Creato da magicjuves il 04/05/2007

i ricordi del cuore

TUTTO QUELLO CHE MI PASSA NELLA MENTE.....UNA SOLA PAROLA JUVENTUS!!!

 

Diffondete questa lettera di denuncia!!! Di un TIFOSO JUVENTINO....VERGOGNAAA NAPOLETANA

Post n°2219 pubblicato il 22 Gennaio 2011 da magicjuves

FONTE : WWW.GIULEMANIDALLAJUVE.COM

Riceviamo e pubblichiamo la denuncia di un tifoso che ha affrontato la trasferta a Napoli per l'incontro Napoli-Juventus del 09.01.2010. Il Signor Andrea Leonetti ci comunica che questa lettera è stata già inoltrata alla società Juventus e a Juventus Channel.

Gent.ma redazione,

ho deciso di scrivere questa nota con la speranza che tramite il canale televisivo e magari anche grazie ad una presa di posizione ufficiale da parte della società JUVENTUS venga diffusa e resa nota la grottesca situazione che ho vissuto con circa un migliaio di tifosi juventini domenica sera in quel di NAPOLI.

Premetto che con tanto di tessera del tifoso sottoscritta anche per i miei due figli (uno dei quali minorenne), abbiamo partecipato con il nostro club di appartenenza (JUVENTUS CLUB DOC GIOVANNI AGNELLI - ANDRIA), alla trasferta napoletana con un pulman da 54 persone + un pulmino da 19 persone. Nel nostro pulman abbiamo ospitato amici juventini del club di Aosta che hanno raggiunto Bari in aereo e si sono aggregati al nostro gruppo.

Alle ore 17.30 circa giungiamo al casello autostradale di Napoli dove pensavamo di trovare un mezzo della polizia di stato da noi in precedenza avvertita del nostro arrivo. Dopo un'attesa di circa 40 minuti, pur senza incidenti, ma con qualche normale sfottò ricevuto da napoletani in transito veniamo raggiunti da un auto della polizia che ci accompagna qualche chilometro più avanti dove venivano raggruppati tutti i pulman provenienti da varie zone d'Italia. Fatti scendere, uno alla volta, filmati da una telecamera e sottoposti al capillare controllo su eventuali mezzi di offesa in nostro possesso sia in dosso, sia nel pulman, senza alcun controllo sul possesso della fantomatica tessera del tifoso, risaliamo sul pulman per essere "scortati" verso lo stadio.

Da questo momento inizia la parte incredibile della vicenda.

I pulman vengono accompagnati con tanto di sirene da mezzi della polizia, utilizzando la tangenziale per un tragitto completamente identico a quello fatto dai tifosi napoletani che si recano allo stadio, fino all'uscita Fuorigrotta. Qui, bontà loro, invece di andare verso lo stadio la carovana prosegue fino all'uscita Agnano da dove attraverso stradine piccolissime con auto parcheggiate su entrambi i lati che impediscono il normale passaggio dei pulman, sottoposti al pubblico ludibrio della tifoseria napoletana appostata sui lati della strada, si giunge finalmente nella zona stadio riservata agli ospiti.

A questo punto zelanti agenti di polizia con urla e chiari movimenti con le mani, invitano i tifosi a scendere dai pulman e correre in maniera dissennata, verso i cancelli dello stadio, senza che alcuno di noi sapesse quale strada prendere e quale fosse il pericolo incombente sulle nostre teste. Tale fuga verso lo stadio viene effettuata già in una situazione di terrore e panico in quanto gli inviti minacciosi della polizia lasciano intendere di essere in una grave situazione di pericolo. Questa corsa (io ero con mio figlio di anni 11 e vi erano anche persone anziane con problemi fisici) della durata di circa 200 metri termina in un ammasso umano di persone che erano state bloccate da una serie di transenne poste proprio per impedire il passaggio. Dopo aver travolto queste transenne, terminiamo la corsa contro un cancello chiuso, in quanto l'accesso al settore era posto una decina di metri più in là.

Scavalcando gli ostacoli, in un caos indescrivibile, senza che ad alcuno fosse controllato il biglietto, la tessera del tifoso o quant'altro (sono in possesso dei tre biglietti, mio e dei miei due figli, ancora completamente integri, senza che sia stata staccato nemmeno il talloncino di controllo con il codice a barre) entriamo nello stadio. Con quel sistema, nel settore ospiti sarebbe potuto entrare chiunque, tifoso juventino e non con grave rischio per tutti.

