Creato da: harveythepooka il 25/03/2007
Si legge sempre di meno, si comprano sempre meno libri, non parliamo poi dei libri di poesia che non hanno mercato se non un ristrettissimo mercato di nicchia. Certi tesori,quindi sono destinati ad essere dai più ignorati. Ma se si ha la fortuna di conoscere qualcosa di bello, non pensate che si dovrebbe condividere?

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COLAZIONE DA TIFFANY ...

... ma, per gli altri pasti, Harvey consiglia le ricette del sor RENATO P. !!!

 

Minestra di riso ed indivia

Ingredienti (per 4 persone):
10 foglie di indivia;
1 cipolla grandezza media.
140 gr di pasta (cannolicchi, orecchiette ecc.)
Tagliare a pezzetti l'indivia mondata e lavata.

In una pentola mettere 1 cucchiaio di olio dove fare indorare

la cipolla tagliata a fettine molto sottili. Aggiungere

l'acqua necessaria, l'indivia e salare.

Fare bollire per circa 20 minuti a fuoco lento,

aggiungere e cuocere il riso.

 

 

DI TUTTO E DI PIU'

    

Questo premio mi è stato dato da

http://blog.libero.it/iobabalbetto/

con la seguente  motivazione:

per il cinema, la musica, la poesia, i suoi racconti e le lettere a destinatari conosciuti.

Grazie!

 

questo premio  invece , mi è stato attribuito da

 http://blog.libero.it/diaframma22/

con la seguente  motivazione :

per la varietà degli argomenti trattati e per l'innata comunicativà

Ringrazio con tutto il cuore!

 

NOI CON

Le adesioni di HARVEY

immagine immagineimmagine

 

LA MUSICA CHE GIRA INTORNO

Spazio musicale dedicato ad alcune persone 

, specialissime , amiche di Harvey 

Titolo :Denny

Autore : Ivano Fossati

Non c'è giustizia nè pace

Qua intorno

Tutte le ore di un anno
E tutto il tempo del giorno
Io giù da un letto sicuro
Mi butto alle sei
Un caffè di acqua sottile
Ti porto

Nessuno sa e nessuno
Nemmeno mi capisce
Nessuno vede l'amore
Nessuno lo intuisce

Io fra i tuoi occhi splendenti
Ci sto perduto nel mezzo
Se accendessi un'altra luce
Non la vedrei

Non c'è lavoro nè pace
Qua intorno
Non c'è futuro nè paga
Qua in fondo

C'è il mio capo al cancello
Che aspetta
Un'altra sigaretta
Poi vado
E lui di certo non sa
E di certo non capisce
Lui non lo vede l'amore
E nemmeno lo intuisce
Io fra i tuoi occhi splendenti
Sto perduto nel mezzo
Se si accendesse un'altra luce
Non la vedrei

Certi giorni non so nemmeno
Come pregare
Certe volte non so davvero
Cosa aspettare
Certe notti sono sicuro
Che sbaglio io
Toccami la mano e lo saprò
Non c'è giustizia nè pace
Qua intorno
Tutte le ore di un anno
E tutto il tempo del giorno
Io giù da un letto sicuro
Mi butto alle sei
Un caffè di acqua sottile
Ti porto, Denny

Nessuno sa e nessuno
Nemmeno capisce
Nessuno vede l'amore
Qualcuno lo intuisce

Sto fra i tuoi occhi splendenti
Perchè l'attimo è ora
Toccami la mano e ti sentirò
Toccami la mano e capirò
Accendi quella luce e la vedrò

 

 

VERBA VOLANT...

...SCRIPTA MANENT! Ovvero il delirio giornaliero di Harvey

Sclero

"Mi guidano, quando scrivo, lampi d'imbecillità."

(Achille Campanile)

Il libri che sto leggendo : 

 
                        ***

 
 

IL GRAFFIO...

...ovvero il segno della  zampata  della gatta  di  Harvey!

immagine

 

 

 
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ANGEL:una  mia chiave  di lettura

Post n°197 pubblicato il 22 Ottobre 2007 da harveythepooka
 

 Nella casa dove vive un gatto nero non mancherà mai l'amore
(Credenza inglese)

 

  

Il film potrebbe essere erroneamente interpretato basandosi su un equivoco iniziale, legato alla persona autrice della novella da cui è ispirato: il film è basato, infatti, su una novella scritta da Elizabeth Taylor la quale, però, nulla ha a che fare con la celebre attrice (si tratta di un mero caso di omonimia). In questo errore sono incappata anche io anche se, per alcune ingenuità della trama, il racconto legittima ampiamente l'errore. Il film narra la storia di una ragazza - ANGEL - che punta a divenire una celebre scrittrice e che, travolta da questa sua ambizione, si trova a recitare tutta la sua vita, fino quasi alla fine; non vive, quindi, ma racconta la vita che immagina.

 

Il personaggio della scrittrice giganteggia per tutto il film, come fosse una sorta di grandiosa Rossella O'Hara o, addirittura, un'eroina dei romanzi delle sorelle Bronte o, persino, il personaggio di Josephine March nel libro Piccole Donne.

 

La scelta del regista, credo, dà ampio spazio a questa volontà di grandezza e celebrazione del personaggio di Angel, un essere umano che sogna e che finisce per essere divorato dal sogno stesso, che è l'arte che vorrebbe esprimere: i velluti, gli ambienti, tutto è rappresentato al limite tra il fiabesco e l'onirico e finisce per richiamare, nel nostro immaginario, le figure delle grandi principesse dei cartoon, da Cenerentola a Biancaneve, da Anastasia alla Bella addormentata, fino ad arrivare a Belle: ci sono tutte! (in questo sembra aiutarci anche un brano della colonna sonora, che rimanda proprio a "La Bella addormentata").

C'è il sogno infranto nel sogno, c'è una realtà al limite del verosimile, c'è l'arte rappresentata nelle sue forme dicotomiche; eccesso di realtà e fuga da essa finiscono con il coincidere. Poi ecco che, a riportarci sulla terra, compare, quasi per caso, un gattino bianco (che, nella tradizione britannica, è il corrispondente del nostro gatto nero, quale simbolo di sventura).

 

Quindi: tutto quello che è stato - o il sogno a cui si è creduto, o la realtà che si è sognata - tutto questo, con l'apparizione del gattino bianco in due momenti cruciali del film, vuol dirci solo una cosa.

 

Ma non mi va di anticiparvi la fine del film: vi dico solo di prestare parecchia attenzione al gattino; sembra sciocco, ma il film riesce ad essere letto bene solo attraverso questo piccolo felino. Non è un film che parla di amore, nè è un film che racconta rapporti tra persone e che intende descrivere un mondo reale (è più vicino ad una fiaba). Ma è un film di assoluta celebrazione dell'arte, incarnata dai due protagonisti principali (la scrittrice Angel ed il marito pittore), dove - torno a ripeterlo - solo un gatto bianco farà uscire fuori certe verità e definirà il percorso narrativo di tutta l'opera.

 

L'unica forma di amore vero presente nel film è quella che la protagonista riconosce, alla fine, nella devozione della sua segretaria-poetessa la quale ne rappresenta quasi l'immagine speculare: forse, è come sarebbe stata Angel stessa se non fosse stata preda di un modo particolarmente devastante di vivere l'arte. 

Un film che gioca parecchio sul simbolico e sulla sua interpretazione. Grazie a Dolce e a "goloso" che hanno condiviso con me la visione del film.

HARVEY

  

Vedere un gatto bianco di notte porta sfortuna
(superstizione americana o - più in generale - del mondo anglosassone)

 

 
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