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CENTROCAMPO

Post n°1183 pubblicato il 10 Settembre 2007 da corsivo79

E' ARRIVATA L'ORA DI TIAGO!

Acquistato a giugno per 13 milioni di euro, il portoghese non riesce a convincere. Problemi di convivenza con Almiron e la diffusa sensazione che sia proprio un doppione dell’argentino. Con l'infortunio di Nocerino, ora Ranieri ha tre centrali da ruotare in campionato e il centrale lusitano potrà finalmente dimostrare tutto il suo valore. Finora il migliore è stato Zanetti, ma preoccupa la sua fragilità muscolare.



IL CENTROCAMPO E' IL REBUS DI RANIERI - La Stampa - Dieci minuti con il Livorno nel debutto in campionato. Novanta in Coppa Italia a Parma senza lasciare traccia della sua presenza. Sabato soltanto panchina con la Nazionale portoghese contro la Polonia. Anche se alla Juventus non amano parlarne, Tiago Cardoso Mendes è un problema. Nessuno dice che lo sarà anche in futuro, oggi lo è ed è con la realtà attuale che la squadra di Ranieri deve confrontarsi. Perché il tempo delle prove è finito e adesso ogni partita vale tantissimo.
In attesa che sia concessa al centrocampista la possibilità di spiegare cosa non funziona liberandolo dalla blindatura che lo tiene rinchiuso nel bunker di Vinovo, contano le prestazioni sul campo. Anzi, conta il fatto che Tiago stia più in panchina che in campo. «Ha sofferto la preparazione» ha spiegato Ranieri. Ma se un giocatore di 26 anni non si è ancora ripreso dopo due mesi dall’inizio della sua avventura bianconera, è normale che sia già diventato un caso.
Tredici milioni per acquistarlo dal Lione. E’ stato il giocatore più pagato di un mercato abbondante per numero di giocatori, ma senza un colpo di grande qualità. Altri nove ne sono stati investiti per Almiron che finora ha alternato buone prestazioni a momenti di rendimento impalpabile come è successo a Cagliari. E questo dimostra una certa fragilità di fondo del reparto centrale, che resta tuttora un rebus, anche perché fin qui sono mancati dei test di un certo spessore. Il primo arriverà molto presto. Il 23 settembre c’è Roma-Juve, dall’altra parte della barricata ci saranno De Rossi, Aquilani, Perrotta. Chiunque sceglierà Spalletti il confronto sarò durissimo e lì si vedrà se, come ritengono molti osservatori neutrali e accredidati, la Juve ha davvero un problema in mediana. Se Tiago non migliora, se Almiron non trova una continuità di rendimento, sarà difficile reggere l’urto. Soprattutto in fase difensiva. I problemi della difesa sono anche legati a quelli del centrocampo. A complicare la situazione sabato è arrivato l’infortunio di Nocerino che dovrà restare fuori squadra per circa quattro settimane. L’ex del Piacenza, pur nel disordine tattico che spesso contrassegna le sue prestazioni per la voglia di strafare che lo accompagna, è quello che ha dato più sostanza alla squadra. Così, oltre ai due stranieri, resta in organico soltanto Zanetti. Un giocatore indispensabile, ma che si porta dietro problemi legati alla sua fragilità muscolare e quindi è spesso in infermeria. I problemi di Ranieri sono tanti come si sapeva. Quello del centrocampo pare il più urgente da risolvere. E siccome il mercato è sigillato fino a gennaio, questi resteranno i giocatori con cui costruire una squadra che non rischi ogni domenica l’osso del collo. Dimenticando il passato quando la coppia centrale era Emerson-Vieira con i quali ogni confronto è improponibile, a Ranieri non resta che lavorare di scalpello sui giocatori che ha voluto e che per ora sembrano fermi all’abc del bravo centrocampista. Di sicuro per avere comunque una maggior protezione anche con i giocatori attuali, Ranieri dovrà mettere da parte in maniera definitiva la tentazione di schierare un centrocampo a tre.
