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IL LIBRO MARRONE DELL'ACCUSA
“ASSOCIATI” a GIU’leMANIdallaJUVE class action
Basta un clik : http://www.giulemanidallajuve.com/associati.asp
TELEFONATE MORATTI - BERGAMO
Oggi, sulla gazzetta dell'Antisport, ho letto che Moratti ha ringraziato i PM di Napoli per aver distinto "chi telefonava a chi e chi non lo faceva"... ma il povero Facchetti?
Massimo Moratti - Corsera Magazine
(Pubblicata il 31/08/2006)
Moggi dice che con Bergamo ci parlava anche Facchetti…
«Non c’è niente di male a parlare con Bergamo. La differenza sta nelle cose che si dicono».
Meno rapporti si hanno con i designatori e meglio è.
«Sono loro che chiamano per sapere se tutto va bene».
Lei ha mai telefonato a un designatore?
«No. Ma posso aver ricevuto da loro qualche telefonata in cui mi chiedevano delle opinioni.
Quindi non è da escludere che un giorno vengano fuori delle telefonate in cui c’è anche lei…
«Solo telefonate “normali” senza alcun interesse».
Moggi dice che se avessero intercettato anche gli altri si sarebbero scoperte le stesse cose.
«Ma mica intercettavano Moggi. Intercettavano Bergamo. Evidentemente la Juve c’entrava e l’Inter no».
IL RESTO DELL'INTERVISTA,SE VOLETE VOMITARE, POTETE LEGGERLA QUI: http://www.melba.it/csf/articolo.asp?articolo=202
IL GIOCO DELLE TRE CARTE
Ecco la richiesta di archiviazione
della Procura di Torino sulle intercettazioni che hanno riguardato la Juve e Moggi
L'AGENDA PERSONALE DEL GIUDICE BORSELLINO MORTO NEL 1992 UCCISO DALLA MAFIA SPARISCE MISTERIOSAMENTE. VIENE INCOLPATO IL CARABINIERE ARCANGIOLI, CHE IN ALCUNE FOTO VIENE RITRATTO CON IN MANO LA VALIGETTA CONTENENTE L'AGENDA.
ARCANGIOLI, INSIEME AD AURICCHIO(CHE NEL PASSATO E' STATO ACCUSATO DI AVER MANIPOLATO DELLE INTERCETTAZIONI TELEFONICHE), SONO I DUE CARABINIERI CHE TRASCRIVONO LE TELEFONATE DI MOGGI E DELLA PRESUNTA CUPOLA.
TELEFONATE CHE MOLTI ACCUSATI NON RICONOSCONO O CHE DICONO SIANO STATE MANOMESSE.
ECCO COME.
CORIANDOLI BIANCONERI DI
RICCARDO GAMBELLI
Gambelli è uno di noi. Uno di quei tifosi viscerali, che somatizza le sconfitte e gioisce talmente per le vittorie juventine da non riuscire, a volte, nemmeno ad esternare completamente la propria gioia. Gambelli (co-fondatore tra l'altro del club Siena Ghibellina) è un contradaiolo con un senso dell'appartenenza che ai non senesi appare sconosciuto per non dire esagerato, un tifoso che, come molti di noi, riservano alla Juve l'ultimo pensiero giornaliero ed il primo mattutino.
Coriandoli bianconeri è il diario di una vita, scritto in un momento nel quale una sufficiente maturità fa rivivere i ricordi con il giusto distacco ed in un momento in cui si possono già tracciare le prime somme. E' un libro che descrive la nascita e la crescita della passione juventina (ed il piacere di coltivarla) con sullo sfondo la vita e tutto ciò che comporta: gioie e lutti, scelte e casualità.
