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IL RITORNO DI ESTIA

...figlia primogenita di Crono e Rea, sorella di Zeus, Demetra, Era, Ade e Poseidone... dea del fuoco e del focolare domestico

 

 

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CARAVAGGIO

Post n°36 pubblicato il 19 Febbraio 2008 da estiavesta2
 

"Quando non c'è energia, non c'è colore,
non c'è forma, non c'è vita!"

(Michelangelo Merisi)

Domenica 17 e lunedì 18, su rai 1, è andata in onda la fiction su Michelangelo Merisi, più comunemente conosciuto come CARAVAGGIO.
L'attore che ha vestito i panni del genio lombardo è stato Alessio Boni, affiancato da Elena Sofia Ricci, nel ruolo della Marchesa Costanza Colonna, diretti da Angelo Longoni.

Questa, la trama della fiction:

"Michelangelo Merisi nasce a Caravaggio, in una famiglia che lavora per i Colonna, potentissima famiglia milanese. Già a sei anni Michele promette eterno amore e fedeltà a Costanza Colonna, di poco più grande di lui, che a sua volta non mancherà di proteggerlo e favorirlo per il resto dei suoi giorni. A dodici anni Michele viene mandato a studiare nella bottega di Peterzano, a Milano, dove impara la tecnica del colore e l'amore per le sacre scritture in un regime di disciplina ferrea e punitiva.

Crescendo Michele entrerà in contatto con Martelli, il Cavaliere dirimpettaio, con cui sviluppa la familiarità nell'uso delle armi. A venti anni, dopo la morte della madre, niente più lo lega a Milano e, dopo essersi finalmente rifatto di tutti i soprusi e le violenze subite da Peterzano, parte alla volta di Roma. Dopo una lunga serie di rifiuti dai vari mastri bottegai e un periodo di stenti e malattia - dove sviluppa un'amicizia che durerà per tutta la vita con Mario Minniti, riesce finalmente ad entrare nella bottega di D'Arpino. Nel frattempo inizia anche a crearsi i primi nemici nelle osterie per il suo temperamento esuberante.

Nelle sue notti turbolente rimane folgorato dalla bellezza di Fillide Melandroni, una rinomata cortigiana, provocando la gelosia profonda del suo protettore Ranuccio Tomassoni. Le sue opere iniziano finalmente a circolare fra i mercanti e attirano l'attenzione del Cardinal Del Monte, vicino a Costanza Colonna, che lo invita a Palazzo Firenze, sotto la sua protezione, e gli offre la possibilità di dedicarsi senza distrazioni alla sua arte. Nonostante le condizioni di agio e tranquillità in cui è messo, l'inquietudine di Michele non tarda a prendere il sopravvento.

L'amore pericoloso per Fillide viene immortalato in una serie di capolavori, ma aumenta l'astio del suo protettore Ranuccio e porta Michele a frequentare più volte le patrie galere. Il successo delle opere di Caravaggio lievita di giorno in giorno, nonostante i membri dell'Accademia facciano di tutto per ostacolarlo. Michele entra in contatto in questo periodo con l'altra sua musa per eccellenza, Lena. Caravaggio è all'apice del suo successo, incontra il Papa e ne fa il ritratto, quando le sue intemperanze raggiungono il limite: uccide in un duello Ranuccio Tomassoni ed è costretto a scappare a Napoli per non farsi uccidere a sua volta o arrestare. Qui, sempre sotto la protezione di Costanza Colonna, non ha difficoltà a trovare delle commissioni importanti, ormai la sua fama lo precede, tanto che viene invitato a Malta, dove l'ordine dei Cavalieri può forse intercedere col Papa e fargli ottenere la grazia.

Sull'isola Caravaggio entra subito nelle grazie del Gran Maestro dei Cavalieri di Malta De Wignancourt, e viene presto investito Cavaliere, ma la sua stella nera continua a brillare. Per difendere l'onore di Fabrizio Colonna, figlio di Costanza, e cavaliere a sua volta, Michele viene coinvolto in una rissa che stavolta aveva fatto di tutto per evitare. Viene immediatamente arrestato ed estromesso dall'ordine nel quale era appena entrato. Michele è spaventato come non lo è mai stato, braccato dai Cavalieri di Malta, dalle guardie papali e dai vendicativi fratelli di Ranuccio Tomassoni.

Intanto a Roma il Cardinal Del Monte e Costanza Colonna, con l'aiuto di Scipione Borghese, plenipotenziario di giustizia e nipote del Papa, stanno cercando di intercedere presso il Santo Padre per ottenere la grazia del loro protetto. Michele riesce a raggiungere Napoli, dove insieme alla bella notizia della grazia imminente, l'attende anche l'agguato vendicativo dei fratelli Tomassoni, che lo feriscono gravemente. Stavolta le cure di Costanza Colonna sfociano finalmente in un rapporto amoroso che era rimasto sospeso e desiderato fin dalla loro infanzia.

