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Post n°210 pubblicato il 12 Novembre 2007 da crisse
 
Foto di crisse

La situazione è drammatica, non ci si può nascondere. La morte ieri ha portato il lutto in una famiglia, una madre, un padre, un fratello che oggi piangono. E per quanto ancora lo sa soltanto chi già ci è passato.

Una riflessione però voglio fare sull'argomento. Una riflessione che non ho sentito fare da nessuno, e per questo probabilmente sarò un rincoglionito. Ma alcuni collegamenti logici non mi tornano.

Ricostruisco quanto ho capito.

Ieri mattina intorno alle 9.00 succede qualcosa in autostrada, nei pressi di Arezzo.

Cosa? Le testimonianze riportate da stampa e tv non sono così concordi.

Una rissa. No, la rissa non c'è stata. Ha coinvolto i componenti di due auto. Qualcuno dice tre auto. Qualcuno afferma di avere visto un ragazzo a terra col viso grondante di sangue. Preso a spalla da amici e portato via. Si parla di bastoni, di coltelli. Da dove sarebbero saltati fuori? E perché?

I diretti interessati (quelli individuati) sembrano particolarmente reticenti.

Al momento la motivazione della rissa è poco importante, se di rissa si è trattato.

Un agente di polizia vede qualcosa da lontano. Si dice abbia pensato ad una rapina. Si dice abbia gridato. Ma era lontano, nessuno lo sentiva. Si dice abbia acceso le sirene. Si dice abbia sparato un colpo in aria. Si dice che sia accorso verso il luogo dei fatti. Si dice che abbia sparato un colpo ad altezza uomo, involontariamente, un incidente, forse correndo. Il proiettile colpisce un ragazzo seduto in auto. Forse non centrava nulla, forse lui ed i suoi amici non erano nemmeno coinvolti nella rissa. Forse sì, poco importa.

Gli amici se ne accorgono, salgono in macchina e partono verso un ospedale. Ma non s'è stato nulla da fare. Fino alle 11.00 un tragico evento, che si sarebbe andato ad aggiungere a quelli che ultimamente leggiamo tutti i giorni, sentiamo alla tv.

Poi sembra essere successo qualcosa. Il ragazzo in autostrada cosa ci stava a fare? Andava a vedere una partita di calcio? Quale partita? Era tifoso? Di quale squadra?

Ecco lo scoop che a volte vale una carriera: tifoso della Lazio ucciso da un poliziotto mentre si reca allo stadio!

Bel titolo, bella notizia, vera. Era un tifoso? Sì. Era un poliziotto? Sì. Stava andando a vedere la partita? Sì.

Ecco creato lo schema, semplificato il concetto, riproposto lo stereotipo tifoso / poliziotto.

La notizia, che fino ad allora era sì nota, ma non "bucava" i notiziari, improvvisamente ha preso fuoco.

È facile andare per stereotipi, non devi spiegare i concetti, sono già noti.

Parlare di un blogger ucciso da un poliziotto non evoca nulla, di un dj ucciso nemmeno. Di un tifoso sì. Caspita: milioni di italiani sono tifosi di una qualche squadra, la probabilità che un colpo mortale partito accidentalmente possa farne fuori uno non è poi così bassa.

E la notizia che "buca" i notiziari arriva subito a destinazione.

Anche questa mattina i notiziari non fanno altro che parlare del "tifoso laziale ucciso". Non ha più nome e cognome. Li ha avuti dalle 9.00 alle 11.00 di ieri. Poi li ha persi. È diventato un simbolo.

Un simbolo di chi non cercava altro pretesto per animare la domenica.

Ciò che è accaduto in seguito parla da se (spero, qualche dubbio in proposito ce l'ho…).


Ma non volevo qui parlare di calcio, e di tifo.

Il subject, se non l'avete capito, è l'informazione.

 
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