JUVENTUS

"NON C'E' JUVE SENZA DEL PIERO!"

Il centrocampista della Vecchia Signora dal ritiro dell'Italia identifica il capitano con la squadra, come a voler dire che non si può fare a meno di lui: "Lui è un grande campione, una persona splendida e un leader vero, che trasmette serenità a tutta la squadra. Spero che risolva presto i problemi contrattuali. Io adesso punto a restare in nazionale, voglio esserci anche nel 2010. Gattuso? Mi basta un quarto della sua carriera".  Oggi l’irremovibile amministratore delegato Blanc proverà a chiudere il rinnovo con il numero 10. Il francese di ferro non alza la voce, ma tiene ferma la parola: troncò con Deschamps, fece ripensare Trezeguet.

BLANC IL NEGOZIATORE: "HAI 5 MINUTI PER DECIDERE" - La Stampa - Allontanati da molti silenzi, una panchina a sorpresa e, ovvio, da una domanda e un’offerta che s’avvistavano solo con il binocolo, la Juve e Alex Del Piero torneranno nuovamente a parlarsi oggi, ora di pranzo, nel tentativo di riannodare la trattativa. Avventurarsi fra i pronostici su come finirà equivale ancora a una passeggiata per campi minati, ma da qualche giorno il rinnovo pare aver lasciato il campo dell’improbabile. A colloquio, come sempre, ci saranno l’ad bianconero Jean-Claude Blanc, il ds Alessio Secco e Stefano Del Piero, il fratello del capitano che da un mese e mezzo ne cura gli interessi. Incontro d’avvicinamento, si sussurra, ma se poi le cifre collimeranno, basterà una telefonata al numero dieci per la firma. Di certo, per cercare il nuovo accordo, la Juve si potrà spostare di millimetri, non di metri. Lo sforzo, di buona volontà e di quattrini, è stato fatto, pensano in corso Galileo Ferraris: la piattaforma, da un anno più uno, s’è fatta biennale. Resta la riduzione dell’ingaggio, attorno al 30%, per un’offerta (fra i 3 e i 3,5 milioni di euro) che il club giudica comunque robusta e rispettosa. Su quella, allora, si ballerà. E, di quella, hanno parlato a casa Del Piero, ben sapendo che, sulla soglia dei 33 anni, e a questi livelli, nessuno in Italia può pareggiare. Palla al numero dieci, dunque, ma senza grandi spazi per inventarsi piroette. Di fronte, infatti, c’è un garbato signore francese, Jean-Claude Blanc, atterrato sul pianeta calcio con la fama del neofita, cioè pollo, per i troppi furboni del pallone italico, e che nel giro di una stagione s’è affinato a solido negoziatore. «Una persona sempre educata - racconta chi lo conosce - dai modi mai arronganti, ma anche un dirigente risoluto. Traccia la riga e non va oltre». Che non bluffa o, se lo fa, bene gli riesce, come ha già dimostrato, in un senso e nell’altro. Zero concessioni a Didier Deschamps, con tanti saluti alla lobby transalpina, quando l’agente del tecnico riaprì la trattativa a serie A afferrata. Blanc aveva sempre difeso l’allenatore, neppure lesinando stima all’uomo («Dopo la prima sentenza del meno 30 molti sarebbero scappati, lui no»), ma s’era fatto irremovibile alle nuove, e inattese, richieste. «Blanc è uno che crede nella lealtà - osserva un altro conoscente - e Deschamps aveva firmato un triennale appena dieci mesi prima. Ormai nel calcio i contratti vanno quasi subito fuori corso, lui vorrebbe riportarli al valore che hanno ovunque». Meno che al mercato del pallone. Blanc aveva conosciuto il calcio solo da tifoso («del St.Etienne») e da volenteroso libero («più fisico che tecnica»), ma poi aveva virato su tennis e sci. E sugli studi. Laurea in International Business a Nizza, master in business administration alla Harvard Business School di Boston, poi manager dello sport: dal 1987 al 1992, direttore vendite e marketing dell’Olimpiade invernale di Albertville, quindi nell’organizzazione di Tour de France e, da ultimo, Roland Garros. È uno che si fida dei suoi collaboratori, che crede nel lavoro di gruppo: «Qui c’è una sola società - disse dopo l’addio di Deschamps - non dirigenti che stanno da una parte e altri che stanno dall’altra. Non si può dire questa persona mi piace, quest’altra no». E ancora: «Abbiamo stabilito un piano: chi vuole restare con la Juve, deve condividere questa linea». Altrimenti, ciao. Detto fissando parole chiare, mai strillate però. Trezeguet, addirittura, annunciò l’addio allo stadio, in diretta tv e Blanc non fece una piega: le trattative (con decurtazione) le faccio in privato. S’è visto com’è finita. Ormai, fra i procuratori, gira il racconto di un affare delicato a lungo in bilico, risolto dall’ad bianconero scrivendo la somma su un pezzo di carta: «Avete cinque minuti, ma se non va bene ci stringiamo la mano da gentiluomini e arriverci». Firmarono. La cifra di oggi, è già scritta da un pezzo.
