Creato da frattale58 il 06/04/2012

il vecchio prof

«Quando miro in cielo arder le stelle; Dico fra me pensando: A che tante facelle? Che fa l’aria infinita, e quel profondo Infinito seren? che vuol dir questa Solitudine immensa? ed io che sono?»

LETTERA A DANTE

 

AREA PERSONALE

 
Citazioni nei Blog Amici: 24
 

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Allora quando il lavoro è finito

(e, magari, sembra averci ammazzati per non lasciar più spazio altro che per il sonno e magari neppure per quello);

quando ci si alza dai tavoli delle cene perché gli amici non bastano più;

quando non basta più nemmeno la figura della madre (con cui, magari s'è ingaggiata, scientemente o incoscientemente, una silenziosa lotta o intrico d'odio e d'amore)

e si resta lì, soli, prigionieri senza scampo, dentro la notte che è negra come il grembo da cui veniamo e come il nulla verso cui andiamo,

comincia a crescere dentro di noi un bisogno infinito e disperante di trovare un appoggio, un riscontro;

di trovare un "qualcuno"; quel "qualcuno" che ci illuda, fosse pure per un solo momento, del poter distruggere e annientare quella solitudine;

di poter ricomporre quell'unità

lacerata e perduta.


G.Testori

su L'Espresso 1975

 

LA GOCCIA

 

 

A FIANCO DI CHI CERCA

Post n°52 pubblicato il 21 Dicembre 2012 da frattale58
Foto di frattale58

Una collega legge in classe LA LETTERATURA IN PERICOLO di Todorov.

Ed inizia un dialogo con il loro cuore ....

".. Per me è importante riuscire a trovare la propria vocazione,

perché ognuno è stato messo al mondo per uno scopo preciso e

non dobbiamo sprecare questa occasione che ci è stata data... "


"..Dobbiamo vivere ogni giorno aspirando sempre al meglio e mai

abbatterci davanti alle difficoltà, anzi apprezzarle perché

grazie a loro riesci a crescere. "


 ".. Per questo anno scolastico ho tanti desideri e tante speranze.

Spero di non vedere più nella letteratura solamente un voto,

un compito da svolgere, ma un’occasione per arricchirmi e,

a lungo andare, di rispondere meglio alla mia vocazione di essere umano."


"..Non ricordo chi in passato mi suggerì di pormi domande, sempre,

ovunque, di qualsiasi tipo. Non ricordo chi, ma ora so che aveva ragione:

bisogna interrogarsi, domandare riflettere, scoprire, scoprirsi.

È difficile, perché spesso ci si ferma in superficie,

forse perché entrare troppo in profondità può fare male,

o forse perché semplicemente ci si accontenta. "

Si può accompagnare i nostri ragazzi in un cammino straordinario...

e aiutarli ad uscire dalla gabbia.

Potremmo essere noi l'imprevisto.

 

 

 

 
 
 

IO E TE : la gabbia e l'imprevisto

Post n°51 pubblicato il 16 Dicembre 2012 da frattale58

 

Lorenzo 14 anni, occhi azzurri freddi, capelli ricci e brufoli, 

un rapporto drammatico con se stesso, il mondo e con con sua madre.

Si prova un dolore aspro, un fastidio, a tenere gli occhi su di lui per tutto il film....

perché quanti ne conosciamo di ragazzi così, insopportabili e belli? 

Che chiedono notizia di noi, adulti, e il massimo che trovano è un terapeuta
che sentenzia: 

«Disturbo narcisistico della personalità».

Lorenzo vuole essere lasciato nel suo buco, spia il mondo da lì. 

Ci si infila letteralmente, nel buco.

Finge di iscriversi a una settimana bianca, la mamma ci tiene tanto - 
perché in fondo non è cattiva la mamma, e le sembra che sia il 
primo
passo buono del figlio - e invece si nasconde nella grande 
cantina di casa,
un condominio di una Roma borghese e anonima, pieno di mobili e cianfrusaglie.

Si è attrezzato per sopravviverci una settimana: merendine computer e iPod.
Si è comprato pure un 
formicaio sotto vetro: una settimana con sguardo
da entomologo a 
osservare le formiche, proprio come gli altri guardano 
sempre lui, come un animale strano.

Ma poi arriva Olivia. 

È la sorellastra più grande che quasi non conosce. Anche lei nel buco. 
Ha bisogno di una tana in cui stare per uscire dal suo buco 
non metaforico, quello dell’eroina.

