Creato da: labuonastregadelnord il 31/05/2011
Eccellenze del Nord (note e meno note)
Post n°41 pubblicato il 05 Settembre 2011 da labuonastregadelnord
Fulvio Roiter Fulvio Roiter nasce a Meolo (Venezia) nel 1926. Inizia a fotografare a vent’anni; nel 1949 aderisce al circolo fotografico La Gondola di Venezia. Insieme con Paolo Monti, a cui è legato da intensa amicizia, scopre gli autori stranieri del gruppo Fotoform e le opere di Hans Hammarskjöld. Fulvio Roiter. Miniera di zolfo, Sicilia , 1953. Ha incarico dalla Guilde du Livre di Losanna di realizzare un libro sull’Umbria di San Francesco. Qui, ai primi di gennaio del 1954, nell’arco di poche ore scatta quattro tra le fotografie più famose della sua intera carriera. Ombrie. Terre de saint-François vincerà il premio Nadar nel 1956. Fulvio Roiter Hanno detto di lui: "Credo sia questa mostruosa animalesca facoltà di concentrare tutte le forze intellettive nell'occhio a fare di Roiter il numero uno della fotografia mondiale, e lo dico senza esitazione. Può darsi che ce ne siano di più tecnicamente rifiniti, di meglio studiati nelle inquadrature, nelle angolazioni, nelle luci, nell'ombre e penombre. Può darsi. Ma nessuno sa cogliere come lui, oltre le cose, anche il senso delle cose." Indro Montanelli ... "Ritenerlo un fotografo illustratore è un insulto. Egli è un rabdomante, e i rabdomanti non ubbidiscono alla logica: si arrestano, a mani tese, magari di fronte a un modesto cespuglio, ben sapendo che sotto si nasconde la vena sorgiva. E' un'acuta facoltà visiva che si richiama al medium; un cogliere, in sintesi, sentimenti contrastanti ed estremi, il nucleo sensibile della molteplicità. Scrive versi con la macchina fotografica, Roiter. E, si sa, per un poeta vale, spesso, più un muro desolato di una basilica." Alberto Bevilacqua ... "Le sue fotografie rivelano un occhio e un animo penetrante, capace di scegliere l'essenziale, di sorprendere ogni espressione umana. Ha percorso il mondo in cerca di quel che voleva non di ciò che gli era stato ordinato o di quello che il pubblico s'aspettava. Come ogni artista vero, la tecnica sua accompagna l'ispirazione e si muta con essa. Non c'è mai retorica, né luogo comunebnelle sue immagini. I suoilibri da regalare, da conservare, da sfogliare nelle ore in cui si vuol vivere intensamente assorbiti dal mistero di un'occhio meccanico che ci fa vedere quello che l'occhio naturale non scorgerebbe." Giuseppe Prezzolini
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