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Verso il Villaggio Solidale

Post n°21 pubblicato il 23 Giugno 2007 da amicofragile2006
 
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Laboratorio formativo di una nuova collettività
La Fondazione Casa della Carità ha promosso la costituzione dell'associazione "Verso il villaggio solidale", nata nel febbraio 2006 e alla quale hanno aderito diverse figure giuridiche. L'associazione ha come scopi principali la promozione e lo sviluppo di una strategia abitativa e di inserimento sociale e professionale condivisa, diretta alla costituzione di una rete di villaggi solidali per l'accoglienza di persone e famiglie che vivono in situazione di emergenza, in collaborazione con amministrazioni ed enti pubblici. L'obiettivo è creare un luogo dove vivere, frequentato da persone di diverse provenienze e condizioni sociali, in modo tale che possano trovare uno spazio che li accolga e dove possano crescere progettando il loro futuro in una nuova forma di collettività organizzata su misura, alle loro esigenze.

Il progetto innovativo di Villaggio di accoglienza e solidarietà a Cologno Monzese (Mi)
Questo villaggio sarà un luogo nuovo da frequentare per i cittadini, i giovani, le associazioni, di scambio culturale ed esperienza umana. Un Villaggio 'modello', primo in Europa, con elevata qualità delle proposte progettuali, che integra residenza protetta e controllata con reti di sostegno sociale, educativo e lavorativo delle persone accolte. L'area presa in esame è quella prossima alla stazione di Compostaggio, ex sede di cava estrattiva, con un'estensione di oltre un ettaro, già destinata a verde pubblico
L'idea è quella di realizzare, oltre alla struttura proposta dalla Casa della Carità (30 posti letto più 5 posti per gli operatori) e a quella ipotizzata per i bisogni Comunali (30 posti letto per alloggio temporaneo per persone fragili o in sfratto), una struttura didattica - produttiva e una struttura ricreativa e di animazione musicale e culturale. Sono previsti infatti: un laboratorio formativo nel campo della attività botanica-florovivaistica, una sala musicale teatrale per gruppi musicali locali per prove e incisioni e video-registrazioni, con la possibilità di uno spazio esterno per concerti e rappresentazioni, un polo multidimensionale sperimentale, dove gli alloggi sono affiancati da strutture didattiche formative e lavorative che consenta di realizzare attività di orientamento indispensabili per il recupero sociale delle persone ospitate. La Casa della Carità avrà il compito di organizzare e gestire la rete sociale, la didattica e "l'accompagnamento" in questo percorso di integrazione sociale, grazie al lavoro dei suoi volontari e dei tecnici di cui dispone. La gestione della sicurezza sarà affidata ad operatori locali. L'area sarà dotata di un collegamento telematico con le forze dell'ordine e con le strutture sanitarie e di una attività di guardia e sorveglianza. Il Comune di Cologno Monzese metterà a disposizione l'area sulla quale verrà realizzato il Villaggio e si occuperà della realizzazione del progetto edilizio. L'inizio delle attività di cantiere è previsto per settembre 2007, mentre la durata dei lavori è fissata in 16/18 mesi. L'importo totale del progetto è di 2.793.626,60 euro. La quota finanziata dalla Regione Lombardia, attraverso l'apposito bando, è pari a 1.759.768,40 euro. La quota coperta dalla Provincia di Milano è di 1.033.858,20 euro. La Provincia di Milano, nel proprio ruolo di coordinamento, si impegna inoltre ad effettuare il monitoraggio dell'attività del villaggio e dei servizi integrativi. (dal comunicato stampa della Provincia di Milano del 10 marzo 2006)

Opinioni a confronto cittadini, Enti ed Associazione Villaggio Solidale

Il dibattito pubblico che si è tenuto il 19 gennaio 2006 a Cernusco sul Naviglio (uno dei due Comuni limitrofi, insieme a Brugherio al Villaggio Solidale di Cologno Monzese), ha avuto come Chairman il parroco di Cernusco Don Luigi Caldera, il quale ha rivolto più volte un invito al dialogo ai presenti all'incontro che si è svolto in clima spesso polemico ed acceso tra il pubblico e che ha visto il confronto fra due opinioni opposte fra coloro che sono favorevoli o contrari
all'insediamento del nuovo Villaggio Solidale. Don Virginio Colmegna, responsabile della Casa della Carità, ha premesso che i Rom, di nazionalità rumena, sono cittadini comunitari che come tali non possono essere espulsi, inoltre il Villaggio Solidale rappresenta invece una risposta concreta, sia pure limitata, al disagio di alcuni cittadini italiani e non. Il Sindaco di Cologno Mario Soldano, ha ribadito l'importanza e l'eticità del progetto ed ha affermato che quella era l'unica area disponibile di proprietà comunale. Contrari: Daniele Cassamagnaghi (Sindaco di Cernusco) che ha evidenziato la tempestività con la quale è stato approvato il progetto senza alcun confronto e comunicazione tra istituzioni e di conseguenza senza una corretta informazione alla cittadinanza che ha vissuto l'insediamento del villaggio come imposizione e non come scelta; questo non ha favorito un processo di accoglienza, ma al contrario ha accresciuto il pregiudizio e la paura dei cittadini. Altri punti critici evidenziati sono stati l' ubicazione del Villaggio posta in un' area non dignitosa (ex-compostaggio). Contrario anche Antonio Cifronti (Sindaco di Brugherio) che ha parlato però della necessità di integrazione delle persone provenienti da culture diverse.

 
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Cooperativa Laci Buti

Post n°22 pubblicato il 23 Giugno 2007 da amicofragile2006
 
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Sono sei anni che frequento da operatore e volontario il campo Rom in via Idro a Milano. In questi anni abbiamo condiviso diverse esperienze umane e professionali. Il campo è costituito da circa 50-60 famiglie che vive in modo stanziale in Italia da circa tre generazioni, la loro provenienza è prevalentemente Croata. I primi Rom sono venuti in Italia dopo la guerra in Istria, ma nonostante ciò, per lo stato e la gente comune non sono ancora riconosciuti come cittadini italiani. I Rom, mi hanno accolto all'interno delle loro famiglie ed ho potuto apprendere la loro storia le loro usanze e la loro meravigliosa diversità, instaurando un rapporto di reciproca stima. Sei anni fa abbiamo proposto loro, un corso gratuito, realizzato dal fondo sociale della Comunità Europea in collaborazione con un ente professionale, finalizzato alla formazione di addetti alla manutenzione del verde. Dodici capi famiglia hanno frequentato con costanza e diligenza il corso. Successivamente col nostro supporto , hanno fondato una Cooperativa Sociale che si occupa di manutenzione del verde, chiamata Laci Buti, (significa Buon lavoro), questo ad indicare la loro voglia di lavorare dignitosamente, mettendo a disposizione le loro capacità. La Cooperativa si è aggiudicata la prima commessa con il Comune di Milano e continua tutt'oggi la sua attività. Credo che la maggior parte delle politiche sociali intraprese sino ad ora, pur riconoscendone comunque l'importanza, sono state di natura assistenzialista ed estemporanea senza una progettualità continuativa. Ritengo invece che gli interventi dovrebbero essere mirati sulle persone della comunità Rom, coinvolgendo direttamente le cooperative e gli operatori che vivono con loro e conoscono le loro esigenze, problemi ma anche le loro predisposizioni ed abilità. I Rom sono abilissimi, muratori, manutentori del verde, bravissimi meccanici e via dicendo, il vero problema è che non hanno avuto opportunità per esprimere le loro potenzialità . Se le politiche in merito alla integrazione Rom tenesse conto di questi aspetti forse questo consentirebbe, loro di sentirsi parte attiva della cittadinanza e di vincere il pregiudizio nei loro confronti. Forse potremmo davvero condividere la bellezza della loro cultura e dei loro colori.
Roberto Nerani