Tuttavia il nodo da sciogliere, aldilà degli schemi, è quello della coppia centrale. Camoranesi a destra e Nedved a sinistra non sono un problema, anche se entrambi faticano a trovare il ritmo giusto. In mezzo, perso Nocerino che ha doti di grande recuperatore di palloni, ci sono poche alternative e almeno fino al derby del 30 settembre Ranieri dovrà caricare sulle spalle di Tiago molte responsabilità, annullando quasi il turnover. Per quello che si è visto finora, un posto spetterebbe a Zanetti che è il più grintoso del trio. Il secondo è un ballottaggio argentinoportoghese, con Almiron ancora favorito sul compagno. Fra l’altro, nelle poche occasioni che hanno giocato insieme, è stata piuttosto evidente che sono simili e che si annullano a vicenda. Tiago ha patito Almiron andandogli in pratica a traino, ovvero non è riuscito a trovare lo spazio e il tempo per gli inserimenti offensivi come se lo bloccasse una strana timidezza nel prendere l’iniziativa. Anche questo, secondo Ranieri, era soltanto un problema di condizione, di mancanza di sicurezza nei propri mezzi.
Sulla rivincita di Tiago alla Juve sono pronti a scommettere. L’occcasione è vicina.
L'EQUIVOCO DEL PIERO - Roberto Beccantini (La Stampa) - Ogni volta che si parla di Del Piero, le qualità dell’uomo rischiano di condizionare l’analisi tecnica. Sbaglia, Donadoni, a impiegarlo in un ruolo che non è il suo. Come, per esempio, con la Francia a San Siro. Ale si sente seconda punta, e a quasi 33 anni non ha più la voglia né la forza di cambiare. Dunque: o attaccante o niente. Il famoso passo indietro che persino Boniperti gli aveva suggerito, l’ha sempre rifiutato. Bisogna arrendersi all’evidenza. Questo riguarda noi. C’è però un’evidenza alla quale deve arrendersi anche Alessandro. Il meglio è passato, ed è stato un «meglio» che ha spinto i tifosi juventini (e non) a considerarlo un simbolo: da adorare o con cui confrontarsi. Un privilegio concesso a pochi. Per carità: sabato, non ha giocato male soltanto Del Piero. E la carenza di benzina rispetto ai francesi, più rodati, non puzza di alibi: era, è, una realtà. Il nodo è un altro: quanto vale, oggi, Del Piero. I riferimenti e i confini non possono che abbracciare l’assoluto sportivo. In serie B ha vinto la classifica cannonieri ed è stato, spesso, decisivo. Ma la serie B non è l’assoluto. Un campione lo si misura nelle competizioni di rilievo: dalle volate-scudetto alle coppe, dagli Europei ai Mondiali. Al di là dei gol prodotti - non pochi: 27 in 85 partite - il suo rendimento in Nazionale non ha mai toccato picchi vertiginosi. Mi si potrebbe obiettare che a rincorrere il tempo si finisce fuori strada: in ballo non è la storia, ma la cronaca. Appunto. Nella Juve di Capello, i titolari erano Ibrahimovic e Trezeguet. Nell’Italia «tedesca» di Lippi, Del Piero lo è stato esclusivamente contro l’Australia: e non per 90’. Possibile che due dei nostri allenatori più vincenti e competenti fossero così prevenuti da ritagliargli spazi inadeguati, se non addirittura, come chiosano i suoi più impulsivi spasimanti, «offensivi»? Nella carriera di un giocatore che è stato tanto, arriva il momento in cui l’amore per la maglia costituisce un valore che nasconde un prezzo. I tifosi riscuotono il primo. I tecnici pagano il secondo. Convocare Del Piero e spedirlo in tribuna, come nella trasferta in Georgia, non ha senso: e lo scrissi. Schierarlo dall’inizio in sfide cruciali tipo Italia-Francia, viceversa, rappresenta un azzardo. Perché a certi livelli non regge più la scena. Una punizione, un dribbling, un passaggio: la memoria è sempre incinta. Ma le gambe? Alessandro tiene prigioniere la Juventus e la Nazionale. L’orgoglio lo sprona a scartare quel ruolo alla Altafini che, invece, sarebbe la soluzione ideale. A giorni, tornerà alla carica per il contratto con Jean-Claude Blanc. In discussione non è l’amore, e nemmeno il rispetto. Figuriamoci. «Natura non facit saltus»: il problema è solo questo.
