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« la triste verita' di un...IL POTERE DELLE PAROLE »

soldati che muoiono, soldati che si pentono

Post n°77 pubblicato il 25 Luglio 2011 da fuorischemi
Foto di fuorischemi

Un altro militare italiano caduto, il quarantunesimo dall'inizio dell'occupazione dell'Afganisthan... un altro funerale di stato per un guerriero professionista, dipendente statale caduto sul posto di lavoro, mentre il parlamento delibera sul rifinanziamento della missione di 'pace'...

Ma sembra che anche tra i soldati assunti a tempo indeterminato dallo stato si stia svegliando la coscenza e stia crescendo l'indignazione...

Questa e' una lettera scritta da un maresciallo dell'aeronautica ai suoi colleghi per spiegare i motivi della sua decisione di presentare le dimissioni... 

 

Ebbene si cari colleghi. Ho deciso di fuggire. Fuggire per salvarmi… fuggire per continuare a vivere.

Ho servito il mio Stato per 28 anni in maniera decorosa. Ho servito il mio Stato in Bosnia, in Kosovo, in Albania e ovunque mi chiedevano di andare.

Ho addestrato i più giovani, cercando di insegnare il rispetto delle regole, l’onore, lo spirito di corpo e l’amore per quei tre colori che ogni giorno all’alzabandiera mi regalano un brivido. Ma oggi quel brivido l’ho sentito solo io. Ed è un brivido di disgusto, di delusione.

Alcuni miei colleghi per servire lo Stato hanno lasciato la famiglia e sono tornati a casa in una cassa di legno, eseguendo ordini di gente che guadagna in un mese quello che noi militari guadagniamo in un anno. E per tutta risposta, neanche la soddisfazione della promozione di un grado.

Non sono mai stato punito. Non ho mai rifiutato un ordine. Ma combattere in teatro operativo è facile… lì sai chi è il nemico…. ma combattere anche tutti i giorni a casa, dove il nemico sembra essere il tuo ministro, è troppo.

Dopo tanti anni, questa uniforme mi pesa. Troppe mattine inizio il lavoro chiedendomi “perchè?” Ho subito in silenzio 4 trasferimenti d’autorità, ho subito in silenzio una promozione mai arrivata, ho detto sempre “signorsì comandi”, come mi è stato insegnato e sempre in silenzio ho sempre accettato di essere comandato da gente talvolta incapace proiettata solo alla sua carriera.

Ho fatto la guardia all’immondizia di Napoli, ho fatto la guardia a poveri disperati dei centri di accoglienza. Sono stato in missione dormendo nelle bettole per fare risparmiare l’amministrazione. Ho addirittura pagato il carburante del mezzo militare per rientrare al reparto da una missione. Ed ora, alla soglia dei miei 46 anni di età e 28 anni di servizio, per ringraziarmi, mi bloccano lo stipendio per anni ancora, mi prendono per il culo con una F.E.S.I. ridicola, mi dicono che devo fare straordinari ma i soldi non ci sono, mi dicono che se mi ammalo non mi pagano, e tutto per fare ancora sacrifici per il mio paese.

Non voglio vomitare insulti sulla classe politica perchè sarebbe come sparare sulla Croce Rossa ma posso dire basta. Non vale più la pena servire questo Stato.

Mi dimetto. Mi dimetto da Italiano, mi dimetto da Soldato, e vi saluto!

 

Il video che segue, e' in inglese ed e' la testimonianza di un militare americano, reduce dal fronte Afgano... e' una confessione molto toccante sulla crisi di coscienza di un professionista della guerra e una testimonianza di come un guerriero formato per combattere, possa ritrovare la via per tornare ad essere umano...


 

Per dirla con John Lennon... "The war is over, if you want!"

 
 
 
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