io e annie

Oggi sono stata in giro per lavoro, cosa che non mi capita quasi mai. Sto in ufficio dietro al pc e i miei contatti col mondo esterno sono essenzialmente su questi social network, per dirla col nome appropriato. E per fortuna! Ma che gente c'è, fuori?

In attesa del parcheggio all'agenzia delle entrate, luogo di per sé doloroso. Ti aspetti un minimo di solidarietà, no? Dunque, uno si avvia alla sua auto parcheggiata, mi vede che sorrido finalmente sollevata, mi accodo, metto la freccia, aspetto. Aspetto. Aspetto. E lui se ne sta tranquillamente seduto in macchina a parlare al cellulare. Alla fine, sentendomi tra il ridicolo e l'arrabbiato, me ne sono andata alla ricerca di un più consolante posto in divieto di sosta.

In posta poi, l'apoteosi della poca disponibilità. Perchè ho sbagliato il numero di conto postale e così i miei soldi sono andati a chissà che ente. Mi accorgo dell'errore, torno di corsa allo sportello. Nulla, la tipa manco ci prova. Mi comunica semplicemente che non si può fare nulla, si chiederà il rimborso che forse, fra secoli, arriverà. E lo dice senza manco un sorriso mesto di circostanza. 

Io non voglio avere più contatti reali. Me ne voglio stare qui, al calduccio, con i miei nick preferiti, i miei blog che non deludono mai, i commenti delicati, le parole scelte con cura. Fuori c'è un brutto mondo, credetemi.