IVANOVIC: "JUVE, IO CI STO!"Tuttosport - Da un paio di mesi ha parecchi occhi addosso e i più interessati sono proprio quelli della Juventus, che anche sabato sera aveva un uomo a Belgrado per spiarlo.  Branislav Ivanovic, tuttavia, non sembra patire la pressione e nella sua terza partita con la maglia della nazionale maggiore ha dimostrato ancora una volta le sue qualità. Un altro esame superato, un’altra relazione positiva che si accumula insieme alle altre nella sempre più ampia cartella che lo riguarda nell’avveniristico database juventino. « Mi stanno osservando? Questo mi rende orgoglioso, mi fa estremamente piacere sapere che una grande club ha delle attenzioni per me. Da parte mia posso solo dire che ogni volta che scendo in campo cerco di dare il massimo: felice che qualcuno lo noti » , fa sapere Ivanovic, che mercoledì sarà impegnato con la maglia della Serbia contro il Portogallo di Tiago e Andrade ( che forse potrebbero trovare spazio dopo la panchina di sabato). La Juventus lo ha notato all’Europeo Under 21 di quest’estate, quando Ivanovic è stata una delle stelle della Serbia. Ma il suo nome è rimbalzato alle orecchie di Claudio  Ranieri grazie a Miroslav  Djukic, suo ex giocatore al Valencia e poi ct proprio dell’Under serba, che ha fornito ottime referenze all’amico e collega.  Così, finito l’Europeo olandese, i bianconeri si sono messi sulle sue tracce, facendosi avvistare spesso alle partite della Lokomotiv Mosca, che ha pescato il giocatore giovanissimo in Serbia e lo ha lanciato subito come titolare. Una scommessa vinta alla grande, considerato che Ivanovic è considerato il miglior giocatore della stagione per la Lokomotiv e verrà quasi sicuramente premiato come migliore terzino destro del campionato russo ( che finirà a novembre). « Qui in nazionale gioco come centrale e mi trovo comunque a mio agio, ma il mio vero ruolo è quello di laterale destro. Lì penso di poter dare il meglio » . Effettivamente, sulla fascia, sfrutta al massimo il suo dinamismo e la sua velocità. Attento in copertura, Ivanovic si fa spesso notare in fase offensiva arrivando al tiro e segnando con una certa frequenza ( ne sa qualcosa il Milan, che ha subito una rete dal ragazzo durante il torneo estivo che ha disputato a Mosca con la Lokomotiv e il Real Madrid). Tutte annotazioni importanti finite nelle relazioni degli osservatori juventini e che stanno spingendo i vertici bianconeri a considerare sempre più seriamente l’acquisto del ventitreenne serbo. « Davvero mi vogliono? E’ fantastico, non ho sentito nessuno della Juventus, ma a un club di serie A non si può dire di no. Penso che non esista un giocatore che possa rifiutare la Juve e se esiste non sono certamente io. Sarei felice di venire in Italia, ma i dirigenti bianconeri devono discutere prima con quelli della Lokomotiv. Io mi muovo solo se lo vuole la Lokomotiv. Presto parlerò con loro e chiederò notizie, il campionato russo finisce a novembre e quindi mi faranno sapere cosa vogliono fare con me » . Per la cronaca, i dirigenti della Lokomotiv Mosca sono effettivamente disposti a cedere il talentino, ma a una cifra non inferiore ai dieci milioni di euro. Hanno già respinto al mittente offerte intorno ai 7/ 8 milioni di euro giunte immediatamente dopo l’Europeo Under 21 e hanno fatto sapere in via indiretta ai grandi club interessati che il prezzo è più alto. Sono molti, tuttavia, a garantire che sarebbero soldi ben spesi, considerate le qualità del giocatore, la sua duttilità tattica e la grande professionalità dimostrata finora. Lo descrivono come un ragazzo timido, sempre molto puntiglioso negli allenamenti, attentissimo alle direttive dell’allenatore. Un fenomenino che ha inevitabilmente attirato l’attenzione di altre squadre. Quella più pericolosa è sicuramente il Chelsea, che ha seguito Ivanovic con costanza: Frank Arnesen,  ds dei Blues lo ha visto giocare spesso e ha segnalato il nome a Roman  Abramovich, che ha - come dire... - una certa facilità nel trattare con i club russi. Ecco perché il pericolo Chelsea è quello più insidioso per la Juventus che dovrà anche guardarsi dai tentativi del Manchester United. Sir Alex Ferguson,  infatti, è stato messo sulla buona strada dal suo centrale difensivo Nemaja Vidic ( vanamente inseguito dai bianconeri in estate). Vidic, amico e compagno di nazionale di Ivanvic, lo ha consigliato al suo manager, relazionandolo sulle prestazioni in nazionale del ragazzo. Forse è anche per questo che la Juventus sta meditando di chiudere l’operazione a gennaio, bruciando la concorrenza sul tempo e potendo contare su un rinforzo prezioso per la difesa già nel corso di questa stagione. La possibilità di acquistarlo subito c’è, visto che gli undici milioni di euro che servirebbero per chiudere l’affare sono quelli avanzati dal mercato estivo e che i bianconeri avevano destinato all’acquisto di una giovane promessa. E con Ivanovic i conti tornerebbero.
