Se ascolto l’ironia rannicchiata in fondo alle cose, essa si scopre lentamente. Strizzando un occhio piccolo e chiaro, dice: “Vivete come se...”
Nonostante le molte ricerche, tutta la mia scienza è qui.
Camus, Il rovescio e il diritto
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Care lettrici, cari -pochi- lettori,
data la virata di questo blog verso la casalinghitudine e la deriva della webmater verso Bree van der Camp, ho deciso di inaugurare la rubrica delle ricette, che non manca mai sulle nostre riviste preferite come DipiùTV. Queste ricette hanno il vantaggio di poter essere impastocchiate anche al computer, e infornate in Mondadori. Oggi cominciamo con un dolce tipicamente siciliano, Il conto delle minne, elaborato da Giuseppina torregrossa in un capace forno Mondadori.
INGREDIENTI
1 voce narrante femminile
2 pizzichi del nome Agata
1 bisnonna con un bel seno
1 nonna paterna molto amata, che prepara le minne di Sant'Agata
2 zie ossessionate dal matrimonio
1 nonna materna poco apprezzata
1 nonno materno che fa le veci di padre
3 pizzichi di tumore al seno
1 manciata generosa di sesso
Tradizione siciliana da esportazione q.b.
Personaggi maschili minori ossessionati dal sesso q.b.
Per la glassa:
1 spruzzata di amore saffico
1 manciata generosa di sesso (sì, un'altra)
1 pizzico di tumore al seno
1 bastardo ossessionato dal sesso
Per guarnire:
Devozione strumentale a Sant'Agata
PROCEDIMENTO
Scaldare la teglia proponendo come prima pagina la ricetta delle minne di Sant'Agata, dolcetti catanesi a forma di seni preparati per la festa della Santa. Amalgamare gli ingredienti cominciando con un pizzico di voce narrante da bambina e aggiungere gli altri in ordine cronologico. Tra una generazione e l'altra spalmare in abbondanza sesso e tradizione siciliana. Questa fase costituisce i 2/3 della torta e risulterà leggera e dal sapore gradevole.
Infornare in due fasi, prima in hard cover e poi in economica. Riporre in libreria e aspettare che una gonza appassionata di romanzi corali femminili capiti tra gli scaffali e si faccia fregare dalla quarta di copertina. Servire in spiaggia.
Glassare la preparazione con la storia personale della voce narrante femminile.
Per la glassa occorrono il bastardo, l'amore saffico e la spolverata di sesso che avrete tenuto da parte. Togliere eventuali grumi di amor proprio e ambizione professionale. Il risultato sarà pesante e dal sapore amaro, e dovrà guastare il piacere del ripieno lieve della torta.
Guarnire con devozione a Sant'Agata, santa catanese protettrice dei seni delle donne, deve ricoprire l'intera preparazione condensandosi in alcuni punti per ottenere più sapore siciliano. Che sia da esportazione però: non la Sicilia autentica ma quella delle cartoline e delle idee dei continentali. così il prodotto vende fuori dall'isola.
I pizzichi di tumore al seno servono a dare un sapore finto-impegnato e a creare un sapido contrasto con le minne di Sant'Agata. (Importante: fare in modo che anche la voce narrante, ginecologa, affronti il calvario del tumore e si preoccupi, nel XX secolo, di aver fatto arrabbiare la santa. Non deve passare alcun messaggio di speranza o di fiducia nella medicina o si guasterà la pesantezza della glassa).
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