Ma la vita sta dietro o di trequarti, perché in primo piano c'è Lei, la Juventus, l'esperienza per antonomasia. Amici, viaggi, le prime "cotte", sono esperienze comuni a tutti noi, basta cambiare nomi e luoghi per sovrapporre i propri ricordi a quelli dell'autore che a sua volta sovrappone tutto alle partite della Juve, viste dal vivo o con il decoder poco importa perché l'emozione è la stessa, la Juve che detta i ritmi di vita, la Juve, la cui passione fa precipitare in una lucida irrazionalità; il tutto citando ora Günter Grass ora Byron perché il tifoso, quello vero, non vive solo di pane e calcio (che si mettano il cuore in pace i Candidi nazional-popolari).
Un amore per la Juve che diventa una malattia per la quale nessun farmaco potrà mai porvi rimedio, perché chi contrae la juventinite non vorrà mai farsi curare; un amore che se chi ne ha ereditato la sorte della società ne provasse soltanto la metà di quello che provano i suoi tifosi, allora nel 2006 la storia si sarebbe indirizzata su altri binari e non avremmo vissuto quelle tragiche nefandezze.
Alberto Rossetto, da sempre e per sempre juventino, non rappresentato dall'attuale proprietà.
lo potete acquistare nelle migliori librerie o su internet
http://www.pascaleditrice.it/books-index-req-view_book_details-bkid-41.html
IL NUOVO CAPOLAVORO DI RICCARDO GAMBELLI
Un uomo in fuga. In fuga dalla sua casa, dal suo paese, dalla vita... folgorato da una scoperta che gli provoca un dolore devastante.
Tre incontri muteranno il corso del suo destino, una giovane donna, un misterioso vecchio, lo sguardo ipnotico e penetrante di una maestosa aquila reale...
Il racconto è bellissimo, con un finale stupendo.
Un grande Riccardo Gambelli ci regala una storia di vita appassionante, intensa.
CARRARO DICE NO A INTER IN SERIE "B" PER IL PASSAPORTO DI RECOBA!!!
In seguito a quanto dichiarato dal giornalista Franco Ordine l'associazione GiulemanidallaJuve deposita un esposto presso la Procura della Repubblica
In data 24/09/2007 il giornalista Franco Ordine, nel corso della trasmissione televisiva "Lunedì di Rigore" andata in onda sul canale Antenna 3 , dichiarava testualmente : "i guai del passato sono attribuibili al fatto che non funzionavano i controlli; i rolex d'oro, alla roma non succedeva niente. il passaporto falso di Recoba, all'Inter non succedeva niente" ed ancora "con Recoba perché non fu rispettato il regolamento. perché CARRARO (presidente FIGC) disse, apertamente in un consiglio federale, io non mando in B Moratti perché ha cacciato seicento miliardi per l'INTER. Lo disse CARRARO lo disse CARRARO...". A seguito di tali sconcertanti dichiarazioni ed in virtù dell'incomprensibile decisione del Procuratore Federale Palazzi di non procedere nei confronti di quella società di calcio coinvolta in pedinamenti ed intercettazioni illegali, nella giornata di domani, la nostra Associazione depositerà un esposto presso la Procura della Repubblica. I soci contribuenti potranno leggere il documento nella sezione "atti legali" del sito internet.
RIFLESSIONE AD ALTA VOCE
La Juventus ha vinto il mondiale di calcio in Germania.
La stagione successiva come è andata?
Buffon
Zambrotta
Cannavaro
Thuram
Chiellini
Camoranesi
Emerson
Vieira
Nedved
Trezeguet
Ibrahimovic (Del Piero)
Capello
Questa era la formazione che vinceva lo scorso anno.
Dicono grazie ai furti di Moggi.
Un anno dopo TUTTI questi giocatori e l'allenatore sono arrivati primi nei rispettivi campionati.
Questi, signori, sono i FATTI.
La stagione successiva come è andata?
Buffon
Zambrotta
Cannavaro
Thuram
Chiellini
Camoranesi
Emerson
Vieira
Nedved
Trezeguet
Ibrahimovic (Del Piero)
Capello
Questa era la formazione che vinceva lo scorso anno.
