Creato da Omut_I il 12/06/2009

Nel baule di Omut...

...i piccoli tesori...

 

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Diana 2

Post n°45 pubblicato il 01 Giugno 2012 da Omut_I

   

 

    Solito punto di osservazione,  solito scorcio molto piacevole, di quelli che ti fanno viaggiare a ritroso, nei mondi fantastici delle terre di Avalon … come se Merlino e Morgana potessero ad un tratto sbucare da qualche viottolo, o Lancillotto e Re Artù, raccolti nelle loro pesanti e cigolanti armature, passeggiassero sui loro destrieri lungo la piazza.
    I profumi nell’aria sono più caldi, più forti oggi. Le tinte più vivaci e gli animi dei passanti come persi in lontani azzurri marini. Il sole bagna i ciottoli con ondate di fuoco … come uscite dalla bocca di un drago. La fontana ciancia logorroica e le figure sedute lì intorno, come a rubar la bramata frescura. Il telefono  interrompe l’incanto … di nuovo anonimo!
-  Si?...
- Diana?...mi vede? … - un sospiro - … sono qua, davanti a lei … la fontana … -
    La ventata calda a dar vita ai ricci incendiati … un messaggio nell’aria … la voce, quella … lo sguardo perso alla fontana … l’impetuoso vortice dove cadere … quella voce … una stoccata. La figura di un uomo si staglia, imponente, accorcia le distanze. La bollente emozione divampa, invade … dalle viscere alla testa … disperatamente scivola al basso ventre. È lì. Aura raggiante, fascino allo stato puro.
 -  Salve Diana, sono Paulo, Paulo Ayala … - le mani a prendere la sua per sfiorarla appena con le labbra, senza togliere lo sguardo adagiato sulle sue.                                                  
- P-piacere … Diana … Detti … - un filo di voce, deglutendo a fatica, basita, con la faccia a pesce bollito. Ogni parola da lui pronunciata è un passaggio di lingua in qualche parte del suo essere, ed ogni passaggio è un tornado allo stomaco, un maremoto al cuore, un diluvio nella testa, la tempesta fra le gambe … pare che Nettuno abbia preso di mira il suo corpo!
-  Posso darte del tu?… escusame se rubo il tuo tempo, me sono liberato solo ora … -
- Bah … bene … n-non preoccuparti! - il viso arrossito rivolto chissà dove per non vedere ed essere vista …
ma sono impazzita! Come e cosa sto blaterando …
-  Posso invitarte a cena, questa sera, vorrei parlarte del lavoro che dovrai fare per me … -
- Si … certo … stasera … b-bene … - la perfida agitazione improvvisa  s’insinua e dilaga a più non posso … come i temporali d’estate ai tropici … mezz’ora prima fai la lucertola sulla battigia, mezz’ora dopo la fuga degli inzuppati. Qui però niente fuga, qui le gambe tremano e Diana non osa pensare di alzarsi … sai che ridere!... no, meglio prendere fiato, con la giusta cautela. Un respiro profondo … sembra facile!
Vorrei una bacchetta magica per sparire! Un classico.
-  Ci vediamo alle nove, per te va bene?... - adesso anche lui da segni di irrequietezza … imbarazzo? - … qui alla fontana. -
- Bene … alle nove … la fontana … claro que si! - senza guardarlo negli occhi …
sono impazzita!!!
- Hola querida … - spavaldo - a stasera! - un sorriso da piacione accompagna di nuovo le mani a  sfiorare con  le labbra
quella tremante di lei. …
porca paletta, non è solo voce.