NOCERINO: "NON C'E' JUVE SENZA DEL PIERO" - La Stampa - Dal Sud Africa dell’amichevole a Siena al Sud Africa della Coppa del Mondo 2010. Ci sono due anni e mezzo per il viaggio della generazione per la quale Tardelli è una vecchia gloria che commenta le partite alla tv e non l’uomo che fece vibrare l’Italia con un urlo. Loro c’erano quella sera al Bernabeu o davanti alla tv: Rosina ha 23 anni, Nocerino e Montolivo 22, Paolo Cannavaro e Dossena si trastullavano nel girello, Gilardino nasceva in quelle ore. Domani il capitano sarà Daniele De Rossi, campione del mondo, classe 1983, come Pasquale Foggia che ha esordito contro la Georgia, e che ieri è stato protagonista di un episodio che avrebbe potuto avere conseguenze più drammatiche. In allenamento Dossena gli ha messo involontariamente un dito nell’occhio e l’ha mandato in ospedale: lo stesso incidente che accadde nella Juve a Zebina dopo un litigio con Ibrahimovic. Dopo gli esami che hanno riscontrato una leggera abrasione della cornea, Foggia ha potuto raggiungere i compagni di squadra a Siena. Il ricambio generazionale è arrivato in un match che non conta un tubo, schiacciato com’è tra l’attesa per il risultato della Scozia in Georgia e le discussioni su come la Nazionale si deve preparare alla trasferta di Glasgow. Però è un inizio. «La gente aspetta la prossima partita perché ci giochiamo l’Europeo, ma per noi conta di più questa», dice Nocerino, uno dei rari napoletani a parlare come uno svizzero. «Se mi chiedete come sia stare in Nazionale senza Del Piero non so rispondervi - replica a una domanda non troppo centrata -. Vi dico però come sarebbe stare nella Juve senza di lui: non sarebbe normale. Alex è la Juve, trasmette serenità». Sono tutti allineati e coperti, i ventenni timorosi di offrirsi al confronto con chi ha vinto il Mondiale. Una volta per un attaccante appena arrivato in Nazionale era una gioia se lo paragonavano a Gigi Riva. Oggi pare una iattura. «Io erede di Pirlo? Non scherziamo», si schermisce Montolivo. «E chi lo scalza mio fratello? Lui ha sempre avuto tutto più di me e non solo gli anni: Fabio è un fenomeno unico al mondo», sostiene Paolo Cannavaro. E Nocerino si indigna per il facile accostamento a Gattuso: «Cosa c’entro io, con 18 presenze in serie A, con un campione inarrivabile com’è lui? Sarei già felice se la mia carriera valesse un quarto della sua». A parole si sentono davvero dei nazionali sperimentali. L’Europeo del 2008 sembra troppo vicino per sperare di esserci, il prossimo Mondiale abbastanza lontano per fare previsioni. «Magari in due anni esplodono fenomeni più giovani e in Nazionale non ci torno anche se, alla mia età, qualche radice vorrei metterla» sostiene Cannavaro, il primo giocatore del Napoli a vestire la maglia azzurra dopo 15 anni. «Mi impegnerò per essere del gruppo che andrà in Sudafrica - dice Nocerino - prima però devo conquistare un posto fisso nella Juve e riportare a Torino cosa è mancato negli ultimi due anni. Per arrivare in alto devi sfruttare le opportunità, quelle che mancano a molti giovani italiani: bisogna lavorare molto e divertirsi a giocare. Non so cosa sarebbe successo se Almiron e Tiago si fossero calati subito al meglio nella Juve, non ho mai guardato gli altri, però sono molto testardo e convinto che la vita non ha un senso se non ti poni un obiettivo alto». Donadoni li proverà a pezzi e bocconi. Scampoli d’esordio. Magari non sarà lui il ct della Nazionale quando questi ragazzi verranno buoni però costruire i ricambi è una buona azione. «La generazione che ha vinto il Mondiale è ancora molto competitiva ma non sono immortali e qualche sostituto prima o poi potrà servire», osserva Cannavaro. Per l’Europeo il suo ruolo è coperto da Bonera, Gamberini, Zaccardo, Barzagli, le seconde linee della Nazionale «grande». Ma non sono campioni, qualcuno è soltanto un buon giocatore. Nocerino avrà vita più dura, davanti ha Gattuso e De Rossi («forse il più forte in Europa, sono orgoglioso di allenarmi con lui e per la maglia che mi ha dato a Roma»). Rosina invece ha più chances immediate: il piccolo calabrese potrebbe servire a Donadoni molto presto. Domani intanto giocherà titolare dietro a Lucarelli o Gilardino. La generazione Sudafrica, insomma, potrebbe farsi largo molto prima del 2010.
