Se ascolto l’ironia rannicchiata in fondo alle cose, essa si scopre lentamente. Strizzando un occhio piccolo e chiaro, dice: “Vivete come se...”
Nonostante le molte ricerche, tutta la mia scienza è qui.
Camus, Il rovescio e il diritto
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A Napoli e dintorni viviamo da una settimana in una bolla di aria rovente: è arrivata l’estate. Fino a pochi giorni fa, il maltempo e il vento freddo avevano illuso gli ingenui che quest’anno non ci sarebbe stata estate: eppure i segni del suo arrivo c’erano tutti: non mi spiego la sopresa di media e gente comune.
Il primo segno dell’estate in arrivo è la perdita indumentale: all’improvviso, qualunque sia la temperatura esterna, il corso SICSI che frequento non sembra più una scuola di specializzazione ma una succursale degli scogli di Posillipo: fanciulle desnude discettano di Didattica delle Lingue Straniere: l’interesse per la materia è inversamente proporzionale alla quantità di stoffa che hanno addosso.
Il secondo segno dell’estate in arrivo è dato dai miei vicini di casa, che si trasferiscono sul pianerottolo: all’inizio si limitano a tenere la porta di casa aperta tutto il giorno, mostrando pavimenti immacolati, stucchi e autentici mobili finto ‘700; con il passare dei giorni e l’aumento della temperatura sul pianerottolo mangiano, fumano, parlano al telefono, si lamentano dell’inciviltà dei condomini.
Ma queste sono solo avvisaglie: l’estate vera comincia quando lo decidono i pubblicitari. Quando i loro cervelli brillanti registrano che sta per verificarsi la perdita indumentale di cui sopra, si attivano e lanciano spot mirati, come al solito pensati da uomini per le donne.
Il tema è sempre lo stesso: arriva l’estate, mettiti a dieta. Perché ti devi mettere a dieta? Per salute? Per benessere psicofisico? per stapparti i chakra otturati dal letargo invernale? Niente di tutto questo. Devi dimagrire per piacere agli uomini.
Quest’anno il panorama è particolarmente ricco, quindi non mi si venga a dire che l’estate è arrivata senza essere annunciata.
Abbiamo cominciato già all’inizio di giugno, con uno spot dal taglio intimista che chiedeva: “Cosa desiderano veramente le donne?”.
La domanda è così seria che non può che avere una risposta seria, ho pensato la prima volta che ho visto questo spot. L’avessero chiesto a me, avrei detto senza esitazioni: un lavoro, una casa con mutuo decente, la possibilità di una gravidanza tutelata.
E invece non ho capito niente: quello che noi donne desideriamo veramente è una mousse ipocalorica. Cent’anni di lotte per la parità dei diritti condensati in centodieci calorie, ricche di gusto, senza conservanti né coloranti.
Un altro spot, dedicato a una bevanda in confezione verde arricchita di fibre e Dio solo sa cos’altro, è francamente inquietante. Una fanciulla si aggira felice per la città, rimirandosi nelle vetrine, provando vestiti: a prima vista sembra che si goda la vita. Invece scopriamo che è posseduta da un Genio maligno che abita nella bottiglietta da cui non si separa mai: come nei migliori film horror, la bottiglia le lascia messaggi sugli specchi del tipo “prova la gonna verde”. Qualcuno chieda al pubblicitario perché dovrei comprare qualcosa che fa così paura.
Il meglio del meglio si raggiunge con la campagna di un formaggio light, che per rilanciare il prodotto ha messo su addirittura un sito. Da un sito di formaggi light ti aspetteresti, per esempio, un primo piano del formaggio light.
E invece, se si clicca su www.primavoltaconphil.it, (un ringraziamento a Pigotta 66 sul cui blog ho scoperto per caso questa meraviglia), si incontra tale Phil, personificazione metrosexual del formaggio in questione, che ammicca e tuffa voglioso il dito nella vaschetta del formaggio: come dire, erotismo a pacchi.
Una volta sbarcata su questo sito, ogni femmina dotata di senso della ragione non può fare a meno di chiedersi se sia lei la donna ideale di Phil: un apposito test permette di rispondere alla domanda, nonché di assistere allo strip-tease dell’oggetto del desiderio (che, ricordiamolo, è un formaggio). Provare per credere.
L’ideatore di questa campagna è un genio: abbiamo sessualizzato profumi, automobili, borse, scarpe, dolci. Ma al formaggio ancora non aveva pensato nessuno. Sfogliando il sito il messaggio che ricorre ossessivamente è sempre lo stesso: devi essere seducente-devi essere magra- devi essere seducente.
Non vi tedierò con recriminazioni vetero-femministe del tipo “Ma perché tutta la pubblicità italiana si gioca sul corpo delle donne? Perché si svilisce e involgarisce il sesso per publicizzare qualunque cosa?”. Sono fuorimoda.
La mia preoccupazione è un’altra: non trovate anche voi che Phil, a furia di nutrirsi di formaggi light, sia un po’ troppo magrolino? Speriamo lo promuovano presto al Parmigiano Reggiano:magari su quel sito si toglierà anche gli slip.
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