Michele deve ora soltanto raggiungere Roma, consegnare dei quadri in regalo al Papa e ottenere la grazia, ma lo scalo funesto nel porto di Palo diventa il capolinea della sua esistenza. Un semplice comandante della guardia portuale ferma il grande Caravaggio e ne ordina l'arresto. La detenzione in condizioni pessime debilita fortemente Michele che verrà scarcerato troppo tardi. Morirà sulla spiaggia di Porto Ercole, senza riuscire a raggiungere Roma, fra le braccia di Costanza Colonna arrivata giusto in tempo per coglierne l'ultimo respiro. "

(da RAI FICTION)

A parte le inevitabili incongruenze con la realtà e con quelle che sono le biografie ufficiali del pittore... e a parte il finale della fiction, a mio parere ansiogeno e confuso... la mia attenzione si è posata su qualche questione che vorrei condividere con voi.
Innanzitutto la Chiesa dell'epoca, nel vivo dell'Inquisizione. Piena di uomini corrotti, lussuriosi e avari, scandalizzati dal fatto che Santa Caterina e la Madonna avessero il volto di cortigiana; che i santi raffigurati da Caravaggio non avessero l'aureola e che fossero "troppo somiglianti agli umani"; che gli apostoli, dopo l'ascensione di Maria, fossero tristi... uomini però altrettanto misericordiosi nei confronti di loro stessi, pur compiendo atti criminali, pur tagliando la testa a due innocenti donne in nome di una ricchezza che mai appagava la loro sete di beni. Bellissima la scena del rogo di Giordano Bruno.
Poi, non ho potuto fare a meno di notare quanto l'arte, quella vera, appartenga sempre più ai "folli", a persone sanguigne, calde, passionali, che in nome di quello a cui tengono, sono dipsoste a perdere la vita.

E mi chiedo: è la follia che sviluppa una forte sensibilità o è la sensibilità che porta alla follia?

E intanto negli stessi anni Pierluigi da Palestrina componeva...


 
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Cosa non farò per farmi amare.
Cosa non farò per dirti che...
Cosa non farò per quest’amore,
per dirti cosa sei per me.
Dormo ancora solo in questa stanza,
dove al buio i sogni vanno via,
resta solo il peso della mia
malinconia.
L’amore non si spiega,
fa girare il mondo e poi...
Se non c’è diventa tutto inutile,
non puoi farne a meno mai,
nemmeno quando poi
sarà solo silenzio e freddo tra di noi.
E volando superando i monti
verso cieli bianchi di libertà.
E volando finchè tutto il mondo
solamente un punto sembrerà...
E ora cosa non farò per amare...
Cosa non farò per te...
Tu sola sei l’amore,
tu sola per me.
Dimmi che vorrai stare al mio fianco,
dimmi che sarai solo per me,
dimmi che consolerai il mio pianto
ed io vivrò solo per te.
Dammi ancora solo un po’ di tempo,
giusto quanto basta perché poi
Torni ancora tutto come prima
tra di noi.
E volando superando i monti
verso cieli bianchi di libertà.
E volando finchè tutto il mondo
solamente un punto sembrerà
E ora cosa non farò per amare...
Cosa non farò per te...
Stella del mio cuore,
splendi su di me.
E ora cosa non farò per amare...
Non mi chiedere perché...
L’amore non si spiega,
tu sola sei per me! 
 

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I DUBBI DELL'AMORE

"Se una mattina io
mi accorgessi che
con l'alba sei partito
con le tue valigie
verso un'altra vita,
riempirei di meraviglia
la città.
Ma forse dopo un po'
prenderei ad organizzarmi
l'esistenza,
mi convincerei
che posso fare senza,
chiamerei gli amici
con curiosità
e me ne andrei da qua.
Cambierei tutte le opinioni
e brucerei le foto,
con nuove convinzioni
mi condizionerei,
forse ringiovanierei
e comunque ne uscirei.
Non so quando,
non so dove.
Ma se domani io
mi accorgessi
che ci stiamo sopportando
e capissi che non
stiamo più parlando,
ti guardassi e
non ti conoscessi più...
io dipingerei di colori i muri
e stelle sul soffitto,
ti direi le cose
che non ho mai detto.
Che pericolo la quotidianità
e la tranquillità.
Dove sei?
Come vivi dentro?
C'è sempre sentimento
nel tuo parlare piano?
E nella tua mano,
c'è la voglia di tenere
quella mano nella mia?
Tu dormi e non pensare
ai dubbi dell'amore.
Ogni stupido timore
è la prova che ti dò.
E rimango e ti cerco...
non ti lascio più!"

(Fiorella Mannoia)

 

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