È doloroso stare a guardare anche lei,  che vomita, piange e ... desidera

A poco a poco quel rapporto non voluto, fatto di due solitudini estranee, 
diventa uno strano dono inatteso.

Alla fine li fa uscire insieme dalla cantina, lui verso casa... lei verso chissà. 

La musica che li accompagna nell’alba un po’ livida è Space Oddity di David Bowie

 (Io e te - film di Bernardo Bertolucci, dal romanzo di Niccolò Ammaniti)

 

 

 
 
 

UN LIBRO DA NON PERDERE

Post n°50 pubblicato il 05 Dicembre 2012 da frattale58

Aspettavo con desiderio l'uscita di questo libro che racconta le cose più belle
vissute al Meeting per l'amicizia fra i popoli di quest'anno...

 

 

 
 
 

UN GIORNO DEDICATO AL NOSTRO POPOLO

Post n°49 pubblicato il 25 Novembre 2012 da frattale58

Ieri ho partecipato alla colletta alimentare proposta dal Banco Alimentare
che aiuta quasi 2 milioni di famiglie ad arrivare a fine mese.

E' stata un'esperienza di solidarietà che mi ha molto colpito
per l'entusiasmo di tantissimi che ci ringraziavano
nel dare a noi la spesa per i più poveri!
 

E' stata un'esperienza di appartenenza che mi ha fatto sentire
più vicino il mio popolo, la gente che normalmente è estranea l'una all'altro,
che era contenta di aiutare!

Che in momenti in cui la vita è difficile e incerta rimanga un impeto altruistico non solo individuale ma anche collettivo è fatto grandemente positivo che testimonia dell'umanità e della vitalità della società italiana.

In piccolo (molto in piccolo) mi son sentito di appartenere alla stessa storia e tradizione dei nostri santi: San Martino che dona il suo mantello, San Francesco che bacia il lebbroso, don Bosco tra i piccoli emarginati della periferia di Torino, don Orione tra i terremotati di Messina, don Gnocchi che abbraccia i mutilatini, Madre Teresa di Calcutta con i moribondi; in fondo abbiamo cercato di esprimere una carità che è frutto di un legame profondo con l'amore.

Ci si muove più sinceramente verso gli altri se si è amati
e se si è imparato ad aver cara la propria natura
come esigenza insaziabile di bello, di giusto e di vero.

 
 
 

EDUCARE ALLA SPERANZA.....

Post n°48 pubblicato il 25 Ottobre 2012 da frattale58

UN ESEMPIO DI COSA SIGNIFICA EDUCARE VERAMENTE...

Chi lavora alle elementari si accorge continuamente che i bambini hanno una domanda di senso che si esprime in tutti i loro perché.

Mi chiedevo: come rispondere in modo sistematico ( e non solo occasionale) a queste domande e far percepire a loro il senso profondo della realtà, che la realtà è buona e che c’è una speranza e una bellezza per tutti?

La strada che io ho intravisto e che da qualche anno sto percorrendo, insieme ad altre maestre,  passa attraverso la lettura sistematica (cioè almeno settimanale) di racconti, fiabe, libri che chiamiamo fondativi, perché introducono il bambino al senso vero delle cose, fondano la sua identità.

Il libro fondativo è un libro che cerca di trasmettere la concezione dell’uomo che sta alla base della civiltà a cui appartiene; cerca di rispondere alla domanda “che cos’è l’uomo?”.

Da questo tipo di libri emerge la nostra natura materiale e spirituale, il nostro essere creatura.

Ed emergono i valori del coraggio, del sacrificio, della lealtà,dell’amicizia…

Faccio degli esempi per spiegarmi meglio.

 

In IV elementare abbiamo letto la riduzione per ragazzi di “Magellano”, di S. Zweig. La lettura è durata un anno,

anche perché abbiamo fatto i riassunti scritti, i disegni ecc. I bambini sono rimasti colpiti da questa storia vera,

questa avventura per cui tanti uomini hanno rischiato la vita, lasciato i loro affetti…affrontato così tanti sacrifici…(Avventura che abbiamo conosciuto grazie al diario di bordo scritto da Pigafetta , come hanno sottolineato i bambini). 