NOCERINO: "DEL PIERO E' LA JUVE" - Il Giorno - "Del Piero e' la Juve". Per Antonio Nocerino l'identificazione e' d'obbligo. Come a dire che non si puo' fare a meno del capitano. "Lui ci trasmette tranquillita' e serenita'", dice il centrocampista bianconero dal ritiro dell'Italia a Coverciano. "Se lui e' tranquillo e sereno anche noi lo siamo. Ale e' eccezionale, ride, aiuta tutti. E' una persona splendida". Insomma, non si puo' pensare a una Juventus senza Del Piero... "No, lui e' la Juve, spero che trovi un accordo al piu' presto con la societa'. Ale e' un grande ed e' troppo importante per noi".
UNA COLLETTA DEI TIFOSI PER IL CONTRATTO DI DEL PIERO - Il Giorno - «CAPITANO non te ne andare». Si conclude con questo appello un’iniziativa di tifosi bianconeri, che hanno messo all’asta Alessandro Del Piero su e-bay, il sito delle compravendite. Si parte dalla cifra simbolica di un euro e finora si è arrivati a quota 9.999.999, sempre in senso virtuale, ovviamente. «Fai un’offerta...» recita ironicamente l’invito rivolto ai colleghi di tifo del «popolo bianconero», «per dare i soldi alla dirigenza che fa tante storie per darli a chi se li è meritati veramente». E’ una ennesima dimostrazione di come l’eco della vicenda contrattuale del capitano juventino abbia ormai superato da tempo le dimensioni della rituale battaglia della grana fra una star del calcio e il proprio club. La Juventus propone un contratto biennale con decurtazione del 33% rispetto agli emolumenti attuali (4,7 milioni annui) per la prima stagione e poi, per la seconda, un contratto a rendimento, che si baserebbe su parametri quali presenze in campo, gol, vittorie, presenze in Nazionale. Alex rifiuta il concetto di contratto a cottimo e chiede una riduzione di ingaggio al massimo del 20% per le due stagioni a venire. Sono tutti con il fiato sospeso per la data in cui verrà fissato il prossimo e forse decisivo incontro, chi dice già oggi, chi più avanti. Le posizioni sembrano irremovibili e a questo punto occorre un elemento esterno capace di fare scaturire la svolta. Potrebbe essere un intervento eccezionale, di un personaggio delle alte sfere, John Elkann su tutti. Oppure ancora la presa di coscienza da parte della dirigenza bianconera che il mondo del calcio, da avversari a presidenti, a tifosi, è tutto dalla parte di Del Piero.
SI INIZIA A PENSARE AL GENOA - juventus.com - A distanza di quasi un mese da mercoledì 26 settembre, giorno in cui è stata disputata l’ultima sfida casalinga (4-0 alla Reggina), la Juventus si prepara a fare il ritorno all’Olimpico da padrona di casa. Domenica 21, alle 20.30, c’è il posticipo dell’8ª d’andata contro il Genoa.  Si tratta di un’altra sfida particolare, soprattutto dal punto di vista dell’ordine pubblico. Il Ministero dell’Interno ha infatti attribuito al match l’indice di rischio 4. Per tale motivo, la Prefettura di Torino ha adottato alcune restrizioni riguardanti la vendita dei biglietti che partirà nella mattinata di martedì 16 ottobre.
-divieto di vendita cumulativa dei biglietti con conseguente identificazione di ogni singolo acquirente;
-divieto di cessione del biglietto da parte dell'acquirente ad altro tifoso. Sarà possibile effettuare il cambio-nome limitatamente ai soli abbonamenti;
-divieto di vendita dei biglietti del settore Ospiti a Torino. La vendita sarà quindi effettuata solo a Genova.
JUVE-GENOA: PREFETTO ACCOGLIE INDICAZIONI OSSERVATORIO - Agenzia Asca - La Prefettura di Torino ha accolto la determinazione dell'Osservatorio del Viminale sulle manifestazioni sportive che aveva attribuito l'indice di rischio 4 alla partita Juve-Genoa, in programma domenica prossima alle 20.30 (posticipo dell'8a d'andata). ''Per tale motivo - si legge sul sito della societa' bianconera - la Prefettura di Torino ha adottato alcune restrizioni riguardanti la vendita dei biglietti che partira' nella mattinata di martedi' 16 ottobre''. In particolare, sara' vietata la ''vendita cumulativa dei biglietti con conseguente identificazione di ogni singolo acquirente'', la ''cessione del biglietto da parte dell'acquirente ad altro tifoso'' e sara' possibile effettuare il cambio-nome ''limitatamente ai soli abbonamenti''. Inoltre, a Torino e' vietata la vendita dei biglietti del settore ospiti, ma sara' possibile acquistare i tagliandi solo a Genova.