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Messaggi del 25/03/2021

Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende..

Post n°4907 pubblicato il 25 Marzo 2021 da g1b9
 

 

Oggi 25 marzo è il Dantedì  celebrato in  Italia dalle istituzioni, dalla cultura, dalla radio-televisione, dai giornali,nell'anno delle celebrazioni dei settecento anni dalla morte di Dante. Perchè oggi?  Perchè il giorno in cui il poeta iniziò il suo viaggio nell'aldilà pare fosse proprio il 25 marzo.
Il mio piccolo omaggio al sommo Poeta è uno dei brani che preferisco,tratto da V ° Canto dell'Inferno, dove sono a scontare le loro colpe i peccatori per amore, condannati a vagare in un vento turbolento che li sospinge dovunque. Contrappasso perfetto per il vento della passione , dalla quale furono travolti in vita senza riuscire a liberarsene, spinti da qualcosa più grande di loro, contro cui non si riesce a combattere ,l'Amore.


Siede la terra dove nata fui
su la marina dove ’l Po discende
per aver pace co’ seguaci sui.

Amor, ch’al cor gentil ratto s’apprende
prese costui de la bella persona
che mi fu tolta; e ’l modo ancor m’offende.

Amor, ch’a nullo amato amar perdona,
mi prese del costui piacer sì forte,
che, come vedi, ancor non m’abbandona.

Amor condusse noi ad una morte:
Caina attende chi a vita ci spense».
Queste parole da lor ci fuor porte.

Quand’io intesi quell’anime offense,
china’ il viso e tanto il tenni basso,
fin che ’l poeta mi disse: «Che pense?».

Quando rispuosi, cominciai: «Oh lasso,
quanti dolci pensier, quanto disio
menò costoro al doloroso passo!».

Poi mi rivolsi a loro e parla’ io,
e cominciai: «Francesca, i tuoi martìri
a lagrimar mi fanno tristo e pio.

Ma dimmi: al tempo d’i dolci sospiri,
a che e come concedette Amore
che conosceste i dubbiosi disiri?».

E quella a me: «Nessun maggior dolore
che ricordarsi del tempo felice
ne la miseria; e ciò sa ’l tuo dottore.

Ma s’a conoscer la prima radice
del nostro amor tu hai cotanto affetto,
dirò come colui che piange e dice.

Noi leggiavamo un giorno per diletto
di Lancialotto come amor lo strinse;
soli eravamo e sanza alcun sospetto.

Per più fiate li occhi ci sospinse
quella lettura, e scolorocci il viso;
ma solo un punto fu quel che ci vinse.

Quando leggemmo il disiato riso
esser basciato da cotanto amante,
questi, che mai da me non fia diviso,

la bocca mi basciò tutto tremante.
Galeotto fu ’l libro e chi lo scrisse:
quel giorno più non vi leggemmo avante».

Mentre che l’uno spirto questo disse,
l’altro piangea; sì che di pietade
io venni men così com’io morisse.

E caddi come corpo morto cade.

 

 
 
 
 
 

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