BLANC, HAI VISTO CANNAVARO? - Tuttosport - Juve, hai visto  Cannavaro? E se qualcuno si è perso la straordinaria partita del capitano azzurro contro la Francia può sempre farsi regalare la cassetta del match. Applaudirà la sua prestazione e, magari, si pentirà per non aver provato a portarlo a Torino. Essì, perché il difensore più forte del mondo avrebbe accettato con entusiasmo il ritorno in bianconero dopo la brutta parentesi madridista dove è stato attaccato senza un motivo: « Per fortuna sul campo ho dimostrato chi sono. Il fatto è che ce l’avevano con Capello  e visto che io ed Emerson  siamo stati portati al Real proprio dal tecnico, è facile intuire perché, mio malgrado, sono entrato nel vortice delle contestazioni. Adesso è tutto passato e Schuster mi tiene in considerazione » . Prima, però... Il difensore stava per ritornare alla Juventus. Lui sorride, non conferma e non smentisce, fa spallucce. E non è vero che i compagni non lo avrebbero accettato: Buffon, Del Piero e Camoranesi, per rendere l’idea, in azzurro sono sempre con lui. La verità è che l’amministratore delegato Jean Claude Blanc e il presidente Giovanni Cobolli Gigli hanno preferito tagliare con il passato. Anche quello bello e pulito. Un errore, certo. Considerando che al posto di Cannavaro è arrivato Jorge  Andrade, che sabato sera non ha neppure giocato con la sua Nazionale. Così come  Tiago. Se soltanto Claudio  Ranieri avesse insistito per avere il campione del mondo a quest’ora, forse, il difensore sarebbe a sua disposizione e il potenziale della Juventus molto più competitivo.  Un errore di valutazione, certo, fatto in buona fede. E sempre per rimanere in tema di inesperienza, c’è una considerazione confortante. Per fortuna gli inglesi del Manchester City non hanno alzato la loro offerta altrimenti anche Giorgio Chiellini, tornato nel giro azzurro, non sarebbe più a Torino. Anche qui Blanc e Cobolli lo avrebbero ceduto ( volentieri) per portare a casa più soldi e seguire il consiglio dell’allenatore che nella sua lista preferenziale al primo posto ci ha aveva messo Cristian Molinaro. Sempre per rimanere sulla fascia sinistra, segnaliamo l’ottima prestazione di Gianluca  Zambrotta. Anche lui contro la Francia è stato uno dei più forti, anche lui sarebbe potuto rientrare. L’altra sera ha annullato il pericolo Ribery e si è spinto in avanti alla ricerca della giocata vincente. Purtroppo il gol della vittoria non è arrivato e adesso bisogna sperare di andare a fare risultato a Kiev. Non sarà facile ma, almeno, la difesa offre valide garanzie. Con la Francia non ha rischiato mai e in Ucraina, almeno sulla carta, il compito dovrebbe essere più agevole. Buffon, Cannavaro e Zambrotta fanno la differenza, come capitava nella Juventus. Sabato sera nel catino di San Siro in campo c’erano sette giocatori bianconeri dei tempi d’oro: Buffon, Zambrotta, Cannavaro, Camoranesi, Del Piero, Thuram e Vieira. Più  Trezeguet in panchina. Segno evidente che la vecchia guardia è ancora la più forte e, dunque, si poteva intervenire con più decisione, lasciando perdere dubbi e perplessità, per riportare Fabio Cannavaro alla Juventus. Il Real Madrid l’avrebbe ceduto senza pensarci su perché ad un certo punto voleva liberarsene a tutti i costi. Sarebbe bastata una piccola offerta per sbloccare la situazione. E Cannavaro, dal canto suo, aveva ( anche) dato la propria disponibilità ad abbassarsi lo stipendio. Insomma: alla luce di quello che si è visto contro la Francia è stato un grave errore non chiudere la trattativa. Andrade non è Cannavaro e non lo sarà mai. Si tratta di un buon giocatore ma non quello che permetterà alla squadra bianconera di compiere il salto di qualità. Che avrebbe fatto con il Canna.
