Se ascolto l’ironia rannicchiata in fondo alle cose, essa si scopre lentamente. Strizzando un occhio piccolo e chiaro, dice: “Vivete come se...”
Nonostante le molte ricerche, tutta la mia scienza è qui.
Camus, Il rovescio e il diritto
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Qualche giorno fa sono stata ad un festival letterario a Roma, per assistere al recital di alcune poesie che ho tradotto. Sono rimasta strabiliata dall’organizzazione dell’evento: in un paio di giorni ho appreso una serie di preziose norme, che vorrei condividere con il popolo della rete.
Il punto di partenza per affossare un festival è avere pretese eccessive.
Il fine è ottenere il minimo risultato con il massimo sforzo.
Pertanto, chi voglia sabotare il suo stesso festival dovrà attenersi scrupolosamente a queste regole di base:
1- Dargli un nome pretenzioso e improbabile, inversamente proporzionale alla qualità degli eventi offerti. Un festival di bassa lega pertanto non sarà nazionale, o provinciale, ma intercontinentale.
2- Mentre si inventa un nome sontuosamente eccessivo, ci si premuri di non fare alcuna copertura pubblicitaria nelle settimane precedenti, per risparmiare.
3- Si formi l’ufficio stampa e lo staff organizzativo con fanciulle (sono più arrendevoli e affidabili) di età inferiore ai 28 anni. Lo scopo è pagarle quattro soldi e far fare loro cose per cui non sono preparate, senza un coordinatore, così da scaricare su di loro tutti gli sbagli.
4- Giunti all’apertura del festival, si organizzi una conferenza stampa che preveda più poltrone per i relatori che per i giornalisti. Il fine, oltre che assicurare la minima copertura mediatica possibile, è puntellare l’ego dei numerosi assessori ansiosi di parlarsi addosso.
5- Si prevedano nel programma solo punti pretenziosi. Nulla dovrà essere inferiore per magniloquenza a “Pace nel mondo “ e “Dialogo interculturale”.
6- Mentre si strombazzano i temi del festival (si veda il punto 5) ci si premuri di non assumere interpreti per gli ospiti stranieri, che di conseguenza non potranno partecipare al dialogo interculturale.
7- Assicurarsi che gli eventi incomincino sempre in forte ritardo rispetto al programma. La puntualità sarà considerata un caso deprecabile.
8- Ricordarsi di chiedere l’autorizzazione per l’uso delle sale il più tardi possibile. In questo modo si eviterà di ottenere il permesso, e si sposterà tutto, all’ultimo momento (per garantire la riuscite del punto 7),in uno sgabuzzino senza finestre e microfoni.
9- Si escludano da interventi e recital poeti che non siano di sesso maschile (si sa, le donne al massimo possono fare la calza), e di età inferiore ai 70 anni, per evitare performances troppo vivaci che potrebbero scuotere il pubblico.
10- Ci si assicuri che attori e dicitori invitati a leggere le poesie abbiano uno spiccato accento romano. Ci si premuri di invitare graziose ragazzette scosciate e/o scollacciate, che distraggano dalla qualità dei versi.
Seguendo queste poche, semplici regole, il vostro festival sarà un gran fiasco. Probabile quindi che vi diano nuovi fondi per rifarlo l’anno successivo.
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