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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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Messaggi di Novembre 2019

Mi illumino di te...

Post n°4429 pubblicato il 25 Novembre 2019 da g1b9
 

 

A chi cerca nei sogni ciò

che non trova nella realtà..

Spegnete le luci

e accendete i desideri

 

 
 
 

Oltre il mio corpo e la tua anima..

Post n°4428 pubblicato il 24 Novembre 2019 da g1b9
 

 

Ricongiungimento


Se io capissi
quel che vuol dire
– non vederti più –
credo che la mia vita
qui – finirebbe.

Ma per me la terra
è soltanto la zolla che calpesto
e l’altra
che calpesti tu:
il resto
è aria
in cui – zattere sciolte – navighiamo
a incontrarci.

Nel cielo limpido infatti
sorgono a volte piccole nubi,
fili di lana
o piume – distanti –
e chi guarda di lì a pochi istanti
vede una nuvola sola
che si allontana.

Antonia Pozzi


 
 
 

Con l'augurio di un bellissimo weekend!!

Post n°4427 pubblicato il 23 Novembre 2019 da g1b9
 

 

Fonte: 



 
 
 

Week end sulla luna...

Post n°4426 pubblicato il 22 Novembre 2019 da g1b9
 



 Ho già prenotato...

Ho già prenotato per noi due una stanza
nella casa della luna
dove passare il fine settimana, amore mio,
gli alberghi del mondo non mi soddisfano,
l'albergo dove mi piace alloggiare è la luna
ma lì, amore mio,
non accettano un ospite che viene senza una donna:
ci vieni con me...
o mia luna, sulla luna?

Nizar Qabbani

 

 
 
 

Ieri e l'oggi non ci hanno insegnato bene, impariamo per poter vivere ancora domani...

Post n°4425 pubblicato il 21 Novembre 2019 da g1b9
 

 

Così la democrazia muore: per abuso di se stessa

Quando la città retta a democrazia si ubriaca di libertà confondendola con la licenza, con l’aiuto di cattivi coppieri costretti a comprarsi l’immunità con dosi sempre massicce d’indulgenza verso ogni sorta di illegalità e di soperchieria; quando questa città si copre di fango accettando di farsi serva di uomini di fango per potere continuare a vivere e ad ingrassare nel fango; quando il padre si abbassa al livello del figlio e si mette, bamboleggiando, a copiarlo perché ha paura del figlio; quando il figlio si mette alla pari del padre e, lungi da rispettarlo, impara a disprezzarlo per la sua pavidità; quando il cittadino accetta che, di dovunque venga, chiunque gli capiti in casa, possa acquistarvi gli stessi diritti di chi l’ha costruita e ci è nato; quando i capi tollerano tutto questo per guadagnare voti e consensi in nome di una libertà che divora e corrompe ogni regola ed ordine; c’è da meravigliarsi che l’arbitrio si estenda a tutto e che dappertutto nasca l’anarchia e penetri nelle dimore private e perfino nelle stalle?

In un ambiente siffatto, in cui il maestro teme ed adula gli scolari e gli scolari non tengono in alcun conto i maestri; in cui tutto si mescola e si confonde; in cui chi comanda finge, per comandare sempre di più, di mettersi al servizio di chi è comandato e ne lusinga, per sfruttarli, tutti i vizi; in cui i rapporti tra gli uni e gli altri sono regolati soltanto dalle reciproche convenienze nelle reciproche tolleranze; in cui la demagogia dell’uguaglianza rende impraticabile qualsiasi selezione, ed anzi costringe tutti a misurare il passo delle gambe su chi le ha più corte; in cui l’unico rimedio contro il favoritismo consiste nella molteplicità e moltiplicazione dei favori; in cui tutto è concesso a tutti in modo che tutti ne diventino complici; in un ambiente siffatto, quando raggiunge il culmine dell’anarchia e nessuno è più sicuro di nulla e nessuno è più padrone di qualcosa perché tutti lo sono, anche del suo letto e della sua madia a parità di diritti con lui e i rifiuti si ammonticchiano per le strade perché nessuno può comandare a nessuno di sgombrarli; in un ambiente siffatto, dico, pensi tu che il cittadino accorrerebbe a difendere la libertà, quella libertà, dal pericolo dell’autoritarismo?

Ecco, secondo me, come nascono le dittature. Esse hanno due madri.

Una è l’oligarchia quando degenera, per le sue lotte interne, in satrapia. L’altra è la democrazia quando, per sete di libertà e per l’inettitudine dei suoi capi, precipita nella corruzione e nella paralisi.

Allora la gente si separa da coloro cui fa la colpa di averla condotta a tale disastro e si prepara a rinnegarla prima coi sarcasmi, poi con la violenza che della dittatura è pronuba e levatrice.

Così la democrazia muore: per abuso di se stessa.

E prima che nel sangue, nel ridicolo.

Platone – La Repubblica Cap. VIII, Atene 370 A.C.

 

 

 

 
 
 
 
 

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