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Thyssen e il morire di lavoro

Post n°589 pubblicato il 18 Novembre 2009 da amoon_rha_gaio
 

Non ci sono problemi: la fabbrica era in regola con le norme di sicurezza, i controlli venivano effettuati periodicamente, i lavoratori erano formati grazie ai regolari corsi antincendio.

Sembra la descrizione di una fabbrica modello all'avanguardia con le più severe norme di sicurezza. E invece sto parlando della Thyssen Krupp di Torino, la fabbrica tristemente nota per la tragedia che coinvolse sette persone. 7 persone morte avvolte bruciate vive nel disperato tentativo di salvarsi a vicenda. La descrizione che a sommi capi ho riportato è la dichiarazione di alcuni dipendenti della Thyssen, rilasciata durante il processo che si sta celebrando a Torino e che vede imputati i vertici della casa tedesca.

Unico superstite del rogo della Thyssen, sul volto i segni del fuoco

Dichiarazioni che stridono con la tragedia avvenuta e che hanno fatto pensare ai magistrati ad una corruzione avvenuta per far dichiarare il falso ad alcuni testimoni: ad oggi 3 di quei testimoni della difesa sono indagati.

Ma vi rendete conto che schifo c'è sotto questa storia? Oltre alle negliegenze della dirigenza c'è anche da aggiungere una sorta di accondiscendeza da parte di chi allora doveva controllare, principalmente l'ASL locale....il tempo renderà giustizia a quei morti.

Morti sul lavoro di cui spesso si parla poco o non si parla. Si fanno funerali di Stato per i morti in guerra e non per coloro che perdono la vita in questo modo. Ovvio non è il caso Thyssen, ma molti e ogni giorno sono i morti sul lavoro e non mi sembra che a queste persone venga dato il giusto riconoscimento.

Mi spiegate voi che differenza c'è tra morire da militare sul campo di guerra e morire sul posto di lavoro?

Forse nel secondo caso la possibilità di perdere la vita uno non dovrebbe metterla in conto.

Amoon

 
Rispondi al commento:
amoon_rha_gaio
amoon_rha_gaio il 19/11/09 alle 09:10 via WEB
i militari svolgono il loro lavoro cos' come gli operai nelle fabbriche. A mio modo di vedere non ci sono lavori migliori di altri...e soprattutto se uno fa una brutta fine, non ci devono essere distinzioni nel trattamento. Ciao
 
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