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RACCONTI
raccontino scritto qualche anno fa e ora rispolverato...
...e tutti a naso in sù scrutavano il cielo...
… aspettando chissà quale evento. Correva l’anno 2012, e da almeno cinque anni avevano iniziato a parlarne. Dapprima ne avevano fatto cenno solo i programmi televisivi che si occupavano di misteri e di fatti irrazionali ma poi il mistero si era progressivamente trasformato in una certezza, e ora non si riusciva più a parlare d’altro. L’avevano previsto soggetti con poteri paranormali, l’avevano avvertito altri che, a causa di qualche incidente, avevano acquisito un particolare sesto senso. Ma nessuno sapeva di cosa si trattasse: l’unica cosa di cui si era certi era che sarebbe stata una rivoluzione di dimensioni cosmiche; forse è per questo che, da un sondaggio, risultava che l’80% delle persone erano convinte che creature extraterrestri sarebbero presto approdate sulla terra. E così, i più intraprendenti e coraggiosi si prepararono a dialogare con loro, mentre correva voce che il governo degli Stati Uniti si stesse attrezzando per affrontare con armi efficaci l’arrivo degli invasori.
Ma fu così che il 2012 arrivò, passarono i giorni, e non si verificò alcun evento straordinario. O meglio: qualcosa di eccezionale avvenne, ma fu qualcosa di lento e progressivo, come un’onda che a poco a poco travolgeva le coscienze, inondandole. Una rivoluzione che, come un’acqua nuova che sgorgava dal profondo dell’anima di ogni persona, veniva a galla con una spinta irrefrenabile, e che poi si propagava all’esterno.
Come nodi di un’enorme rete migliaia e migliaia di bloggers comunicavano tra loro, sentendosi parte di un unico organismo, e i loro messaggi esprimevano amore gratuito verso gli altri, amore per la vita e per l’umanità intera. Ognuno si sentiva cuore pulsante nel mondo, parte dell’ambiente naturale, e in esso si sentiva perfettamente fuso ed integrato.”
Così Nonna Stella, nickname “sciadiluce”, raccontava spesso alla sua nipotina come l’umanità nel 2012 approdò ad una nuova e rivoluzionaria consapevolezza.
Elisabetta Neri
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Post n°387 pubblicato il 20 Aprile 2014 da ciaobettina
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Post n°386 pubblicato il 15 Aprile 2014 da ciaobettina
Era da tempo che cercavo di fotografare l'arcobaleno che vedevo formarsi attraverso l'acquario, e una mattina, con l'intensa luce che, filtrando dalla finestra, colpiva il vetro obliquamente attraversando la massa d'acqua, la magia si è realizzata. Fin da piccola mi sono chiesta come potesse materializzarsi questo piccolo miracolo e più avanti ho scoperto che, il raggio di luce bianca, attraversando un corpo trasparente, può subire due volte il fenomeno della rifrazione scomponendosi nel magnifico ventaglio di colori dell'arcobaleno. Da bambina osservavo i bordi smussati del vetro di uno spesso specchio di mia nonna cercando l'angolazione giusta per captare il magnifico insieme di colori; ma anche i colori dei cd mi hanno sempre affascinata. E che dire dell'arcobaleno? Ne ho visti di magnifici, come questo fotografato nelle Marche, sul lungomare di Senigallia... in questo caso sono le goccioline che rimangono in sospensione nell'aria a scomporre la luce del sole nei colori dell'iride. Ho sempre preferito i colori dell'iride a tutti gli altri, a quelli con l'aggiunta di bianco (come i colori pastello) o con l'aggiunta di nero (come blu scuro, marrone e verde scuro), perchè suggeriscono luce e vitalità, migliorando l'umore. Il loro accostamento nel giusto ordine esprime armonia, e forse è per questo che da sempre l'arcobaleno è considerato simbolo di pace e di serenità. I colori dell'iride sono tutti presenti in natura; ecco una carrellata di fiori che li rappresenta in tutta la loro vivacità. |
Post n°385 pubblicato il 23 Marzo 2014 da ciaobettina
Mi hanno sempre affascinato i colori che illuminano la notte; ....o in abbaglianti arcobaleni. |
Post n°384 pubblicato il 21 Marzo 2014 da ciaobettina
Cosa scrivere che non sia banale sulla primavera? Eppure l'aria di questi giorni non mi lascia indifferente e non ho resistito alla tentazione di scattare qualche foto. Quando arrivano le prime giornate limpide è tutto un susseguirsi di fioriture: nella sinfonia di colori primaverile è il giallo luminoso della forsizia ad aprire le danze, che si staglia sull'azzurro intenso del cielo nelle giornate limpide. Tra le prime fioriture, le magnolie aggiungono alla ricca tavolozza dei colori primaverili tutte le sfumature del bianco e del rosa. Sulle siepi di photinie spuntano nuove foglie rosse che spiccano nel verde del fogliame anche le lucertole si sono svegliate e cercano di assorbire tutto il calore che questo primo tenero sole può loro regalare. Stanno immobili sui muri, come incalliti amanti della tintarella distesi sulla spiaggia, fino a quando... ... con uno scatto fulmineo si rifugiano nella crepa di un muro sotto lo sguardo attento di un micio. Sul mio bacone i gerani, scampati al gelo dell'inverno e non ancora fioriti, si sono vestiti di foglie verdi. Buona primavera a tutti! |
Qualche giorno fa ho sentito al telegiornale la notizia dell'addetta alle pulizie che a Bari ha scambiato per spazzatura alcune cosiddette "opere d'arte" del valore di migliaia di euro. Ma questa signora, non so com'è, mi ha fatto subito simpatia, forse perchè in un certo senso rappresenta la stragrande maggioranza della gente. E, dato che avevo appena finito di leggere il libro "100 cose che non sai sulla tua mente", di Suendra Verma, Mi sono venute in mente le 5 distorsioni cognitive di cui si parla nel testo, teorizzate da Michael Shermer.