 
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OPERAZIIONE CACHOEIRA DE PEDRAS

Post n°23 pubblicato il 23 Giugno 2007 da amicofragile2006
 
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Il “salotto buono” di Cernusco, ovvero...quelli dei libri a 1 Euro

Operazione Cachoeira de Pedras è il singolare nome di un'associazione socio-culturale nata a Cernusco s/N nel 2001, che ha saputo coinvolgere e farsi conoscere dalla cittadinanza cernuschese per le sue originali e significative iniziative. Abbiamo intervistato a tal riguardo Elia Marchesano uno dei soci.
Come è nata l'associazione e a cosa è legato il significato del nome?
Operazione Cachoeira de Pedras significa letteralmente "cascata di pietre". L'associazione costituita da una decina di soci e da diversi amici che ci sostengono nelle nostre iniziative, è nata in seguito ad una rielaborazione e condivisione di esperienze personali molto toccanti e significative, che ci hanno fatto capire che non potevamo
rimanere spettatori di tante terrificanti situazioni; i tempi e le nostre responsabilità personali ci imponevano un ruolo attivo, appunto "cascata di pietre", sia nel supporto economico alle Associazioni e Movimenti del Nord-Est Brasiliano (che è la parte più povera), sia sulla cittadinanza in merito alla sensibilizzazione su temi centrali quali la solidarietà, decrescita, autoproduzioni ed agricoltura biologica, agricoltura biologica, il mercato equosolidale, energie rinnovabili, il lavoro, la pace ecc... con lo scopo di creare una rete di solidarietà e di interscambio locale
ed internazionale.

Quali sono le principali iniziative ed interventi ?
Diversi sono state le attività svolte in questi anni: stesura e pubblicazione di tre libri, attività didattiche ludico-pedagogiche presso le scuole elementari e medie, allestimento mercatini e fiere (più di 300!!), organizzazione di mostre fotografiche, feste, concerti, proiezione di film e serate teatrali… Ricordo in particolare che è in corso di preparazione la seconda edizione della festa “La rivoluzione in bicicletta”

Però, quella per cui siete più famosi è il "salotto buono di Cernusco " di cosa si tratta?
Il "salotto buono" è prima di tutto l'immagine che sintetizza in modo anche ironico la vita di un'associazione senza sede, che si ritrova in casa di uno dei suoi componenti (il salotto, quello vero!) e fa della piazza il luogo per la creazione di un spazio pubblico di incontro e scambio. E' un randez vous, un incontro periodico con la cittadinanza, un banchetto di vendita di libri prevalentemente usati, forniti da biblioteche, librerie ma soprattutto da privati, al prezzo modico di 1 EURO!!! La nostra presenza in piazza Matteotti (una delle principali di Cernusco), è un appuntamento che si rinnova periodicamente con i cittadini per ritrovarsi, confrontarsi, condividere le opinioni, talvolta progettare insieme. Si tratta di un’opportunità unica di interscambio personale e culturale e la città risponde al nostro invito! La dimostrazione pratica è data dal fatto che i libri sono forniti dalle biblioteche, ma soprattutto dai cittadini stessi!!. Spesso le persone che si avvicinano al nostro banchetto (le più disparate: di ogni ceto e cultura) comprano i libri e, dopo averli letti, ce li riportano per metterli a disposizione di futuri acquirenti… Il banchetto diventa un' opportunità, un pretesto per ritrovarsi, per stare insieme, per dialogare, per confrontarsi su diversi argomenti quali ad esempio: associazionismo, temi di attualità, sociali, educazionali. A volte l’incontro è anche l’occasione per prendersi in giro, ma ad ogni modo, è sempre un’occasione di incontro diretto, per creare una rete e per fare cultura. Purtroppo però non abbiamo uno spazio o una sede. Questo è per noi molto penalizzante poiché siamo un riferimento, ma "occasionale", ci piacerebbe invece poter dare una continuità al servizio verso la cittadinanza, non ultimo, una logistica per avere un deposito fisso dei libri che invece vengono ad oggi archiviati nelle cantine / box dei soci / volontari.
In occasione della fiera di S. Giuseppe abbiamo portato al banchetto uno striscione con scritto "6 anni sotto le stelle/ora vogliamo lo spazio"... F.C.

 
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IL COMMERCIO EQUO SOLIDALE

Post n°24 pubblicato il 23 Giugno 2007 da amicofragile2006
 

I PRODUTTORI Nella stragrande maggioranza dei casi si trovano nel "Sud del mondo": Asia, America latina, un po' meno in Africa. Sono: piccoli nuclei familiari, produttori associati in gruppi o cooperative, organizzazioni di lavoro con disabili, fondazioni, ONG, enti sociali e/o religiosi, sindacati.
GLI IMPORTATORI In Europa sono più di 60; si va da piccolissime realtà semivolontaristiche, a solide aziende che fatturano oltre 30 milioni di Euro. I più vecchi e i più grandi sono associati nell'Efta (European Trade Association); ciò permette di mettere in comune conoscenze e informazioni. I prodotti vengono importati secondo i criteri del "fair trade" (termine inglese per indicare il CES) e spesso offrono servizi e informazione al mondo delle botteghe. Dal punto di vista giuridico sono prevalentemente cooperative, senza scopo di lucro. Fra gli importatori italiani, per brevità ne citiamo solo tre: Consorzio Ctm-Altromercato, Commercio Alternativo, Equomercato. Su tutte le confezioni dei prodotti alimentari (non sempre per i prodotti artigianali) potete leggere i nomi di queste o di altre centrali. Esistono anche realtà, generalmente botteghe, che importano direttamente i prodotti dal Sud del mondo attraverso altri canali (missionari, organizzazioni non governative).
I PUNTI VENDITA I prodotti del CES, come molti avranno anche visto di persona, si possono trovare in vendita principalmente: in negozi specifici (detti anche "botteghe del mondo"). Molte di queste botteghe aderiscono ad una (o piu) associazione; nei supermercati o centri commerciali (grande distribuzione); in altri tipi di negozi. Più facilmente, i prodotti CES col marchio di "biologico" si possono trovare nei negozi che vendono prodotti biologici. In termini di fatturato, le botteghe rappresentano il principale canale distributivo dei prodotti del CES. Questa è una caratteristica tutta italiana, perché all'estero prevale la vendita attraverso la grande distribuzione. Aspetti positivi e limiti dei due tipi di distribuzione sono oggetto di dibattito all'interno del mondo del CES. Senza entrare troppo nel merito, condividiamo comunque un' affermazione che abbiamo trovato in una ricerca compiuta dall'Università cattolica di Milano. (G.P.Barbetta, Il CES in Italia, Milano, 2006). La riportiamo: “Va sottolineato che le botteghe non svolgono esclusivamente una funzione di distribuzione commerciale; molte di loro, al contrario, operano come animatori delle comunità locali entro le quali sono localizzate, svolgendo funzioni di sensibilizzazione alle tematiche del CES e - più in generale - dello sviluppo dei Paesi più arretrati.” Anche dal nostro punto di vista di volontarie, entrare in una bottega del mondo, con il suo artigianato colorato, con i cartelli informativi, con le sue varietà di prodotti, non è la stessa cosa che scegliere da uno scaffale di un corridoio del supermercato. Inoltre nelle botteghe trovi sempre una persona - volontario/a nella maggioranza dei casi - disposta ad offrire spiegazioni e consigli, magari dando qualche informazione sul CES. Naturalmente ben venga anche l'acquisto fatto a…, mettiamoci il nome del supermercato che conosciamo. Anche tale acquisto è pur sempre un piccolo anello di una economia più giusta. Così, parlando delle botteghe, abbiamo già detto qualcosa su un altro gruppo di "attori" del CES, quello dei volontari.
I VOLONTARI Il loro ruolo è fondamentale all'interno del mondo del CES ed esse rappresentano la maggior parte degli addetti. Molte botteghe restano aperte al pubblico esclusivamente grazie al volontariato. Riguardo al “profilo” del volontario non ci sono ricerche. Diciamo almeno, a titolo esemplificativo, che nella "nostra" bottega, abbiamo: la netta prevalenza di donne; un certo numero di pensionate-casalinghe; un certo numero di persone che, pur lavorando, riescono a essere presenti o il sabato o nei turni/tempi liberi dal lavoro; studentesse universitarie. Coprire un normale orario da negozio non è facile. E le botteghe sono alla continua ricerca di volontari, dato un certo, inevitabile, turn over. Eticomondo non fa eccezione. Quindi ci scuserete se approfittiamo di questa tribuna per lanciare un appello: se qualcuno dei nostri lettori volesse entrare a far parte del gruppo dei "volontari di Eticomondo". I beneficiari non saremmo noi, ma i piccoli produttori di tisane, miele, marmellate, sciarpe, borse… Già, non solo di tè, zucchero, caffè, come magari erroneamente qualcuno pensa. Ma qua stiamo iniziando a parlare dei prodotti, altri "attori" fondamentale del CES. Questo però sarà argomento della prossima "puntata".
Roberta e Alessandra Bottega Eticomondo Cernusco sul Naviglio

