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Messaggi del 31/01/2020
Nel 2020 i nostri smartphone saranno invasi da tantissime nuove “faccine”. Sono previste infatti per il 2020 ben 117 nuovi emoji che andranno ad arricchire il vocabolario digitale delle nostre conversazioni. Dopo l’aggiornamento del 2019 con 74 elementi introdotti nella tastiera degli smartphone, oggi gli utenti che amano parlare, non soltanto con le parole, potranno scegliere nuove forme di comunicazione attingendo al prodotto di una piccola rivoluzione.
Le prime anticipazioni, infatti, introducono baci, abbracci, sorrisi con lacrimuccia e anche un regalo per gli italiani. Sì, il famoso gesto “ma che vuoi” con la mano chiusa e le punta delle dita puntate verso l’alto entra nel vocabolario mondiale (digitale). Una mano di tutti i colori mentre uno solo rappresenterà il cuore, stavolta in versione anatomica. Spazio ai ninja, al tuxedo per uomo e donna, all’uomo in abito da sposa e a nuovi interessanti animali. Tra i quali anche l’amatissimo (ed estinto) Dodo.
Novità anche per il prossimo Natale. Babbo Natale apparirà in altre due versioni. Non solo il barbuto che conosciamo da sempre ma anche la “Babba Natale” femminile e quella senza genere, Mx Claus. Ecco qui la lista completa delle nuove emoticon.
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Dei veri e propri idioti. Difficile trovare un'altra definizione per chi in queste ore, magari per farsi bello con gli amici, si diverte a far girare su WhatsApp degli audio falsi, con notizie inventate di sana pianta, circa il Coronavirus. Ovviamente gli ingredienti per rendere virali questi messaggi completamente falsi, sono sempre gli stessi: il complotto delle istituzioni per tenere nascosta la gravita della situazione, i media tradizionali che nascondono la verità ai cittadini per non spaventarli, il tornaconto di qualche Spectre mondiale. Il tutto condito con notizie false, o esagerate. Il risultato è aumentare il panico e l'ansia della gente, già spaventata dal contagio in atto e dalle notizie verificate che legge sui giornali.
Come dimostrato da Davide Puente, famoso debunker, dalle pagine di Open, il quotidiano online fondato da Enrico Mentana, l'ultimo audio che si sta diffondendo in queste ore, della durata di oltre cinque minuti, è un condensato di notizie false o non confermate.
Nell'audio si sente un italiano, che non si presenta, che non dice né il suo nome né il suo cognome, che racconta di essere sostanzialmente "prigioniero" in Cina. E subito muove la prima accusa ai media: "Se i Media avessero raccontato la verità non sarei venuto qui". Un'affermazione apodittica, che sembra non lasciare replica, se non fosse che non c'è alcuna prova che l'uomo che parla sia realmente in Cina.
L'uomo ripete la bufala del virus creato in laboratorio, affermando che sia il cornavirus sarebbe nato dalla manipolazione della Sars. In realtà non è così. Questa ipotesi, paventata senza conferma da alcune testate con nomi simili a testate ben più note, non solo non trova riscontri, ma è stata ampiamenti smentiti. Ben più affidabile appare l'ipotesi di trasmissione tra uomo e animali. Tutti i virus umani derivano dagli animali.
Ma soprattutto le informazioni contenute nell'audio whatsapp sono differenti anche da quanto raccontano sui social gli italiani presenti in Cina e addirittura a Wuahn. Purtroppo questo non è l'unico audio che circola in queste ore. Sui social si racconta di almeno altri due audio pieni di ipotesi fantasione e prive di riscontri sulla diffusione del Corona Virus
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"Ogni giorno mi chiedo: perché proprio me? A un 17enne gli hai rovinato la vita in cinque minuti da un giorno all'altro". Lo ha detto il ragazzo del citofono a cui ha suonato il leader della Lega Matteo Salvini durante la campagna elettorale per le Regionali dell'Emilia Romagna, in un'intervista
"Un politico che è venuto in periferia così... Cioè da pizzaiolo, postino, a suonare e dire 'tu spacci'. Ma cos'è?", ha aggiunto il 17enne. "Ho 17 anni, studio e gioco a calcio. A Imola - spiega il giovane - Sono stato convocato in nazionale, è stata una grandissima esperienza". "Non ho mai avuto precedenti - conclude - non sono uno spacciatore"
La scena di Salvini al citofono, che tanto ha fatto discutere negli ultimi giorni di campagna elettorale, non è più su Facebook. Dopo la segnalazione di alcuni utenti, il social network ha infatti deciso di rimuovere il video pubblicato nel pomeriggio del 21 gennaio sulla pagina del leader della Lega, durante il suo giro al Pilastro di Bologna. L'ex ministro dell'Interno era stato filmato in diretta mentre suonava il campanello di una casa, chiedendo se lì abitava uno spacciatore.
La rimozione è stata decisa, a una settimana di distanza e due giorni dopo il voto delle Regionali in Emilia-Romagna, perché il contenuto ha violato le policy sulla privacy di Facebook, come ha confermato nel pomeriggio un portavoce del social. La prima a dare la notizia è stata Cathy La Torre, avvocato-attivista che ha lanciato la campagna 'odiare ti costà e che ha preso la difesa del ragazzo, 17enne, residente nella casa finita nel mirino di Salvini e che, nei giorni scorsi, ha affermato di non essere un pusher. Ma il video era stato segnalato anche per «incitamento all'odio razziale». «È la prima di una lunga serie di vittorie per cui ci batteremo fino allo stremo, ve lo prometto, su questa meschina pagina della nostra vita democratica», ha detto l'avvocato, annunciando un'azione «in tutte le sedi competenti perché riteniamo che il nostro assistito abbia subito una grave violazione della sua privacy, della reputazione, della dignità e della vita privata».
L'azione dovrebbe essere di natura civile e non penale, perché «non è nostra intenzione far passare chi non è vittima come vittima, perché l'unica vittima in questa circostanza è un ragazzo ingiustamente accusato e ingiustamente molestato presso la propria abitazione», ha spiegato il legale. Nessuna querela, dunque, e al momento nessun fascicolo aperto d'ufficio dagli inquirenti sulla vicenda, su cui in diversi continuano a chiedere chiarimenti. Uno di questi è il deputato Pd Andrea De Maria che ha interrogato il ministero dell'Interno per sapere se «le autorità competenti hanno richiesto a chi era presente, a tutela della sicurezza, informazioni» e «quali siano, nel caso, i riscontri ricevuti». Ad esempio, su quanto riferito dalla donna che ha accompagnato Salvini al Pilastro, cioè di essere stata contattata da un esponente delle forze dell'ordine dicendo che qualcuno della Lega voleva venire al Pilastro. Sui tempi della rimozione del video è invece intervenuto Facebook, con una nota: «Alcune delle decisioni che dobbiamo prendere su cosa rimuovere e cosa no, sono incredibilmente complesse e sfaccettate, e richiedono un'attenta considerazione di molteplici fattori. Vogliamo assicurarci di prendere queste decisioni nel modo più corretto impiegando tutto il tempo necessario».
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