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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

***

   Nel mio blog utilizzo  immagini trovate sul Web. Alcune siuramente hanno il copyright;  qui sono usate con scopo culturale , divulgativo  e critico, tuttavia toglierò immediatamente l'immagine, qualora questo uso dispiacesse agli autori.

 

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Messaggi di Ottobre 2020

Prendi questo valzer...danza alla vita!

Post n°4762 pubblicato il 26 Ottobre 2020 da g1b9
 

 

 Questa meravigliosa canzone  di   Leonard Cohen è
una trasposizione musicale di una  tra le tante poesie
politiche di Federico Garcia Lorca, uno tra poeti  che amo,
di cui posseggo tutta l'opera e che sta tra tutti
i miei libri preferiti, accanto al mio letto.
Ogni sera leggo alcune pagine  a caso  tra i tanti testi.
La canzone è basata sul poema"Pequeño vals vienés"
di Federico Garcia Lorca, uno dei grandi dell'avanguardia
artistica Spagnola del periodo precedente
e durante la guerra civile
.Antifascista fu brutalmente assassinato senza un processo.



 

Prendi Questo Valzer, traduzione


Ora, a Vienna ci sono dieci belle donne
C'è una spalla sulla quale la morte va a piangere
C'è un salone con novecento finestre
C'è un albero dove le colombe vanno a morire
C'è un pezzo che venne strappato al mattino
e ora è appeso nella Galleria della Brina

Ahi, ahi, ahi, ahi,
Prendi questo valzer, prendi questo valzer,
prendi questo valzer con una ganascia tra le sue mascelle

Ti voglio, ti voglio, ti voglio
su una poltrona con una rivista morta
nella grotta sulla punta del giglio,
in un corridoio dove l'amore non è mai passato
Su di un letto dove la luna ha sudato,
in un grido fatto di passi e sabbia

Ahi, ahi, ahi, ahi
Prendi questo valzer, prendi questo valzer,
prendi in mano la sua vita spezzata

Questo valzer, questo valzer, questo valzer, questo valzer,
con il suo alito di brandy e morte,
che trascina la sua coda nel mare

C'è una sala concerti a Vienna,
dove la tua bocca è stata recensita un milione di volte
C'è un bar dove i ragazzi hanno smesso di parlare,
condannati a morte dalla tristezza
Ah, ma chi è che si arrampica sulla tua immagine
con una ghirlanda di lacrime tagliate di fresco?

Ahi, ahi, ahi, ahi,
Prendi questo valzer, prendi questo valzer,
prendi questo valzer, sono anni che sta morendo

C'è un attico dove giocano i bambini,
dove dovrò sdraiarmi con te molto presto,
in un sogno di lanterne ungheresi,
nella foschia di qualche dolce pomeriggio
Vedrò ciò che hai incatenato ai tuoi dolori,
tutte le tue pecore e i tuoi gigli di neve

Ahi, ahi, ahi, ahi,
Prendi questo valzer, prendi questo valzer,
prendi questo valzer con il suo "Non ti dimenticherò mai, lo sai!"

Questo valzer, questo valzer, questo valzer, questo valzer,
con il suo alito di brandy e morte,
che trascina la sua coda nel mare

E danzerò con te a Vienna,
mi vedrai travestito da fiume
Il giacinto libero sulla mia spalla
la mia bocca alla rugiada delle tue cosce
E seppellirò la mia anima in un album,
con le fotografie e il muschio

E mi piegherò sotto la piena della tua bellezza,
consegnandoti il mio povero violino e la mia croce
E tu mi trasporterai nella tua danza
fino ai laghetti che hai fatto spuntare dal tuo polso

O amore mio, o amore mio
Prendi questo valzer, prendi questo valzer,
è tuo ora. È tutto quel che c'è.

 

 
 
 

L'universo donna...

Post n°4761 pubblicato il 25 Ottobre 2020 da g1b9
 

 

Quanti hanno provato a dare una definizione della donna? Hanno provato uomini, hanno provato le stesse donne a cercare il modo di raccontare questo universo femminile ,un infinito di sfaccettature a loro  volta caleidoscopiche, ma ancora nessuno ha trovato le frase che descriva la donna nel suo intero. 

Alcuni pensieri sulla donna, usciti da penne famose.

 

Quando si scrive delle donne bisogna intingere la penna nell'arcobaleno e asciugare la pagina con la polvere delle ali delle farfalle.

DENIS DIDEROT

“L'uomo gode della felicità che prova, la donna di quella che dà.”

PIERRE AMBROISE FRANÇOIS CHODERLOS DE LACLOS

“Vi sono casi in cui una donna, per quanto fragile e debole di carattere rispetto all'uomo, diventa di colpo più forte non solo di un uomo, ma di qualunque cosa al mondo.”