E alla domanda: “ Ma voi sareste partiti con Magellano?” ho visto che nelle risposte sono emersi i loro desideri, ma anche le loro paure: il desiderio di andare incontro all’ Ignoto e la paura della lontananza da casa, della morte…

E’ incredibile come leggere il racconto di un’esperienza ci rende partecipi di essa!

I bambini hanno capito cosa vuol dire: dare la vita per un ideale.

 

Un’altra lettura, in V elementare, che ha colpito molto i miei alunni, è stata “Il principe felice” di Oscar Wilde.

L’abbiamo letto quasi “per caso”, per prepararci allo spettacolo che veniva rappresentato nel teatro vicino alla nostra scuola. I bambini hanno ascoltato con grande attenzione e serietà la storia, commuovendosi per il finale, in cui la rondine muore dal freddo, perché si è attardata nell’esaudire il desiderio del principe di aiutare, spogliandosi di tutto, i poveri della città.

Quel giorno è nata in classe una conversazione in cui i bambini hanno paragonato quanto ascoltato con letture e lavori svolti in precedenza.

Con mia sorpresa, hanno ricordato le figure di Falcone e Borsellino, incontrate in IV elementare. Hanno poi paragonato l’uccellino della fiaba a S.Daniele Comboni, di cui avevamo letto la storia nei mesi precedenti, che aveva dato la sua vita per i popoli dell’Africa. Qualcun’altro ha ricordato  la  nostra partecipazione alla Colletta del Banco Alimentare e la raccolta di cibo a scuola. Hanno collegato questo nostro gesto di gratuità, a quello della rondine.

 

Quando siamo andati a teatro,  avevamo una grande aspettativa…invece è stata una delusione!

La fiaba era stata “alleggerita”, trasformata, quasi non si riconosceva…tutta la drammaticità della storia avvertita nella lettura non c’era piu’: era sparito il senso della vita come dono e il premio del Paradiso per chi ha fatto il bene…Alla fine abbiamo chiesto il perché di questo cambiamento…ci è stato risposto che hanno dovuto “adattare la storia” per il pubblico fatto di bambini di età compresa tra i 5 e i10 anni…meglio non far morire la rondine, così i bambini non si intristiscono…infatti a teatro si devono divertire!  Noi siamo tornati a scuola delusi e allibiti!

 

 

Ho visto come si può svuotare una storia del suo significato e mi sembra che questo avvenga spesso negli spettacoli “ per bambini”, come in certi libri, realizzati con l’idea che un bambino, siccome è piccolo, non può capire certe cose della vita, anzi è meglio non parlargliene.

 

Da questo lavoro io e la mia collega abbiamo capito che i bambini possono essere introdotti alla vita nella sua totalità e che si può parlar loro –in modo adeguato- del dolore, della morte, della gioia, del sacrificio…

 
 
 

DELLA SPERANZA...

Post n°47 pubblicato il 19 Ottobre 2012 da frattale58

"QUALCUNO CI HA MAI PROMESSO QUALCOSA?
E ALLORA PERCHE' ATTENDIAMO?
"

(C. Pavese)

C'è in me, ma credo in tutti, questa speranza che il futuro ci riservi qualcosa di speciale, che valga la pena aver vissuto fino a quel momento...

Ma è una speranza ragionevole? Cioè, è una speranza fondata su delle ragioni o è un atto irrazionale dettato solo dal nostro istinto di sopravvivenza?

Per essere ragionevole deve avere una certezza nel presente... per esempio, spero nell'aiuto di una persona perché mi ha già dato prova che tiene a me.

Il tema della speranza è molto attuale; nel senso che tanti dialoghi sulla situazione presente finiscono con "sperèm" speriamo... ma senza molta convinzione.

In cosa fondiamo la speranza? Nel potere no di certo!... in noi stessi? nelle nostre forze? Può essere.... ma ne abbiamo davvero le forze?

E' un tempo amaro questo... grandi desideri che già dentro di noi vengono negati perché siamo già certi che non hanno la possibilità di essere realizzati....

 Nello stesso brano Pavese dice:

"Non c'è cosa più amara che l'alba di un giorno in cui nulla accadrà "

Non è forse questa la sottile disperazione che ha pervaso noi
e il nostro popolo e che impedisce ogni rischio, ogni sacrificio?

Impedisce, cioè, che il desiderio diventi costruttività, avventura, passione per un cammino, paziente, perché certo del compimento.

I giovani sono la vittima più tragica di questa atrofizzazione dell'io......