Se queste "distorsioni" di un comportamento che invece sarebbe per noi più naturale ci impediscono e ci hanno impedito in passato di aprire gli occhi di fronte alle innovazioni scientifiche, a maggior ragione possono indurci ad avere un comportamento non troppo razionale di fronte a qualcosa di soggettivo come la valutazione di un'opera d'arte, che non può essere analizzata sulla base di parametri fissi e scientificamente dimostrabili. Perciò a mio parere, quando alcune persone legate al mondo dell'arte si trovano dinnanzi ad un'opera che l'innato buonsenso dell'uomo non riesce a riconoscere come tale, si trovano costrette (più o meno inconsciamente) a:
Come ho già avuto modo di esprimere nel post "arte astratta... secondo me", il perseverare in questa "distorsione", a mio parere conduce dritti dritti a considerare un capolavoro anche questo...
Il fatto è che c'è arte che può diventare spazzatura (anche perchè forse in effetti lo è già) e spazzatura che diventa arte, e quest'ultima ha invece, secondo me, un alto valore. Un'opera che nasce da materiali "di scarto" porta infatti con sè alcuni messaggi importanti:
Questo utilizzo di tutto ciò che viene comunemente considerato di scarso valore mi fa pensare a ciò che avveniva nel Medioevo: materiali comuni come la pietra, il legno o il mattone venivano plasmati da artisti e da abili artigiani per trasformarsi in quei gioielli architettonici e scultorei che sono tante chiese romaniche. |
Qualche giorno fa, su facebook, mi sono imbattuta in questo ritaglio di giornale. Non sono riuscita a verificare se quelle di questo tafiletto pescato in rete siano effettivamente parole di Madre Teresa, ma comunque mi trovo d'accordo con ciò che vi è scritto. E c'è altro da imparare dai nostri animaletti domestici. Per esempio, una cosa che mi piace dei gatti è che non è necessario rinchiuderli in casa per averli accanto; sono esseri liberi, che però tornano sempre dalle persone alle quali sono affezionati. E il miglior modo per instaurare un buon rapporto con loro consiste proprio nel lasciare loro la massima libertà. Possono stare via per giorni, raggiungendo anche luoghi molto lontani, ma il loro senso dell'orientamento e l'affetto per il loro padrone li riconducono sempre a casa. Questo tipo di legame libero dovrebbe insegnarci qualcosa sul rapporto genitore-figlio, uomo-donna e sull'amicizia: non ti costringo a stare vicino a me, mi auguro che tu possa starmi vicino perchè ti fa piacere. Mio figlio non è il "mio" bambino che non faccio crescere perchè questo comporterebbe un distacco da me, la mia compagna o il mio compagno di vita non sono una "mia" proprietà, l'amico o l'amica sono liberi di vivere la loro vita senza che io la condizioni. Per concludere, qualche pensiero meno profondo: i gatti sono bellissimi da osservare, perchè riescono ad essere eleganti e buffissimi nello stesso tempo. Avete presente gli occhioni di un micio che punta il suo gioco preferito? O i gatti che, giocando, si nascondono lasciando in bella vista la coda e il sederone, convinti di essere perfettamente invisibili?