Dicono grazie ai furti di Moggi.
Un anno dopo TUTTI questi giocatori e l'allenatore sono arrivati primi nei rispettivi campionati.
Questi, signori, sono i FATTI.
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Panem et Circenses
Post n°483 pubblicato il 28 Aprile 2009 da Topkapy1973
Editoriale di L. BASSO del 27/04/2009 21.24.53
Buffon, Zambrotta, Cannavaro, Camoranesi, Nedved, Del Piero, Ibrahimovic, Trezeguet…
No, non è l’amarcord di una tra le formazioni indubbiamente più forti dell’ultimo decennio pallonaro…
E’ – purtroppo – solo un elenco, per giunta carente, lacunoso ed incompleto, delle persone che negli ultimi due anni, ma in particolare negli ultimi giorni, hanno torturato con mille spilli sottili il mio animo di “innamorato del pallone”. Fino al punto di dovermi sedere davanti a questa tastiera e pormi delle legittime, pur se dolorose, domande.
Da sempre, il tifoso di qualsiasi squadra (perché alla fine i “tifosi tifosi” sono uguali in tutto il mondo, anche se a tutti piace attribuirsi patenti di “i più meglio di” e dileggiare gli altri) ha sempre amato i giocatori della propria squadra. Ma il verbo corretto diventa “idolatrato” se andiamo a parlare delle cosiddette “bandiere”.
Penso che a un romanista di Trastevere potrebbero mettere in dubbio l’onestà della moglie, ma guai a toccargli Totti.
Penso che, a distanza d’anni dal suo ritiro, ancora oggi Maradona potrebbe essere eletto sindaco di Napoli con il 90% dei voti.
Penso che, al di là della passione momentanea per quel tipo che confonde le maglie che teneva appese in camera da bambino, ogni interista preferirebbe veder venduti i propri genitori al mercato degli schiavi che non Zanetti ad un’altra squadra.
E lo stesso vale per noi con i nostri uomini storici. Guai a quel portiere che ha sfottuto Del Piero con il famoso gesto del dito che batte sull’orecchio. “Meglio sarebbe per lui che non fosse mai nato” (cit. biblica).
“Loro” sono fuori da ogni discussione, anche per quel perverso meccanismo psicologico della cosiddetta “idealizzazione”: tutti noi fantastichiamo, ad esempio su di un incontro galante con la star o il divo del momento e facciamo sogni da “Mille e una notte”… mai e poi mai ci sfiorerebbe il pensiero che, a mero titolo di esempio, Kim Basinger possa avere un alito da blocco del traffico, che Angelina Jolie soffra di flatulenze termonucleari, che Brad Pitt o Bruce Willis siano ipo-dotati come un bambino dell’asilo.
Allo stesso modo ci piace immaginare che Del Piero anche nell’intimità del talamo nuziale “lo faccia” con su la maglia bianconera e che Maldini abbia scritto nel suo testamento di volere che le sue ceneri siano sparse nell’area di rigore di San Siro.
Ma onestamente… fermiamoci un attimo e mettiamo da parte i sentimenti, se possibile.
Abbiamo mai pensato che tutti questi signori sono, alla fine, lavoratori a contratto, gente che presta la propria opera e la propria immagine ad una Società e, per questo ne viene regolarmente e lautamente retribuito?
E ditemi: c’è uno, dico uno tra noi che non abbia mai battuto i pugni per chiedere un aumento al suo principale anche se non è uno stacanovista indefesso? C’è uno tra noi che, tra la fedeltà alla propria Ditta in cattive acque e una nuova opportunità lavorativa ben retribuita, possa dire di non aver mai avuto dubbi? Non raccontiamoci balle, ragazzi.
