Se ascolto l’ironia rannicchiata in fondo alle cose, essa si scopre lentamente. Strizzando un occhio piccolo e chiaro, dice: “Vivete come se...”
Nonostante le molte ricerche, tutta la mia scienza è qui.
Camus, Il rovescio e il diritto
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Dei vantaggi dell'età
Post n°143 pubblicato il 23 Giugno 2008 da jo_march1979
Giovedì compio 29 anni. E’ da quando sono arrivata alla maggiore età che il mio compleanno mi rende isterica: mi fanno paura il passare del tempo e l’inevitabile bilancio esistenziale che si accompagna a ogni taglio di torta. Nel corso del tempo ho escogitato diverse strategie per ammortizzare lo choc di un altro giro di Terra. A 18 anni è stato facile, perché il compleanno coincideva con la seconda prova degli esami di maturità, (un’indimenticabile versione dal latino di Seneca,) nonché con un potente ciclo mestruale anticipato di 8 giorni in occasione dell’evento. A 20 anni mi sono chiusa in casa dei miei in Cilento: erano i lontani tempi in cui non avevo ancora il cellulare quindi bastava mettere fuori posto la cornetta del telefono. A 25 anni ho deciso di fermarmi a quell’età per un po’: nei miei sogni di bambina, sarei stata una venticinquenne in carriera piena di soldi e figli, e mi ritrovavo sprovvista di entrambe le cose. Ho compiuto 25 anni diverse volte, ma ora ho deciso di fare coming out, dichiarando – e festeggiando – la mia vera età. Questo perché, dopo attente riflessioni e lamentele sul passare del tempo, mi sono resa conto che, se è vero che ho ancora un pugno di mosche in mano, d’altro canto sto molto meglio ora di quando ero adolescente. Invece di piangere sul tempo-che-non-torna-più dovrei festeggiare ogni anno l’allontanamento dall’età più sgraziata e infelice che ricordi. Ecco quindi perché è meglio avere 29 anni che 17:
- perché non vivo più con i miei, dunque non devo più elencare ogni singolo spostamento con relative compagnie ogni volta che metto piede fuori di casa: un gran risparmio giornaliero di fantasia. - Non devo più decidere a quale corso di laurea iscrivermi. Sia andata come è andata, mi sono tolta il pensiero della laurea e per sicurezza ci ho messo su pure un dottorato. Il valore commerciale di entrambi i titoli equivale, rispettivamente, a quello della carta igienica doppio e triplo velo, ma in ogni caso ce li ho: niente più notti insonni schiacciata dalla paura di scegliere (Psicologia? Giornalismo? Veterinaria - io che ho paura anche dei pechinesi-?). - Il computer non è più una grossa scatola con cui fare al massimo solitari a carte. A 17 anni ero ignara del magico mondo del Web: come ho fatto a vivere senza e-mail? E, soprattutto, senza tvblog? - Non mi angoscio più all’idea di non trovare il mio Principe Azzurro. Ho capito la fondamentale differenza tra principe azzurro e uomo: il primo non esiste. Il secondo, con un po’ di fortuna come è successo a me, può essere, nelle sue imperfezioni, completamente compatibile con le mie imperfezioni. - Ho capito chi vince la battaglia contro i peli superflui. La vincono loro.
Potrei andare avanti a lungo con questa lista: più ci penso, più i vantaggi di avere 29 anni rispetto ad averne 17 aumentano. Si accrescono in modo così esponenziale che credo mi fermerò a ventinove per tre o quattro anni almeno. |
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