CORSARI D'ITALIA

Ore 19.35 muore la democrazia!!!

Non è facile adesso esser freddi e riuscire a scrivere parole che la rabbia, sospinta dalle emozioni, vorrebbe imperatrice di quanto appresso scriverò, ma ora, più che mai, occorre quella freddezza e lucidità per chiedere giustizia.

Quella giustizia che ad Eluana è stata negata, lasciandola morire da SOLA, di fame, di sete e… SOLA.

SOLA nel buio di una stanza a lei sconosciuta, dove le è stato negato anche il conforto di una mano che stringesse la sua, che l’aiutasse, nel momento più tragico della sua esistenza, ad affrontare quella morte infame e tremenda che uno “stato”, in balia delle più recrudescenti memorie barbariche, ha permesso che si perpetrasse.

Egregio Presidente Giorgio Napolitano,

           il ruolo che Lei ricopre ha l’alto compito di garantire la democrazia e lo stato di diritto ad un paese che ha alle sue spalle momenti di lotta e di violenza riportate dalla storia alle nuove generazioni.

L’Italia nelle sue vicende ha superato momenti di dolore che ha colpito tutti noi, il Vajont, l’alluvione di Firenze, il terremoto dell’Irpinia e tante altre tragedie che solo con quell’umanità, coraggio, senso di Patria e carità cristiana diventano la forza che unisce per ricominciare, cosa che il nostro popolo ha sempre dimostrato dal dopo guerra ad oggi.

Durante tutte queste prove di coesione nazionale e di difficili decisioni, mai si è superato quel limite che si rappresenta con la difesa della vita.

La nostra storia è piena di persone, uomini e donne, che nel salvare vite umane, fratelli della stessa Patria, hanno immolato la loro vita per quel sacrificio che supera ogni legge, ogni dissapore, ogni corrente politica.

Eluana non è stata solo vittima di un incidente stradale ma condannata a morte perché diventasse un caso politico, rappresentasse la sfida alla Chiesa, la sfida a quel carattere religioso e umano che da sempre ha contraddistinto la nostra Patria, la nostra gente.

Quando il Governo Le ha presentato un decreto d’urgenza, improrogabilmente necessario, per salvare la vita di una donna la cui morte non avrebbe avuto alcun rilievo né giuridico né politico, così come il Parlamento sovrano andrà a legiferare, tutti noi abbiamo sperato in Lei, tutti noi che volevamo Eluana viva, tutti noi siamo rimasti scioccati dalla sua decisione che poteva, se diversamente pronunciata, esser l’unica maniera per superare quei tecnicismi parlamentari che avrebbero comunque ritardato il disegno di legge, Lei ha dovuto assumersi l’obbligo di difendere la Carta Costituzionale a discapito della vita di Eluana.

Il valore di una vita dovrebbe esser superiore ad ogni principio che, anche se giustamente applicato, ne metta in pericolo l’esistenza stessa.

La sua storia politica e di uomo, Signor Presidente, pur se limpida ed integerrima, verrà oscurata dal “dovere” che Lei ha ritenuto giusto e opportuno di difendere la Costituzione, una difesa che anche se giustificata ha condotto Eluana alla morte. Le future generazioni, assieme a quelle presenti oggi, non tutte edotte in Diritto Costituzionale, nel parlare della sua figura politica e di uomo, l’affiancheranno all’idea “errata” di quel “non firmo”che ha deciso la sorte di Eluana.

Sig.Presidente Giorgio Napolitano, il momento del silenzio e del rispetto per Eluana è l’unica forma che si possa accettare e rispettare, non invidio il ruolo che oggi Lei ricopre perché comprendo esser gravato dalle 19.35 di ieri sera da un pensiero e forse da un rimorso che solo la Sua coscienza, prima di uomo e poi di politico, potrà tacitare.

Questa Italia ormai ha perso i valori e i principi fondamentali, quali l’onore e la dignità ma soprattutto il rispetto per le persone indifese; ieri alle 19.35 Eluana moriva, un Parlamento in rivolta, il fuoco delle polemiche s’inaspriva, chi applaudiva e chi piangeva ma, 7,9 milioni d’italiani o presunti tali, guardavano il Grande Fratello, in barba a quella decenza che almeno ha dimostrato Mentana mandando al diavolo proprio Mediaset.

Ci aggiorniamo amici… ci aggiorniamo!!!