E allora, perché vogliamo a tutti i costi che loro siano diversi da noi? Che siano esseri eterei di puro spirito, liberi dalle passioni e dalle pulsioni materiali terrene?
Tutti ricordiamo cosa è successo a seguito dell’estate di Farsopoli. Come i celebri topi che si gettano dagli oblò mentre la nave affonda (Topi? Ratti? Guarda te com’è piccolo il mondo a volte…) anche molti di quelli che fino al giorno prima chiamavamo EROI, a partire dall’allenatore hanno impacchettato in fretta e furia le loro masserizie e sono fuggiti, come soldati di un’armata in rotta che bruciano le loro divise per non essere riconosciuti.
E come quel celebre ex-pescatore ebreo, prima ancora che il gallo cantasse, avevano già rinnegato il loro passato remoto e recente.
“Juve? Cos’è la Juve?” dichiarò tale Thuram.
“Non so cosa succedesse, ma avevamo la sensazione che capitassero cose strane” fu la saggia uscita di tale Zambrotta. E’ vero, capitavano cose strane. Ad esempio che qualcuno credesse in un terzinaccio del Bari tanto da farlo diventare Campione del Mondo.
“Sono campione del mondo, mica posso giocare in Serie B” fu invece la ciliegina sulla torta offerta da tale Cannavaro.
Anche tra quelli che rimasero a bordo della barca ci furono “esternazioni” degne di nota: come dimenticarsi la scena madre del “ho fatto 15 goal ed ora mi mandano via” di tale David Trezeguet, o il “resto se mi danno un progetto credibile” del celebre portierone nazionale.
O meglio ancora, il pressing psicologico-mediatico dei procuratori di chi voleva ottenere ritocchi contrattuali, siano essi slavi biondi o gauchos olivastri?
Purtroppo l’impressione è che sì, molti siano rimasti, ma solo perché intrappolati da ingaggi milionario, cartellini troppo costosi e, last but not least, date di nascita troppo “passate” per renderli appetibili al mercato.
Il tempo, però, a volte si ricorda del suo ruolo di galantuomo.
E così quel tale Thuram giace oggi in qualche isola dell’oblio calciofilo.
E così il “signor” Zambrotta, dopo essersi registrato presso la Casa di Riposo “Adriano Galliani”, batte il naso contro il muro della senilità sua e dei suoi compagni.
E, infine, il Campione del Mondo che non può permettersi la Serie B, dopo aver cercato di riciclarsi come ladro di salamini dal frigo e promotore di rasoi in qualche spot pubblicitario, torna con gli occhi rossi e il cappello in mano a bussare alla porta che si era sbattuto alle spalle due anni prima.
Certo è, però, che davanti a sé trova un bel drappello di persone in attesa di bussare a quella porta. Infatti nuovi e vecchi attori, brillanti protagonisti e modeste comparse, si accalcano già a quella porta, avanzando pretese, muovendo rimproveri, pretendendo spazi e riconoscimenti.
Trezeguet, che al rientro dalla convalescenza si ritiene titolare inamovibile e, così non essendo, chiede un posto alla corte di Arcore;
Nedved, il cui procuratore ripropone la vecchia solfa dello “smette, l’ha promesso a moglie e figli… però…”
Camoranesi, che decide sia giunto il momento (come ogni anno a scadenza periodica) di collezionare cartellini rossi manco fossero le Figurine Panini giusto per far girare gli ammennicoli in sede e ai tifosi.
…per finire con le due voci che, almeno per me, fa più male sentire:
Buffon, che dice chiaro e tondo “O mi comprate tutto il Manchester United e lo piazzate davanti alla mia porta, o faccio prima e ci vado io” indorando le sue dichiarazioni con la storia delle scelte di cuore che però non bastano a vincere;
e Capitan Del Piero il quale, dopo aver tenuto il solito muso ogni volta che la carta d’identità, prima che l’allenatore, gli impone di rifiatare un pochino, non fa allenamento con gli altri, si lamenta che si è rotto di arrivare secondo o terzo, e bla, bla, bla…
Il tutto condito da un fatto ancora più grave: ognuno di questi personaggi sa di poter contare su di una sua “claque” affezionata, che non appena viene toccato il proprio beniamino insorge, ulula, sbraita…
“Panem et circenses” era il modo perfetto di governare con il consenso del popolo fin dai tempi degli antichi Romani.
