Se ascolto l’ironia rannicchiata in fondo alle cose, essa si scopre lentamente. Strizzando un occhio piccolo e chiaro, dice: “Vivete come se...”
Nonostante le molte ricerche, tutta la mia scienza è qui.
Camus, Il rovescio e il diritto
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Di un creativo corso di scritturaIeri sono andata ad un corso di scrittura creativa - ovviamente gratuito -, organizzato da una piccola casa editrice aperta da poco. Dunque, arrivo in una saletta messa a disposizione da una libreria pure aperta da poco, e la prima cosa che noto sono dei parallelepipedi grigi che dovrebbero avere funzione di banchetti poltrone. Dopo trenta secondi seduta lì sopra mi chiedo come farò a resisterci altre due ore. Si radunano una quindicina di persone e cominciamo. La tipa che organizza il corso ci fa dividere in coppie (non ci conosciamo tra di noi), e ci ordina di toccarci. Panico. Il pensiero che prevale in tutti sembra essere “Ma chi mi ci ha chiamato qui?”; intanto, la capa è felicissima del nostro imbarazzo. In qualche modo stabiliamo un contatto - spalla a spalla, schiena a schiena- , e veniamo informati che dovremo mantenerlo mentre scriviamo delle sensazioni che ci procura questa vicinanza. Io trovo una ragazza più imbarazzata di me, ci sfioriamo appena. Buttiamo giù un paio di pagine, le leggiamo agli altri, poi ci dividiamo in nuove coppie. Stesso meccanismo: contatto da stabilire e sensazioni da scrivere. Io eseguo, un po’ scettica. Rileggiamo pubblicamente. L’Autrice che tiene il corso fa commenti su TUTTI i brani letti... tranne che sui miei. Sono offesissima. Medito di non tornare, ma alla fine un annuncio mi fa cambiare idea (arrivate fino in fondo al post per saperne di più). Mentre gli altri leggono i loro testi – tutti sull’intimistico tranne i miei, che sembrano il foglietto illustrativo di un medicinale- io guardo i miei compagni. La fauna è interessante. Per comodità li divido in tipologie: - Il trentacinquenne complessato. Cicciotto, con grossi occhiali tondi, ha chiaramente problemi di interazione con le donne. Fa il primo esercizio insieme all’altro uomo del gruppo; quando poi formiamo nuove coppie scegli precipitosamente la più piccola tra i presenti (vedi alla voce Diciottenne esaltata). Nel suo brano scrive: “ Ho scelto di corsa lei perché temevo che altrimenti nessuno avrebbe scelto me e sarei restato da solo”. Roba che Calimero –ilpulcinopiccoloenero- gli potrebbe fare un corso di autostima. - La diciottenne esaltata. Il suo compagno – il trentacinquenne sfigato- è interessato a lei esattamente quanto lei se ne frega di lui. Scrive brani pieni di “Correre, battiti del cuore, vita, fugaa, che c’è non avete mai visto una diciottene (implicito: figa e intelligente come me?), la poesia mi ha cambiato la vita...” Fin qui sembra solo una ragazzina un po’ esaltata, poi la sento dire “Dov’è il mio i-pod? sono in astinenza da Renato”. Renato Zero. A diciotto anni sei fan di Renato Zero? allora non è solo esaltata, è proprio fuori di testa! Comunque piace molto alla tipa della casa editrice – io penso di starle cordialmente antipatica-; le collaboratrici della casa editrice leggono con interesse i suoi testi. Avranno trovato un autore abbastanza alternativo per i loro canoni? - La straniera sola. Lei mi è piaciuta molto, è stata la mia prima compagna di esercizio. Messica, da poco in Italia, forse perché ha sposato un napoletano. Scrive in un delizioso italiano spagnoleggiante, soffre la solitudine. Ha un bel sorriso. - La neomamma con manie di protagonismo. Nel corso del primo esercizio, si stende letteralmente sulla sua compagna; ovviamente la cosa si nota e lei, si esibisce ancora nel secondo esercizio, in coppia con l’altro uomo del gruppo. Lui scrive cose poetiche, tipo “la cortina dei suoi capelli”, e dice che sentendo la testa di lei sulla sua nuca le viene voglia di proteggerla. Lei, descrivendo lo stesso contatto, scrive “Non avrà mica i pidocchi? Da quando sono diventata mamma, ho questi pensieri da massaia”. Un cenno a parte per l’insegnante, che potremmo definire Autrice compiaciuta: ad ogni critica, più o meno velata, sulla conduzione del corso, si inorgogliva sempre di più, per la serie “Dio, come sono originale”. Ha superato se stessa quando, dandoci appuntamento alla prossima volta, ci ha detto di portare una sciarpa. Perché? “Per provare l’ ebbrezza di scrivere bendati”. NO, decisamente non posso mancare a una cosa simile. |
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