Creato da: crisse il 27/03/2006
Giorno dopo giorno

Contatta l'autore

Nickname: crisse
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 54
Prov: PC
 

Link Flash

 

Area personale

 

Ultimi commenti

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 

Ultime visite al Blog

crissebagninosalinaroromaplacido61strong_passionalma.lulajgiovanni80_7oliver64marianna.capellettocornell2unoditaliaginevra1154giusyianArcobaleno1961Binxus
 
 

L'angolo della creatività

Ecco qualcosa che, per motivi molto diversi, mi piace:

When You're Gone


J'na i marre


Hard Rock Hallelujah

 

 

Archivio messaggi

 
 << Settembre 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
            1
2 3 4 5 6 7 8
9 10 11 12 13 14 15
16 17 18 19 20 21 22
23 24 25 26 27 28 29
30            
 
 

Tag

 

Cerca in questo Blog

  Trova
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

 
« Questi sondaggiMi arrendo »

Giorni passati

Post n°118 pubblicato il 01 Giugno 2006 da crisse
 
Tag: Io
Foto di crisse

Oggi vi racconterò questa storia. Non è breve, se siete di fretta passate oltre. Ma ne approfitto con la scusa che la cara piccolaelo mi ha chiesto spiegazioni…

 

Quattro anni fa c’era, pensate un po’, il mondiale nippo-coreano. Vi ricordate quello del mitico arbitro Moreno? E di Vieri che nel recupero sbaglia un gol a porta vuota?… Quello, appunto.

Più o meno nello stesso periodo si svolgeva nel mio comune l’elezione del Sindaco a colori e del consiglio comunale in bianco e nero. Allora, come sempre, avevo da gestirmi il mio seggio elettorale. Capitò che il sindaco a colori dovette ricorrere al ballottaggio per vincere le elezioni. Ed è la sera del primo turno che inizia la nostra storia…

Le elezioni allora si svolgevano ancora in un giorno, la sola domenica, e lo scrutinio era bello bello la domenica notte, con gioia di tutti, soprattutto delle zanzare che nelle notti di giugno spopolano lungo gli argini del Po, dove il mio seggio è dislocato, in aperta campagna. Alla fine del lavoro, più o meno le due di notte, saluto tutti e rimando gli scrutatori alle loro case. Ci vedremo tra due settimane, d’accordo?

Il giorno dopo mi telefona la segretaria, bellissima come tutte le segretarie che mi degno di scegliere: sennò le segretarie a che servono, scusa eh? Mi dice che la sera prima lo scrutatore A. (65 anni) si era offerto di accompagnare a casa la scrutatrice M. (deliziosamente 21-enne) dato che lei era senza auto e avrebbe dovuto scomodare parenti e amici per farla venire a prendere fin lì, nel nido delle mosquitos. Ma cosa accadde veramente? Che lui iniziò a portarla in giro nelle campagne circostanti, stando ben attento a non dirigersi verso casa, e iniziando advances più o meno esplicite nei confronti della ragazza. Dopo una mezzora di paura, chissà cosa accadde, lei riuscì a convincerlo a più miti propositi. Lui, forse rendendosi conto che non sarebbe riuscito a cavarne un ragno dal buco, e il paragone non è a caso, la riportò a casa.

“M. mi ha telefonato questa mattina e me lo ha detto. Non osava chiamare te, ma ho creduto giusto che tu lo sapessi.”.

Cosa avreste fatto voi? Vi dico cosa ho fatto io.

Prima di tutto ho dovuto lottare una decina di minuti col mio stomaco che desiderava ripresentarmi il suo contenuto. Controllata la nausea, ho fatto due ragionamenti. Tra due settimane ci sarà il ballottaggio, A. e M. dovranno trovarsi assieme a lavorare per due giorni… impossibile, non è ammissibile. M. si sarebbe potuta ritirare con una scusa, ma perché sarebbe dovuta essere lei a pagare? Perché se una ragazza subisce una violenza (chiamatela in un altro modo e non ci credo) deve essere lei a pagare? Deve essere lei a nascondersi e tirarsi indietro? Cazzarola… ancora la nausea…

Prendo carta, penna e calamaio, scrivo un papirozzo sull’accaduto e lo inoltro all’ufficio elettorale del mio comune, gerarchicamente superiore a me nella gestione della cosa (chiamasi in gergo “escalation”). Chiedo, se possibile, che A. venga sostituito. E così avviene.

