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IL MEDICO - UOMO DI GENNAIO
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Non è semplice descrivere il periodo che sto attraversando.
C'è il dispiacere per mio padre, ci sono i suoi momenti di abbattimento che inevitabilmente si ripercuotono su tutta la mia famiglia, ci sono i momenti no di mia madre che teme, chissà perchè, che mio padre gli dia colpa dell'accaduto. E poi c'è mio fratello che alle volte mi sembra assente, non più vicino come in quei giorni difficili del ricovero di mio padre. Poi rifletto e penso che ha famiglia, figli piccoli, e forse è giusto che lui stia con loro.
Non è un peso stare con la mia famiglia, ma vi assicuro che ci sono giornate nei week end, quando vado a trovarli, così pesanti che vivo questa vita in solitaria come una liberazione, con sollievo.
Lo scorso week end a casa dai miei, durante la notte alle 4.44 sento in dormiveglia dei rumori: serranda del bagno che si alza e poi...clack! il rumore di un accendino che si posa sul davanzale. Il cuore in quel momento ha iniziato a battermi forte, ho pensato a tutto il tempo che sto dedicando alle cure di mio padre vanificato da quel gesto folle, incomprensibile.
Ero arrabbiato al punto che non ho più chiuso occhio. La mattina ho pensato a quanto comunque fosse difficile smettere di fumare dopo 40 anni di sigarette: smettere di botto ora senza un aiuto. Così la rabbia ho cercato di trasformarla in pensieri e parole...che poi ho rivolto a mio padre.
"io ho fatto solo due boccate, nulla di più..."
Mi diceva...ma io gli ho ricordato che deve smetterla per non farsi del male perchè se lo fa a se stesso lo fa anche a me, dato che lui e mia madre sono la mia famiglia. Io non ne ho un'altra, non ho figli e probabilmente non li avrò mai.
Il week end è proseguito poi meglio, ma ci sono giornate in cui vorrei volare via nel cielo come quegli anelli di fumo che escono da una sigaretta accesa.
Amoon
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