IAQUINTA, GOL BIANCONERI PER L'ITALIA - Tuttosport - Rischia di giocare a Kiev. Vincenzo Iaquinta, convocato d’urgenza in azzurro per sostituire l’infortunato Toni, potrebbe essere schierato da Roberto Donadoni nella decisiva partita in Ucraina per aiutare una squadra stanca e demoralizzata. L’attaccante della Juventus porta entusiasmo e voglia di fare. Perché lui è uno che non molla mai. Protagonista nel Mondiale tedesco, intende ritagliarsi dello spazio anche nel nuovo gruppo che tra mille difficoltà sta cercando di conquistare la fase finale dei campionati d’Europa. Contro la Francia, sabato sera a Milano, l’attacco azzurro non è riuscito ad andare in gol. Pochi palloni giocabili, certo, ma alla fine il bilancio è stato negativo.  Per fortuna Gigi Buffon ha salvato il risultato con un intervento strepitoso su conclusione ravvicinata di  Anelka. Poteva essere l’inizio della fine e, invece, la speranza è ancora viva. Tutto dipenderà dalla trasferta di Kiev. Vietato perdere. Il pari potrebbe bastare, in caso di vittoria francese sulla Scozia a Parigi. Ma è ancora presto per fare calcoli. Guai, però, se gli azzurri dovessero perdere mercoledì. Per sbancare Kiev c’è bisogno di entusiasmo e qualche gol pesante. Proprio per questo motivo Roberto Donadoni sta pensando di inserire Vincenzo Iaquinta nella formazione titolare. La punta di Ranieri, tra l’altro, può ricoprire tutti i ruoli dell’attacco. Una caratteristica che si addice alla perfezione al credo calcistico del commissario tecnico. Al momento Iaquinta è in ballottaggio con Di Natale  e il suo compagno Del Piero. Difficile capire se Alex verrà riproposto dopo la prestazione dell’altra sera mentre l’attaccante dell’Udinese può risultare leggero. Iaquinta, invece, ha peso e forza fisica oltre che un gran fiuto del gol. Oltretutto sta attraversando un buon momento di forma: « Sì, mi sento bene. Ho avuto un piccolo problema intestinale mercoledì scorso ma giovedì mi sono allenato regolarmente e venerdì sera, nell’amichevole di Saragozza, ho anche fatto gol. Sono strafelice di essere qui a Milanello e in caso di necessità non deluderò le aspettative. Ho saputo della convocazione sabato pomeriggio. Stavo andando a Reggio Emilia e dopo la chiamata ho svoltato per imboccare l’autostrada verso Milano. E adesso eccomi qui. Come sempre mi metto a disposizione dell’allenatore » . Ha l’occhio furbo, Iaquinta. Sa bene che le possibilità di scendere in campo sono tante. E se gli capiterà l’occasione non se la farà sfuggire. La sua progressione può fare male ai difensori ucraini. La partitella di questo pomeriggio chiarirà molte cose: il commissario tecnico proverà subito la squadra per mercoledì. Non c’è tempo da perdere, occorre individuare il modulo giusto per non tornare a casa con la qualificazione compromessa. In difesa non dovrebbero esserci problemi visto che Oddo, Cannavaro, Barzagli e Zambrotta  sono andati bene. I problemi sono in avanti: Inzaghi  da solo non può sopportare il peso dell’attacco, Alex è stanco ed è stato impiegato in un ruolo non suo. Lucarelli ha qualche possibilità in più. Di Natale, come detto prima, non ha i muscoli per infastidire i difensori ucraini mentre  Quagliarella dopo il passaggio all’Udinese non è più quello dello scorso anno. Dicono non abbia gradito il trasferimento: si aspettava e meritava una squadra che lotti per lo scudetto. In poche parole l’Udinese gli sta stretta.  