 
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IL PROTOCOLLO DI KYOTO

Post n°25 pubblicato il 23 Giugno 2007 da amicofragile2006
 


LA RESPONSABILIZZAZIONE INTERNAZIONALE PER LA SALVEZZA DEL PIANETA



"PROTOCOLLO DI KYOTO"
Termini e condizioni
Il trattato prevede l'obbligo in capo ai paesi industrializzati di operare una drastica riduzione delle emissioni di elementi inquinanti (biossido di carbonio e altri cinque gas serra, precisamente metano, ossido di azoto, idrofluorocarburi, perfluorocarburi ed esafluoro di zolfo) in una misura non inferiore al 5,2% rispetto alle emissioni rispettivamente registrate nel 1990 (considerato come anno base), nel periodo 2008-2012. È anche previsto lo scambio (acquisto e vendita) di quote di emissione di questi gas. Perché il trattato potesse entrare nella pienezza di rigore si richiedeva che fosse ratificato da non meno di 55 nazioni firmatarie, e che le nazioni che lo avessero ratificato producessero almeno il 55% delle emissioni inquinanti; quest'ultima condizione è stata raggiunta solo nel novembre del 2004, quando anche la Russia ha perfezionato la sua adesione.

Paesi aderenti
Nel novembre 2001 si tenne la Conferenza di Marrakech. In questa sede 40 Paesi sottoscrissero il trattato. Due anni dopo più di 120 paesi avevano aderito, sino appunto alla detta adesione e ratifica della Russia, considerata importante poiché questo paese produce da solo il 17,6% delle emissioni. I paesi in via di sviluppo, al fine di non ostacolare la loro crescita economica frapponendovi oneri per essi particolarmente gravosi, non sono stati invitati a ridurre le loro emissioni.

Paesi non aderenti
Tra i paesi non aderenti figurano gli Stati Uniti, responsabili del 36,1% del totale delle emissioni (annuncio fatto nel marzo 2001). In principio, il presidente Clinton aveva firmato il Protocollo durante gli ultimi mesi del suo mandato, ma George W. Bush, poco tempo dopo il suo insediamento alla Casa Bianca, ritirò l'adesione inizialmente sottoscritta dagli USA. Alcuni stati e grandi municipalità americane, come Chicago e Los Angeles, stanno studiando la possibilità di emettere provvedimenti che permettano a livello locale di applicare il trattato, il che comunque non sarebbe un successo indifferente: basti pensare che gli stati del New England, da soli, producono tanto biossido di carbonio quanto un grande paese industrializzato europeo come la Germania. Anche l'Australia ha annunciato che non intende aderire all'accordo, per non danneggiare il proprio sistema industriale. Non hanno aderito neanche
Croazia, Kazakistan e Monaco.

 
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BASTA POCO... 8 BUONE AZIONI PER L’AMBIENTE E IL RISPARMIO QUOTIDIANO

Post n°26 pubblicato il 23 Giugno 2007 da amicofragile2006
 

 - Non regolare il riscaldamento mai oltre i 20°; per ogni grado in più i consumi crescono del 7%.
- Installa i doppi vetri termoisolanti: un migliore isolamento termico dell’edificio significa un considerevole risparmio.
- Fai una regolare revisione della caldaia: se questa è in perfetta efficienza, consuma circa il 5% in meno.
- Utilizza lampadine a fluorescenza e non ad incandescenza (quelle tradizionali): avrai un risparmio annuo di circa 63 Euro per un appartamento di 100 mq.
- Spegni sempre le luci non necessarie. Ad esempio passando da un ambiente all’altro; puoi ridurre sino al 30% i tuoi consumi per l’illuminazione.
- Se puoi, sostituisci il tuo vecchio frigorifero con un nuovo modello ad alta efficienza energetica
- Spegni sempre TV, Hi-Fi e videoregistratori anzichè lasciarli in stand-by, poichè non è vero che in stand-by il consumo è nullo: può arrivare sino al 20% del consumo dell’apparecchio di quando è in funzione.
- Accendi lo scaldabagno solo prima di fare la doccia (o quando serve effettivamente acqua calda) puoi abbattere sino al 50% i relativi consumi

ESEMPI COMUNI PICCOLA VETRINA DI INIZIATIVE INTRAPRESE DA ALCUNE AMMINISTRAZIONI

Il Comune di Parma ha predisposto un bando per la concessione di contributi alle imprese che hanno adottato un piano spostamenti casa-lavoro con incentivi per la realizzazione di interventi a favore della mobilità sostenibile.
Molti enti locali hanno erogato contributi per la conversione delle auto da benzina a metano, accompagnando questo ad una riconversione del parco mezzi pubblici ecologici.
Segrate sperimenta un rivestimento da applicare sull'asfalto in grado di assorbire le emissioni inquinanti di veicoli e impianti di riscaldamento domestico. La malta fotocatalitica del rivestimento è in grado di convertire i prodotti nocivi della combustione in sottoprodotti inerti e innocui per l'ambiente.
ll Comune di Follonica, ha predisposto l'attivazione dello Sportello Energia. Questo sportello aiuterà a rispondere alle domande sui contributi a carattere regionale o nazionale per l'installazione di pannelli solari, e dei relativi vantaggi.
Liceo Ambientale di Laveno Mombello (Varese). Ha sperimentato un'azione concreta per la modifica del proprio sistema energetico, che ha consentito di ottenere il significativo risultato di una riduzione del 55 % dei consumi di energia elettrica dell'edificio scolastico.