Di questi tempi, forse, tra una cassa integrazione e un contratto a progetto il “panem” rischia talvolta di scarseggiare sulle tavole; sicuramente, però, al popolino italico i “circenses” non mancheranno mai.
Mi fa male, mi fa davvero male dover scrivere queste parole oggi.
Alcuni dei nomi che ho digitato sulla tastiera fanno parte del bagaglio emotivo di ognuno di noi fratelli Juventini.
Quello del Capitano, in particolare, è legato a così tanti ricordi, a partire da una rimonta con la Viola e da una fila di goal “alla Del Piero” in Champions’ League ascoltati alla radio… e prima di questi nomi ce n’erano tanti altri: Zidane, Baggio, Vialli, Schillaci, Boniek, Platini, Tacconi, Zoff, Bettega…
Fin da bambini, quando abbiamo imparato ad amare il calcio, vi abbiamo eletti nostri EROI, pronti a lottare fino all’ultima goccia di sangue per raggiungere un NOSTRO sogno.
Ora, crescendo, ci accorgiamo che inseguite quel sogno, ma lo inseguite per VOI STESSI, e per il vostro tornaconto.
E poi ci siamo anche noi, quasi un elemento collaterale.
Per carità, con la maturità si riesce ad accettare anche questo.
Ma guai a coloro che tradiscono il nostro sogno, che giocano sporco o che “remano contro”.
Un sottile filo lega indissolubilmente l’amore più folle all’odio più feroce, le due facce dello stesso sentimento.
E il vostro posto, EROI, è sempre stato a camminare su quel filo, dove solo i puri di cuore non temono mai di cadere giù.
Commenta l'articolo sul nostro forum!
No, non è l’amarcord di una tra le formazioni indubbiamente più forti dell’ultimo decennio pallonaro…
E’ – purtroppo – solo un elenco, per giunta carente, lacunoso ed incompleto, delle persone che negli ultimi due anni, ma in particolare negli ultimi giorni, hanno torturato con mille spilli sottili il mio animo di “innamorato del pallone”. Fino al punto di dovermi sedere davanti a questa tastiera e pormi delle legittime, pur se dolorose, domande.
Da sempre, il tifoso di qualsiasi squadra (perché alla fine i “tifosi tifosi” sono uguali in tutto il mondo, anche se a tutti piace attribuirsi patenti di “i più meglio di” e dileggiare gli altri) ha sempre amato i giocatori della propria squadra. Ma il verbo corretto diventa “idolatrato” se andiamo a parlare delle cosiddette “bandiere”.
Penso che a un romanista di Trastevere potrebbero mettere in dubbio l’onestà della moglie, ma guai a toccargli Totti.
Penso che, a distanza d’anni dal suo ritiro, ancora oggi Maradona potrebbe essere eletto sindaco di Napoli con il 90% dei voti.
Penso che, al di là della passione momentanea per quel tipo che confonde le maglie che teneva appese in camera da bambino, ogni interista preferirebbe veder venduti i propri genitori al mercato degli schiavi che non Zanetti ad un’altra squadra.
E lo stesso vale per noi con i nostri uomini storici. Guai a quel portiere che ha sfottuto Del Piero con il famoso gesto del dito che batte sull’orecchio. “Meglio sarebbe per lui che non fosse mai nato” (cit. biblica).
