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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

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Messaggi di Ottobre 2019

A proposito di:feste, tradizioni, religione ...

Post n°4404 pubblicato il 31 Ottobre 2019 da g1b9
 

 

La commemorazione dei defunti del 2 novembre ha origini antiche, che uniscono paesi lontani per epoche e distanze.

 La Chiesa cattolica dedica questo giorno alla commemorazione dei defunti. La festa nasce nell'antichità e unisce paesi lontani per epoche e distanze. La data del 2 novembre, non è casuale.Civiltà antichissime già celebravano la festa degli antenati o dei defunti in un periodo che cadeva proprio tra la fine di ottobre e i primi giorni di novembre. Questa data sembra riferirsi al periodo del grande Diluvio, di cui parla la Genesi. Quello per cui Noè costruì l’arca che, secondo il racconto di Mosè, cadde nel "diciassettesimo giorno del secondo mese", che corrisponderebbe al nostro novembre.La Festa dei Morti nacque dunque in "onore" di persone che Dio stesso aveva annientato, col fine di esorcizzare la paura di nuovi eventi simili. Da qui in poi, la storia, sospesa tra religione e leggenda, diventa più chiara.Questo rito sopravvive alle epoche e ai culti: dall’antica Roma, alle civiltà celtiche, fino al Messico e alla Cina, è un proliferare di riti, dove il comune denominatore è consolare le anime dei defunti, perché siano propizie per i vivi.La tradizione celtica fu quella che ebbe maggiore eco. La celebrazione più importante del calendario celtico era  la "notte di Samhain", la notte di tutti i morti e di tutte le anime, che si festeggiava tra il 31 ottobre e il 1° novembre.All'epoca dei primi cristiani, queste tradizioni erano ancora molto presenti: la Chiesa cattolica faticava a sradicare i culti pagani. Così, nel 835, Papa Gregorio II spostò la festa di "Tutti i Santi" dal 13 maggio al 1° novembre, pensando, in questo modo, di dare un nuovo significato ai culti pagani. Nel 998 Odilo, abate di Cluny, aggiungeva al calendario cristiano il 2 novembre, come data per commemorare i defunti. In memoria dei cari scomparsi, ci si mascherava da santi, da angeli e da diavoli; inoltre, si accendevano falò. La tradizione italiana continua da secoli su queste basi,e ormai si è internazionalizzata adottando anche le usanze dei paesi nordici di Halloween,   rendndola un festività più laica che religiosa.

 

Le tradizioni in Italia

 

In alcune zone della Lombardia, la notte tra l'1 e il 2 novembre si suole ancora mettere in cucina un vaso di acqua fresca perché i morti possano dissetarsi.

 

In Friuli si lascia un lume acceso, un secchio d’acqua e un po’ di pane.

 

Nel ​Veneto, per scongiurare la tristezza, nel giorno dei morti gli amanti offrono alle promesse spose un sacchetto con dentro fave in pasta frolla colorata, i cosiddetti "Ossi da Morti".

 

In Trentino le campane suonano per molte ore a chiamare le anime che si dice si radunino intorno alle case a spiare alle finestre. Per questo, anche qui, la tavola si lascia apparecchiata e il focolare resta acceso durante la notte.

 

Anche in Piemonte e in Val D’Aosta le famiglie lasciano la tavola imbandita e si recano a far visita al cimitero. I valdostani credono che dimenticare questa abitudine significhi provocare tra le anime un fragoroso tzarivàri (baccano)

 

.Nelle campagne cremonesi ci si alza presto la mattina e si rassettano subito i letti affinché le anime dei cari possano trovarvi riposo. Si va poi per le case a raccogliere pane e farina con cui si confezionano i tipici dolci detti "ossa dei morti". 

 

In Liguria la tradizione vuole che il giorno dei morti si preparino i "bacilli" (fave secche) e i "balletti" (castagne bollite). Tanti anni fa, alla vigilia del giorno dedicato ai morti i bambini si recavano di casa in casa per ricevere il "ben dei morti" (fave, castagne e fichi secchi), poi dicevano le preghiere e i nonni raccontavano storie e leggende paurose

 

In Umbria si producono tipici dolcetti devozionali a forma di fave, detti "Stinchetti dei Morti", che si consumano da antichissimo tempo nella ricorrenza dei defunti quasi a voler mitigare il sentimento di tristezza e sostituire le carezze dei cari che non ci sono più. Sempre in Umbria si svolge ancora oggi la Fiera dei Morti, una sorta di rituale che simboleggia i cicli della vita

 

.In Abruzzo, oltre all’usanza di lasciare il tavolo da pranzo apparecchiato, si lasciano dei lumini accesi alla finestra, tanti quante sono le anime care, e i bimbi si mandano a dormire con un cartoccio di fave dolci e confetti come simbolo di legame tra le generazioni passate e quelle presenti

 

.A Roma la tradizione voleva che, il giorno dei morti, si consumasse il pasto accanto alla tomba di un parente per tenergli compagnia. Altra tradizione romana era una suggestiva cerimonia di suffragio per le anime che avevano trovato la morte nel Tevere. Al calar della sera si andava sulle sponde del fiume al lume delle torce e si celebrava il rito.