A volte mi diverto a provocare la mia gatta per vederla così, con la gobba e le orecchie all'indietro; ma lei sa che giochiamo, perchè appena afferra la mia mano, dopo aver sferrato un morsettino, subito si pente e inizia a leccarmi. E anche quando è così, quando "fa la gattiva", è capace di fare le fusa. Sì, le fusa, questa vibrazione rilassante che ti fa dimenticare qualsiasi arrabbiatura.
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Era una limpida giornata d'Agosto e il sole, già di prima mattina, inondava orgogliosamente la terra con i suoi potenti e luminosi raggi portatori di vita. poi si spostò lentamente ad ovest, sovrastando i verdi pascoli di montagna. Fu lì che incontrò due ruscelli che, nati dal vicino ghiacciaio, ora attraversavano spensierati boschi di conifere ed immesi prati; procedevano parallelamente, uno a fianco all'altro, e, dopo aver superato una discesa, formavano sul terreno pianeggiante che seguiva due piccoli laghetti. Quello situato più a nord, spavaldo, coraggioso e sicuro di sè, superava il dislivello buttandosi da una parete di roccia perpendicolare al terreno, formando così una spumeggiante cascata: con il suo gorgoglìo e quella nuvola d'acqua bianchissima era uno vero spettacolo! Il ruscello più a sud, invece, timido e pauroso, preferiva percorrere il pendìo su un comodo e soffice terreno in lieve pendenza, all'ombra di un fitto bosco di larici e di abeti, per poi giungere alla zona pianeggiante con la superficie completamente ricoperta da foglioline aghiformi, pigne, piccoli rametti e pezzi di corteccia. Il suo aspetto non era di certo attraente, ma era molto amato da tutte le creature che vivevano grazie ad esso. notò che esse permettevano ai suoi raggi di creare splendidi arabeschi di luce che danzavano con grazia sulla superficie candida del fondale. Il sole s'inorgoglì tutto, e fu grato al piccolo fiume per aver reso un simile omaggio ai suoi potenti raggi. Spostando poi il suo sguardo verso la parete rocciosa i suoi occhi si riempirono di ammaliato stupore: la briosa cascata dava vita ad una miriade di piccole perle che, sospese nell'aria, trasformavano la luce dei suoi raggi in un'appariscente arcobaleno. Guardando invece un po' più a sud, scorse il piccolo stagno maleodorante, nato dal corso d'acqua che timidamente si era nascosto sotto le chiome degli imponenti alberi perchè si sentiva in soggezione dei confronti di quel sole così alto e splendente. così si rivolse al fiume più a nord con sguardo benevolo e disse: " Tu, o fiume a nord, che mostri immediatamente la tua limpidezza ai miei occhi, meriti un destino glorioso; perciò ti chiamerai Magno e sarai citato su ogni testo. Il tuo nome verrà inciso nella roccia e verrà ricordato nei secoli a venire; attraverserai una grande città, degna della tua magnificenza e del tuo coraggio, e ogni turista si farà immortalare di fronte al tuo imponente corso." Rivolgendosi al fiume di Sud, invece, disse: "Tu invece t'insinuerai tra le rocce e proseguirai il tuo percorso sotto terra; io so che ciò è giusto per te, perchè sotto le rocce sarai protetto da questo mondo che ti spaventa". Ma, pronunciando queste parole, il potente astro voleva solo celare al mondo l'impertinente corso d'acqua che non esaltava la luce dei suoi raggi. Proseguendo il suo cammino verso Ovest il sole, nel pomeriggio, giunse in pianura. Lì distinse nitidamente il fiume Magno, che placido ed imponente proseguiva il suo cammino, affiancato da lussuosi palazzi rivestiti di marmo e sovrastato da imponenti ponti di pietra; tutt'intorno c'era un brulicare di gente, auto in coda ai semafori e mezzi di ogni genere che sfrecciavano fragorosamente; si udiva il frastuono dei clacson e della gente che conversava. Ma tutti erano lassù, e si tenevano a debita distanza dal fiume Magno, che faceva da scenografia alla città, ma che risultava essere uno dei corsi d'acqua più inquinati del paese: prima di giungere in città, infatti, numerose fabbriche vomitavano senza sosta nel suo corso una grande varietà di liquami velenosi, mentre giunto nel grande centro abitato i condotti fognari riversavano nelle sue acque ogni rifiuto di quel mondo che un tempo gli era sembrato così attraente. Elisabetta
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Post n°379 pubblicato il 30 Agosto 2013 da ciaobettina
La voglia di conoscere e di riempirsi gli occhi di nuove luci e paesaggi ricchi di fascino non può avvertire crisi: basta sapersi adattare, con la convinzione che nulla può fermarci. Come lo scorso anno, ho trascorso alcuni giorni pedalando e gustandomi percorsi inusuali; stavolta il percorso si è snodato intorno al lago di Costanza; nonostante sia stato molto più breve di quello dello scorso anno (112 Km, in blu nella mappa), ho comunque potuto conoscere gli straordinari paesaggi di tutta la parte nord-ovest del lago. Altre splendide mete sono state raggiunte in auto, (sulla mappa indicate con il pallino rosso) come Stein am Rhein, le Cascate del Reno a Sciaffusa, Trento e Bolzano. Non racconterò l'intero viaggio in questo post, ma vorrei parlare di ciò che mi ha affascinato maggiormente. La cittadina svizzera di Stein am Rhein, ad esempio, è un vero gioiello di architettura: le sue case a graticcio (o a traliccio)
e le numerose facciate dipinte rendono il suo centro storico un luogo di eccezionale bellezza. Senza contare che qui, anche la casa più anonima, è sempre curatissima e ravvivata da vasi di fiori coloratissimi ai balconi e alle finestre.