NIKOLAI VASILIEVICH GOGOL

“Il solo modo per capire una donna è di amarla - e allora non è necessario capirla.”

SYDNEY J. HARRIS

“Non importa quanto potente sia l'arma della bellezza, perché sarà infelice quella donna che ha quest'unica risorsa per conquistare un uomo.”

SEVERO CATALINA

“Orgoglio imbecille. Tutte le donne si credono diverse; tutte pensano che certe cose, a loro, non possono succedere. E si sbagliano tutte.”

SIMONE DE BEAUVOIR

“Una donna è un piatto per gli dei, se a condirla non è il diavolo.”

WILLIAM SHAKESPEARE

 

 
 
 

la finestra mal chiusa...

Post n°4760 pubblicato il 24 Ottobre 2020 da g1b9
 

 

 La finestra mal chiusa...

Filtrava all'alba,
di giallo paglia tinta
la tenue luce tra le ciglia
di rimmel imbrattate.
Vestita a festa
danzavo ancora su una nuvola...
Con uno schiaffo
e due foglie d'acero sul cuscino
mi ha svegliata il vento,
la nebbia mattutina a inumidire il viso.
Davvero son volata via stanotte?
Lassù con te sulla spuma del cielo?
Che importa se ti ho solo sognato ,  
il cuore,di coccole e di te colmato ,
nel fresco del mattino danza,
nel sorriso di uno sguardo
tra i rami del giardino,
sul vetro della finestra spalancata.

           gb

 

 
 
 

A essere figli si impara..

Post n°4759 pubblicato il 23 Ottobre 2020 da g1b9
 

 

"Una volta arrivato il pianto, ci si copra con dignità il volto usando entrambe le mani con la palma in dentro". Grazie a Julio Cortázar, servono davvero le  "Istruzioni per piangere". Non diamo mai nulla per scontato, . Fin da piccoli abbiamo visto cascarci addosso il mondo, il primo stimolo di appettito  e il seno di mamma non ancora pronto, il primo bernoccolo nell'inciampo col tavolo,e poi il buio nella cameretta e via via , dolori , rabbie, emozioni ,alle quali abbiamo riparato con le lacrime . Il pianto è fondamentale quando si impara sul campo, con fatica, a essere figli.Ci vorrebbero delle istruzioni, che non si trovano in libreria, mentre gli scaffali sono pieni di istruzioni per diventare genitori.. Dopotutto i genitori , quasi sempre  scelgono di diventarlo, i figli si ritrovano  in una culla, in una casa con due persone che non hanno scelto... da quel momento è tutto un imparare, tra perfetti sconosciuti, un percorso lungo e difficile sia per gli uni, che per gli altri- 

Su Futura ho trovato ancora un racconto bellissimo , l'autrice è Chiara  Marchelli. 

 

Una tazza di latte e la distanza tra di noi.

Abbiamo appena smesso di ridere.

Ti sei avvolta nella coperta, la tazza di latte appoggiata sul comodino, bevuta a metà. Dirigi la luce della lampadina sul tuo libro per non darmi fastidio: spengo prima io e tu chissà quando ti addormenti. Di là ci sono tutti gli altri, forse dormono già. Federico e sua moglie, i bambini, papà. Che dorme con i bambini perché se vado io gli viene la ridarola e si fanno sgridare. A me non va di fare la zia severa e loro lo sanno. Quindi ci dorme papà, il nonno che li calma, si addormenta subito e si sveglia solo se Alessandro fa uno dei suoi incubi. Lo sente respirare forte, muoversi sul materasso come cercasse di uscire da una gabbia; lo sveglia, lo porta in cucina per un sorso d'acqua o mostrargli le luminarie sui balconi di notte, poi gli rimbocca le coperte finché lui non si fida di nuovo.

Tu e io ci accampiamo di qua. O meglio, sono io che ogni anno spargo le mie cose dove rimane spazio e mi sposto da un letto all'altro. Il Natale scorso in mezzo al soggiorno, ma era scomodo per tutti. Quest'anno abbiamo deciso così: io nel vostro letto al posto di papà, sotto la colonna di piumini con cui ti copri.

Ma non hai caldo? chiedo a lui.

Sì! si lamenta, ma comandi tu.

Tu che, se non ci fossi io, ti metteresti anche lo scialle.

Per questo ridiamo, ho appena scostato il secondo piumino, abbassato il riscaldamento, tentato di socchiudere la finestra.

Ma sei matta? hai detto.

Io ti ho indicato le mie lenzuola, Ogni mattina sono fradice, sembrano la sacra sindone.