“Loro” sono fuori da ogni discussione, anche per quel perverso meccanismo psicologico della cosiddetta “idealizzazione”: tutti noi fantastichiamo, ad esempio su di un incontro galante con la star o il divo del momento e facciamo sogni da “Mille e una notte”… mai e poi mai ci sfiorerebbe il pensiero che, a mero titolo di esempio, Kim Basinger possa avere un alito da blocco del traffico, che Angelina Jolie soffra di flatulenze termonucleari, che Brad Pitt o Bruce Willis siano ipo-dotati come un bambino dell’asilo.
Allo stesso modo ci piace immaginare che Del Piero anche nell’intimità del talamo nuziale “lo faccia” con su la maglia bianconera e che Maldini abbia scritto nel suo testamento di volere che le sue ceneri siano sparse nell’area di rigore di San Siro.
Ma onestamente… fermiamoci un attimo e mettiamo da parte i sentimenti, se possibile.
Abbiamo mai pensato che tutti questi signori sono, alla fine, lavoratori a contratto, gente che presta la propria opera e la propria immagine ad una Società e, per questo ne viene regolarmente e lautamente retribuito?
E ditemi: c’è uno, dico uno tra noi che non abbia mai battuto i pugni per chiedere un aumento al suo principale anche se non è uno stacanovista indefesso? C’è uno tra noi che, tra la fedeltà alla propria Ditta in cattive acque e una nuova opportunità lavorativa ben retribuita, possa dire di non aver mai avuto dubbi? Non raccontiamoci balle, ragazzi.
E allora, perché vogliamo a tutti i costi che loro siano diversi da noi? Che siano esseri eterei di puro spirito, liberi dalle passioni e dalle pulsioni materiali terrene?
Tutti ricordiamo cosa è successo a seguito dell’estate di Farsopoli. Come i celebri topi che si gettano dagli oblò mentre la nave affonda (Topi? Ratti? Guarda te com’è piccolo il mondo a volte…) anche molti di quelli che fino al giorno prima chiamavamo EROI, a partire dall’allenatore hanno impacchettato in fretta e furia le loro masserizie e sono fuggiti, come soldati di un’armata in rotta che bruciano le loro divise per non essere riconosciuti.
E come quel celebre ex-pescatore ebreo, prima ancora che il gallo cantasse, avevano già rinnegato il loro passato remoto e recente.
“Juve? Cos’è la Juve?” dichiarò tale Thuram.
“Non so cosa succedesse, ma avevamo la sensazione che capitassero cose strane” fu la saggia uscita di tale Zambrotta. E’ vero, capitavano cose strane. Ad esempio che qualcuno credesse in un terzinaccio del Bari tanto da farlo diventare Campione del Mondo.
“Sono campione del mondo, mica posso giocare in Serie B” fu invece la ciliegina sulla torta offerta da tale Cannavaro.
Anche tra quelli che rimasero a bordo della barca ci furono “esternazioni” degne di nota: come dimenticarsi la scena madre del “ho fatto 15 goal ed ora mi mandano via” di tale David Trezeguet, o il “resto se mi danno un progetto credibile” del celebre portierone nazionale.
O meglio ancora, il pressing psicologico-mediatico dei procuratori di chi voleva ottenere ritocchi contrattuali, siano essi slavi biondi o gauchos olivastri?
Purtroppo l’impressione è che sì, molti siano rimasti, ma solo perché intrappolati da ingaggi milionario, cartellini troppo costosi e, last but not least, date di nascita troppo “passate” per renderli appetibili al mercato.
Il tempo, però, a volte si ricorda del suo ruolo di galantuomo.
E così quel tale Thuram giace oggi in qualche isola dell’oblio calciofilo.
E così il “signor” Zambrotta, dopo essersi registrato presso la Casa di Riposo “Adriano Galliani”, batte il naso contro il muro della senilità sua e dei suoi compagni.