(Per vedere altre immagini di Stein am Rhein clicca qui) Le case a traliccio sono tipiche dell'area germanica, ma sono diffuse anche in Svizzera e in alcune zone della Francia; ricordo, molti anni fa, di essere rimasta colpita dalle magnifiche case a traliccio dell'Alsazia, in particolare da quelle di Riquewihr, che a differenza di quelle viste nel corso di questo viaggio erano coloratissime.
Ciò che mi affascina è anche come la sttruttura portante diventi un elemento piacevolmente decorativo, come questo modello si sia stato diversamente interpretato nei secoli, e come si sia adattato a luoghi ed ambienti diversi; gli spazi fra le travi infatti, talvolta sono riempiti con pietre, altre volte con ciottoli e pezzi di laterizi, e ho letto che in campagna si usava addirittura un impasto che poteva comprendere anche paglia o pelo di animale. Tra una trave e l'altra le parti chiare intonacate formano irregolari rilievi, che sembrano quasi fatti.. di zucchero o di glassa! Caratteristiche di molte città visitate sono anche le finestre a sporto, o erker, meglio conosciute come bow windows.
Un'altro aspetto tipico dell'architettura di questa zona è la facciata che termina a "gradoni" sui due lati inclinati.
Anche Costanza è ricca di elementi architettonici e decorativi veramente interessanti, comuni alla cittadina appena descritta e ad altre località visitate, come ad esempio la torre con l'orologio posta all'ingresso della città vecchia (quella di Stein am Rhein è visibile nella prima foto del post) che a Costanza è la Shnetztor (foto sotto).
In cima alla Shnetztor si staglia sul cielo la sagoma bidimensionale e traforata di un originalissimo segnavento, un guerriero stilizzato che sembra essere uscito da un cartone animato.
(Per vedere altre immagini di Costanza clicca qui) Oltre ai segnavento, innumerevoli "sculture metalliche" decorano le vie dei centri storici, come le elaborate insegne di negozi ed alberghi...
...o i terminali delle gronde che assomigliano alle mostruose creature di un bestiario medievale.
Spesso, nel corso di questo viaggio, ho pedalato accanto ai frutteti, in particolare meleti (sulla sponda svizzera) e vigneti a perdita d'occhio (sulla sponda tedesca).
(per vedere le foto del percorso tra Uberlingen ed Immenstadt clicca qui)
Le sponde del lago di Costanza sono sempre curatissime, con tappeti erbosi perfetti e piene di aiuole fiorite. Numerose sono anche le fontane e gli straordinari giochi d'acqua (nelle due foto sotto, il parco di Fredrichshafen) Il parco dell'Isola di Mainau possiede addirittura enormi sculture di fiori.
