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QUANDO ARRIVANO LE FERIE?
Post n°381 pubblicato il 01 Agosto 2017 da Oxumare81
Forse ho bisogno di andare in ferie, ma sono un po’ stufo di alcune cose.
Alcuni giorni fa una collega che aveva chiesto il trasferimento a Roma, trasferimento non ancora formalizzato da provvedimento scritto di assegnazione, si è lamentata che, in anni, non ha mai avuto promozioni né premi, mentre “solo gli ultimi arrivati ottengono qualcosa”. Indovinate a chi si riferiva. Alla fine il provvedimento è arrivato. Perché lamentarsi tanto e prendersela con chi non c’entra? E’ sempre stata una persona un po’ lunatica, a volte mi spiegava le cose, altre volte storceva il naso quando le chiedevo qualcosa. Diciamo che mi è dispiaciuto di più quando se n’è andato un altro collega, che ha raggiunto la moglie a Napoli. Mi è dispiaciuto forse non avergli dedicato troppo tempo quando abbiamo fatto la festa di saluto perché ero molto preso, salvo poi perdere tempo con un’altra persona, piuttosto isterica, a cui ho forse rivelato alcuni problemi passati di mia moglie. Spero che, vista l’instabilità della suddetta, non utilizzi queste informazioni a mio danno.
La scorsa settimana c’è stata una videoconferenza con incensazione da parte della capa di Roma di un collega che aveva fatto dei grafici, tra l’altro evidenziando problematiche poco interessanti per Roma, dove la nostra responsabile diretta ha mostrato un po’ di ignoranza su tali temi oltre a tanta confusione, forse dovuta all’eccessiva mole di informazioni che emergeva dall’analisi. In compenso il suo superiore (quello che mi aveva chiesto a dicembre di dirigere l’ufficio di Torino) mi ha salutato personalmente davanti a tutti, cosa che mi ha fatto piacere dopo che nella videoconferenza precedente aveva fatto tirare a me le conclusioni dell’incontro. Forse non sono proprio caduto nel dimenticatoio.
Ieri il mio capo diretto, quando ha visto che stavo sostituendo una collega in ferie in un lavoro di data entry, mi ha rimproverato dicendomi che dovrei imparare a far lavorare di più gli altri, non sobbarcandomi del loro lavoro. “Stagli col fiato sul collo, fai i briefing e falli lavorare” In un certo senso ha ragione, di carattere non sono quello che si impone, a differenza sua, inoltre, sento talmente tanto le scadenze che preferisco fare il lavoro degli altri pur di portare a termine il lavoro. Detto ciò, quando ero a Brescia ero io il capo e i briefing li facevo io, adesso sono il “vice-capo”, ho certe responsabilità, ma solo fino ad un certo punto. Devo pur rispettare lui come capo, pertanto questo mi frena. Lo vedo un po’ come monito e cercherò di lavorare meno io direttamente per organizzare il lavoro degli altri.
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