    Diana passa il resto del pomeriggio a lavorare poco e pensare molto.
Potevo dire …, era meglio che …, se avessi fatto, insomma a recriminare i fatti e ammonire se stessa.   Sentore certo e indiscutibile è quello di aver fatto la figura dell’imbranata, un po’ bambina. Proprio lei che con sicurezza e loquacità, fa colazione, aperitivo e digestivo.
    I minuti passano e sale l’ansia … perché ho accettato?…
dovrò essere più tranquilla, con più razionalità … e così via, altre cento domande e mille risposte mentre di lavorare non se ne parla. La sua mente è come un giovane gabbiano alle prime esperienze nel vento, un miscuglio di ebbrezza e disperazione, forza e paura, coraggio e arrendevolezza. È il braccio di ferro tra il pavido desiderio di annusare i suoi lunghi capelli neri e l’insostenibile certezza di non doverlo fare. Guardare l’orologio e maledirlo è un tutt’uno.
Alle sei e trenta getta l’ancora nel mare dello sconforto.   
Chiede al capo di andare via prima. Acconsente. Tanto non combino nulla, è inutile rimanere. La testa dice questo ma è vestita di una sottile menzogna. Il cuore, che sa, risponde con un botto e la realtà appare nuda … vuole solo qualche minuto in più per riflettere e decidere su come affrontare la serata, calarsi nella situazione.
Sdraiata sul letto delle difficoltà, le mani a strofinare il viso e  
torturare la criniera e d’improvviso si accende una lucina, quella d’allarme nella camera delle verità …
È solo una cena di lavoro, cosa diavolo sto facendo! Una doccia, una splendida rilassante doccia, ecco quello che ci vuole. A vedere che rinsavisco! Mentre “Micia” accompagna l’agile balzo sul letto col suo frrfrr-saluto, come benvenuto strofina il muso sulla sua mano, schiena arcata e coda ritta. Due leccate di “lingua vetrata” sono il tenero invito alle coccole e la ruffiana richiesta di qualche bocconcino da sgranocchiare. Viene assecondata.  
    L’acqua zampetta sul collo, sulle spalle a sciogliere gli ostinati veli di tensione, le avvolge il corpo sin negli anfratti, i più recessi e la pelle, color del miele, profuma di se.
    Seduta ai piedi del letto, avvolta nel morbido accappatoio color del sole, Diana si ritrova davanti ad un armadio aperto che rifiuta ogni suggerimento. Decide di provare da sola ma il risultato non è per nulla appagante.
Basta! Un jeans e la camicia bianca del babbo quella che ha preso l’ultima volta che è andata a trovare la mamma, per il compleanno. Appena l’ha vista, ricorda, c’è stato l’effetto richiamo. La prendo io così sento il babbo più vicino, con il nodo alla gola mentre le lacrime pungevano gli occhi.
   Il risultato è di quelli semplici ma efficaci. Raccoglie su i capelli facendo scivolare qualche boccolo ad incorniciare il viso, spruzzate di essenza di mare qui e là, sono le otto e quarantadue. Perfetto. Fra prendere la macchina ed arrivare in piazzetta ci vuole neanche dieci minuti. L’ultima sbirciata allo specchio prima di uscire, ok. Ora va meglio, la doccia ha esordito l’effetto cercato. Più carica e decisamente meno agitata anzi, ha tutto ben chiaro nella mente.
Sarà la camicia del babbo … lui era così allegro … sicuro … deciso … aveva sempre la soluzione e di risposte ne aveva sicuramente apprese uno stock da qualche divino mèntore. A volte mi faceva una rabbia …!

    Nei momenti di sconforto Diana cerca fra le sagge risposte di suo babbo, che sono lì, intanate nelle stanze del suo cuore, il tesoro da accudire. Riesce quasi sempre a trovare quella giusta per ogni situazione. Oggi la frase magica è : “naturale e semplice, bambina, senza trucchi né troppi giri di valzer.”

 

..........................Omut........


 
 
 
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è l'agrodolce

di attese golose

e parole sospese

anche i silenzi

hanno il tuo odore

sei qui

ad un sospiro

dall'anima mia

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Potrei dirti

un milione di cose

potrei usare

effetti speciali

ne ho in dotazione

ma voglio essere

semplice e diretta

voglio parlarti leggera

cose uniche

fresche

da sciogliere dentro

cose col fiato corto

col respiro trattenuto

voglio sentire

la tua musica

sin dentro l'anima

e che le note

le tue

diventino

l'eco

di una  magia.

 

 

 

 
 
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