I campeggi della zona sono anch'essi magnificamente tenuti, in particolare stupisce come addirittura i gabbiotti delle roulotte siano abbelliti da una gran quantità di fiore alle finestre. Non poteva mancare un "rinfrescante" passaggio con la barchetta sotto le cascate del Reno a Sciaffusa (foto sotto), dove anche il campeggio era spettacolare. Tornando poi verso l'Italia ho soggiornato ad Inzing, a Trento e a Bolzano. Delle due città italiane visitate, la più interessante è stata sicuramnte Trento, con la sua cattedrale tardo-romanica e la bella piazza sulla quale si affaccia il Palazzo Pretorio. (per vedere altre foto di Trento clicca qui) Ricordo non trascurabile della vacanza di quest'anno sono anche le pittoresche (e squisite!) torte a più strati, un prezioso rifornimento di energia per i cicloturisti! (mi scuso per la grafica, ma nel cambiare il carattere il post mi fa capricci...) |
In attesa del grande giro in bici estivo... ...ecco alcune foto scattate tra Aprile e Giugno durante alcune passeggiate più brevi, Abbiategrasso - Morimondo - Bereguardo Bernate Ticino - Diga del Panperduto a Somma Lombardo |
Ci sono attvità umane che, secondo una diffusa mentalità che esalta l'efficienza e la produttività, vengono considerate inutili; si tratta delle espressioni artstiche. Coloro che la pensano in questo modo dovrebbero però chiedersi perchè tali attività siano state praticate in ogni epoca e per quale motivo esse siano antiche quanto l'uomo. |
Penso che mai nome fu più azzeccato di questo per un blog che in qualche modo possa rendere visibile la mia necessità di esprimermi. Mi è stato detto: "il tuo blog è un minestrone, dovresti focalizzarti su qualcosa di specifico"... ma io mi trovo davvero a mio agio in questo minestrone. Perchè scegliere una via troppo definita che non lasci spazio a cambiamenti imprevedibili? Non siamo sempre uguali, il tempo passa, e, come acqua che scorre e muta, anche noi cambiamo. Ci sono infatti post del mio blog che oggi magari non scriverei, o parti che ho cambiato o rimosso... ma è il flusso della vita, guai se rimanessimo sempre gli stessi: vorrebbe dire smettere di crescere. Sarebbe molto triste dire: "ormai, arrivato a questa età, non vale la pena provare qualcosa di nuovo", significherebbe essere defunti prima del tempo, perchè la vita è continua evoluzione e senza evoluzione non c'è vita. Invece fino all'ultimo istante è bene, secondo me, cercare di scorgere quella scintilla che ti dia il gusto di vivere, cercare il "bello" che c'è noi, promuovere tutto ciò ci che arricchisca interiormente, senza affondare passivamente nel clima di pessimismo e sfiducia generale che, soprattutto in questo periodo, ci circonda. Detto questo, credo che l'interesse e la passione per qualcosa di nuovo si possano gustare anche di più se scoperti quando non si è più proprio giovanissimi... la vita così non appare semplicemente come una discesa, ma come qualcosa in continuo fermento che può riservare piacevoli sorprese dall'inizio alla fine. LE VOCI DI LISA Lisa aveva trascorso la sua vita ad inseguire una luce, un colore, una forma, un'espressione e, come un cacciatore di farfalle, con i suoi occhi cercava di afferrare le fuggevoli atmosfere che le riempivano il cuore; le serbava dentro di sè fino a quando una qualsiasi superficie candida non accoglieva amorevolmente la traccia della sua matita. Ma se il suoi occhi un giorno non avessero più potuto fotografare con tanta cura la sua entusiasmante realtà? E se non le avessero permesso di riprodurre così fedelmente le sue emozioni? E se la memoria non le fosse venuta in aiuto per ricordare nitidamente ogni particolare? Cosa ne sarebbe stato di lei, della sua necessità impellente di esprimersi e del suo bisogno di fissare indelebilmente tutto ciò che per sua natura è transitorio? |
Post n°372 pubblicato il 29 Settembre 2012 da ciaobettina
Spostarsi pedalando, conquistare lo spazio esclusivamente grazie al lavoro dei propri muscoli, ha un che di affascinante: dà una sensazione di grande autonomia. Poter visitare ambienti nuovi ed affascinanti senza dover spendere denaro per il carburante o per il biglietto di un mezzo pubblico, infonde la convinzione che l'uomo basti a se stesso, e che dipendere continuamente da un mezzo a motore non sia un autentica nostro esigenza, ma un bisogno che ci siamo creati e del quale possiamo anche fare a meno. Viaggiare in bici dà inoltre il gusto di esplorare percorsi nuovi ed inusuali, spesso immersi nella natura; e anche quando i percorsi sono gli stessi che si seguirebbero con altri mezzi, si notano aspetti del paesaggio che quando si è chiusi in un auto generalmente non si colgono. Quello che anima il cicloturista è un gusto per l'avventura e per la scoperta, forse simile a quello provato in passato quando a cavallo si varcavano spazi inesplorati per dirigersi da una città all'altra. Un'altro