Una gentile signorina dell’ufficio elettorale telefona a casa di A. per comunicare la sostituzione, risponde la moglie (tre parentesi, A. era sposato con figli, di cui uno mio conoscente e coetaneo…). La moglie chiede spiegazioni del perché questa decisione, e la gentile signorina glielo spiega senza tanti giri di parole. Conclude dicendo: “E ringrazi che non inoltro denuncia alle forze dell’ordine!”.

Pare che il A. non fosse nuovo a situazioni simili, e la moglie abbia iniziato a mazzuolarlo ben bene.

Era sabato o domenica (insomma, non ero a lavorare, ecco), si giocava se ricordo bene Messico – Italia e, nell’intervallo, A. mi telefonò a casa. Mi disse cose più o meno folli. Del tipo: ti sei comportato così perché sei geloso che sia venuta in macchina con me; avresti voluto fartela tu; gli ho solo proposto un giro così tra amici; che in fondo lei si era divertita; siamo uomini e anche tu queste cose le capisci… (lo stomaco iniziò nuovamente uno strano balletto e dovetti trattenere la nausea…). Lo interruppi, e gli dissi, in modo semplice e, credo, chiaro, che M. non si era divertita per nulla, anzi che ci era stata malissimo, si era spaventata da morire e che non ritenevo corretto il suo comportamento. Lui sembrò rimanere un attimo indeciso, poi iniziò con la storia della famiglia: mi hai rovinato la vita; mia moglie non mi vuole più in casa; non ho più il coraggio di guardare in faccia ai miei figli e storie analoghe. Mi dispiaceva per la sua famiglia, ma chi è causa del suo mal pianga se stesso. Se voleva evitare tutto ciò non faceva il maniaco e sarebbe andato tutto bene. Terza fase: le minacce. So dove abiti; ho il tuo numero; questa mattina ho visto tua moglie e tuo figlio (5 mesi aged, more or less); potrei fare una pazzia… Ho fatto quel che ritenevo opportuno per il bene della ragazza e del gruppo di lavoro che la settimana successiva si sarebbe ritrovato per i ballottaggi. Qualsiasi cosa accaduta prima o dopo quella telefonata sarebbe stata di sua esclusiva responsabilità, e quindi di valutare bene ciò che avrebbe potuto fare. Quindi chiusi la conversazione (stava per iniziare il secondo tempo…).

Successivamente telefonò un altro paio di volte a casa, in momenti in cui ero sicuramente assente, per cercare di convincere mia moglie con argomenti analoghi. A parte che lei, femmina, si spaventa da morire (codarda è dir poco), ha creato un certo panico familiare per qualche settimana. Poi improvvisamente smise di telefonare, e da allora non ne so più nulla.

Per la cronaca: M. rinunciò alla mansione di scrutatrice nel ballottaggio e se ne andò al mare con la famiglia; il sindaco a colori vinse le elezioni; la segretaria bona si sposò dopo poco e andò a vivere in un altro comune; io fui costretto a sceglierne un’altra, meno bona ma più arrapante, per le elezioni successive.

Incontrai una volta M. per caso, era ancora più carina di come la ricordavo, coi suoi capelli chiari, gli occhi azzurri, "le lenticchie sul nasino un po' all'insù", e mi salutò molto calorosamente. Questo è l’effetto che faccio su tutti i miei scrutatori. Tranne uno.

A parole sono tanto marpione, ma poi non si combina mai nulla. Con me le ragazze possono stare tranquille.
 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963