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« Roma - la violenza oscur...riflessioni da sinistra »

una scelta cruciale per gli indignati

Post n°96 pubblicato il 30 Ottobre 2011 da fuorischemi

Indignati siamo tutti,  siamo tanti e siamo diversi… 

Tutti condividiamo il disagio per un sistema che sta rapidamente degenerando  e sentiamo  tutti  il bisogno urgente di un radicale cambiamento…

Tanti sono indignati davvero… sono sdegnati,  alterati,  irritati, risentiti, incavolati, incazzati,  arrabbiati, esasperati, infuriati  per  motivi diversi e in modi diversi sentono il dovere di  impegnarsi attivamente e stanno cercando di capire come partecipare alla rivoluzione, al necessario cambiamento di sistema…

E qui la diversità tra gli indignati che sentono il dovere di essere attivi  non è piu’ solo di sfumature e di intensità emozionali, ma diventa sostanziale nelle scelte strategiche… tra violenza e nonviolenza…

Indignati violenti che credono che con la forza della violenza armata si possa fermare e distruggere il sistema e indignati nonviolenti,  che credono  che si può e si deve cambiare sistema con la forza della verità e della nonviolenza.

Al centro, immobile, la massa dei  Moderati…  questi sono indignati annoiati, seccati,  scocciati, stanchi, urtati, dispiaciuti, offesi, mortificati, scottati, afflitti, violentati e umiliati… ma questi indignati moderati  non sentono di dover partecipare…  stanno a guardare le news e i dibattiti in TV, sono in attesa forse di essere chiamati alle elezioni….  Vigliacchi? Complici e Collusi? Servi del potere? o semplicemente  possiamo chiamarli cittadini Normali.. nel senso che sono  cittadini  ‘a norma’… che si conformano e ubbidiscono alle norme della cosiddetta legalità della prima e unica repubblica,  che lavorano in regola, credono ai TG,  pagano regolarmente  le tasse e vanno a votare per il meno peggio sperando in un qualche cambiamento..

Ovvio che da questa massa di indignazione passiva non ci si possa aspettare una  ‘partecipazione’ attiva alla rivoluzione, violenta o nonviolenta che sia… non è ragionevole pensare che in massa si mobiliti, che scenda in piazza,  a mani vuote e a volto scoperto o con sassi, spranghe o armi da fuoco… ma ci si può invece aspettare che accetti il cambiamento, quale che sia il risultato, quale che sia il nuovo sistema che sostituisce il vecchio…

Per questo è importante la scelta tra violenza e nonviolenza della indignazione attiva… per i metodi, le strategie,  i comportamenti e i risultati…

Quale sistema può sortire da una rivoluzione violenta che usa la forza per fermare e distruggere il sistema dominante? La storia lo dimostra… Violenza genera violenza.. un conflitto sociale degenera in guerra civile,  governativi  violenti contro ribelli violenti, morti e feriti, distruzione e vittime civili, cade il regime, viene ucciso il capo e i ribelli vittoriosi prendono il potere, scrivono le regole del nuovo sistema e si organizzano per spartirsi le risorse per la ricostruzione e per la gestione del potere, mentre il popolo si informa, si adegua, si conforma e si ritrova diviso a subire le violenze di un nuovo regime che dovrà  mantenere fino alla prossima rivoluzione… Un film già visto troppe volte e che, personalmente, credo che nessuno abbia voglia di rivedere…

Pochi sanno che una rivoluzione nonviolenta ha per scopo non solo la liberazione dalla violenza del sistema dominante, ma soprattutto la costruzione di un sistema nonviolento che lo sostituisca.

Gandhi non voleva solamente liberare l’India dal dominio dell’impero inglese, ma aveva ben chiaro nella mente e nel cuore  un idea di indipendenza e di autogoverno degli individui e delle comunità locali che chiamava Gramswaraj, un modello di organizzazione sociale  e di sviluppo ecosostenibile,  basato su valori umani,  che non è molto conosciuto in occidente perché Gandhi  è stato ammazzato senza che avesse l’opportunità di implementare il suo programma costruttivo, pensato per l’India liberata e buono per il mondo intero… 

Quel progetto lo ritroviamo oggi nelle iniziative dei movimenti  di boicottaggio delle banche, della decrescita felice, del sabotaggio del consumismo delle multinazionali e dei consumi a km.0, lo riconosciamo nelle comunità di transizione, negli ecovillaggi, nella disobbedienza civile, nella resistenza nonviolenta che non riconosce  l’autorità costituita, dell’obiezione di coscienza che viola le leggi ingiuste e non collabora con il sistema di potere…  lo riscontriamo nell’astensionismo elettorale (indebitamente definito qualunquismo), nel cosiddetto lavoro in nero per scelta anarchica, nell’evasione fiscale consapevole e motivata, come nel rifiuto di pagare il canone RAI, ecc…

