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I' te vurria vasà

Post n°23 pubblicato il 12 Settembre 2017 da Paintedonmyheart


Una serata come un'altra, trascorsa in maniera diversa, però, perché insieme a tutta la mia famiglia, quella di ragazza, che è ormai così raro da vivere unita come una volta.

E capita che in quella casa, che mi ha visto crescere, ci sia ancora una chitarra, e che il fratellone, da sempre con la musica nel sangue, abbia ancora voglia di abbracciarla, accordarla ed intonare le canzoni che ama da sempre.

E capita ancora, così, di ritrovarci a cantare tutti quanti insieme, grandi e piccini, e di fare un tuffo nel passato, quando ragazzi trascorrevamo ore a suonare, lui la chitarra ed io il pianoforte, proprio in quello stesso salotto, oggi un po' più ordinato di come lo riducevamo noi quattro fratelli dopo che ci eravamo passati con i nostri rispettivi amici.

La voce tenorile di mio fratello è un po' meno potente e a tratti anche un po' roca per le troppe sigarette consumate nel corso degli anni, ma è sempre bella e profonda. Avrebbe meritato ben altro successo, per quanto fosse bravo a cantare e a comporre, ma la Vita ha avuto per lui altri progetti.

Sotto al suo tocco le corde cominciano a vibrare ed il suono a riempire la stanza.

E' prima il turno dei Beatles, di cui mio fratello conserva ancora tutta la discografia (sì, quella in vinile, che oggi farebbe la gioia di qualche collezionista) poi arriva quello degli Eagles, e qui le mie figlie si meravigliano della bellezza di alcune loro canzoni e del perché non le conoscessero.

Poi il suono cambia: armonie a me care perché appartenenti alla mia cultura e, per forza di cose, poco alla loro, cresciute lontane dalla città in cui sono comunque nate.

E capita che al solo intonare le prime strofe di una canzone tra le più belle appartenenti al repertorio classico napoletano, "I' te vurria vasà", regni all'improvviso un silenzio commosso, tanto ci si senta toccati dalla bellezza delle sue note e dei suoi versi.

E' una canzone d'amore, forse tra le più belle che siano mai state scritte, in cui sin dalle prime note si sente tutto la struggente sofferenza di quello che era un amore contrastato, che non permetteva a chi l'ha composta  di vivere pienamente la donna che amava.

Ed è un momento rubato al tempo che sa d'infinito quello che descrive: un amante che guarda la sua amata dormirgli accanto, un amante che sa bene quanto sia prezioso quel momento e che sente tutto l'incanto di quegli attimi, così pieni di lei, della sua bocca color del corallo, del suo giovane corpo, dei suoi capelli neri racchiusi in delle trecce... Tutto è meraviglia e desiderio. Un incanto che anche un bacio potrebbe rompere, svegliandola e spezzando quella magia che la rende così profondamente sua.

Ed io me lo immagino quest'uomo. Immagino qualsiasi innamorato, uomo o donna che sia, vivere così intensamente un momento di tale rara bellezza e delicatezza: l’aria fresca del mattino, che entra dalle finestre profumata di malvarosa; il sole che sorge lentamente e dona speranza ad un amore che si teme non sia destinato a durare oltre quell’alba… Lo vedo essere grato al vento, anch'esso timoroso di disturbare, che passa e, delicato come una carezza, bacia i capelli (quel "ricciulillo 'nfronte") dell'ignara amata che dorme.

E sento tutto lo struggente desiderio di dormirle accanto e di riempirsi di lei, respirandone il respiro ("vicino ô sciato tujo") almeno per un'ora, un'ora soltanto, e l'emozione che si può provare nello stare così vicino a chi si ama, da sentirne il battito del cuore. Cuore che  "sbatte forte come le onde" tanto da chiedersi, con quella speranza mista a paura, per cui solo un cuore "malato" (d'amore) può tormentarsi, se sia perché sogni di lui o di un altro.

E poi ancora quel desiderio..."I' te vurria vasà"...che è come un grido, che ritorna accorato fino alla fine, quasi che l'egoismo di chi ama volesse venisse ascoltato. Ma l’amore è più forte, e il cuore non ce la fa a rompere quel sonno sereno ("ma 'o core nun mm''o ddice 'e te scetá"). "Sonno" che in napoletano si identifica con "sogno", perché entrambi si dicono  “suonno".

Ed allora ecco che questa canzone si veste ancora di un altro significato, perché è così che fa anche l’amore non corrisposto quando ama davvero: implode in silenzio, per paura di (dis)turbare chi, più di ogni altra cosa, si desidera continui a vivere serenamente il sogno, di cui si sa non si può essere parte.


