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IL LAVORO

Nell'era della globalizzazione

 

 

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L'ORIZZONTE NON SI VEDE ANCORA

Post n°122 pubblicato il 21 Febbraio 2017 da aliasnove

Esattamente un anno fa con Cosmopolitica decollava il tentativo ambizioso di superare Sel per costruire una sinistra nuova e più larga. Adesso è nata Sinistra Italiana, alcuni promotori hanno deciso di fare altro, il Pd sta deflagrando e nel cielo europeo e mondiale si addensano nubi preoccupanti. Sembra passato un secolo. La storia corre e la sinistra annaspa. Come ha scritto Revelli siamo dentro un processo entropico: ogni giorno il quadro cambia e ogni pezzo non sta più né dove stava ieri, né dove pensavamo dovesse stare oggi. Alzare la testa per vedere meglio quel che accade fuori e lontano da noi: questo è il suggerimento che se ne ricava.

Giusto, ma non basta.

Perché il terreno sottostante, frana e se non si sta con i piedi per terra e in movimento, si rischia di restare intrappolati nelle sabbie mobili. Mai come oggi, quindi, dobbiamo muoverci nell’oggi scrutando l’orizzonte lontano e seguendo la direzione giusta.

All’orizzonte c’è la fase terminale dello sviluppo capitalistico, la sua mutazione genetica dalla produzione materiale di beni e servizi per soddisfare bisogni delle persone alla produzione virtuale di finanza per soddisfare le leggi di sopravvivenza della finanza stessa.

Ma ci sono all’orizzonte anche mutazioni straordinarie indotte dall’evoluzione tecnologica. Le macchine sostituiscono l’uomo e ne mutano il destino: o liberazione dal lavoro o dominio finanziario e tecnologico e nuova schiavitù dell’uomo, ridotto a scarto. Il progresso creato dall’uomo gli si rivolge contro. Problemi spaventosi stanno davanti a noi. Altro che sinistra moderata o radicale, campi larghi o orticelli, il destino di Renzi e quello della Raggi… Epperò.

Epperò dobbiamo agire nel presente per costruire il futuro. Il 4 dicembre rappresenta il punto di svolta di una tendenza pluriennale della politica italiana: l’idea che la governabilità è più importante della rappresentanza, la vocazione maggioritaria come diritto di una minoranza che non riesce a conquistare la maggioranza dei consensi popolari a diventare maggioranza per legge, un Partito incolore che, assemblando componenti storiche diverse, pretende di diventare il centro unico del sistema politico e poi, come evoluzione naturale, il passaggio dal partitone solo al comando all’uomo solo comando.

La riforma costituzionale e la legge elettorale non erano che il punto di arrivo di questa pericolosa perversione democratica.

La risposta negativa degli italiani è stata la pietra tombale su quel progetto.

Quindi una crisi specifica quella italiana, ma nel mezzo di una Europa con spinte a destra che si allargano e fermenti a sinistra che stentano a fare massa critica.

Al congresso di Rimini abbiamo visto tanti giovani, una bella discussione, tanto entusiasmo. Quelli che chiamammo cosmopolitani tentano di dare l’assalto al cielo. Ma l’orizzonte non si vede ancora.

A diradare la nebbia di cui ha parlato Cofferati, penserà il tempo. Serve, però, che le tante energie che si sono mobilitate nel referendum provino a soffiare insieme. Per aiutare il vento della storia.

Aldo Carra  il manifesto

 
 
 
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