E, infine, il Campione del Mondo che non può permettersi la Serie B, dopo aver cercato di riciclarsi come ladro di salamini dal frigo e promotore di rasoi in qualche spot pubblicitario, torna con gli occhi rossi e il cappello in mano a bussare alla porta che si era sbattuto alle spalle due anni prima.
Certo è, però, che davanti a sé trova un bel drappello di persone in attesa di bussare a quella porta. Infatti nuovi e vecchi attori, brillanti protagonisti e modeste comparse, si accalcano già a quella porta, avanzando pretese, muovendo rimproveri, pretendendo spazi e riconoscimenti.
Trezeguet, che al rientro dalla convalescenza si ritiene titolare inamovibile e, così non essendo, chiede un posto alla corte di Arcore;
Nedved, il cui procuratore ripropone la vecchia solfa dello “smette, l’ha promesso a moglie e figli… però…”
Camoranesi, che decide sia giunto il momento (come ogni anno a scadenza periodica) di collezionare cartellini rossi manco fossero le Figurine Panini giusto per far girare gli ammennicoli in sede e ai tifosi.
…per finire con le due voci che, almeno per me, fa più male sentire:
Buffon, che dice chiaro e tondo “O mi comprate tutto il Manchester United e lo piazzate davanti alla mia porta, o faccio prima e ci vado io” indorando le sue dichiarazioni con la storia delle scelte di cuore che però non bastano a vincere;
e Capitan Del Piero il quale, dopo aver tenuto il solito muso ogni volta che la carta d’identità, prima che l’allenatore, gli impone di rifiatare un pochino, non fa allenamento con gli altri, si lamenta che si è rotto di arrivare secondo o terzo, e bla, bla, bla…
Il tutto condito da un fatto ancora più grave: ognuno di questi personaggi sa di poter contare su di una sua “claque” affezionata, che non appena viene toccato il proprio beniamino insorge, ulula, sbraita…
“Panem et circenses” era il modo perfetto di governare con il consenso del popolo fin dai tempi degli antichi Romani.
Di questi tempi, forse, tra una cassa integrazione e un contratto a progetto il “panem” rischia talvolta di scarseggiare sulle tavole; sicuramente, però, al popolino italico i “circenses” non mancheranno mai.
Mi fa male, mi fa davvero male dover scrivere queste parole oggi.
Alcuni dei nomi che ho digitato sulla tastiera fanno parte del bagaglio emotivo di ognuno di noi fratelli Juventini.
Quello del Capitano, in particolare, è legato a così tanti ricordi, a partire da una rimonta con la Viola e da una fila di goal “alla Del Piero” in Champions’ League ascoltati alla radio… e prima di questi nomi ce n’erano tanti altri: Zidane, Baggio, Vialli, Schillaci, Boniek, Platini, Tacconi, Zoff, Bettega…
Fin da bambini, quando abbiamo imparato ad amare il calcio, vi abbiamo eletti nostri EROI, pronti a lottare fino all’ultima goccia di sangue per raggiungere un NOSTRO sogno.
Ora, crescendo, ci accorgiamo che inseguite quel sogno, ma lo inseguite per VOI STESSI, e per il vostro tornaconto.
E poi ci siamo anche noi, quasi un elemento collaterale.
Per carità, con la maturità si riesce ad accettare anche questo.
Ma guai a coloro che tradiscono il nostro sogno, che giocano sporco o che “remano contro”.
Un sottile filo lega indissolubilmente l’amore più folle all’odio più feroce, le due facce dello stesso sentimento.
E il vostro posto, EROI, è sempre stato a camminare su quel filo, dove solo i puri di cuore non temono mai di cadere giù.
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Inviato da: winx club giochi
il 03/02/2012 alle 19:31
Inviato da: pietrojuventus
il 09/09/2011 alle 12:08
Inviato da: goblins76
il 11/11/2009 alle 09:08
Inviato da: RedR77
il 13/09/2009 alle 12:23
Inviato da: RedR77
il 26/08/2009 alle 17:48