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Un blog creato da g1b9 il 10/01/2009

Sentimentalmente

Tutto ció che mi dá emozioni....

 
 

Messaggi di Febbraio 2021

..e quel che non sarà mai più...

Post n°4883 pubblicato il 28 Febbraio 2021 da g1b9
 

 

Vorrei sentire il tuo odore profumato di te
che risveglia tutti i miei sensi,
e mi fa sentire viva
vorrei toccarti,
percorrere le linee dure del tuo corpo,
che mi fa sentire donna
vorrei assaggiarti
piano piano
per sentire il tuo sapore ribollire sul mio palato,
che mi fa avere ancora più fame
vorrei fare l’amore con te
perdermi in te e tu perderti in me,
sentire il nostro piacere che esplode insieme…
che ci travolge…
e ci fa sentire amanti
e sentire quell’estasi che solo un atto d’amore può…
vorrei quel che non sarà mai più...

Anne Sexton

 
 
 

Un'adolescenza alternativa...Da Fumettibrutti

Post n°4882 pubblicato il 27 Febbraio 2021 da g1b9
 

 

Chi è Fumettibrutti

P è un personaggio di Josephine Yole Signorelli, meglio nota come Fumettibrutti, protagonista di una serie di dieci tavole realizzata per Robinson. È apparso nel secondo graphic novel dell'autrice, P. La mia adolescenza trans per Feltrinelli Comics. Signorelli, catanese, classe 1991, trapiantata a Bologna, è al suo terzo fumetto con l'uscita di Anestesia a novembre (recensito su Robinson da Valeria Parrella). In queste tavole racconta un'adolescenza alternativa. Grazie all'aiuto di una testa magica, ispirata alle sfilate concettuali dello stilista Alessandro Michele, simbolo della duplice natura umana non-binaria, e con l'ausilio di una matita, P. può completare la sua transizione a comando.

Lo stile di P. nella seconda tavola

In questa serie, realizzata in collaborazione con Gucci, troviamo alcuni dei capi iconici della storica casa di moda italiana. In particolare in questo episodio P. sfoggia alcuni abiti della collezione uomo/donna Epilogue del direttore creativo Alessandro Michele, pensati per essere senza tempo e adatti a qualsiasi stagione. Notiamo che P. ha una borsa a spalla GG Marmont nella nella variante con design matelassé diagonale, completata con la Doppia G in metallo.

 

 Fonte:Robinson di Repubblica

 
 
 

"Terrone non è una parolaccia né un'offesa"

Post n°4881 pubblicato il 26 Febbraio 2021 da g1b9
 

 

 Per l'etichetta "Rassegna Stampa" propongo questa notizia , che mi ha incuriosito e divertito.

"Terrone non è una parolaccia né un'offesa": l'ingegnere che fa causa all'Accademia della Crusca

L'udienza a settembre a Nocera Inferiore: "Va riconosciuta l'accezione positiva del termine". La replica: "Accuse assurde"

 

Francesco Terrone non ci sta. "Una battaglia di civiltà contro il termine 'terrone' usato solo come dispregiativo": è quella che ha ingaggiato l'uomo, 59 anni, ingegnere salernitano di Mercato San Severino con l'hobby di scrivere poesie, che non ha esitato per questo a portare in tribunale l'Accademia della Crusca, la secolare istituzione fiorentina incaricata di custodire il tesoro della lingua italiana di Dante Alighieri, Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio. Con la sua azione legale Francesco Terrone, "orgoglioso del cognome" che porta da secoli la sua famiglia campana - riferisce il Corriere del Mezzogiorno - chiede alla Crusca di cambiare la definizione di "terrone" contemplando anche la sua accezione "positiva", ovvero alla ricchezza terriera del Sud Italia.