elemento piacevole dei viaggi in bicicletta è la vita all'aria aperta: l'uomo è fatto per vivere sotto il cielo ma oggi, in un modo o nell'altro, ci troviamo sempre chiusi in un "involucro", sia da fermi (a casa, in un ufficio, a scuola...) che in movimento. Un simile stile di vita influisce positivamente sull'umore oltre che sul benessere fisico, sulla salute; la sonnolenza e il senso di spossatezza che si provano quando si conduce una vita sedentaria non colgono chi conduce una vita così attiva. Pedalando per ore, magari seguendo il placido corso di un fiume dal bacino ampio come il Danubio, qualcuno pensa, e segue il flusso dei pensieri concatenati che si si affacciano alla mente uno dopo l'altro seguendo un ordine solo apparentemente casuale; per me invece quest'estate le pedalate erano una sorta di momento di "meditazione", un momento in cui svuotavo la mente da tutto per immergermi nel paesaggio, ben cosciente del mio corpo, delle mie forze e delle mie sensazioni. Il senso di autonomia di cui parlavo all'inizio è ancora più completo qualora si scelga di dormire in tenda. E' bello dormire sdraiati sul suolo e ascoltare il ticchettio della pioggia prima di addormentarsi. Bastano quindi una tenda e una vecchia bici: si scopre così che si può vivere con poco, e quando si torna a casa ci si rende conto che molto di ciò che ci circonda è superfluo per il nostro benessere. Sulle piste ciclabili ho incrociato molte persone piuttosto anziane che mi hanno sorpassato con grinta ed energia; spero di mantenermi anch'io come loro in futuro. Si trattava di gente poco preoccupata delle apparenze (niente capelli tinti, lifting o abbronzatuurre artificiali) e più concentrata sulla "sostanza" del benessere; con un aspetto sano, una pelle dorata dal sole, muscoli tonici, felice di passeggiare all'aria aperta con i familiari o con gli amici; e vedendo presso Linz due coppie di anziani che vogavano energicamente all'unisono, scivolando sull'acqua del Danubio a bordo di un Kajak, ho provato un senso di benessere e di speranza verso il futuro.
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Post n°371 pubblicato il 16 Settembre 2012 da ciaobettina
Ho girato per un giorno a Vienna a naso in sù, ammirando l'architettura fascinosa ed elegante che la caratterizza; in questa città le diverse epoche storiche hanno partorito gioielli nei quali prevalgono linee curve e dinamismo, talvolta colori brillanti, superfici lucide e smaltate, superfici riflettenti oro e argento. L'imponente Cattedrale di Santo Stefano si differenzia dagli altri edifici Gotici d'Europa per la sua copertura a ripidi spioventi completamente decorata con maioliche coloratissime, che come piccole tessere di un mosaico formano un elegante motivo geometrico simile ad un ricamo su tessuto. Entrando colpiscono i colori di ciò che resta delle antiche vetrate, tinte rese intense e vibranti poichè attraversate dalla luce. Sprigionano invece una sensazione di forza, slancio e dinamismo le nervature dei possenti pilastri a fascio, che proseguono armonicamente nei costoloni delle volte, creando eleganti intrecci. Dal '700, spostandosi avanti nel tempo per arrivare fino alla fine del secolo successivo, la linea sinuosa e scintillante tocca l'opera di Eduard Veith, autore di uno splendido mosaico che raffigura i cinque continenti realizzato sulla facciata di una casa situata al numero sedici della Karntnerstrasse. Anche se nessuno si ferma a guardarlo, io ne sono rimasta affascinata e l'ho fotografato; mi ha colpita l'eleganza delle figure e dei motivi decorativi dorati e l'atmosfera orientaleggiante che riesce a comunicare. Elaborati motivi floreali color oro caratterizzano anche la famosissima fermata della metropolitana di Karlsplatz, opera di Otto Wagner, risalenti allo stesso periodo dei mosaici di Veith. L'organismo progettato da Otto Wagner è però più innovativo: lo scheletro metallico a vista di colore verde è abbinato a candide e liscie superfici in marmo. Le superfici che delimitano il Palazzo della Secessione sembrano essere state concepite come fogli bianchi destinati ad accogliere decori ispirati a fiori e foglie dalla linea elegante e sinuosa. Non si tratta più di elementi costituiti da una superficie curva in rilievo, ma da disegni piatti. Ciò fa sì che il candido volume essenziale della costruzione non si appesantisca nonostante l'elaborata decorazione. Il Palazzo della Secessione ospita lo splendido Fregio di Beethoven, di Klimt; non mi è stato possibile fotografarlo; inserisco qui la foto della copia di una sua parte, eseguita da un artista contemporaneo allo scopo di ripercorrrere le stesse tappe percorse da Klimt durante la realizzazione dell'opera; la finalità di questo lavoro era la conoscenza e la sperimentazione delle tecniche utilizzate del famoso artista per realizzare il fregio. Il Fregio di Beethoven è un'opera moderna ancora