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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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   Nel mio blog utilizzo  immagini trovate sul Web. Alcune siuramente hanno il copyright;  qui sono usate con scopo culturale , divulgativo  e critico, tuttavia toglierò immediatamente l'immagine, qualora questo uso dispiacesse agli autori.

 

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Messaggi di Marzo 2017

Oh, love!

Post n°3508 pubblicato il 26 Marzo 2017 da g1b9
 

 

 




 Oh amore , perfetto fin dall'inizio, come non fossimo mai stati divisi. Tu mi baciavi  scendevi fino alle orecchie , baci da brividi che  entravano in me come il tuo respiro, così profondo dalla tua bocca fin dentro me e saziavamo il nostro appettito così... a lungo, amore mio e stavo  così bene quando baciavo te. Ora mi racconto questa favola perchè non riesco a credere che io sono ancora qui, non mi riesce, eppure sono ancora qui.
Tu coprivi la mia pelle con i tuoi occhi cercandomi, e quando mi trovavano io ti baciavo ,danzando con te. Precipitavo allora in un momento senza fine e il tuo  dolcissimo bisbigliare recitava quelle parole che mi attraversavano per giungere alla  mia anima. Pensare di stare con te mi fa dimenticare la solitudine di una vita senza te. Non  puoi immaginare come mi sentirei se non mi raccontassi questa favola . Senza questo dirmi non riuscirei a vivere, sapere che sono qui, ancora e ancora senza te, non   posso crederci, non voglio credere.

 

 
 
 

Momenti magici...piacere, pace, relax, bellezza.

Post n°3507 pubblicato il 25 Marzo 2017 da g1b9
 


L'arte viene a voi con il franco proposito di non dar nulla all'infuori della più alta qualità ai vostri momenti mentre passano, e soltanto per amore di quei momenti.


   Walter Pater





 Questi dipinti, scelti tra i molti della grande produzione Picassiana, mostrano gli ultimi passi del percorso artistico del grand pittore, che , dopo aver iniziato con Cezanne  a creare nuove dimensioni prospettiche, sperimentò tutte le forme nuove di pittura, e passando attraverso il cubismo,il surrealismo,  percorre a ritroso la sua tavolozza, tornando alla sua prima forma artistica,ritratti realistici con pennellate sempre diverse.

 
 
 

La mente incatenata...

Post n°3506 pubblicato il 24 Marzo 2017 da g1b9
 

Quando ero piccola adoravo il circo, mi piacevano soprattutto gli animali.Ricordo  che il mio papà accompagnava sempre tutta la famiglia allo spettacolo, convinto che fosse doveroso contribuire al guadagno di questi artisti girovaghi, strambi, divertenti che vivevano nel mondo con al seguito carrozzoni ed animali in gabbia, parlavano lingue strane e portavano novità in quelle nostre piccole città di provincia.
Ero attirata in particolar modo dall’elefante che, come scoprii più tardi, era l’animale preferito di tanti altri bambini.
Durante lo spettacolo quel bestione sfoggiava il suo peso, una dimensione e una forza davvero fuori dal comune, dopo aver contribuito al montaggio del tendone spostando con la sua possente proboscide teloni e grandi pali.
Ma dopo il suo numero, e fino ad un momento prima di rientrare in scena, l’elefante stava legato ad un paletto conficcato nel suolo, con una catena che gli imprigionava una delle zampe.
Il  paletto era un piccolo pezzo di legno piantato nel terreno soltanto per pochi centimetri,e,anche se la catena era grossa e forte, pensavo che un animale in grado di sradicare un albero  avrebbe facilmente potuto liberarsi di quel paletto e fuggire.
Era davvero un bel mistero per me bambina, restia ad ogni costrizione,comprendere che cosa lo tenesse così legato , sottomesso.
Perché non scappava?
Quando avevo cinque o sei anni  avevo fiducia nei grandi, pensavo che possedessero la conoscenza .
Allora chiesi alla  maestra,  poi a mio padre  e poi ancora ad uno zio, che era  pure un generale dell'esercito, di  spiegarmi il mistero dell’elefante.
 Tutti mi risposero che l’elefante non scappava perché era ammaestrato. " Ma, allora, se è addomesticato perchè lo tengono legato?"
Non ricordo di aver ricevuto  una  risposta coerente.
Con il passare del tempo dimenticai il mistero dell’elefante e del paletto fin quando uno dei miei figli, amante degli animali e curioso del loro modo di vivere  ancora oggi, mi fece quella stessa domanda, che avevo fatto io, bambina.  Le mie risposte  non soddisfecero la sua curiosità ed il suo cervellino si mise all'opera. Si immaginò  un elefantino,legato a un paletto simile fin da quando era molto, molto piccolo.
"Sono sicuro che, in quel momento, l’elefantino provò a spingere, a tirare e  tirare nel tentativo di liberarsi, non credi mamma?"
Ma nonostante gli sforzi non riuscì mai  perché quel paletto era troppo saldo per lui.Forse si addormentò sfinito e il giorno dopo ci  riprovò di nuovo e così il giorno dopo e quello dopo ancora.
 Allora capì che non sarebbe mai riuscito a liberarsi ed accettò il suo destino con tanta tristezza."
 Si parlava una di queste sere sull'impotenza dell'uomo a ribellarsi ai suprusi, alle ingiustizie, ai governi inetti che distruggono i paesi per incapacità ed ingordigia , quando gli tornò in mente quell'elefatino che l'aveva incuriosito da piccolo. "  Mamma, ricordi l'elefante del circo, enorme e possente ,che non scappava?"-"E allora?" -"perché, poveretto, crede di non poterlo fare.
Reca impresso il ricordo dell’impotenza sperimentata subito dopo la nascita.
E il brutto è che non è mai più ritornato seriamente su quel ricordo.
E non ha mai più messo alla prova la sua forza, mai più…