Il sistema si nutre e si sostiene con il potere e le risorse che ricava dall’obbedienza,  ottenuta con l’intimidazione e la paura della sanzione, e per liberarsene è sufficiente essere in tanti a staccare la spina e a smettere di sottostare alle sue norme…  Se questo metodo ha fatto fare piu’ di un passo indietro ad un impero, può farlo fare facilmente a Berlusconi e a tutta la casta della prima repubblica italiana, mai riformata…. Può far fallire le banche e le multinazionali, può sconfiggere qualsiasi setta o società, piu’ o meno segreta, e i suoi piani di dominio globale… e tutto senza uccidere nessuno.

La situazione attuale del sistema degli stati nazionali occidentali  è tale che non c’è neppur bisogno di convincere nessuno a  staccare la spina…

Sta già succedendo e il collasso è imminente, se non è già avvenuto e ce ne stiamo gradualmente rendendo conto…

Per cui, invece di investire le energie nel combattere per distruggere  il vecchio sistema in agonia, è tempo che si cominci a pensare di partecipare a costruire il nuovo…   

Una diecina di anni fa, prevedendo l’evolversi della crisi politica ed economica che stiamo vivendo, avevo tradotto il concetto del Gramswaraj di Gandhi  in una proposta costruttiva per una nuova organizzazione politica e sociale dell’Europa post-nazionalista che è disponibile a questo link…

http://valsesiacomunitaeuropea.blogspot.com/

vecchia europa divisa in stati nazionali 

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Commenti al Post:
frfenghe
frfenghe il 30/10/11 alle 15:56 via WEB
sì, la rivoluzione non violenta, ma non al seguito solo di Gandhi, bensì anche del Cristo. Gandhi stesso ha detto: :" ma come? l'occidente ha il Cristo e non lo segue:" Il Cristo è dentro il cuore di ognuno, può aiutare e guidare ognuno: Egli vuole che noi adempiamo i suoi insegnamenti e che così sviluppiamo un 'etica superiore, una consapevolezza più ampia, chiarezza e forza. Nel Cristo possiamo tutti essere uniti e agire in modo coordinato. abbiamo solo da imparare a perdonare, ad amare, a guardare la trave nel nostro occhio, a sviluppare misericordia, fiducia, umiltà, così facendo cresce la nostra coscienza e aumenta la nostra capacità d'azione e a un certo punto anche gli apatici si uniranno. guarda caso proprio stamattina ho fatto un post sullo stesso tema nel mio blog. Anch'io la vedo come te e forse tanti altri.secondo me dobbiamo togliere la polvere che le chiese e gli stati loro servitori hanno buttato sul Cristo in quasi 2000 anni e dobbiamo fare risplendere nuovamente la Luce del Cristo che è la chiave per fare sorgere la nuova epoca.
 
 
liliasansone
liliasansone il 30/10/11 alle 23:41 via WEB
Sono assolutamente d'accordo con te. Nel mio blog ho fatto un ist sull'era dell'acquario. Il cambiamento e' gia' iniziato. E sono assolutamente d'accordo con Riccardo sulla necessita' della NON VIOLENZA. La violenza costituisce sempre l'alibi per la repressione. Un caro saluto Buonanotte
 
blackrose04
blackrose04 il 30/10/11 alle 16:08 via WEB
ce` chi vuole la pace,ma non ha amore dentro solo odio e solo con la violenza e guerra pensa di ottenere la pace Visto il susseguirsi delle recenti catastrofi vedi ameria thailandia italia e altre.. Questa e` la fine che fara` il mondo La natura che si ribella si sta ribellando all`uomo e non ci saranno piu`guerre ne razzismo ne violenze L` Apocalisse.. un bene per l umanita` un inizio di un nuovo mondo sperando all insegna di Pace e amore nel cuore dell` Uomo.
 
CLUBSFIGATI
CLUBSFIGATI il 30/10/11 alle 16:34 via WEB
purtroppo la violenza genera violenza e oggi questo fanno ci violentano , la risposta nostra quale sara? temo che a lungo termine se non cambia la situazione, la risposta sara violenta.
 
