Creato da carpediem56maestral0 il 23/09/2006

come le nuvole

le guardi e credi di poter parlare di loro, di aver catturato la loro essenza ed ecco che sono altro e ancora altro e non le puoi incasellare, descrivere e neppure toccare...

 

 

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Post N° 357

Post n°357 pubblicato il 20 Giugno 2008 da carpediem56maestral0
 

"La solitudine è ascoltare il vento e non poterlo raccontare a nessuno" (Jim Morrison)

 Oggi, mentre ero in fila al supermercato, una signora di mezza età, che mi precedeva, giunta davanti alla cassa, si è messa di colpo a piangere, il corpo robusto scosso dai singulti, le mani che tremavano visibilmente. Ha subito iniziato a chiedere scusa per il disservizio che, col suo "crollo" improvviso, stava procurando alle nostre convulse vite.

Sgomenti di fronte al pubblico "denudamento" della altrui anima, le abbiamo chiesto se si sentiva male, se aveva bisogno di sedersi o di bere un po' d'acqua, ma lei sommessamente ha sussurrato: "sono solo sola...mi sento troppo sola" .

Siamo rimasti attoniti di fronte a questa disarmante dichiarazione perchè, se è semplice e siamo attrezzati per i mali del corpo (...presto una autoambulanza, facciamole una TAC, al mio tre: uno due e…, subito 22 c.c. di atropina...), siamo consapevoli di non essere in grado di arginare, ne di alleviare, ne tanto meno prevenire, le sofferenze e le malattie dello spirito.

La moderna medicina, oramai in grado di far si che una cellula indifferenziata si faccia carico della ricostruzione di legamenti scomparsi e ossa consunte, non può nulla di fronte ad un cervello che non riesce più ad adattare se stesso ad una realtà che avverte come ostile.

Qualcuno le ha detto: "Signora mia, siamo tutti soli!" banalità che non è servita a consolare la poveretta.

Poi, una delle commesse, la ha abbracciata offrendosi di accompagnarla a casa ed io sono andata via, potendo solo immaginare l'abisso di tristezza di quella vita che si consuma in un dolore senza speranza di morfina, che implora aiuto davanti la cassa di un supermercato, nell'illusione che, poche parole scambiate con estranei frettolosi, possano colmare, per una decina di minuti, un silenzio senza orizzonte.

SOLO

Canto da solo,
sono uno strumento senza il suo complesso,
sono un lupo solitario.
le parole che vorrei dire rimangono in me,
le parole che non vorrei dire escono,
come vomito che non riesco a trattenere.

                                           Lorenzo

 
 
 
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