 
 
 

LA ROSA BIANCA: i volti di un'amicizia

Post n°46 pubblicato il 30 Settembre 2012 da frattale58

In questi giorni alcuni studenti hanno proposto di preparare una mostra sui ragazzi de "La rosa bianca", che, negli anni tra il '42 e il '43, si opposero al nazismo non in modo ideologico, ma come riconoscimento di una bellezza incontrata che non permetteva di far finta della menzogna dilagante....

Leggendo le lettere che si scrivevano emerge questa bellezza
che contrasta con i crimini di quel tempo:

".... Tutto è così sorprendentemente bello che ancora non so
quale sentimento il mio cuore senza parole dovrebbe manifestare
di fronte a questo spettacolo della natura. 

E non è anche un bel mistero e, qualora non se ne conosca il motivo,
quasi qualcosa che incute timore, il fatto che tutto sia così bello
(nonostante le cose terribili che accadono)?

Nella mia semplice gioia davanti a tutto ciò che è bello si è introdotto
con forza qualcosa di grande e sconosciuto,
cioè il presentimento del Creatore, che le innocenti creature con la loro bellezza lodano.

Perciò, in realtà solo l'uomo può essere brutto, perché con il libero
arbitrio può decidere di separarsi da questo canto di lode.

In questi giorni si potrebbe spesso pensare che l'uomo sia capace di sovverchiare questo canto con rombi di cannone, maledizioni e bestemmie.

Eppure la scorsa primavera una cosa è diventata chiara in me: egli non può farlo e io voglio tentare di mettermi dalla parte dei vincitori.

(Sophie Scholl, 10 ottobre 1942)

 
 
 

Che differenza tra SAPERE E SCOPRIRE!

Post n°45 pubblicato il 18 Settembre 2012 da frattale58

Chi non ha letto, almeno in gioventù, la novella di Pirandello, "Ciaula scopre la luna" ?

Eppure in questi giorni rileggerla mi ha colpito particolarmente, in particolare questa parte:

"Se ne accorse solo quando fu agli ultimi scalini.
Dapprima, quantunque gli paresse strano, pensò che fossero gli estremi barlumi del giorno.
Ma la chiarìa cresceva, cresceva sempre più, come se il sole, che egli aveva pur visto tramontare, fosse rispuntato.

Possibile?

Restò - appena sbucato all'aperto - sbalordito. Ilcarico gli cadde dalle spalle. Sollevò un poco le braccia; aprì le mani nere in quella chiarità d'argento.

Grande, placida, come in un fresco, luminoso oceano di silenzio, gli stava di faccia la Luna.

Sì, egli sapeva, sapeva che cos'era; ma come tante cose si sanno, a cui non si è data mai importanza.

E che poteva importare a Ciàula, che in cielo ci fosse la Luna?

Ora, ora soltanto, così sbucato, di notte, dal ventre della terra, egli la scopriva.

 estatico, cadde a sedere sul suo carico, davanti alla buca. Eccola, eccola, eccola là, la Luna . . . C'era la Luna! La Luna!

e Ciàula si mise a piangere, senza saperlo, senza volerlo, dal gran conforto, dalla grande dolcezza che sentiva, nell'averla scoperta, là, mentr'ella saliva in cielo, la Luna, col suo ampio velo di luce, ignara dei monti, dei piani, delle valli che rischiarava, ignara di lui, che pure per lei non aveva più paura, né si sentiva stanco, nella notte ora piena del suo stupore.

 
 
 

DELLA TENEREZZA E DELLA DELICATEZZA

Post n°44 pubblicato il 07 Settembre 2012 da frattale58

Mentre camminiamo, parliamo di delicatezza, di tenerezza e chiedo di cosa siano frutti queste cose belle.

Silenzio.

«Dell'amore», dico io.

Poi mentre il gruppetto si sgrana, mi raggiunge un ragazzo e dice:

«A me piacerebbe avere quelle cose nella mia vita».

Che commozione avvertire in un ragazzo di 17 anni la nostalgia di quelle cose belle.

Erano parole che nascevano in un cuore uguale a quello che Dio aveva fatto:

un cuore per Sé, per le cose belle ch'Egli aveva fatte.

Nascevano quelle parole da un breve, frammentato dialogo sui "non ti scordar di me".

E poi quel ragazzo chiedeva:

«Come si fa ad avere quelle cose belle?».