 

Perché l'ingegnere Francesco Terrone fa causa all'Accademia della Crusca

Attraverso tre lettere inviate per posta certificata nei mesi scorsi, l'ingegner Terrone ha provato a chiedere di integrare sul sito internet dell'Accademia la storia del termine lessicale che connota negativamente i meridionali. Dopo aver ricevuto "solo risposte evasive", e dopo l'ultima telefonata, Terrone ha detto "ci vediamo in tribunale". Il consesso degli illustri linguisti pensava forse ad uno scherzo ed invece nei giorni scorsi l'Accademia della Crusca si è vista recapitare un atto di citazione da un avvocato. La prima udienza si terrà al tribunale civile di Nocera Inferiore, in provincia di Salerno, a settembre. La richiesta al giudice è quella di aggiungere alla definizione attuale un riferimento "alla terra dei latifondisti, dei feudatari, dunque alla ricchezza, oltre a riconoscere un cognome i cui discendenti diedero lustro all'Italia intera".

Sul sito della Crusca c'è una lunga pagina in cui si fa la cronistoria del termine "terrone" usato solo in senso dispregiativo, lamenta l'ingegnere salernitano. Il vocabolo viene registrato per la prima volta da Bruno Migliorini nel 1950, spiega la Crusca, "così gli italiani del Settentrione chiamano gli abitanti delle regioni meridionali". La voce nasce nei grandi centri urbani dell'Italia settentrionale con valore di "contadino" (come "villano, burino e cafone") e "usata, in senso spregiativo o scherzoso, per indicare gli abitanti del Meridione in quanto il Sud era una regione caratterizzata da un'agricoltura arretrata".

"Abbiamo esaminato dal punto di vista etimologico e storico la questione - afferma Francesco Terrone -. Abbiamo molto materiale da presentare in tribunale". Appena laureato, decise di andare nel Nord Italia per cercare un lavoro e ben presto fu vittima di discriminazioni, secondo quanto racconta: "All'inizio degli anni Novanta, arrivato in Brianza per una supplenza in una scuola, ho resistito due mesi. Mi sono sentito dire che con quel cognome potevo fare l'operaio, non certo l'ingegnere. Sa quante volte a Milano sono rimasto a piedi quando chiamavo un taxi e dicevo il mio nome? Sa quanti giovani presentano i curriculum nelle aziende vergognandosi di essere meridionali?". Ha mai avuto voglia di cambiare quel cognome? "Mai e poi mai. Lì ci sono le mie radici e la mia identità".

"Accuse assurde, anche per noi il termine 'terrone' è un'offesa. Assurdo voler far pagare alla Crusca la colpa dell'uso discriminatorio di un termine impiegato nella storia d'Italia quando, anzi, la nostra Accademia ha segnalato questo difetto, lo ha contestato, criticato, condannato, pur facendone, come è ovvio, la storia, perché la storia non si può cancellare - replica il professore Claudio Marazzini, presidente dell'Accademia della Crusca interpellato dall'Adnkronos - . Ed è del tutto evidente che da parte nostra non c'è mai stato nessun intento discriminatorio e offensivo nel descrivere il significato della parola 'terrone' - spiega Marazzini -. Anzi, fin dalle prime righe segnaliamo che questa parola ha assunto storicamente un valore discriminatorio da cui prendiamo le distanze. La nostra voce lessicale non ha difetti. In prima battuta ci rivolgeremo all'Avvocatura dello Stato essendo la nostra un'istituzione di diritto pubblico". 

V.G.

Fonte: Corriere del Mezzogiorno →

 

 

 
 
 

La serendipity del fuoco...vista dai cinesi-

Post n°4880 pubblicato il 25 Febbraio 2021 da g1b9
 

 

Sfregare il legno per accendere il fuoco

Nelle leggende cinesi si possono trovare molti eroi saggi, coraggiosi e decisi che hanno beneficato il popolo: Sui Ren è uno di loro.