picciro
picciro il 30/10/11 alle 18:11 via WEB
Carissimo..un discorso inequivocabile che merita tantissima attenzione!! Sono perfettamente d'accordo..ma occorre innanzittutto che i cittadini acquisiscano la mentalità giusta per la messa in opera di un sistema che possa basarsi su valori degni..cosa che nel corso della Storia...non s'è mai visto..anzi!! La corruzione è sempre stata dilagante e governante..in molti lamentano e criticano il sistema ma..per il sol fatto che non riescono ad entrarvi..per poter godere gli stessi privilegi!! Consentimi.. non sono rassegnata ..ma mi rendo conto che la via della Storia ha avuto sempre gli stessi lampioni e dunque male illuminata! Mi piace molto quello che dici e come lo dici..adoro anch'io la lotta...la non-violenza..l'amore...o la rivoluzione pacifica di Nelson Mandela...sono stati nutrimento per la mia anima..Bellissimo il tuo progetto ..non ho letto tutto..perchè merita veramente altissima attenzione..m'è venuta una considerazione ..quando parli di comprensori..dove versare..anche le tasse: Un piccolo territorio..può essere facilmente controllabile su questo versante..non sfuggirebbe..l'evasore..e forse gli stessi abitanti potrebbero sanzionare i comportamenti negativi!! In un piccolo spazio è molto più facile portarne il conto..in uno stato..è più facile nascondersi..o trovare controllori compiacenti!! Perdonami se mi sono permessa Renato..ma quello che dici è troppo bello..e anche attuabile..se esiste la VOLONTA'.. e mi hai ricordato il mio amato Mazzini e il suo binomio: VOLERE E' POTERE...ma temo sempre il cattivo esempio della STORIA...che dimostra che è la materia prima..ad essere..avariata!! Grazie Amico caro..serena domenica sera..a presto..rosa
 
mielealpeperoncino
mielealpeperoncino il 30/10/11 alle 18:55 via WEB
Un'analisi impeccabile quella da te praticata ed esposta, mi ha fatto tornare in mente il libro "La Pelle" di Curzio Malaparte forse perchè oggi mi sono imbattuta in un post che ne riportava una citazione e mi son fermata a commentare, ciò che me lo fa ritrovare in questo post è l'associazione da me attribuita nel chiedermi saranno i vinti di oggi i vincitori del domani? Dove l'uso dei sostantivi è solo un fatto simbolico atto a delineare la linea di quel confine che ci apprestiamo ad oltrepassare senza averne raggiunto la piena conoscenza ma con la magra consapevolezza che è l'unica via d'uscita. Un caro abbraccio a te Riccardo, Rossella ^__^
 
crazy.wasp
crazy.wasp il 31/10/11 alle 01:11 via WEB
Penso tu abbia dimenticato un particolare abbastanza importante: il potere, la casta, non starà a guardare e a subire la disobbedienza civile... pensi che tutti abbiano voglia di farsi martirizzare senza difendersi? Tu stesso ammetti che violenza genera violenza. Caro amico, la guerra l'hanno iniziata loro ed è un nostro diritto difenderci con qualsiasi arma, perchè loro non si fermeranno di certo! Un saluto pungente :)
 
atsinistra
atsinistra il 31/10/11 alle 10:58 via WEB
Il tuo post meriterebbe un commento molto più articolato di quello che farò. Purtroppo il tempo è quello che è. Non penso che si possa imbrigliare tra violenti moderati e non-violenti il movimento degli indignati che ha di per se una caratteristica di rottura rispetto al modello socio-economico dominante. L'insostenibilità di questo modello ne fa di per se un punto di non ritorno per i rispettivi blocchi sociali. Quella a cui ci troviamo di fronte è una “lotta di classe” in cui come recita Marx sul Manifesto...”lotta che ogni volta è finita o con una trasformazione rivoluzionaria di tutta la società o con la comune rovina delle classi in lotta. “ E' quindi di per sé una trasformazione violenta della società, da qualsiasi angolazione la vogliamo guardare: sia nell'impoverimento forzato e in alcuni casi riduzione in schiavitù, sia nel tentativo di opposizione al sistema delle banche sovranazionali e delle finanziarie occulte, spesso emanazioni delle attività di criminalità organizzata internazionale. Su quelli che sono poi state le manifestazioni violente come nel caso di Roma, ritengo che rientrino in quel disagio sociale frutto assolutamente di questa crisi sistemica che si manifesta non solo violentando la manifestazione degli “indignati” ma anche intasando Roma stessa nel tentativo di accaparrarsi qualche prodotto High-tech all'apertura del nuovo store di Trony, o come è successo nel Regno Unito qualche mese fa assaltando non i panifici per rivendicare pane ma nuovamente i magazzini di High-tech per impossessarsi di ipod, ipad o altre diavolerie (il sogno che non si avvera). Solo indagando su quanto profondo è il danno sociale provocato dall'iniquita e ingiustizia sociale di questo modello e più saremo in grado di formulare una proposta non solo per uscire da questa crisi ma sostanzialmente per progettare “l'atro mondo possibile” In quelli che tu hai definito moderati in realtà ci stanno tutti gli elementi che possiamo identificare in un nuovo blocco sociale, schiacciato dal peso di questa crisi e in moto verso una possibile soluzione. ps. sulla violenza di Roma e le sue finalità ho già scritto sul mio blog, e vista la lunghezza del commento mi scuso ed evito approfondimenti. Loris
 