Ecco, io non ho mai dimenticato le parole di quel grande amico, cui devo tutto:

«Bisogna sgranare gli occhi, bisogna avere gli occhi sgranati dei bambini».

 
 
 

UN INIZIO ANNO SCOLASTICO DA PROTAGONISTI DEL CAMBIAMENTO

Post n°43 pubblicato il 28 Agosto 2012 da frattale58

Per uscire dal triste isolamento in cui tanti insegnanti si sono relegati, non possiamo sempre solo aspettare riforme calate dall'alto.

Dobbiamo far ricorso piuttosto alle energie e alle esperienze che già sono in atto, cercando di diffonderle.

Siamo noi insegnanti i possibili protagonisti del cambiamento.

Creiamo punti di aggregazione di energie, di esperienze, di dialogo. Utilizziamo il web per far circolare le nostre esperienze.

Coinvolgiamo le famiglie in questa nuova consapevolezza, invitiamole a darci fiducia in questo compito.

Condividiamo con gli studenti la riflessione sullo scopo del nostro stare insieme, sulla bellezza della ricerca, sugli obiettivi del percorso scolastico, sulla preparazione da raggiungere per stare al passo col mondo.

Quanto più riusciremo a coordinare queste esperienze, a dare rilevanza anche pubblica al nostro ruolo di educatori, quanto più riusciremo a non essere soli in questo affascinante compito, tanto più potremo esse validi interlocutori attivi anche delle riforme statali.

Certo, al momento le forme di aggregazione partecipativa di noi insegnanti sono da inventare, ma non partiamo da zero, esperienze in atto ce ne sono tante in giro per l'Italia.

In fondo, si tratta di recuperare noi stessi.

 
 
 

Meeting Rimini: 'Emergenza uomo' tema edizione 2013

Post n°42 pubblicato il 26 Agosto 2012 da frattale58

'Emergenza uomo' sara' il tema dell'edizione 2013 del Meeting per l'amicizia fra i popoli.
Lo ha annunciato la presidente Emilia Guarnieri, nel corso della conferenza conclusiva della manifestazione.
"Nella societa' in cui viviamo -ha spiegato Guarnieri- e' urgente l'esigenza di ridare un'identita' chiara all'io,
protagonista nella vita e costruttore di storia".
Quanto all'edizione di quest'anno, gli organizzatori non nascondono la propria soddisfazione per i numeri raggiunti:
271 relatori, 9 mostre, 21 spettacoli, 800mila presenze, da 40 paesi diversi.
"L'esperienza di queste giornate -spiegano- i fatti accaduti, il popolo del Meeting, hanno mostrato che e' possibile vivere questa dimensione dell'esistenza umana, testimoniando che il rapporto con l'infinito, al quale ogni uomo anela, non e' questione spiritualistica per addetti ai lavori o per persone 'pie', ma un fattore essenziale per vivere ogni aspetto della vita con verita'".
I promotori della manifestazione hanno ricordato il messaggio di Benedetto XVI, nel quale il Papa ha invitato alla purificazione dai 'falsi infiniti',
e quello del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che ha riconosciuto
"la ricchezza di questa esperienza e il suo valore come contributo al mondo: un patrimonio di risorse e di energie indispensabile".

 
 
 

CHE COS'E' L'UOMO PERCHE' TE NE RICORDI?

Post n°41 pubblicato il 24 Agosto 2012 da frattale58

Ieri al Meeting di Rimini mi sono "goduto" la mostra di Lejeune, il genetista francese che si è tanto speso sia per la sindrome di down, sia perché non venissero soppressi.

Mi sono piaciute tante cose... ne scrivo qualcuna...

"Papà ha soprattutto uno sguardo.

I suoi occhi azzurri scintillano di intelligenza e di umorismo

e vi guardano con infinita tenerezza.

Sono tuttavia esigenti perché amano la verità.

Cercano instancabilmente il perché e il come di ciò che vedono."

Clara Lejeune

Anch'io vorrei essere così (a parte gli occhi azzurri...)

"Ogni volta che si fa un'esperienza di verità,

si solleva un velo, si apre un'orizzonte.

E' un fatto entusiasmante per chi fa la scoperta.

E diventa un bene per tutti."

Jerome Lejeune

"Dite piuttosto che questo bambino vi disturba

e perciò preferite ucciderlo,

ma dite la verità.

E' un uomo la "cosa" in questione,

non un ammasso di cellule..."