Ridiamo molto, noi due.

Dopo le battaglie di quand'ero ragazza, i vuoti delle mie partenze, il linguaggio nuovo e incomprensibile delle tue depressioni. Stai meglio adesso, si vede. Nonostante la riga di tristezza che ti si è tirata di traverso sulla fronte, anni fa, e che non abbiamo mai più saputo cancellare.

Papà, io.

Federico no, Federico non ha mai capito niente, non si è mai davvero interessato a nessuno. Nemmeno a me, dico facendo patire papà. È vero, ma non lo dico più.

Le questioni tra fratelli non dovrebbero toccare i genitori, soprattutto alla nostra età. Mi chiedi se domani vengo con voi in centro a prendere una cioccolata.

I bambini partono, hanno voglia di stare con te, dici.

Certo che vengo.

Sorridi, ti fa piacere. Quando non prendo le distanze, quando non rimango nel mio spazio, che dici di non capire.

La soffri, questa distanza con me. Hai paura che voglia andare via, un'altra volta, sempre. Così mi vedi, forse: andare via anche quando sono qua. Sorridi ancora, questa battuta sulla sindone ti ha fatto proprio ridere. Io penso a quando saremo di nuovo tu, papà e io soli, e avrò di nuovo il mio letto, i vestiti in un armadio e il mio spazio di figlia.Ci faremo un caffè a colazione, una spesa al mercato, un pranzo come lo voglio io. Mi fai mangiare sempre dell'erba, ti lamenti. Ascolterai i cori alpini mentre stiri, berrai una birra analcolica a temperatura ambiente mentre papà e io apriremo un buon vino. Una bottiglia di qui: un rosso acido, semplice. Parlare di nuovo di scrittura, del perché le cose vanno dette a tutti i costi. Non sei d'accordo. Papà, invece, ascolta, prova a capirmi, dice:" Certo è una questione complicata."

Tu no, tu, tagliente, dici:" I fatti miei sono fatti miei."

È lì che misuro la distanza tra noi. Non negli aerei che ho preso per andare a vivere altrove, ma in questi vuoti dove non ci troviamo in nessun modo.

Due donne.

Dure e testarde.

Tu soprattutto.

Ci scorniamo ancora, ma ormai non abbiamo - non ho - più nulla da dimostrare, da sottrarti, da formulare via da te. Abbiamo imparato giorno dopo giorno un modo nuovo di parlarci. Ho imparato a soccorrerti senza rinunciare a me.  La tenerezza, mamma.La tenerezza che vorrei passasse in queste parole che pronuncio muta mentre ti guardo voltare le pagine del libro che hai foderato perché non si sciupi, nei gesti che faccio per apparecchiarti giornate serene, nel mio silenzio, nei ritorni qui che mi costano, perché ripartire, ora che invecchio, diventa sempre più difficile. Ecco, potrei dirti questo, per chiarire tutti gli equivoci che una madre e una figlia sono destinate a portarsi dietro. Dirti l'orgoglio e la dolcezza con cui parlo di te.

Orgoglio, sì. Sono una figlia fiera di sua madre. Ho voluto conoscerti, capire chi sei. Per questo rispondere alle tue chiamate è un gesto naturale, ormai: è il frutto di una scelta. Non ho scelto la prima volta di esserti figlia. La seconda, sì.

Chiara Marchelli è in libreria con "Redenzione" (NN editore)

 

 
 
 

Quando ami non chiederti mai perchè...

Post n°4758 pubblicato il 22 Ottobre 2020 da g1b9
 

 

Quando ami  non chiederti mai perchè, fallo e basta, continua a farlo e coltiva la tua felicità .Troppo domande sono  sempre l'inizio di qualcosa che non va,  di una marea di pensieri , l'amore è,  ieri, domani sono sempre un oggi, senza tempo e senza età,  un incastro di emozioni, che devi vivere e basta..




La marea dell’amore, la notte, mi soffoca
Non volevo amore perché è caos,
perché fa vacillare la mente come lampioni scossi dal vento.
Volevo essere fortissima davanti a te,
essere contro di te
- tu ami tanto contrapporti alle cose.
Io amo essere per le cose. -
Tu fai caricature.
Occorre un grande odio per fare caricature.
Io eleggo, io amo
– la marea dell’amore, la notte, mi soffoca –
come in quel sogno che ieri ti sei sforzato di rendere reale,
di inchiodare, proprio così, con il tuo bacio travolgente….

Anais Nin a Henry Miller

 

 
 
 
 
 

RELATHIONSHIP

Don't let someone become a priority in your life , when you are an  optional in their life... Relationships work best when they are balanced.

 

 

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