ironwoman63
ironwoman63 il 31/10/11 alle 11:16 via WEB
CHI NON VORREBBE CAMBIARE LE COSE NELLA POSSIBILITA' DI FARLO PACIFICAMENTE? CREDO CHE A NESSUNO FACCIA PIACERE IMBRACCIARE ARMI PER FAR RICONOSCERE I DIRITTI SANCITI DALLA CARTA COSTITUZIONALE E DAL DIRITTO!! MA SE LA VIOLENZA DEL POTERE CONDIZIONA OGNI GIORNATA DI OGNI SINGOLO ESSERE UMANO, ALLORA E' NATURALE CHE LO SPIRITO DI SOPRAVVIVENZA E L'ISTINTO DI CONSERVAZIONE FACCIANO IL LORO CORSO..A NESSUNO PIACE FARSI MARTIRIZZARE, COME GIA QUALCUNO HA SCRITTO SU QUESTI COMMENTI!! E POI, GUARDIAMO IN FACCIA LA REALTA', ORMAI NON C'E' PIU MOLTO SPAZIO PER IL CONFRONTO VERBALE...ANCORA POCO E LA GENTE SARA' COSI STANCA CHE NON AVRA' PIU NEMMENO LA VOGLIA DI DISCUTERE... MI SPIACE , MIO CARO AMICO, PERCHE ' ANCHE IO CREDEVO CHE QUALCOSA AVREBBE SVEGLIATO POSITIVAMENTE LE COSCIENZE, MA DEVO CONSTATARE CHE NON ESISTE ALTRA VIA DI QUELLA CHE GIA LO STESSO POTERE USA SU DI NOI. IN FONDO SIAMO SEMPRE ANIMALI, PRIMA CHE UOMINI... E IL CERVELLO A SACCO VUOTO, NON FUNZIONA MAI DA FRENO INIBITORE! CIAO, BUONA SETTIMANA, LULU'
 
OvunqueSei1982
OvunqueSei1982 il 31/10/11 alle 15:33 via WEB
Credo nella non violenza. Anche se ho tanta rabbia. E qualcuno meriterebbe anche violenza.
 
ITALIANOinATTESA
ITALIANOinATTESA il 31/10/11 alle 22:43 via WEB
condivido il pensiero di lulù, ma mi piace ancora sperare che una lotta pacifica possa risultare vincente magari seguendo nuovi e più incisivi sistemi organizzativi di conduzione della lotta. un saluto, M@.
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
kiwai il 01/11/11 alle 17:58 via WEB
Caro Riccardo, credo tu sappia che, pur nel pressoché totale dissenso dalle tue posizioni, ritengo il tuo blog un apprezzabile esempio di come si possano esprimere posizioni anche radicali con correttezza e civiltà, per questo mi permetto di intervenire su questo post.
Tu giustamente dici che “Indignati siamo tutti, siamo tanti e siamo diversi… “ ma poi fai una distinzione aprioristica tra buoni e cattivi, tra indignati violenti, indignati nonviolenti (comunque buoni) e indignati “passivi” e fautori del “regime” (comunque cattivi).
Io credo che l’errore sia tutto lì, nell’attribuire all’altra parte il ruolo di “stupidotti moderati” o “accaniti fascisti” … io credo che la verità sia ben diversa, gli “accaniti fascisti” sono in entrambi gli schieramenti e sono, fortunatamente, una assoluta minoranza. Come emerge chiaramente dai commenti di questo post, quelli che tu consideri “indignati buoni” sono tutt’altro che nonviolenti e tutt’altro che democratici e solo strumentalmente ecologisti e fautori di una crescita sostenibile … e non vogliono altro che quel “film già visto troppe volte” e che, né tu, né io abbiamo voglia di rivedere.
Comprendere e condividere “il disagio per un sistema che sta rapidamente degenerando e … il bisogno urgente di un radicale cambiamento” non può e non deve significare negazione delle regole democratiche, perché in questo caso non esiterei un momento a percorrere anch’io la strada della violenza per difendere la mia libertà.
 
mielealpeperoncino
mielealpeperoncino il 17/11/11 alle 15:55 via WEB
Ciao Riccardo, avendo già commentato giorni addietro, mi appresto a lasciarti un abbraccio in segno di saluto, vi allego anche un sorriso che non guasta mai :-) Rossella
 
zanna1999
zanna1999 il 18/11/11 alle 12:42 via WEB
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