Jerome Lejeune

"Non può essere negato che il prezzo delle malattie genetiche sia alto, in termini di sofferenza per l'individuo e di oneri per la società.

Senza menzionare quel che sopportano i genitori!

Se questi individui potessero essere eliminati precocemente, il risparmio sarebbe enorme!

Ma noi possiamo assegnare un valore a quel prezzo: è esattamente quello che una società deve pagare per rimanere pienamente umana. "

Jerome Lejeune

 
 
 

CHI AMA IL MISTERO E' IL VERO AMICO

Post n°40 pubblicato il 22 Agosto 2012 da frattale58

« Tornare a spalancare

la finestra del bunker della ragione positivista

che impedisce la consapevolezza

della dipendenza dall’Infinito »

 
 
 

L'INFINITO, QUI E ORA, NELLE COSE DELLA VITA

Post n°39 pubblicato il 20 Agosto 2012 da frattale58

Prima parte dell'articolo di Claudio Magris

apparso sul Corriere della sera di oggi.

 

<< Tutte le immagini – dice una poesia di Montale – portano scritto: “più in là “ >>.

È questo oltre, questo << più in là >> che dà senso a ogni concreta realtà finita.

 

I nostri pensieri, i nostri sentimenti, le nostre azioni, la nostra esistenza non si limitano alla loro particolarità; si collocano in una dimensione infinitamente più grande che li avvolge e conferisce loro significato.

Così come un sorriso non esiste da solo, ma nel volto e nella bocca in cui nasce, nella persona in cui fiorisce e nella persona o nelle persone o nelle cose cui si rivolge e che non sono staccate da noi, ma fanno parte del campo di energie della nostra vita.

La Via Lattea, quando la vediamo nelle notti serene, ci sembra lontana, altra da noi, ma invece siamo anche noi in essa, siamo anche noi Via Lattea.

 

La nostra finitezza è inesorabile e forse non possiamo occuparci d’altro, ma essa non basta ed è un’illusione delle nostre abitudini e dei nostri pregiudizi che essa sia tutto.

Questo senso di ciò che trascende la nostra immediatezza è religioso, ma non ha necessariamente bisogno di una fede precisa.

 

In uno splendido saggio, Horkheimer – marxista critico, padre insieme ad Adorno della Scuola di Francoforte e del pensiero negativo – parla del mondo finito come dell’unico mondo di cui si possa avere conoscenza, ma rimanda pure a un << irriducibilmente Altro >> che non si può analizzare, ma non si può espellere dall’orizzonte della mente e del cuore umano.

 

Non so come si possa definire questo Altro: Dio, l’infinito, forse pure con altri nomi.

Anni fa un eminente fisico mi disse che la scienza stava distruggendo gli infiniti.

Non sono in grado di capire ciò che significhi, ma non credo che ciò possa cancellare la verità espressa in Leopardi, verità oggettiva, che coglie il rapporto dell’individuo con il Tutto in cui vive e che sostanzia la sua stessa esistenza.

 

Senza questo senso concreto dell’oltre, non esiste veramente niente e niente può essere vissuto, patito goduto.

 

Basta uno sguardo, in cui nell’amore si accende improvvisamente qualcosa d’altro, per farci capire che la nostra esistenza non finisce ai confini del nostro corpo, dei nostri interessi, delle nostre paure.

 

Anche l’aprirsi a un altro nell’amicizia varca e trascende le misere frontiere dell’io.

 

Viviamo anche senza saperlo e senza volerlo, in quest’oltre, come i pesci nel mare.

Non avere questa consapevolezza impoverisce la vita, l’Eros, l’avventura. …….

 
 
 

IL MESSAGGIO DEL PAPA AL MEETING

Post n°38 pubblicato il 20 Agosto 2012 da frattale58

 

Alcuni stralci, per me significativi, del saluto del Papa....

..Parlare dell’uomo e del suo anelito all’infinito significa innanzitutto riconoscere il suo rapporto costitutivo con il Creatore. L’uomo è una creatura di Dio.

Oggi questa parola – creatura – sembra quasi passata di moda: si preferisce pensare all’uomo come ad un essere compiuto in se stesso e artefice assoluto del proprio destino…..

 

Eppure questa dipendenza, da cui l’uomo moderno e contemporaneo tenta di affrancarsi, non solo non nasconde o diminuisce, ma rivela in modo luminoso la grandezza e la dignità suprema dell’uomo, chiamato alla vita per entrare in rapporto con la Vita stessa, con Dio…..

