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IL LAVORO

Nell'era della globalizzazione

 

 

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BISOGNAVA PENSARCI PRIMA

Post n°261 pubblicato il 05 Giugno 2018 da aliasnove

Salvini è un tagliatore di teste. Lo sapevamo. È questa forse la ragione principale del suo successo. Gli umani sembrano assetati di sangue e l’eliminazione cruenta dell’altro sembra che dia loro spazio. È una storia vecchia.

Lo ha anche ribadito prima di giurare entusiasticamente fedeltà alla Repubblica e alla Costituzione: raderà al suolo i campi Rom, fermerà gli sbarchi, rimanderà i barbari a casa.

Con questi sistemi promuoverà l’invasione cruenta del paese, e il suo potere crescerà sempre più, man mano che la situazione gli sfuggirà di mano.

Perché a meno di usare i sistemi nazisti, radere al suolo un campo Rom farà semplicemente sciamare i Rom nella città: e quanti se ne possono arrestare senza violare la fedeltà alla Costituzione? Fermare gli sbarchi significa forse che li lasceremo affogare tutti davanti alle nostre spiagge?

Gli italiani possono essere crudeli ma sono anche dei gran sentimentali, non bisogna mettergli davanti agli occhi quadri patetici, di quelli che fanno salire gli indici di ascolto. Possono sopportare la morte quotidiana di centinaia di bambini, ma non il piccolo morto portato surrettiziamente dal militare sulla spiaggia per farlo fotografare. Uno solo di questi errori e il trend può cambiare.

Ma l’entusiasmo di Salvini tagliateste per ora è contagioso. Dobbiamo essere preparati.

Quel che non sappiamo ancora invece è quante code si abbasseranno. Quanti scrolleranno le spalle dicendo: ormai la sinistra non esiste più, e comunque non c’è differenza fra destra e sinistra (come se il compito della sinistra fosse quello di essere buoni e della destra di essere malvagi); quanti si rassegneranno: ormai è andata così, la vita (la mia) continua; quanti giornali abbasseranno i toni; quante testate daranno spazio ai tagliatori di testa e alle banderuole (entrambi egregiamente rappresentati nel nuovo Contratto); quanti si siederanno come l’antica scultura del Vecchio dolente, detto anche il Dio triste, le mani sulle ginocchia, la faccia che le guarda affranta. Dopotutto siamo vecchi, no? Che volete da noi?

È andata così, bisognava pensarci prima.

Anni fa, per la casa editrice nottetempo ho pubblicato un libretto che si chiamava Mattino bruno di Frank Pavloff.

Raccontava di due amici che si raccontano via via quello che gli succede: i nuovi padroni chiedono inizialmente che i cani siano di colore bruno (che male c’è?), poi questo vale anche per i gatti (fastidioso…), poi piano piano (o presto presto) il colore bruno invade ogni cosa e tutto quello che non è bruno viene soppresso, eliminato, cancellato.

Bisognava pensarci prima, dicono i due amici…

Ginevra Bompiani  il manifesto

 
 
 
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