come le nuvole

allegriaaaaaa

“Gli ultimi saranno i primi….Ma lo sportello chiude alla dodici!” (Corrado Guzzanti)

Ho letto da qualche parte che quando si è in una situazione difficile buona cosa, per tirarsi un po’ su è quella di immaginarsi allocati su di una lunghissima scalinata che raffigura, metaforicamente parlando, la vita.

A questo punto ci si volta e si inizia a commiserare chi stà nel gradino sotto al nostro in una posizione inferiore e dunque, per principio, più scomoda ed infelice.

( Ebbene sì, il rimedio è un tantino cinico, ma questa è la natura umana. Volete reclamare? Bè, l’Ufficio “Soddisfatti o rimborsati” è chiuso e comunque, al massimo, vi cambiano la “fatidica” mela con una pera…Però acerba! ).

L’astuzia psicologica richiama un po’ la frase consolatoria pronunciata da Igor nel film “Frankenstein Junior” là dove il nostro eroe, immerso fino alle ossa nel fango di una buca in un cimitero, per rincuorarsi dice: “Potrebbe andare peggio. Potrebbe piovere!” …(e naturalmente si scatena il diluvio universale).

Pare infatti che il pensare che esiste qualcosa di peggio di quello che ci stà accadendo o qualcuno più malmesso di noi, sia un vero toccasana…

Così, tornando alla scalinata e per fare solo qualche esempio didattico, un uomo triste si sentirà meglio considerando la condizione del suo simile senza un soldo in tasca, che sorriderà di sollievo perché non è un extracomunitario libico, che a sua volta ringrazierà Allah di non essere la donna malata che stà in piedi sul gradino sotto al suo, e via discorrendo allegramente, di amenità in amenità.

Ma che succede se in una grigia giornata di pioggia e vento provi ad immaginare il tuo posto sulla scala e realizzi di non volerti girare perché hai la sensazione di essere al pianterreno?