 
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NON PIÙ SOLI:: UN PERCORSO DI CONFRONTO E PARTECIPAZIONE

Post n°27 pubblicato il 23 Giugno 2007 da amicofragile2006
 
Foto di amicofragile2006

Nel gennaio 2005 il Presidente della Provincia di Milano, Filippo Penati, mi ha affidato la Delega alla partecipazione e tutela dei diritti delle persone con disabilità: con l'istituzione di questa delega la Provincia ha voluto dare un segnale politico, culturale e sociale, nella direzione del superamento di qualunque esclusione.
Le principali motivazioni per questo forte segnale di impegno si inseriscono nel contesto di disgregazione e frammentazione crescente delle politiche a favore del disagio fisico e psichico di questi ultimi anni, in cui c'è il serio rischio di riportare a settori sempre più parcellizzati problematiche che, per essere affrontate con risoluzione, devono essere considerate nella complessità delle interazioni fra tutti gli aspetti dell'esistenza. Con l'obiettivo di fondo di promuovere l'inclusione sociale e il diritto a una cittadinanza piena ed attiva delle persone con disabilità, nel superamento delle ancora tante discriminazioni presenti nei nostri territori, la Delega si è proposta due canali d'intervento: da un lato promuovere il riconoscimento dei diritti, ponendo al centro la persona, attraverso azioni di sensibilizzazione e la promozione di progetti innovativi, dall'altro facilitare il raccordo e il confronto con gli Assessorati competenti della Provincia sulle azioni in tema di disabilità, superando la frammentazione delle competenze e delle conseguenti risposte verso il territorio e i suoi cittadini; infatti una delle prime iniziative della delega è stata la realizzazione di un Guida ai servizi della Provincia di Milano per la Disabilità, che oggi siamo in procinto di ristampare aggiornandola.
"Non più soli" è il metodo che ho voluto seguire, nell'ottica di un'Amministrazione aperta alle istanze dei cittadini: un modello partecipativo, attraverso l'ascolto e la collaborazione con le associazioni, i famigliari e le persone con disabilità, i Comuni del territorio. Il programma di lavoro ha preso forma e si è definito grazie al lavoro costante con quanti si impegnano da tempo sulle tematiche legate all'inclusione sociale e alla disabilità; insieme si sono individuate le priorità e le modalità d'intervento, nella volontà di tentare di superare il senso di solitudine e di isolamento nel quale ancor oggi spesso si trovano a vivere quotidianamente i familiari ed i cittadini disabili. Credo inoltre che il ruolo di un'amministrazione pubblica come la Provincia sia anche quello di fare cultura, di recepire gli stimoli che vengono dalla collettività, valorizzarli e farne valori condivisi, privilegiando l'interlocuzione aperta con quei soggetti che hanno fatto della filosofia di rete un metodo di lavoro e di condivisione di esperienze e conoscenze. Qualche cenno ora vorrei fare ai principali temi sui quali la Delega sta lavorando, per brevità accennati solo per titoli:
- La residenzialità per le persone con disabilità, nell'ottica dell'affermazione del diritto alla vita autonoma e indipendente e al "Durante noi", logica evoluzione del pensiero sul "Dopo di noi".
- L'affermazione del diritto alla vita pienamente adulta per le persone disabili - in relazione ovviamente alle possibilità di ciascuno - e per i loro familiari a una vecchiaia serena fuori dalla logica emergenziale, diventa diritto a poter scegliere come e dove andare a vivere, quando ancora sono in vita i genitori.
- La necessità di contrastare le barriere architettoniche, percettive, ma anche psicologiche e culturali ancora così presenti, che ostacolano a volte in modo eclatante, a volte in modo più subdolo e mascherato l'inclusione delle persone disabili e una reale accessibilità del nostro territorio.
- La comunicazione con le famiglie, che vivono spesso in modo traumatico la prima comunicazione della disabilità del proprio figlio e che si trovano soli ad affrontare scelte ed esperienze difficili.
- Azioni di sensibilizzazione verso l'inclusione attraverso eventi culturali ed artistici rivolti sia alle scuole che alla cittadinanza, con l'ottica di superare le diffidenze e lo stigma verso le diversità e il disagio.

Ombretta Fortunati
Consigliera Provincia di Milano, Delegata alla partecipazione e
tutela dei diritti delle persone con disabilità
Tel. 02 7740.2363/2816 - o.fortunati@provincia.milano.it
www.provincia.milano/nonpiusoli/index.php

 
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IL COMUNE DI VIMODRONE A SOSTEGNO DELLA DISABILITA'

Post n°28 pubblicato il 23 Giugno 2007 da amicofragile2006
 
Foto di amicofragile2006

Il Comune di Vimodrone insieme all'Associazione "La Goccia" ha condiviso un progetto sperimentale che prevede l'affiancamento di due educatori professionali ad un gruppo di circa dieci disabili fisici frequentanti l'Associazione (composto da 3-4 adulti e da 6 ragazzi sino 20 anni). La tipologia delle disabilità fisiche dei soggetti si presenta eterogenea: disabilità fisica dovuta a lesioni traumatiche in un caso, associata a ritardo mentale in altri, cecità, sindrome down ecc. La collaborazione tra Servizi Sociali ed Associazione, nata nel 2005, trova i suoi fondamenti nella politica di sviluppo di percorsi innovativi di "community care", utilizzando preferenzialmente le risorse esistenti sul territorio.
I principi basilari sono i seguenti:
· Stabilire la priorità assoluta per la vita a casa propria rispetto alla cura istituzionale;
· Definire il percorso di normalizzazione e di integrazione nel territorio centrato sulla persona
· Organizzare attività "in loco" legate al senso d'appartenenza del territorio nel quale si vive.
Le attività previste sono:
· Conduzione di momenti socializzanti ed aggregativi (musica, teatro, laboratori manuali...);
· Attivazione di programmi d'integrazione al territorio (visite, gite, cinema, spettacoli vari…)
· Creazione di percorsi mirati a migliorare le competenze individuali, nella prospettiva di sviluppo dell'autonomia individuale dei ragazzi.
Le finalità generali del progetto riguardano :
· Fornire un supporto alle famiglie;
· Favorire una reale integrazione dei soggetti nel contesto sociale d'appartenenza
· Potenziare l'autonomia e le capacità personali di ogni individuo
· Creare una rete anche con i servizi (servizio sociale, scuola, servizio inserimenti lavorativi...)
· Offrire opportunità d'aggregazione e animazione;
Un intervento significativo rivolto alla sensibilizzazione sulla cittadinanza è stato in occasione della "giornata Mondiale del Disabile 2006" dove sono state organizzate iniziative e momenti d'incontro in cui i "ragazzi speciali" sono stati protagonisti in vari modi, con danze folcloristiche ed altre attività quali ad esempio la lettura delle poesie scritte da una disabile non vedente dell'Associazione, da parte dell'Attore Elio Brandi.
Palmiro Gattella, Cristina Cucchi, Fausta Mancini
Associazione La Goccia Onlus - Via Cadorna 23, Vimodrone (MI) - tel: 02 27402036 -
Palmiro Gattella - “Settore Servizi alla Persona” - Servizi Sociali - A.S. Coord. Cristina Cucchi referente Area Handicap - Tel. 0225077230 - e-mail: c.cucchi@comune.vimodrone.milano.it