 

«O Dio, tu sei il mio Dio, dall’aurora io ti cerco, ha sete di te l’anima mia, desidera te la mia carne, in terra arida, assetata, senz’acqua» (v. 2). Non solo la mia anima, ma ogni fibra della mia carne è fatta per trovare la sua pace, la sua realizzazione in Dio. E questa tensione è incancellabile nel cuore dell’uomo: anche quando si rifiuta o si nega Dio, non scompare la sete di infinito che abita l’uomo. Inizia invece una ricerca affannosa e sterile, di «falsi infiniti» che possano soddisfare almeno per un momento….

 

Non è forse strutturalmente impossibile all’uomo vivere all’altezza della propria natura? E non è forse una condanna questo anelito verso l’infinito che egli avverte senza mai poterlo soddisfare totalmente?

Questo interrogativo ci porta direttamente al cuore del cristianesimo. L’Infinito stesso, infatti, per farsi risposta che l’uomo possa sperimentare, ha assunto una forma finita….

 

Nulla allora è banale o insignificante nel cammino della vita e del mondo…. Ogni cosa, ogni rapporto, ogni gioia, come anche ogni difficoltà, trova la sua ragione ultima nell’essere occasione di rapporto con l’Infinito, voce di Dio che continuamente ci chiama e ci invita ad alzare lo sguardo, a scoprire nell’adesione a Lui la realizzazione piena della nostra umanità…..

 

Non dobbiamo avere paura di quello che Dio ci chiede attraverso le circostanze della vita…. Dio ha a cuore la nostra felicità, la nostra piena realizzazione umana.

 

 
 
 

IL MEETING PER L'AMICIZIA FRA I POPOLI

Post n°37 pubblicato il 07 Agosto 2012 da frattale58

Anche quest'anno, per un sol giorno, andrò a Rimini,

al Meeting che ha per titolo:

"LA NATURA DELL'UOMO è RAPPORTO CON L'INFINITO".

è un evento che aspetto sempre con piacere per l'intensità di vita che vi si respira...

Poi quest'anno mi è proprio congeniale.. l'infinito.. il mistero...

è proprio di questa grandezza la nostra intima natura...

verità, giustizia, felicità, amore.... di nessuna di queste cose ce ne basta un po'.

La nostra esigenza è di totalità, di infinito.

Ecco, mi attendo un aiuto a comprendere questo mio essere sempre alla ricerca ...

Tra mostre ( ve n'è una di Lejeune sulla genetica .. ), incontri, teatro e chissà cosa...

In questo modo mi preparo al ritorno a scuola.

C'è la possibilità anche di seguire in diretta gli incontri su www.meetingrimini.org

 

 
 
 

Il Bosone della felicità

Post n°36 pubblicato il 07 Luglio 2012 da frattale58

C’è il Bosone, senza il quale la materia non ha senso,
ed è una grande scoperta.

È stata una caccia.

Cos’hanno hanno fatto gli scienziati con il Bosone,
teorizzato cinquant’anni fa da Higgs?

L’hanno cercato, atteso e finalmente preso.

L’elemento che sta al principio della materia;
doveva esserci anche se non si riusciva a trovarlo.

 

Ma c’è un altro “Bosone”, quello della felicità
(ultimamente parlo solo di questo..), che c’è, è che va continuamente
e nuovamente cercato, ogni mattina, senza il quale la moglie, i figli,
il dolore e perfino la morte, non si capirebbe la loro esistenza,
come fanno a stare in piedi.

 

Come la scienza si protende a
cercare gli elementi che stanno alla base di tutto,
così anche la vita, tradirebbe se stessa se non facesse la stessa cosa.

La vita, ognuno di noi, lo deve cercare, il Bosone della sua vita,
come hanno fatto gli scienziati del Cern, impegnando tutto se stessi,
a livello personale e in gruppo.

 

Naturalmente il metodo della scienza non si applica alla vita,
che ha un suo modo per raggiungere la certezza sulla realtà.

Il Bosone della felicità, della gioia “piena”, per me,
è quella forza che ti permette di “gustare” tutta la vita.

 

L’esaltante scoperta di questi scienziati,
che sento come compagni d’avventura,
ci richiama a vivere la vita per quello che è:

una tensione che non finisce mai, alla ricerca del compimento.