(E adesso fatevi questo piccolo regalo: ascoltatela fino alla fine)


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Commenti al Post:
Estelle_k
Estelle_k il 13/09/17 alle 22:49 via WEB
C'è sempre...(sempre) una sorta di vena di melanconia sottopelle, sottile e dolce, nelle cantate popolari più belle della tua terra...( per me terra a metà).
Io la sento quando leggo, quando ascolto...Esistono anche brani di gioia e leggerezza pura, proiettano immagini colorate e piene di energia e di sole, eppure...Le vibrazioni si fanno più veraci e peculiari con le tonalità in minore. Ma rimane sempre una mia personale e soggettiva percezione...:). Grazie per il piccolo regalo tesoro, dolce notte..:)
 
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 15/09/17 alle 18:37 via WEB
È la doppia anima di Napoli ad essere presente nel repertorio delle sue canzoni, rappresentata anche dalla sua maschera, Pulcinella, che è un misto tra disincanto e "tragedia". Un esempio è la canzone "'O surdato 'nnammurato" che nacque come un grido di dolore di un soldato che combatte al fronte durante la Prima guerra mondiale e che soffre per la lontananza dalla donna di cui è innamorato, una canzone molto sommessa e accorata, quindi, e anche lenta come ritmo, per poi trasformarsi nella canzone da stadio che tutti conosciamo ( sarebbe quella che canta "Oje vita, oje vita mia...oje core 'e chistu core...si' stata 'o primmo ammore...e 'o primmo e ll'ùrdemo sarraje pe' me!"). Hai, quindi, colto benissimo, Estellina, come sempre. Bacio!:)
 
   
Estelle_k
Estelle_k il 16/09/17 alle 23:45 via WEB
" E' la doppia anima di Napoli...
bellissima questa cosa che hai scritto...E' un po' come me che gioco alla juaioncella, ma molto come te, Amica mia bella...^______^. Ti stringo:)
 
     
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 17/09/17 alle 10:25 via WEB
Quel tuo aspetto è bellissimo da vivere. Ho ancora la visione di te che balli fuori al mio terrazzino:))
 
je_est_un_autre
je_est_un_autre il 14/09/17 alle 12:23 via WEB
Fare scuola di teatro con compagni napoletani o appassionati di napoletanità ha significato per me incrociare I te vurrìa vasà molto presto, e più di una volta. Io fingevo fosse un supplizio, così replicavo con qualche canzone dei CCCP che li stendeva. Una di queste volte te ne faccio sentire una. Fino alla fine.
 
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 15/09/17 alle 18:38 via WEB
Ahahah...,Lo, hai seguito il mio consiglio di ascoltare "I' te vurria vasà" fino alla fine e adesso ti vuoi vendicare? Sono andata da sola ad ascoltare qualche pezzo dei CCCP, per cui ho già dato, grazie;)
 
EMMEGRACE
EMMEGRACE il 14/09/17 alle 19:02 via WEB
In effetti quella canzone che descrivi è una delle più amate della musica partenopea. Per chi comprende il testo dona sempre tanta emozione perché "emana" calore e amore. E il tuo post descrive tutto ciò. Ad esempio io ho ricordato mio padre che la cantava sempre (stile Mario Merdola, ops MEROLA! ahahahah) Brava, Paint! Ciao, Grace
 
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 15/09/17 alle 18:43 via WEB
Oh mamma, Grace, Mario Merola no!:) 'O zappatore non si scorderà della mamma, ma io mi vorrei scordare di lui:)) Si, in effetti, la comprensione del testo sarebbe più che mai importante per apprezzare questa canzone appieno ed è per questo che ho provato a descriverla per ciò che mi trasmette. Ne fece un'altra versione Erri De Luca, sai? La sua recitava "'I te vurria abbastà" e già questa piccola frase fa capire come la sensibilità di quest'uomo si sappia esprimere in maniera meravigliosamente poliedrica ( io lo adoro, si capisce?) Ti lascio il link, dove la canta con sua nipote Aurora, se hai tempo ascoltala, più che altro per il testo, bello come per me i suoi libri:

https://m.youtube.com/watch?v=xnFoK154d3I Ciao, Grace, grazie!:)

 
neimieipassi
neimieipassi il 15/09/17 alle 23:43 via WEB
Bello questo post, ancora prima di arrivare alla canzone se ne vive ogni nota e ogni parola :)
 
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 15/09/17 alle 23:54 via WEB
Grazie, passi:) Detto da una "signora delle parole" come te fa doppiamente piacere sentirselo dire:)
 
out4ever
out4ever il 17/09/17 alle 09:48 via WEB
Ho sempre pensato che si dovrebbe amare a fondo perduto, se corrisposti ovviamente è meglio. E poi al mattino presto i maschietti sono baldi *il solito tocco di spietata finezza*
 
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 17/09/17 alle 10:27 via WEB
Ricordo benissimo come la pensi, e mi trovo assolutamente d'accordo con te (anche con il tuo *solito tocco di spietata finezza*...che senza, poi, mica saresti tu...;)
 
Zero.elevato.a.Zero
Zero.elevato.a.Zero il 22/09/17 alle 12:49 via WEB
È così immediata e poetica questa immagine che ha fatto scuola, perché al volo mi vengono in mente almeno tre liriche successive che trattano di un amore trattenuto del sonno dell’amata.
In questo modo cantano i Pooh,
Celentano
e Bertoli che spesso dal cuore sale alle labbra...
cantano di quel velo apparente tra la veglia e il sogno ed il rispetto per questo attimo di bellezza che sa di eternità.
Sogni belli :)
 
 
Paintedonmyheart
Paintedonmyheart il 24/09/17 alle 11:06 via WEB
Tre bellissime canzoni, zero, grazie. Quella di Celentano la conoscevo, le altre due no e mi ha fatto piacere rimediarvi. A me è sempre piaciuto osservare dormire chi amo, vederlo così innocente e vulnerabile, e sentirlo per questo così profondamente mio. L'ho fatto spesso anche con le mie figlie quando erano piccole, attardandomi nel loro letto più che potevo, per godere di quegli occhi chiusi consegnati a me con così tanta fiducia. Momenti irripetibili...
 
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