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Attaccato al muro insieme all'ombra V

Post n°235 pubblicato il 22 Giugno 2016 da deteriora_sequor



Fu durante un inventario presso un gigantesco ingrosso di colori
nella mia città che reperii la mia strada: Feci un'ottima impressione
rispetto ai ragazzi che erano lì solo per racimolare un pugno di
quattrini e mi guadagnai la stima del responsabile, che mi disse
di farmi vivo una volta terminato quel lavoro da due giornate.
Ero preciso, tenace, sveglio e nel mio settore fui l'unico a fare
le cose per bene, senza saltare nulla, senza ammanchi, senza
errori grossolani. Mi piaceva quel settore, e avevo ventisei anni.
Nemmeno potevo immaginare che ne avrei trascorsi nella ditta
altri ventuno. Vi entrai con sicumera e decisione, non da timido
e raffazzonato gregario ma già con l'idea in testa che avrei fatto
di quel posto la mia vita e che ne sarei stato pure soddisfatto.
In pochi anni da commesso divenni capo banconista e, malgrado
il lavoro fosse noioso e squallido ne ricavai qualche brivido e
un certo orgoglio. Fu Marika (una commessa che si muoveva
a trenta metri da me) a contribuire in questa direzione. Dio! Se
era pigra, indolente ed incapace quella ragazzina. Eppure era
trattenuta perché attirava i clienti. Era piccola e bionda, e la
divisa della ditta le donava decisamente. Possedeva due occhi
languidi e lascivi, delle curvette avvolgenti che ti imponevano di
guardare due volte, un culetto ad anfora greca che mi distraeva
continuamente dai conti e la pronuncia con la erre moscia che
mandava un brivido lungo la schiena fino ai lombi e a tutto ciò
che v'era nei pressi. Insomma piaceva a metà del posto e l'altra
metà vi faceva dei pensieri irripetibili. Ripeto: come commessa
era un aggeggio infernale, un'assoluta incapace e una piaga
sul culo ma faceva divinamente il suo lavoro di rappresentanza
e per me, che avevo avuto solo delle tempestose avventure
a cabotaggio limitato, si trasformava, giorno dopo giorno, in un
sogno proibito. Sapevo di avere il futuro a basso voltaggio. Non
ero un brutto ragazzo ma nemmeno sfolgoravo. Ero abbastanza
alto ma ancora magrissimo e pietoso. Tendevo a non abbronzarmi
e a caratterizzarmi per un colorito giallognolo da eccessiva
reclusione. Pure il mio stipendio era ancora scarso e mi restavano
da pagare alcune rate della ford fiesta. Quello che mi salvava
era l'espressione: uno che non ti promette mari e monti ma
la costanza del bulldog. Qualcuno su cui potevi contare, senza
grilli per la testa, spiriti contraddittori e mani bucate. E forse, in
quel momento era esattamente ciò che Marika cercava.






(Continua)







 
 

 
 
 
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Un blog di: deteriora_sequor
Data di creazione: 13/05/2013
 
 

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