 
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FRAGILITA’ E TEMPO LIBERO

Post n°29 pubblicato il 23 Giugno 2007 da amicofragile2006
 
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NOVA MUSICA FESTIVAL


Il Nova Musica Festival, (la rassegna di gruppi musicali di Comunità per Disabili gestiti da Comuni, Cooperative Sociali, Associazioni di Volontariato, ecc.) si è riproposto nella sua 2° edizione sia Trezzo sull'Adda che a Melzo.
L' intenzionalità fondamentale del nostro servizio ai disabili è creare intorno a loro un ambiente particolarmente favorevole, così da perseguire un loro avvicinamento al benessere, alla gioia di vivere, offrendo loro tempi-esperienza di espansione vitale. Anche il far musica (con gli strumenti, col canto, con la danza) può produrre processi benefici di autostima e gratificazione. La motivazione dei nostri giovani di fronte a questa proposta, il loro orgoglio ed il loro entusiasmo, sono testimonianza che non si tratta solo di ipotesi e di progetti, ma di vissuti già ben sperimentati!
Quando, poi, il piacere dell' espansione creativa-emotiva dell'operatore/terapeuta si allinea ed integra con il piacere dell'espansione creativa-emotiva del giovane disabile, ne scaturisce un contatto "incandescente", che fa scoccare la scintilla della vera terapia. I nostri giovani sono stati catalogati, via via, come handicappati, portatori di handicap, disabili. Ora si usa anche diversabili. E' già meglio, ma anche questa denominazione ci lascia perplessi. L'accentuazione è sempre sulle "abilità".
Molti dei nostri giovani non sono purtroppo neanche "diversamente abili", per quanto riguarda le "capacità" così come vengono intese abitualmente. Sono invece tutti persone particolarmente vive, sensibili, sempre autentiche. Le loro emozioni sono ricche e spontanee; spesso molto più accese e acute di quelle che a volte notiamo in persone cosiddette normali. Alcuni di loro hanno, però, anche attitudini particolari, nel nostro caso per la musica: riteniamo importante valorizzarle e farle apprezzare.
·Ci auguriamo che tutti coloro che assistono alle loro esibizioni escano dalla sala con il sorriso sul volto e la serenità nel cuore, essendosi finalmente accorti che la disabilità non è solo problema!
Romeo Della Bella e Guido Baroni

esaGramma
Esagramma è una Cooperativa Onlus, con sede a Milano, che nasce nel 1999 dall'esperienza riabilitativa e formativa del Laboratorio di Musicologia Applicata, Associazione di Volontariato sorta nel 1985. Esagramma offre i suo servizi a bambini e ragazzi con problemi psichici e mentali gravi, pazienti psichiatrici adulti, ragazzi e giovani con disagio sociale e familiare. Gli itinerari terapeutici ed educativi sono unici in Europa e sono fondati sul metodo originale della "Musicoterapia Orchestrale", a cui si affiancano, in base alle necessità, un'altra ampia serie di interventi di sostegno basati sulla multimedialità. Esagramma è anche centro di formazione che si rivolge a educatori, psicologi, medici e musicisti, con corsi di aggiornamento professionale e di specializzzione. Il punto più "visibile" dell'attività di Esagramma è la sua Orchestra Sinfonica, a cui i ragazzi approdano dopo aver frequentato per 3 anni i corsi di terapia base in gruppo orchestrale e per altri 6 anni i corsi di perfezionamento su strumento. L'Orchestra Sinfonica
Esagramma ha dato vita a molti concerti in diversi teatri italiani con un repertorio di rielaborazioni orchestrali di opere di Stravinskij, Dvòrak, Mahler, Gershwin, e molti altri. In occasione del Giubileo con i disabili, ha suonato nella Basilica di San Paolo fuori le mura a Roma nel dicembre 2000, e nel 2003, Anno Europeo del Disabile, al Parlamento Europeo di Bruxelles. Su invito delle Conferenza Episcopale Italiana, l'Orchestra Esagramma sarà presente a "Loreto 2007" primo dei tre grandi appuntamenti che ritmano il percorso dell' "Agorà dei giovani". Il 1 e 2 settembre migliaia di ragazzi provenienti da tutta Italia e alcune delegazioni dell'Europa e del Mediterraneo si ritroveranno nella città del Santuario mariano per vivere una grande festa, alla quale parteciperà anche Benedetto XVI. In questa occasione l'Orchestra accompagnerà la liturgia della Santa Messa del 2 settembre.
EsaGramma COOPERATIVA SOCIALE A R. L. - ONLUS
TEL +39 02 3925091 - FAX +39 02 39255434
esagramma.onlus@tin.it - www.esagramma.net

MATTI PER IL CALCIO
Quindici pazienti psichiatrici, un ex calciatore e uno psichiatra per allenatore. È la squadra del Gabbiano, impegnata in un campionato di calcio per pazienti psichiatrici. Tutti i suoi giocatori sono in cura con psicofarmaci e lottano per reintegrarsi nella società. Il pathos del risultato sportivo convive in questo documentario con le storie di ogni ragazzo. Storie dense, crude, come quelle di Marione, il bomber sovrappeso dal tiro micidiale, colpito dalla schizofrenia dopo un lungo viaggio in Oriente. Di Sandro, l'ex poliziotto dei corpi speciali ora pittore e poeta. Di Valerio, il portiere silenzioso che spera di non ricadere nella droga. Di Benedetto, l'ala destra che parla con le "voci". E dei loro compagni, uniti per un anno da un unico obiettivo: vincere il campionato e sconfiggere gli eterni rivali del Tucano. Ironico, commovente, appassionante, "Matti per il calcio" è un grido contro la stigmatizzazione della malattia mentale, e un inno alla poesia dello sport. Al potere taumaturgico del calcio, alla sua capacità di unire, di far rinascere, di far sognare. Con un'intervista esclusiva a Damiano Tommasi e l'audio alternativo dei play off con le voci del mondiale di Germania: Fabio Caressa e Josè Altafini.
“MATTI PER IL CALCIO” un film di Volfango De Biasi scritto da Volfango De Biasi e Francesco Trento fotografia Volgango De Biasi, Niccolo Patriarca montaggio Massimiliano Paiella prodotto da Volfango De Biasi, Francesco Trento produttori associati Rai, Wilder - www.mattiperilcalcio.it - www.altrimondiali.it

 
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“Da discepoli del Signore rispondiamo alla precarietà con la solidarietà”