oggi, che per lo stile innovativo potrebbe essere stata concepita da un artista contemporaneo; le sue figure femminili sono sempre affascinanti e guardando l'opera dal vero mi ha emozionato scorgere la traccia sicura del disegno, ancora perfettamente visibile; infatti queste figure non hanno la pelle pesantemente colorata; il loro incarnato è costituito dal colore dell'intonaco che fa da base al dipinto, ravvivato solo da pochissime sfumature di colore. Di Klimt mi piace anche il realismo dei corpi e dei volti sapientemente accostato all'astrazione e alla bidimensionalità degli abiti, degli sfondi e degli altri elementi decoratici che attorniano i personaggi. L'uso dell'oro, di elementi in rilievo, di oggetti applicati (ad esempio gli occhi del mostro sono dischi di madreperla) trasformano i lavori di Klimt in un punto d'incontro tra l'opera pittorica, il bassorilievo e il mosaico. Il gufo che incombe e che sembra osservare i passanti dall'alto in basso, ricorda i gufi di Koloman Moser che decorano uno dei prospetti del Palazzo della Secessione (foto sotto). Di Vienna mi hanno attratto anche diversi elementi architettonici (abbaini, finestre e balconi...) delle molte case private ben curate e ricche di eleganti decorazioni. Nelle case della capitale austriaca ho anche notato anche un "armonico contrasto" tra antico e moderno. La logica conclusione della linea sinuosa, elegante, colorata e scintillante non può che coincidere con l'opera fantasiosa di Hundertwasser. Guardando la Casa di Hundertwasser sono però rimasta un po' delusa: nel '91 (anno della mia precedente visita) questo movimentatissimo organismo scintillante e colorato aveva tinte omogenne molto vive perchè relativamente nuovo (era stato infatti costruito 6 anni prima), mentre ora l'ho trovato decisamente poco curato rispetto alla maggior parte delle case viennesi; ed è un vero peccato, perchè è qualcosa di unico; e pur essendo nato come complesso di case popolari, ora è meta di moltissimi turisti. Certo non sarebbe un'impresa da poco farlo tornare al primitivo splendore, per via della sua irregolarità, per la quantità di colori utilizzati e soprattutto per tutti gli inserti in mosaico che dovrebbero essere protetti durante un eventuale lavoro di ridipintura; richiederebbe tempo, pazienza e precisione (e quindi immagino una spesa rilevante); ma secondo me varrebbe comunque la pena di ridare vita a questo artricolato complesso così allegro e originale, apprezzato in tutto il mondo. Il secondo edificio di Hundertwasser che ho visitato è la Kunsthaus, che ospita un miuseo dedicato all'autore più mostre temporanee di altri artisti. In questo caso la facciata è rivestita di piastrelle bianche e nere disposte in modo ondeggiante e irregolare, mentre i serramenti sono colorati. Naturalmente si possono notare anche e lucide colonne coloratissime (nella foto qui sopra, all'ingresso) che sono una costante nelle opere di Hundertwasser. |
Post n°370 pubblicato il 06 Giugno 2012 da ciaobettina
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Post n°369 pubblicato il 26 Aprile 2012 da ciaobettina
Dalla mia tana Plano faticosamente placido Mite spirito libero E quando il cielo guardo le stelle
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Post n°368 pubblicato il 04 Aprile 2012 da ciaobettina
Domenica delle Palme trascorsa in montagna... questa è la Chiesa parrocchiale di Rhemes Saint Georges, semplice ed essenziale all'esterno, ricca di decorazioni di gusto barocco all'interno, il cui colore dominante è il blu, accostato all'oro.
ed ecco la singolare meridiana, posizionata sull'angolo della facciata. Durante la processione i bambini portano ramoscelli con la mela e le caramelle, secondo la tradizione valdostana. clicca clicca ed ecco la stessa chiesina in versione estiva: |
Post n°367 pubblicato il 04 Aprile 2012 da ciaobettina
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Post n°366 pubblicato il 04 Marzo 2012 da ciaobettina
Giorni fa ho trovato questo post su fb con l'invito a condividere... generalmente mi danno un po' sui nervi quelli che fanno il giochino di farti sentire "obbligata" a condividere qualcosa cercando di farti sentire una specie di "verme" insensibile e senza cuore se non condividi ("la maggior parte della gente non condividerà"). Poi però ho letto tutti i numerosissimi commenti, molti non buttati lì tanto per farsi vedere, ma pieni di sofferenza vissuta, e così l'ho condiviso. Cosa può aiutare ad individuare lo spiraglio di luce nei momenti bui? Purtroppo non esiste una ricetta preconfezionata, però voglio comunque dare qualche spunto che spero possa essere d'aiuto... non è detto che ciò che scrivo sia condivisibile da tutti, del resto ognuno ha il suo tipo di problema e ognuno deve elaborare la propria soluzione... ma se qualcuno vuole proporre un cambiamento o aggiungere qualcosa all'elenco ben venga.