Nella barbara e remota antichità l’umanità non conosceva il fuoco nè sapeva utilizzarlo. Giunta la notte, cadeva ovunque una coltre nera, e fra i continui ululati degli animali gli uomini si riunivano in cerchio per la paura e il freddo. Senzo il fuoco, potevano alimentarsi solo con cibi crudi, ammalandosi spesso, quindi vivevano vite brevi. Una divinità celeste chiamata Fuxi, addolorata per le difficoltà della vita degli umani, pensò di far conoscere loro l’uso del fuoco. Fatto ricorso alla  magia, fece piovere nel bosco con lampi e tuoni. Con un forte frastuono, un fulmine colpì un albero i cui rami presero fuoco creando subito un grande incendio. Gli uomini, spaventati dai lampi e dal fuoco, se la diedero a gambe nelle quattro direzioni. Poco dopo il temporale cessò, tutto fu avvolto nelle tenebre della notte, la terra dopo la pioggia si fece più umida e fredda e la gente in fuga tornò a riunirsi, guardando con stupore i rami in fiamme. Allora un ragazzo realizzò che non si sentivano più gli ululati delle bestie nei dintorni, pensando: forse gli animali sono impauriti da questa cosa brillante? Avvicinatosi coraggiosamente al fuoco,  sentì in corpo un forte calore, quindi chiamò eccitato gli altri: venite subito, questo fuoco non fa paura, ma ci porta luce e calore! Nel frattempo questi avevano trovato in lontananza i corpi degli animali bruciacchiati, da cui emanava un buon profumo. Seduti intorno al fuoco, si divisero la carne, trovando di non aver mai gustato qualcosa di più delizioso.  Ritenendo che il fuoco fosse molto prezioso, aggiunsero dei rami per preservarlo. Ogni giorno alcuni facevano a turno la guardia alla fiamma per impedire che si spegnesse. Tuttavia un giorno la guardia di turno si addormentò e la fiamma senza più combustibile si spense. Gli uomini tornarono allora nel freddo e nell’oscurità, fra mille sofferenze. La divinità celeste Fuxi, visto ciò, entrò nel sogno del ragazzo che aveva scoperto l’utililità del fuoco, dicendogli: nel lontano occidente c’è il paese di Suiming, che possiede l’esca della fiamma, se lo raggiungi potrai prenderla e riportarla qui... Il ragazzo, svegliatosi, si ricordò delle parole della divinità e decise di andare al paese di Suiming a cercare l’esca.  Dopo aver varcato montagne, superato fiumi e attraversato foreste, fra mille difficoltà il ragazzo raggiunse il paese di Suiming. Tuttavia qui non c’era la luce del sole, senza differenza fra giorno e notte ed una grande oscurità dappertutto, senza alcuna fiamma. Il ragazzo, molto deluso, si sedette ai piedi dell’ albero Suimu: all’improvviso scoccò una scintilla davanti ai suoi occhi, poi un’altra ancora, illuminando tutt’ intorno. Il ragazzo si rialzò subito per cercare la fonte della luce, trovando che sull’albero Suimu alcuni grandi uccelli stavano beccando degli insetti coi loro corti e duri becchi. Un colpo di becco sul ramo e compariva improvvisamente una scintilla. Visto ciò, il ragazzo ebbe un’ispirazione: spezzò alcuni rametti del Suimu, sfregandoli fra loro su un ramo, originando una scintilla, ma non il fuoco. Senza abbattersi, cercò altri rami sfregandoli con pazienza sull’albero. Alla fine ne nacque del fumo e poi una fiamma. Per la gioia il ragazzo si mise a piangere. Dopo il suo ritorno al luogo d’origine con l’esca inestinguibile, ossia il metodo di sfregare il legno per appiccare il fuoco, l’umanità in seguito non visse più nel freddo e nella paura. Per il suo coraggio e intelligenza, il ragazzo venne nominato capo, con l’appellativo di Suiren, ossia “colui che ha portato il fuoco”.

 

 
 
 

Quando non mi riconosco più...

Post n°4879 pubblicato il 24 Febbraio 2021 da g1b9
 

 

 Ci si ritrova con un carattere curvo

 

A una data età nessuno di noi è quello a cui madre natura lo destinava; ci si ritrova con un carattere curvo come la pianta che avrebbe voluto seguire la direzione che segnalava la radice, ma che deviò per farsi strada attraverso pietre che le chiudevano il passaggio.
 
Italo Svevo – La coscienza di Zeno

 
 
 
 
 

RELATHIONSHIP

Don't let someone become a priority in your life , when you are an  optional in their life... Relationships work best when they are balanced.

 

 

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