Post n°30 pubblicato il 23 Giugno 2007 da amicofragile2006
 
Foto di amicofragile2006


Messaggio del Cardinale Arcivescovo Tettamanzi


Carissimi, l’ultimo Natale che abbiamo celebrato ci ha fatto contemplare il mistero di Dio e del suo amore. Egli non è lontano da noi, ma ci è vicino, vicinissimo.
Il Figlio eterno di Dio ha voluto venire ad abitare in mezzo a noi e in noi. Per questo ha preso carne umana nel grembo di Maria e si è mostrato a noi nella piccolezza amabile di un bambino: Gesù, il salvatore.
E così il Signore condivide nella maniera più profonda la nostra condizione umana in tutti i suoi aspetti: nella straordinaria dignità di cui è segnato ogni essere umano e nelle più diverse forme di sofferenza che pesano sulle spalle e nel cuore degli uomini. Gesù è la solidarietà fatta carne, con un legame radicale e del tutto incrollabile che lo vincola a ogni uomo. Gesù è il salvatore che dona all'uomo la vita stessa di Dio e insieme si fa compagno in umanità con tutti e con ciascuno di noi. La sua solidarietà diviene così la sorgente e la forza della solidarietà che deve regnare all'interno dell'intera famiglia umana: una solidarietà chiamata a farsi risposta concreta alle tante forme di precarietà presenti nel mondo. Troppi nostri fratelli e sorelle mancano delle condizioni di vita essenziali per un'esistenza dignitosa e capace di un futuro sereno. Sono oppressi dalla precarietà economico-sociale, come la mancanza di lavoro e di casa, e ancor più dalla precarietà familiare dai tanti nomi, come le diverse forme di disagio all'interno della coppia, le fatiche e le carenze educative, l'incomprensione e il conflitto tra le generazioni, le difficoltà e l'insicurezza delle famiglie immigrate, i molteplici problemi legati alla fecondità e all'inserimento nella società, ecc.
Di fronte a queste e ad altre precarietà sociali e familiari deve risvegliarsi in tutti un forte senso di responsabilità, che conduca a realizzare forme vive di solidarietà: una solidarietà che sa vedere e provvedere alle varie necessità in modo concreto ed efficace. Ma anche se necessaria e insostituibile, la solidarietà dei singoli non basta: per risposte adeguate e qualificate, occorrono interventi da parte della comunità come tale, nel contesto di una "rete" solida che sa collegare tra loro le istituzioni, le forze sociali e il volontariato.
In particolare la comunità cristiana, quella dei discepoli del Signore, non può essere assente né limitarsi ad essere impegnata in termini minimi in questo sforzo di solidarietà di fronte alle tante forme di precarietà sociale e familiare. Per i credenti c'è una novità di grazia, che chiede di essere onorata e testimoniata: per loro la solidarietà è il frutto dei doni e delle virtù della giustizia e della carità, è il rivivere lungo la storia la stessa condivisione di Cristo alle povertà umane, è pronta obbedienza al comando nuovo del Signore, è espressione concreta dell'accoglienza: tutto questo sulla misura del cuore di Gesù.
Di qui la prima urgenza, che desidero richiamare a tutti noi discepoli del Signore: occorre ridestare e mantenere sempre vigile in noi la coscienza che il nostro farci carico affettivo e operativo delle forme di precarietà è un'esigenza imprescindibile della sequela di Cristo Gesù e dell'adesione al suo Vangelo. Solo in un simile contesto può essere compresa e rilanciata in modo più convinto e deciso in tutte le nostre comunità parrocchiali e realtà di Chiesa la prossima Giornata della Solidarietà, alimentando in modo significativo quel Fondo diocesano di solidarietà che costituisce la fonte primaria delle risorse che la Diocesi destina alle tante esigenze del mondo del lavoro e, per questi tre anni consecutivi, anche alle non poche esigenze delle famiglie in difficoltà.
La Giornata è entrata ormai da anni nella tradizione della nostra Chiesa. Quest'anno però, che si è aperto con il "Percorso pastorale diocesano" dedicato per un triennio alla famiglia, ci offre una ragione in più per vivere in un modo rinnovato e più forte la Giornata della Solidarietà. Siamo infatti chiamati a metterci in ascolto delle famiglie, in particolare di quelle maggiormente in difficoltà e, insieme, a farci loro prossimi offrendo segni concreti di nuova speranza. Diverrà così realtà viva e credibile la frase che dà il nome al Percorso pastorale "L'amore di Dio è in mezzo a noi". La Giornata della Solidarietà, celebrata l'11 febbraio sul tema "La precarietà in età adulta", costituirà il culmine di un insieme di tre giornate che hanno nella Festa della Famiglia, il 28 gennaio, il loro inizio e nella successiva Giornata per la Vita, il 4 febbraio, l'immediato sviluppo.
E' unico il dinamismo che anima e arricchisce reciprocamente questi tre momenti, che proprio da questa interiore unità potranno essere meglio apprezzati ciascuno nella propria specificità. Mentre ringrazio e incoraggio tutti coloro che nell'ambito della nostra Chiesa di Milano sono impegnati nel venire incontro alle condizioni di chi è nel bisogno, auspico che si dilati sempre più il raggio delle collaborazioni effettive alle forme di solidarietà già in atto sia nel mondo del lavoro sia in quello delle famiglie.
Tutti insieme preghiamo perché il Signore Gesù sia riconosciuto come ragione prima ed ultima, incomparabile e insuperabile di speranza per tutti coloro che soffrono e perché benedica gli sforzi di quanti si prendono cura dei fratelli e delle sorelle in qualsiasi modo bisognosi di prossimità e di aiuto concreto, ascoltando nell'intimo del cuore la parola della fede e dell'amore: "L'avete fatto a me"!
Dionigi Card. Tettamanzi
Arcivescovo di Milano
Milano, 14 gennaio 2007

 
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PSICHIATRIA:: L'IMPORTANZA DELLA RETE TERRITORIALE

Post n°31 pubblicato il 23 Giugno 2007 da amicofragile2006
 
Tag: salute
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Abbiamo intervistato il Dott Fossà Direttore Sanitario ASL Mi 2

Quale è la sua opinione in merito al Piano regionale triennale per la salute mentale?
La Regione Lombardia si è dotata di un sistema di presa in carico dei pazienti all'interno di una rete sanitaria e sociale a scopo prevalentemente riabilitativo e finalizzato al reinserimento del paziente nella sua comunità. Il Piano regionale, raccoglie e valorizza i primi risultati delle esperienze delle Aziende sanitarie che, avendo chiuso gli ospedali psichiatrici entro la fine del 1999, come da norma nazionale (talune anche prima di tale scadenza), avevano avviato serie modalità alternative di cura a scopo riabilitativo, con l'inserimento in piccole comunità vivificate dalla relazione interattiva con il territorio. Il Piano prevede tipologie di strutture e loro modalità di funzionamento a diversi gradi di intensità assistenziale. In tale modo il processo di cura può svilupparsi come vero e proprio percorso di riabilitazione, offrendo ai pazienti opportunità assistenziali adeguate, diversificate in base all'evolversi del quadro della malattia.

Quali sono gli attori che intervengono?
Diversi sono gli attori che intervengono, dallo psichiatra alla famiglia, ai Servizi sociali comunali, al medico di famiglia, al datore di lavoro. Compito precipuo dell'ASL è creare una rete promuovendo e coordinando l'attivazione delle risorse necessarie per i bisogni dei pazienti, delle loro famiglie e delle comunità in cui sono inseriti. Il governo di questa rete si avvale delle linee di indirizzo per la programmazione locale, denominato "Patto territoriale per la salute mentale", elaborate dall'Organismo di coordinamento per la salute mentale, composto da rappresentanze dell'ASL, dell'Azienda Ospedaliera, delle Strutture psichiatriche accreditate, delle Amministrazioni comunali e del Terzo Settore. L'Organismo convoca annualmente la Conferenza territoriale per la salute mentale allo scopo di promuovere intese le più ampie possibili tra le risorse territoriali. La sfida raccolta da questa ASL è la riconversione delle risorse disponibili per realizzare percorsi riabilitativi inseriti integralmente nel territorio, sulla base di precise indicazioni cliniche, abbandonando ogni residuo criterio di "stampo manicomiale". Nel nostro modello adottato il paziente è al centro del sistema e le risorse devono venire impiegate per la sua riabilitazione in modo appropriato e in un percorso controllato.