Concludo con un altro post trovato su fb che sprona a superare i mille problemi che ci creiamo e che ci impediscono di esprimere pienamente ciò che proviamo facendoci soffrire inutilmente... ...e con alcune semplici frasi tratte dal cartone animato "Kung Fu Panda" che possono aiutare a riflettere:
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Post n°365 pubblicato il 01 Marzo 2012 da ciaobettina
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Post n°362 pubblicato il 19 Febbraio 2012 da ciaobettina
Sì, davvero, non potevo crederci... al pc con la mia musa ispiratrice |
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INFINITAMENTE PICCOLO...E INFINITAMENTE GRANDE
nelle mie foto mi piace porre l'attenzione sull'infinitamente piccolo, posare il mio sguardo sul particolare di un fiore, di un insetto, per scoprire colori vivi, metallizzati o iridescenti, o le strane "facce degli insetti" che sembrano volti di esseri venuti da un altro pianeta...
...un mondo di particolari invisibili ad occhio nudo. ...nessuna voce se non quella dell'onda che si infrange sui ciottoli... niente delimita lo spazio aperto, il mobile specchio d'acqua si estende raggiungendo distanze inimmaginabili... verso l'orizzonte, dove una linea turchese lambisce l'azzurro intenso del cielo...
mi piace catturare nelle mie foto l'idea d'infinito...
Nel 2004 ho partecipato al Festival del Trompe l'Oeil a Lodi.
ecco alcuni miei lavori realizzati su pareti (esterne e interne), su soffitti o su tavola:
Per vedere tutte le opere in concorso, clicca QUI
nelle foto sotto:
il lavoro realizzato durante il
Trompe l'oeil Festival
ILLUSTRAZIONI
e
DECORAZIONI
Una decorazione che mi ha dato grande soddisfazione... lo splendido viso di Audrey Hepburn dipinto sulle grosse ante di una cabina armadio. Per saperne di più cerca il
post 272, tag "trompe l'oeil e decorazione"
oppure clicca QUI
Annunciazione di Beato Angelico
(post n. 312 del 1 ottobre)
reinterpretata in dimensioni maxi;
per visualizzare le immagini delle varie fasi del lavoro e i diversi particolari del dipinto
clicca su questo link:
http://www.facebook.com/album.php?aid=2038687&id=1576781235&l=ed9f7ab794
prima di passare alle misure extra-large dei trompe l'oeil, ho realizzato illustrazioni per studi di grafica ed agenzie pubblicitarie. Per il pagliaccio qui sopra ho utilizzato la più semplice delle tecniche: il pennarello.
Qui sotto invece ecco dei coloratissimi pesci
(clicca sull'immagine per ingrandirla)
usati come illustrazione per un manifesto pubblicitario e per un pieghevole; sono realizzati con colori ecoline.
Più in basso, due figure femminili disegnate all'inizio degli anni '90.
COLLABORAZIONI
clicca sulle immagini per ingrandirle
Sopra, alcuni miei lavori realizzati in ambienti ristrutturati o arredati dall'arch. GABRIELLA RIMOLDI di Cislago;
Sotto, i miei disegni realizzati per visualizzare alcuni progetti dello STUDIO MONACI di Legnano.
IO...COME MI VEDO E COME MI VEDONO!
questa sono io a sedici anni... secca e dentona.
(disegno di Ugo D'Orazio)
"autocaricatura" del 1995
il mio occhio ad aerografo in un dipinto di
E. Colombo
una caricatura che mi è stata fatta "al volo" durante un matrimonio
la mia ombra
vista con occhi di bimbo
all'opera!
nel 1994, durante la realizzazione
del mio primo trompe l'oeil; sotto, il dipinto pubblicato su "99 idee casa" (post n.1)
nel 2003, durante la realizzazione di una meridiana a Gorla Minore
(post n.47)
nel 2003, durante la decorazione di un'edicola presso Saronno
(in fondo al blog, l'articolo ingrandito)
(post n.54)
nel 2007, durante la realizzazione di un trompe l'oeil per interni
(post n.57)
inverno 2010
Luglio 2010
davanti alla mia
Annunciazione
Settembre 2011,
con i miei pioppi
Inviato da: ciaobettina
il 17/01/2021 alle 17:30
Inviato da: A.Cavallera
il 30/12/2020 alle 23:37
Inviato da: ciaobettina
il 13/08/2020 alle 12:20
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il 31/05/2020 alle 10:24
Inviato da: cassetta2
il 29/04/2020 alle 19:54