I viaggiatori possono prolungarsi in memoria, in ricordo, in narrazione.Quando il viaggiatore si è seduto sulla sabbia della spiaggia e ha detto "Non c'è altro da vedere", sapeva che non era vero. (Josè Saramago)
Anche se è da parecchio tempo che vado al mare utilizzando la barca, debbo riconoscere che la vita da spiaggia ha i suoi vantaggi....
Ricordo sempre con affetto come, il mio prossimo, mi camminava disinvoltamente sopra, mentre distesa prendevo il sole, ricordo i larvati inviti a partecipare ad entusiasmanti partite di tamburello, fattimi pervenire tramite, ben assestati, colpi di pallina in testa, ricordo la sabbia, allegramente sollevata e finita dritta nei miei occhi e capelli, da simpatici bambini in corsa, e la musica, gentilmente adattata per i non udenti, che non mancava mai, e l'acqua, subdolamente calda e giallina, in cui entravo facendomi spazio, a fatica, tra mille corpi a mollo...
Inoltre, risalendo i miei ricordi sabbiosi, a quando le bimbe erano molto piccole e la spiaggia sembrava in possesso di quei requisiti, adeguati alla loro fascia d'età, ho come scolpito nella mente l'immagine di me, derelitta, 
che andavo al mare da sola, accompagnata dai due teneri virgulti, e di come ciò abbia comportato lo sviluppo di alcune delle mie migliori qualità, quali :
- la preveggenza (degli improvvisi scatti verso il centro della strada delle bimbe, che si alternavano in tale simpatica performance);
- l'adattabilità (è incredibile quando riesca a caricarsi una giovane madre, che manco un portatore indio....due capienti borsoni da mare, ricolmi di ogni genere di prima necessità e, quando i bimbi sono piccoli, le “prime necessità” sono davvero parecchie!);
- la resistenza allo stress (messa a dura prova quando, al ritorno, i sedili della macchina si ricoprivano di un morbido strato di sabbia, modello Caraibi fai da te!);
- la modestia (in quanto, rinunciando a Satana e a tutte le sue tentazioni, per lunghi anni ho accettato che la mia abbronzatura si concentrasse sulla schiena, lasciando pallido cadavere, tutto il resto del corpo….come potevo infatti “sdraiarmi” senza perdere di vista i miei tesori?).
- lo sprint (purtroppo nessuno mi cronometrava, ma sono sicura di aver battuto parecchi record olimpionici di velocità, con partenza da fermo, allorchè mi accorgevo che una delle due squitinzie, agitava innaturalmente i piedini in aria e aveva la testa sott'acqua);
- lo spirito di sacrificio, con accesso al primo livello di santità (quando, tornata a casa dall'amena giornata, dopo aver steso gli asciugamani, svuotate le borse, rimesso ogni cosa al suo posto e prima di preparare la cena per tutti, mi ritrovavo a fare tre docce, seguite da tre shampoo, tre asciugate di capelli, e tre vestizioni....);
Se poi, come succedeva a me, nel tentativo di raggiungere la spiaggia senza fare l'intero percorso della maratona di New York, rimediavi anche qualche multa per divieto di sosta....era davvero il top dell'appagamento di qualsivoglia spirito materno e marinaro....
Eh, sì....è proprio vero….è dura la vita di chi và per mare!
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