Ecco perché Vincenzo Iaquinta può superare i suoi rivali e compagni d’azzurro. Un altro juventino tra i big. Che con il suo arrivo sono saliti a cinque, tanti considerando che lo scorso anno la squadra partecipava al campionato di serie B. Il problema non sono gli italiani ma gli acquisti stranieri. Sono loro che dovrebbero far compiere alla squadra di Ranieri il salto di qualità. Saranno importanti le prossime due partite contro Udinese e Roma. Già, proprio l’ex squadra di Vincenzo Iaquinta. Un appuntamento speciale che l’attaccante vorrebbe gustarsi sino in fondo. Insomma, prima l’Ucraina e dopo l’Udinese, sfide d’un certo spessore. E’ dunque arrivato il momento di Iaquinta, l’acquisto juventino più importante. Con lui la società bianconera è andata sul sicuro. L’ha pagato molto ma sono stati soldi ben spesi. La speranza è che Claudio Ranieri gli conceda qualche possibilità in più. A proposito: all’inizio di stagione l’allenatore bianconero non aveva parlato di tridente? Ha subito abbandonato l’idea? Tante squadre al mondo vorrebbero avere dei campioni come Trezeguet, Del Piero, Iaquinta e Palladino. Solo che due di loro devono accomodarsi in panchina. Peccato, però: per vincere bisogna azzardare, osare. Perché la Juve è sempre la Juve. Per questo i tifosi bianconeri non dimenticheranno mai Marcello Lippi.
E DEL PIERO BUSSA PER UN'ALTRA OPPORTUNITA' - Tuttosport - Lui, sui fischi, ci ha scherzato sopra. Anche perché sabato, al momento del cambio con Antonio Di Natale, le scene di disapprovazione nei suoi confronti da parte del pubblico di San Siro sono state abbastanza marcate. « C’erano tanti francesi, saranno stati loro... » , osserva Alex Del Piero. Parole dietro cui resta la sostanza di una serata in tono minore . Lo juventino non è riuscito a dare quel cambio di passo, di esperienza, di classe che ci si attendeva da lui in un match di fondamentale importanza come quello contro la Francia. Fatica, piuttosto, si è notata. Fatica nelle gambe, andata a incidere sulle idee. Una prova al di sotto delle aspettative tale da immaginare, a caldo, una sua defenestrazione nella fondamentale trasferta di Kiev. Una supposizione che obbliga il giorno dopo a una marcia indietro, viste le parole positive adoperate da Roberto Donadoni nei confronti del bianconero. E lo stesso giocatore potrebbe chiedere al selezionatore azzurro una prova d’appello in Ucraina. Per poter dimostrare sul campo che quello di San Siro non era, non poteva essere il vero Del Piero. Per sfruttare gli spazi che un’avversaria alla ricerca di vittoria sarà inevitabilmente portata ad aprire. Una nuova chance da titolare ma, se verrà preferito Vincenzo Iaquinta,  anche la voglia di poter dare una mano partendo dalla panchina. Il capitano sa che quello di mercoledì sera è un passaggio fondamentale, per l’Italia e per Donadoni: un fallimento sulla strada verso l’Europeo sarebbe bocciatura troppo dura da far digerire ai tifosi dei campioni del mondo. Ma non sarà l’unico appuntamento che conta per Del Piero. C’è anche la Juventus, c’è anche un contratto il cui rinnovo ha fatto discutere parecchio. Il legame con la maglia bianconera è sottoscritto finora al 2008, in passato la società - a cominciare dal presidente Giovanni Cobolli Gigli - ha sempre indicato Del Piero come una risorsa, presente e futura. Il numero uno di corso Galileo Ferraris ha invitato Alex al prossimo incontro per discutere del rinnovo, nuova tappa di una trattativa finora gestita dal fratello Stefano. Ormai sembra assodato che il rinnovo avrà carattere biennale ( senza alcun « tagliando » dopo dodici mesi, come ipotizzato in un primo tempo dalla dirigenza) mentre per quanto riguarda i soldi lo stesso capitano ha sempre tenuto a far sapere che « non sono un problema » . Una soluzione che si dovrebbe trovare battendo strade parallele allo stipendio diretto garantito dalla Juventus. Ma di tutto questo si parlerà da giovedì, una volta chiusa la parentesi con la Nazionale: c’è ancora un’Ucraina da sistemare.