 
 
 

Che ci faccio qui?

Post n°3505 pubblicato il 23 Marzo 2017 da g1b9
 

"Signora, tocca a lei», la voce dell’infermiera la sollevò dal dover conversare con una donna la cui prima impressione di simpatia ed eccentricità le si rivelava più sbagliata ad ogni frase che pronunciava.
Si affrettò a superare la porta che  una donna slanciata in camice bianco, troppo giovane per essere un medico navigato, le teneva aperta.
"Mi dica tutto». I dottori usano sempre questa frase per spezzare il gelo — ma tutto cosa?
"Non mi faccio quindici docce al giorno, non mi lavo le mani dieci volte in un’ora, non accumulo nulla — be’… forse libri, ma è più un collezionare.  Mi piace leggere, imparare, scrivere,e non sono sicura di aver bisogno di una psichiatra".


La depressione è un’epidemia di portata mondiale.
Nel 2020 secondo le stime dell’OMS la depressione sarà la più diffusa malattia del pianeta.
Penso che la maggior parte delle depressioni abbiano le sue radici nella solitudine, ma la comunità medica preferisce parlare di depressione piuttosto che di solitudine. È più facile fare una diagnosi e una scatola di farmaci. Invece se cominciassimo a parlare di solitudine, sapremmo, per certo, che non ci sono farmaci, nè  industria medica che  possa arricchirsi, basta l’amore umano.E la cosa meravigliosa è che non serve una scuola di formazione per essere amanti. Tuttavia c’è sempre uno squilibrio tra quanti continuano ad "ammalarsi" di questa malattia e coloro i quali cercano, ognun per sé, di arginarla.  Non ci ha mai insegnato nessuno a gestire la solitudine, dobbiamo imparare a farlo, ad amarla , perche c'è chi l'ama, o almeno confrontarsi con essa e con noi per sapersi orientare tra i tanti modi per vincere la solitudine.Ed oggi quanta solitudine popola il mondo, quante difficoltà a relazionarci con gli altri e , soprattutto quanto è difficile trovare il tempo per questo...Eppure viviamo oggi, ma non ci pensiamo mai.




 
 
 

Un tempo ero...

Post n°3504 pubblicato il 22 Marzo 2017 da g1b9
 

 

 

Un tempo ero un’inguaribile romantica.

Lo sono tuttora.
Un tempo credevo che l’amore fosse il valore più grande.
Lo credo tuttora.
Non mi aspetto di essere felice.
Non credo che troverò ancora l’amore, qualunque cosa voglia dire, o che, se lo troverò, mi renderà felice.
Non penso che l’amore sia una risposta o una soluzione.
Penso che l’amore sia una forza della natura, possente come il sole, necessaria, impersonale, immensa, impossibile, una forza che brucia e scalda, che inaridisce e che dà la vita.
Quando si spegne, il pianeta muore.
La mia piccola orbita di vita gira attorno all’amore.
Non oso avvicinarmi di più.
Non sono un mistico che cerca la comunicazione estrema.
Non esco di casa senza il fattore di protezione 15: io mi proteggo.
Ma oggi, mentre il sole risplende ovunque, e tutto ciò che è solido non è altro che ombra, so che le cose importanti nella vita, quelle che ricordo, che rigiro tra le mani, non sono le case, i conti in banca, i premi e le promozioni.
Quello di cui serbo memoria è l’amore, tutto l’amore, l’amore per questa strada sterrata, per quest’alba, per un giorno passato in riva al fiume, per la sconosciuta incontrata in un caffè.
L’amore per me stessa, anche, ed è la forma più difficile d’amore, perché l’amore e l’egoismo non vanno d’accordo.
È facile essere egoisti.
È difficile amarmi per come sono.
Ecco perché mi sorprende che tu mi  abbia amato.

 



 
 
 
 
 

RELATHIONSHIP

Don't let someone become a priority in your life , when you are an  optional in their life... Relationships work best when they are balanced.

 

 

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