimesso completamente da questo fastidioso malanno?" "Beh, certo. Posso farlo. Come le ho detto fa più paura un mio allontanarmi che il restare in questo posto per un tempo indefinito. Il dottor Neumann pensa certamente di convincermi a tenere la bocca chiusa mentre resterò alla clinica, e ho un ottimo rapporto con il personale infermieristico. Attenderò in tutta serenità il termine della sua convalescenza." "Vede, dottore, mi rimane un sogno: quello di potere uscire da questa gabbia dorata sulle mie gambe (o stampelle) insieme alle persone che stimo veramente e dirigermi da qualche parte, qualsiasi parte, con il sorriso sulla bocca. E lei, ovviamente, farebbe parte di questo gruppo". Palubi replicò stirando le labbra :"Ricominciare una vita con tutto ciò che si è messo da parte per avere un orizzonte sgombro di nubi. Una occasione che non le si è mai presentata in precedenza. Posso comprendere benissimo." Fece, asciutto. "Vedo che mi capisce benissimo". "Allora faccio riportare questi bagagli nel mio apparta mento e la lascio riposare. Ci vedremo al più presto per riparlare del suo magnifico progetto." Palubi si rimise il cappello, tirò su il bastone da passeggio dal pavimento e si avviò verso la porta. Uscito, la chiuse con dolcezza e diede ordini che il suo bagaglio, ammassato lungo il corridoio, fosse portato nuovamente da dove era venuto. Fatto questo si avviò sull'amplissimo terrazzo e prese a respirare a pieni polmoni. La giornata era formidabile e il sole aveva già sciolto buona parte della neve che era caduta nel giorno precedente. Moltissimi dei degenti ne stavano già approfittando per posizionare le loro sdraio sotto i raggi benefici del vecchio astro e un vivace sentore di attività frenetica era nell'aria. Il dottore si soffermò un attimo a sogguardare quegli uomini e quelle donne per i quali la speranza era un dono a cui non potevano credere completamente. Vecchi ex capitani di industria e servette solitarie lo salutavano con affetto non appena lo intravedevano e lui rispondeva a tutti con sollecitudine. Ma una persona in particolare attrasse l'attenzione di Palubi: si trattava di una giovane donna sulla trentina dai capelli biondi e corti, tagliati alla maschietta, con un paio di occhiali da vista troppo larghi forse per il suo viso incantevole e minuto. Anche se stava sdraiata si intuiva che l'altezza non doveva essere il suo forte ma questo lieve difetto era ben compensato dalle forme delicate e ben evidenti anche sotto l'ampio vestiario che portava. Quando si rese conto di essere osservata fece un cenno al dottore che si avvicinò a piccoli passi. "Alice Muir, vero? Penso che ci siamo incrociati nella stanza del signor Fawcett." "Senza dubbio, dottor Palubi. Sono contenta che Robert abbia trovato in lei un confidente così affidabile e un buonissimo amico." Il medico arrossì lievemente e le strinse la mano. "Perché non prende anche lei una sdraio e si ferma a parlare un attimo con me, o va di fretta? Si diceva che dovesse lasciare la clinica in tempi strettissimi." Palubi fece un gesto indefinibile roteando in aria la mano guantata. "Era mia intenzione ma ho cambiato idea. Devo ancora vedere il dipanarsi di questa vicenda." "Ovvero?" "Il destino di Robert Fawcett e la sua uscita dalla malattia. I miracoli mi hanno sempre suggestionato, e questo più di tutti gli altri a cui ho assistito." (Continua) |
Inviato da: Word_User
il 07/05/2021 alle 00:00
Inviato da: cassetta2
il 02/09/2020 alle 09:18
Inviato da: angi2010
il 18/04/2017 alle 23:29
Inviato da: deteriora_sequor
il 14/02/2017 alle 09:28
Inviato da: angi2010
il 13/02/2017 alle 23:30