Sia per chi crede nell’esistenza di Dio, sia per chi crede in qualcos’altro.

Cercare sempre. Non arrendersi.

 
 
 

Before I Die

Post n°35 pubblicato il 05 Luglio 2012 da frattale58

 

                                                              Vicenza                                            

Un'iniziativa lanciata in tutto il mondo e intitolata Before I Die (Prima di morire),
propone di scrivere in spazi pubblici ciò che si desidera di più.

è un progetto interattivo di Candy Chang, un artista che invita gli uomini ad
esprimere le proprie speranze e i propri sogni su dei muri
(il sito è http://beforeidie.cc/).
Sino ad oggi sono state più di 25mila adesioni, su 12 muri in 7 paesi.
Molte sono frasi banali(tipovorrei fare un viaggio in prima classe), altre no.

L'aspetto più interessante sta nel porre la domanda
sul nostro vero desiderio
,
in un tempo in cui tutto tende a sopprimerla.

Perché il desiderio definisce l'uomo in senso positivo,
non come reazione al mercato.

Cercare di rispondere a quella domanda costringe a pensare a
che cosa sia veramente importante adesso per me .......

                                                             Sulmona                                       

 

 
 
 

"VUOI ESSERE FELICE ORA O DOMANI?"

Post n°34 pubblicato il 29 Giugno 2012 da frattale58
Foto di frattale58

" ..... a un certo punto mi guarda e mi dice:
< usciti dalla crisi e mandati a casa tutti i politici corrotti, io potrò essere felice! >.
Io le ho risposto:
< ma tu cosa desideri? essere felice ora o tra un anno, sei mesi, un giorno? >
lei mi ha guardato male e:
< ma come fai a non avere schifo per tutte le brutte persone che ci sono?>
io ribatto:< Ma tu pensi che se queste persone non esistessero più,
tu veramente saresti felice?
Quando ti svegli la mattina che cosa ti aspetti?

Qual è stata l'ultima volta in cui sei stata felice?>

e lei: < Al mattino è un automatismo, mi sveglio presto,
mio marito dorme perché la sera prima chissà cosa ha fatto...
e l'ultima volta che sono stata felice davvero,
non la felicità dei sogni, quella del cuore,
è quando ho guardato mia figlia e mio marito alla grigliata di Pasquetta.

Erano con me ed eravamo tutti contenti.. >.

< Il tuo cuore è esattamente come il mio.

è fatto non perché le cose vadano bene, che tutto si risolva ...
quante volte sei triste anche se apparentemente tutto va bene?

Tu puoi essere contenta ora;

basta riconoscere quello che c'è,

come hai detto tu: tua figlia, tuo marito, il tuo lavoro, la tua casa,
il tuo amore per le cose belle..
sono tutti segni del fatto che tu desideri essere contenta ora.

Per questo non servono particolari condizioni....

basta guardare quello che c'è >.

 

 
 
 

LA FORTUNA .....

Post n°33 pubblicato il 23 Giugno 2012 da frattale58

 

Come si fa ad uscire da una crisi?

come si supera una perdita, un insuccesso o un fallimento?

C'è chi ha avuto la forza di rimettersi in piedi dopo che

l'azienda in cui lavorava ha chiuso,

chi non si è abbattuto dopo che la recessione

lo aveva costretto a vendere la casa,

chi ha ritrovato la forza di andare avanti dopo che

un lutto sembrava avergli tolto la ragione per vivere.

 

Dove trovare la forza di rialzarsi?

è una questione di ottimismo della volontà?

è una questione di fortuna?

è un atteggiamento di fronte alla realtà?

 

«la differenza tra un disastro e un'avventura è solo la tua attitudine»

dal libro di M. Calabresi < la fortuna non esiste >

 

 
 
 

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...per certa gente

è serio il problema dei soldi,

è serio il problema dei figli,

è serio il problema

dell'uomo e della donna,

è serio il problema della salute,

è serio il problema politico:

tutto è serio

eccetto la vita.

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Chiedete a un padre

se il miglior momento

non è quando i suoi figli

cominciano ad amarlo

come uomini,

lui stesso, come uomo,

liberamente,

gratuitamente....

quando i suoi figli

cominciano a diventare uomini

.... E lui stesso, lo trattano

come un uomo libero..

Peguy

 

DAL PRIMO POST

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- PER AMORE SI Può MORIRE
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