Quali sono gli obiettivi per il triennio 2006 - 2008 in sintesi?
1. Residenzialità
Costituzione in ogni Distretto di appartamenti protetti di residenzialità leggera, fruibili da utenti con consistenti capacità di autonomia. La tipologia, variabile secondo le specifiche esigenze, è riconducibile alla residenzialità sanitaria a bassa protezione, casa alloggio, casa famiglia, ecc. L'obiettivo del triennio è di 3 - 7 posti per ogni Distretto, pari allo 0,7% dell'utenza in carico ai Dipartimenti di Salute Mentale (DSM).
2. Integrazione lavorativa
- Estensione a tutti i Distretti dei tirocini risocializzanti in ambiente lavorativo. L'obiettivo nel triennio è di coinvolgere il 2% dell'utenza; è necessario un educatore professionale aggiuntivo per gestire 15 - 20 programmi di inserimento individuale.
- Creazione di un osservatorio relativo ai dati di inserimento lavorativo per gli utenti dei DSM.
3. Risocializzazione e tempo libero
Obiettivo del triennio è il mantenimento della collaborazione tra DSM, Comuni e Associazioni per la realizzazione dei progetti di risocializzazione già sperimentati.
LORENA e CINZIA GRASSI

 
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A.N.P.I. E SCUOLA PER EDUCARE INSIEME

Post n°32 pubblicato il 23 Giugno 2007 da amicofragile2006
 
Foto di amicofragile2006

Riportiamo di seguito l'esperienza di un ex Professore che da 35 anni affascina ragazzi e insegnanti delle scuole, con i suoi racconti di vita vissuta da ex partigiano, illustrando il contesto storico della nascita del fascismo, la seguente lotta di liberazione per arrivare alla descrizione dei principi della Costituzione ed il dettaglio dei suoi articoli. Auspichiamo che esperienze di questo tipo possano essere ripetute anche da altri membri dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (A.N.P.I.) e scuole, perché il prezioso ed unico bagaglio culturale dei nostri ex partigiani, possa essere messo a disposizione della Comunità e dell'Educazione dei nostri giovani per assumere un ruolo, non solo commemorativo ma attivo.

““Nell'ormai lontano 1972 fui invitato a parlare della Resistenza in una scuola nella periferia milanese, in un quartiere dormitorio; la scuola era a dir poco, allo stato "brado"… una vera e propria anarchia! Iniziai raccontando che quando ero ancora in fasce, era "nato" il fascismo di cui ne descrissi le nefandezze che portarono alla dichiarazione di guerra, proseguii con la lotta di liberazione, la caduta del fascismo, l'armistizio dell'8 settembre '43, per arrivare infine alla descrizione della Costituzione quale prezioso documento di riscatto di tanta sofferenza. La presentai come il simbolo di libertà uguaglianza ma soprattutto di rispetto per la persona in quanto tale. Man mano che procedevo nel mio racconto, mi accorsi che l'attenzione e l'interesse di quei ragazzi irrequieti aumentava e pian piano si spostarono dai loro banchi e cominciarono a disporsi intorno alla cattedra iniziando a pormi domande sull'argomento. Andai avanti per oltre tre ore!
La Costituzione nella descrizione dei suoi articoli, cominciava a prendere vita, colore, essere più vicino alla quotidianità dei ragazzi, tanto da diventare da "uno dei tanti testi da studiare", uno strumento attivo e prezioso di tutela dei diritti e della pace.
Spontaneamente si era creato un clima di confidenza e stima, ma soprattutto di sincero interesse. Questa felice esperienza mi fece riflettere, stimolandomi e incoraggiandomi a continuare anche in altre scuole. Ho perso il conto delle classi che ho incontrato in trentacinque anni. Credo che il fascino dei miei racconti sia nella veridicità degli stessi; ho sempre evitato di esaltare il lato "battagliero" della lotta partigiana, mettendo sempre in evidenza il valore della pace, della giustizia e della democrazia.
Penso che se tenessi una lezione teorica di Educazione Civica sulla Costituzione, forse i ragazzi dopo un po' si annoierebbero; invece, raccontata in un contesto di vita vissuta, con le sofferenze e comparazioni con le odierne situazioni che stiamo vivendo, ... la Costituzione diventa uno strumento vivo, che dobbiamo e che loro dovranno difendere. Il lavoro interattivo con le molte scuole non finisce nelle mie lezioni, ci sono alcuni progetti di cui vorrei fare una breve menzione: nella scuola media di Sarzana, insieme agli insegnanti, abbiamo organizzato un concorso letterario, avente come tema la resistenza e la Costituzione. Una commissione, ha selezionato le composizioni scritte ed ai vincitori è stata devoluta una borsa di studio. A Lerici in un'altra scuola media, abbiamo organizzato un concorso, in cui sono stati selezionati i disegni più significativi aventi come soggetti la Resistenza e la Costituzione. Il disegno giudicato migliore è stato stampato su T-shirts, che sono state distribuite a tutti gli alunni della scuola. A Sarzana poi, in collaborazione con il preside e gli insegnanti di due scuole superiori, abbiamo progettato e costruito il "Pennone della memoria".
Si tratta di un palo d'acciaio alto 8,60 metri che porta otto pannelli che salgono a spirale. Nel primo pannello sono descritte le motivazioni del conferimento delle medaglie d'oro e d’argento alla Provincia di La Spezia e al comune di La Spezia, con il numero dei caduti e feriti per la lotta di liberazione. Gli altri pannelli contengono le composizioni dei ragazzi costituite da disegni o frasi significative che riguardano temi inerenti alla Costituzione, la Resistenza e la Pace. I pannelli del "Pennone" si rinnovano di continuo! Un comitato costituito da insegnati, A.N.P.I. e ragazzi del liceo ha il compito di selezionare i nuovi lavori da esporre (previa approvazione da parte del Consiglio di Istituto). C’è anche un monitor collegato alla sala di informatica, dove i ragazzi dai loro computer possono inviare online i loro elaborati (previa supervisione dell'insegnante). Il pennone della memoria è stato ubicato in una posizione strategica dove passano circa 700 studenti e questo permette di continuare il processo educativo anche fuori dalle aule... Credo che la nostra esperienza come ex partigiani e dunque come A.N.P.I., sia un bagaglio culturale unico da mettere a disposizione della comunità, ed in particolar modo dei giovani. Penso che passato e presente possano darsi la mano e guardare insieme verso un futuro migliore ".

Luigi Fiori è nato a Sarzana il 9 giugno 1920.
Ha insegnato storia dell'arte e disegno presso le scuole medie e superiori di Milano dal 1972 al 1985, in seguito si è trasferito a Lerici, dove attualmente risiede. Luigi Fiori è presidente dell'A.N.P.I. di Lerici ed Appartenente al Direttivo Provinciale A.N.P.I.

 
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Preferiamo la luce "verde"!

Post n°33 pubblicato il 14 Settembre 2007 da amicofragile2006
 

Le famiglie italiane dal primo luglio possono scegliere da quale operatore rifornirsi per quanto riguarda la fornitura di energia elettrica. Il mix energetico, cioè l'indicazione delle fonti (comprese quelle verdi e rinnovabili) da cui proviene l'energia, dovrà essere indicato in bolletta. Queste importanti novità permettono di poter scegliere quali forme di produzione incentivare e quali no.

Il marchio “100% energia verde” garantisce che le aziende forniranno ai propri utenti solo energia provenienti da fonti rinnovabili (solare, eolico e idroelettrico). Il cambio di gestore è molto semplice poiché, di fatto, la fornitura non viene mai interrotta e non c’è bisogno di nessun lavoro sulla rete perché il principio di funzionamento del contratto è questo: nella rete circola energia prodotta sia da fonti rinnovabili che da combustibili fossili; per ogni kw di energia elettrica consumata dall'utente che ha stipulato un contratto con un fornitore “100% energia verde”, il fornitore si impegna a immettere in rete una quantità pari di energia prodotta da fonti rinnovabili. Oltre a tutto ciò va segnalato che in questo momento tutte le società certificate stanno proponendo prezzi inferiori a quello attuale del mercato vincolato. In pratica, oltre a usare energia verde si risparmia pure.