VERSO JUVENTUS-UDINESE - La Stampa - In attesa della disputa delle partite delle nazionali – in programma tra martedì e mercoledì -, si torna a respirare aria di campionato. Domenica pomeriggio, all’Olimpico, c’è la gara contro l’Udinese. La squadra di Ranieri riprenderà la preparazione nel tardo pomeriggio di martedì, ma solo nella giornata di giovedì il tecnico riavrà a disposizione tutti i suoi ragazzi.  Nel frattempo, parte la caccia ai pochi tagliandi a disposizione. Dopo la chiusura della campagna abbonamenti, oltre 17mila posti sono riservati ai tifosi che hanno sottoscritto la tessera annuale. Da lunedì 10 si apre la vendita dei circa 3.000 biglietti ancora disponibili.
MEZZA JUVE ALLA RIPRESA: 15 ASSENTI! - Tuttosport - za nove nazionali e quattro infortunati, dopo tre giorni di riposo la Juventus domani pomeriggio riprende la preparazione in vista della terza giornata di campionato che la oppone, domenica all’Olimpico, all’Udinese. A preoccupare Claudio Ranieri è soprattutto l’infermeria, nuovamente affollata dopo l’amichevole di Saragozza. Mentre sono tornati a disposizione Birindelli e  Iaquinta, con l’attaccante che non ha perso tempo rispondendo alla chiamata di Donadoni, il tecnico bianconero perde Nocerino e Boumsong, che vanno ad aggiungersi agli altri due infortunati,  Grygera e Marchionni. Fatale è stata la trasferta spagnola, che avrà reso anche 250 mila euro, ma ha messo nei guai la Juventus. Il francese è uscito in barella a causa di uno stiramento agli adduttori della coscia sinistra, il napoletano è stato portato via a spalle dai massaggiatori dopo un’entrataccia di Luccin  sulla caviglia sinistra, che è gonfiata. Entrambi saranno visitati oggi o, al massimo, domani dallo staff medico bianconero, che valuterà anche i tempi per la guarigione. L’unico che recupera per domenica è Palladino, toccato duro venerdì, ma ormai guarito dalla contusione al piede. Contro l’Udinese il tecnico romano dovrà fare a meno anche di Zebina,  che domani conoscerà quante saranno le giornate di squalifica decide dal giudice sportivo dopo l’espulsione di Cagliari e il battibecco a bordo campo con uno steward del club sardo. Birindelli è pronto per prendere il suo posto sulla fascia destra della difesa. In settimana è poi atteso il rientro in gruppo di  Grygera, che si era infortunato ( distrazione coscia sinistra) a fine agosto durante un’amichevole della Nazionale. Ci vuole invece ancora un po’ di tempo per rivedere in campo  Marchionni: il centrocampista, che si è rotto il piede in allenamento nel corso della trasferta a Newcastle, dovrebbe riprendere tra un mese la preparazione.
ALE & RICKY SEMPRE NEL CUORE - juventus.com - Sabato 15 e domenica 16 settembre si giocherà “Ale & Ricky sempre nel cuore”, il torneo giovanile organizzato dalla Juventus per ricordare la memoria di Alessio Ferramosca e Riccardo Neri, i due ragazzi della Berretti scomparsi lo scorso 15 dicembre.  Il trofeo, che si giocherà a Torino presso i campi del Nizza Millefonti (strada Castello di Mirafiori 285), verrà presentato ufficialmente nel corso di un incontro organizzato per mercoledì mattina (ore 11.30) presso la sala Toniolo di Palazzo Ceriana Mayneri, in corso Stati Uniti 27. In rappresentanza della Juventus, saranno presenti l’amministratore delegato Jean Claude Blanc e il responsabile del settore giovanile Ciro Ferrara.

 
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JUVENTUS CAMPIONE D'EUROPA

 

DECALOGO DI FARSOPOLI


LA VERA STORIA



PROCESSO FARSA


QUESTO E' MORATTI!
Beppe Grillo svela i loschi affari del presidente dell'Inter e della sua azienda.

 

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