SentimentalmenteTutto ció che mi dá emozioni.... |
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Messaggi di Febbraio 2019
Post n°4159 pubblicato il 28 Febbraio 2019 da g1b9
Parlare ieri di Arte e Pazzia, mi ha riportato alla memoria uno dei libri più significativi della letteratura italiana," Le libere donne di Magliano", il cui autore Mario Tobino, medico psichiatra , ottimo scrittore,nel 1953 pubblicò non un romanzo, ambientato nel libero manicomio,dove lavorava e viveva, ma un diario di vita proprio e delle sue pazienti, colle quali condivideva non solo la malattia, ma la vita, le emozioni,le purezze e le perversioni ,le lucidità e il buio profondo di anime allo sbaraglio. E , ben vent'anni prima della legge Basaglia,aveva compreso come queste persone non potessero essere integrate nella società, senza creare quei disagi infiniti per i malati ed i loro famigliari, come avviene ancora adesso. La pazzia forse non esiste come malattia, esiste come somma di molteplici disagi, con la loro motivazione e come tale, con amore e comprensione, compassione e misericordia, può essere indirizzata su percorsi di realtà alternativa, che permetta ai sofferenti di vivere senza la costrizione di certe strutture lager, tuttavia protetti da un mondo , che non gli appartiene.
"Oggi è arrivata, proveniente da Firenze, una malata, una matta, giovane, fresca, alta, con lo stampo della salute fisica. Quando sono entrato nel reparto era seduta a letto e mangiava con golosità. Aveva la camicia aperta sì che le si vedeva comodamente un seno. Non aveva alcun pudore, neppure la finzione del pudore. È affetta da schizofrenia, quella malattia mentale che scompone la persona umana rendendola senza senso e senza scopo". Così inizia il libro, dal quale ho extrapolato alcuna frase significativa.
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Post n°4158 pubblicato il 27 Febbraio 2019 da g1b9
Gino Sandri_Noi soffriremo. Questa tesi prevalse, gli ex ammalati finirono con il gravare sulle famiglie più che sulle strutture socio-assistenziali mentre i manicomi liberati finirono in rovina o diventarono hotel cinque stelle come a Venezia. Quello di Maggiano, aperto nel 1773 e chiuso nel 1999, è visitabile nei week-end di fine mese grazie alla Fondazione Tobino. Passeggiando tra quel che resta di immense cucine, camerate e chiostri dove i "pazzi" giocavano a dama su scacchiere improvvisate si comprende come Maggiano fosse un borgo autonomo dove i malati coltivavano, tessevano, cucinavano: era una istituzione totale — come scrisse Michel Foucault in Sorvegliare e punire e Storia della follia nell’età classica — ma non priva di un "suo" senso dell’esperienza. Talvolta, come ricordava ieri Sgarbi, gli uomini non sono "da liberare" poiché la società "li respinge poi di nuovo" e rinasce l’impressione che "il manicomio li proteggeva in una condizione di umanità".
Adolescente_Silvestro Lega Tra le novità dell’edizione lucchese della mostra c’è una imponente opera di Cesare Inzerillo: il titanico Calcio Balilla dal titolo U.S.L. (Unione Sportiva Lucchese) dentro il quale si può camminare, testimonianza della principale attrazione ludica presente nella maggior parte dei manicomi abbandonati. Poi i lavori della pittrice Juana Romani, protagonista della Parigi bohémienne di fine Ottocento e morta in un manicomio nel 1923, e anche illustri autori toscani, tra i quali Lorenzo Viani (La pazza), Alberto Magri e lo scultore-speleologo Filippo Dobrilla.
di PIERLUIGI PANZA Rassegna Stampa da Il Corriere della sera |
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