Ci permettiamo di fornire alcuni riferimenti delle aziende certificate: AGSM Energia rinnovabile (www.agsm.it) al quale è lagato anche un gruppo di acquisto (www.commercioetico.it) che propone bollette molto trasparenti, La 220 verde (www.la220.it) che lavora in collaborazione con Lega Ambiente, Sorgenia (www.sorgenia.it) che devolve a COOPI una parte dei propri ricavi. Per orientarsi in questo mondo Altroconsumo (www.altroconsumo.it) e il WWF hanno attivato il numero verde 800.194.491 dove si potranno chiarire i dubbi più elementari relativi alla liberalizzazione del mercato dell'elettricità. Ricordiamo che però la via migliore per risparmiare e rispettare l’ambiente e quella di ridurre i consumi attraverso i piccoli accorgimenti quotidiani.
Roberto Codazzi

 
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Editoriale - luglio 2007

Post n°34 pubblicato il 14 Settembre 2007 da amicofragile2006
 

Carissimi lettori, in questo caldo luglio, ci ritroviamo ancora insieme per affrontare temi quanto mai “scottanti”: il primo riguarda l’Affido Familiare. Crediamo sia un’esperienza significativa, che vede la famiglia al centro della “rete” di solidarietà sociale, alla quale tutti possono contribuire. L’Affido rappresenta un’opportunità non solo per donare un sostegno ad una difficoltà, ma anche per diffondere e costruire una cultura di solidarietà. L’Assessore Ezio Casati, ci ha illustrato nei dettagli la campagna avviata dalla Provincia di Milano per il supporto alla famiglia, riguardo ai temi di Affido e Asili Nido; l’invito ad esprimersi in merito è stato accolto inoltre con entusiasmo dagli assessori di tre Comuni. Anche le singole famiglie, raccolte in associazioni, stanno svolgendo un grande lavoro; abbiamo riportato l’esperienza personale di Carlo Leoni (Mondo di Comunità e Famiglia). Don Roberto Davanzo (direttore della Caritas Ambrosiana) ci ha esposto con accorato amore, la visione di una Milano accogliente; di una città che deve riunire tutti i suoi figli: naturali o “adottivi”. Per la solidarietà internazionale incontriamo Insieme per... Onlus: come il ritrovarsi tra amici, possa far nascere una serie di progetti diretti di aiuto per i nostri “Amici Fragili” negli altri continenti. La trasformazione sociale (in meglio) passa anche dall’impegno quotidiano delle nostre scelte energetiche: Cologno (vincitore del “Premio Energia” di Lega Ambiente) e l’energia “verde” per tutti. Un’ultima “chicca”: abbiamo intervistato Giovanni Soldini (grande velista e uomo di grande solidarietà), che ci ha parlato della sua esperienza personale e della sua ultima avventura con “i Matti per la Vela”… quando si dice: una “Vacanza Intelligente”!
Franco Comi

 
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Nuove energie in provincia

Post n°35 pubblicato il 14 Settembre 2007 da amicofragile2006
 
Tag: welfare

Ezio Casati Assessore alle Politiche sociali, Formazione professionale e Attività economiche della Provincia di Milano

1. Che tipo di interazione esiste tra i Ministeri del Welfare e della Sanità e la Provincia di Milano?
Con l’attuale governo ci sono molti contatti con entrambi i ministeri citati ma anche con altri, penso a quello della Famiglia e a quello dell’Interno per la questione dei cittadini immigrati. Oggi, per altro, esiste uno strumento, fortemente voluto dalla Provincia, che si chiama Tavolo Milano ed al quale siedono il Comune, la Regione, il governo e naturalmente la Provincia di Milano. È un’occasione di confronto permanente, a 360 gradi, tra governo e la realtà di Milano allo scopo di evidenziare i punti di contatto e le eventuali progettualità da mettere in campo per rispondere ai problemi del nord ed in particolare della capitale economica del paese.

2. Quali sono le interazioni ed i progetti di maggior rilievo condivisi tra la Provincia di Milano e la Regione Lombardia?
Per la verità non sono molti, abbiamo preso contatto e si sta cercando di individuare delle piste di lavoro con l’Assessorato alla Sanità: siamo infatti molto interessati ai temi dell’integrazione socio sanitaria con particolare riguardo alla domiciliarità degli anziani e alla salute mentale.

3. Salute mentale: ASL, Provincia, Regione quali le specifiche responsabilità ed i programmi condivisi?
Sui temi della salute mentale si sta cercando di creare interessanti sinergie tra le tre istituzioni citate. La Provincia di Milano sta ritagliandosi un ruolo di stimolo rispetto al lavoro degli organismi di salute mentale. Sono stati poi realizzati diversi progetti afferenti le aree della salute mentale in collaborazione con il terzo settore.

4. Ritenete che una maggiore autonomia locale (amministrativa e finanziaria) possa permettevi di operare in modo più proficuo e più rispondente alle esigenze del territorio locale?
Indubbiamente il federalismo fiscale potrebbe rappresentare una risposta alle esigenze di chi sostiene che le risorse debbano rimanere là dove si producono. Oggi però il vero problema è quello di metter in atto politiche capaci di integrare le risorse e i servizi che già esistono. Il federalismo fiscale al quale penso deve ispirarsi al principio della sussidiarietà, ovvero non dimenticare di sostenere i territori e le aree del paese più svantaggiate e meno competitive.

5. Quali ritiene siano le aree di maggiore criticità e quali sono le politiche che la Provincia intende implementare, sia nell’immediato che a lungo temine?
Oggi indubbiamente le aree di maggiore criticità sono da rinvenirsi nel campo della salute e assistenza degli anziani e rispetto ai bisogni molto diversificati della famiglia. Più che mai l’invecchiamento della popolazione ha prodotto bisogni nuovi a cui oggi spesso è il solo mercato ad offrire riposte più o meno adeguate, i servizi pubblici fanno fatica a colmare vuoti assistenziali solo spesso con la risposta del buono sociale che di per sé rappresenta solo una goccia nel mare delle difficoltà. D’altra parte il tema centrale su cui fare grossi investimenti è quello delle famiglie. Tutti si riempiono la bocca parlando di politiche per la famiglia ma poi spesso i risultati sono assolutamente scarsi. Su questo tema la Provincia di Milano ha dato un segnale forte e concreto: ha stanziato oltre 17 milioni di euro per realizzare, nei prossimi tre anni, nuovi asili nido in 87 comuni del milanese e della Brianza. Saranno così disponibili per le famiglie 3600 posti nido per i loro bambini. Un progetto, questo, di ampio respiro che sostiene le nostre famiglie in maniera fattiva. Per quanto riguarda il prossimo futuro la Provincia di Milano, ed in particolare l’Assessorato alle Politiche sociali e familiari, ha in mente di investire molte energie e risorse sui temi della disabilità e degli anziani. Faccio due anticipazioni importanti: da una parte si sta ragionando di poter offrire un servizio trasporti per anziani e disabili adeguato ai bisogni di mobilità e legato soprattutto a ragioni di tipo sanitario, dall’altra parte vorremmo lanciare una vera e propria campagna di sostegno concreto alla famiglia, non erogando soldi per tenere a casa i bambini e non mandarli all’asilo nido, come ha fatto il Comune di Milano, ma erogando voucher per poter utilizzare al meglio i servizi territoriali alla prima infanzia.

 
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