 

In Sicilia il 2 novembre è una festa particolarmente gioiosa per i bambini. Infatti vien fatto loro credere che, se sono stati buoni e hanno pregato per le anime care, i morti torneranno a portar loro dei doni. Quando i fanciulli sono a dormire, i genitori preparano i tradizionali "pupi di zuccaro" (bambole di zucchero), con castagne, cioccolatini e monetine e li nascondono. Al mattino i bimbi iniziano la ricerca, convinti che durante la notte i morti siano usciti dalle tombe per portare i regali. 

 

In Sardegna la mattina del 2 novembre i ragazzi si recano per le piazze e di porta in porta per chiedere delle offerte e ricevono in dono pane fatto in casa, fichi secchi, fave, melagrane, mandorle, uva passa e dolci. La sera della vigilia anche qui si accendono i lumini e si lasciano la tavola apparecchiata e le credenze aperte.

 

 
 
 

...è fine ottobre!

Post n°4403 pubblicato il 30 Ottobre 2019 da g1b9
 

 

Oggi ho nel cuore
un vago tremolio di stelle
ma il mio sentiero si perde
nell’anima della nebbia.
La luce mi tronca le ali
e il dolore della mia tristezza
bagna i ricordi
alla fonte dell’idea.
Tutte le rose sono bianche,
bianche come la mia pena,
ma non sono rose bianche,
è scesa la brina su di loro...

Federico Garcia Lorca


 


 
 
 

Oltre lo sguardo troppo distratto della politica...

Post n°4402 pubblicato il 29 Ottobre 2019 da g1b9
 

 

Tra tanta tecnogia, che condiziona la nostra vita,  oltre internet, che cinquant'anni fa lanciava i suoi primi segnali,connettendo due università, abbiamo bisogno di vivere la nostra vita. Non ci servono continui stimoli all'inserimento virtuale, ma abbiamo bisogno di contadini, di gente dall'animo sensibile, che sappia fare il pane, che ami la natura e mantenga vivi gli alberi, che sappia coltivare le rose e i tanti fiori , che rallegrano e profumano la nostra vita, che conosca i venti. Qualcuno , nelle alte sfere, ci ha annunciato l'anno della crescita, ma a noi serve l'anno dell'attezione. Sguardo attento a chi cade e nessuno gli tende la mano, agli occhi pieni di delusione di chi è stanco di aspettare soluzioni alle promesse, a chi è accusato di evasione ogni giorno, ma non ha i soldi  per pagare, a chi muore prima di potere accedere alle cure. Ci vuole attenzione ai ragazzi, che crescono in famiglie troppo indaffarate e non trovano il tempo per loro, ma riescono solo a trasmettere ansie e rancori, invece di amore, valori, educazione.Occorrono sguardi ai lampioni spenti, ai vicoli bui,mentre altrove nasce sfolgorante ogni giorno, e i muri non sono fatiscenti .Il mio è un invito ad essere rivoluzionari nel senso di togliere piuttosto che aggiungere, rallentare piuttosto che accelerare,incitare allo stare insieme, anche magari valorizzando il silenzio, la luce di un'alba stupenda dopo una notte stellata, drogati di luna, di fragilità, di tenerezza, di amore.

 

 
 
 

A chi è dovuto il rispetto formale? Mi piacerebbe conoscere un parere su questo ?

Post n°4401 pubblicato il 28 Ottobre 2019 da g1b9
 

 

 

Parto dallo scritto di  Luigi Tenco,  che mi ha lasciato stupita,vista la sua epoca più o meno contemporanea alla mia. Sono andata a scuola dalle suore di clausura , non c'erano bidelli, nè preside, solo una direttrice, che non veniva mai in classe, per cui la mia educazione formale era basata sul galateo in uso all'epoca, a cui una signorina era tenuta ad attenersi,ma l'educazione morale era quella ricca dei valori cristiani, che , allora erano patrimonio di tutti, anche degli anticlericali, degli atei, di coloro che erano attivi in politica . E a proposito di politica questa si svolgeva molto fuori dalla famiglia, attivisti  principalmente gli uomini. Il rispetto  è dovuto alla persona, o al ruolo , al lavoro che questa svolge ? Io non so quanto sia insegnato il rispetto nelle scuole oggi, visto che spesso la vita scolastica è oggetto di cronaca abbastanza grigia, ma vedo che è un valore quasi scomparso del tutto, iniziando spesso dalla perdita di autorispetto . I social insegnano  con grande successo, a differenza della scuola che sforna ignoranti con tanto di votoni, che mi parlano tanto di paura da parte dei docenti. Il lavoro è indispensabile all'uomo,lo gratifica, gli assicura di che vivere,  lo nobilita nella società, mentre chi opera nel sommerso dell'economia spesso fa soldi a discapito degli onesti,ed è anche riverito per il timore che incute. Voi, come vi sentite in società? Vi inchinate a chi ha un ruolo particolare  o interagite con lui col rispetto dovuto ad ogni persona, pretendendo lo stesso da parte sua?Io non lo faccio e mi faccio rispettare,mi comporto educatamente , ma pretendo quello che mi spetta, non dico ciao all'emigrato, che mi porta la spesa, lo chiamo signore e lo pago per il servizio che mi fa. Non  lo umilio con l'elemosina, non ne sono capace. Sbaglio? Sono presuntuosa? Ditemelo voi.

 
 
 

Il tempo sciupato...

Post n°4400 pubblicato il 27 Ottobre 2019 da g1b9
 

 

 
 
 
 
 

RELATHIONSHIP

Don't let someone become a priority in your life , when you are an  optional in their life... Relationships work best when they are balanced.

 

 

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