Una volta "al sicuro", all'interno dello stadio, nella parte superiore del settore riservato ai tifosi ospiti, con inspiegabile divieto di accesso da parte della polizia al settore inferiore, ove non vi sarebbe stato alcun contatto con la tifoseria napoletana, veniamo sottoposti ad un incredibile fuoco di artiglieria con lancio di petardi o bombe al cui scoppio venivano divelti ogni volta addirittura i sediolini dello stadio. Di queste pericolosissime bombe tutto il gruppo di tifosi juventini presenti ne avranno ricevute circa una trentina. Il lancio avveniva da parte di aspiranti uomo ragno che si inerpicavano fra le strutture in ferro dello stadio per raggiungere alle spalle i tifosi juventini e dopo aver bucato al rete di protezione con coltelli, lanciavano questi ordigni attraverso i buchi testè prodotti.

Ho rivisto il giorno dopo, la partita sul Vostro canale a cui sono abbonato e ho udito (senza mai vedere) chiaramente lo scoppio dei petardi che avveniva in maniera continua e ripetuta mettendo a grave repentaglio l'incolumità dei presenti.

Per quale motivo nessun telecronista pur presente allo stadio ha fatto menzione di quello che accadeva? Per quale motivo nessuna testata giornalistica ha riportato questo a dir poco incivile comportamento della tifoseria napoletana? Perchè non vi è stata da parte di nessuna televisione neppure una inquadratura verso il settore occupato dai tifosi juventini sottoposti al bersaglio? Perchè il Giudice Sportivo sanziona la società Juventus di una multa di euro 6000 perchè i suoi tifosi hanno divelto dei seggiolini, che invece erano stati divelti dalla forza d'urto delle esplosioni dei petardi lanciati dai napoletani? Perchè la società Napoli viene multata solo di euro 20000 perchè "propri sostenitori lanciavano nr. 4 petardi verso la zona occupata dagli steward (???)" e non fa menzione di nemmeno un petardo lanciato verso i tifosi juventini? Dove erano questi steward quando venivano lanciate le bombe? Erano complici dei tifosi napoletani? Nel bollettino del giudice sportivo si menziona una attenuazione della sanzione verso la società Napoli dovuta a concreti atti posti in essere in collaborazione con le forze dell'ordine ai fini preventivi e di vigilanza. Di cosa parliamo? Dove erano i poliziotti? Quali misure preventive sono state poste in essere? In che cosa è consistita la vigilanza?

A Napoli queste cose vengono definite testualmente "puttanate"!!!

Vi assicuro che per molto meno, la Juventus nello scorso anno ebbe l'interruzione della gara con il Parma e con il Bari oltre alla sanzione della gara da disputare a porte chiuse.

La differenza sta nel fatto che a Torino il settore ospiti è inquadrato costantemente da telecamere e che certa stampa non si lascia sfuggire nessuna occasione per..............

Comunque l'allucinante racconto non è ancora terminato!

Qualche minuto prima del fischio finale, con il bombardamento in pieno corso (erano in possesso di un vero e proprio arsenale bellico), rinvigorito dalla trionfale vittoria, nel settore da noi occupato fanno per la prima volta presenza alcuni poliziotti che, in manier alquanto serafica, invitano i tifosi juventini ad abbandonare lo stadio prima del termine della gara. Tale comunicazione fatta ad alcuni, in maniera quasi confidenziale, provoca di fatto che una buona parte di tifosi lasci le gradinate. Personalmente noto che sta avvenendo questo abbandono, ma forte dell'esperienza maturata in molti stadi, rimanendo certo del fatto che senza comunicazioni ufficiali i tifosi ospiti rimangono nello stadio fino a quando non vi sono le condizioni per l'uscita degli stessi in sicurezza, penso che vi sia solo un ammassarsi verso la parte inferiore.

Comunque, sentendo ancora lo scoppio di bombe e invitato da mio figlio, molto spaventato, scendo anch'io verso il basso, dove scopro che alcuni agenti di polizia stanno invitando i tifosi a correre verso i pulman in quanto - recito testualmente - "non siamo in grado di garantire la vostra sicurezza". Ad una mia richiesta di spiegazioni insieme all'invito di correre anch'io verso i pulman di appartenenza mi viene detto: "oggi, caro signore, vi è la possibilità di acquistare una semplice scheda e di starsene tranquilli a casa a vedere la partita! Per quale motivo lei ha preferito venire qui?

Seppure allibito, capisco che non è il caso proprio di polemizzare con queste pseudo forze dell'ordine e accogliendo l'invito iniziamo una lunga corsa (circa 500 metri) fra le urla e le minacce dei poliziotti stessi fino a raggiungere il pulman dove tanti altri amici erano già.

A questo punto, forse la cosa più incredibile!!! Altri poliziotti si affiancano agli autisti dei pulman invitandoli subito a ripartire in quanto la presenza in quel punto era ritenuta pericolosissima. I pulman sono pertanto ripartiti su ordine perentorio della polizia senza che tutti i passeggeri fossero ancora a bordo. Vane sono state le proteste da parte nostra. L'ordine impartito era perentorio. Ripartire senza preoccuparsi di chi manca!

Nel frattempo la carovana dei pulman "quasi pieni" era ripartita con la scorta della polizia. Il nostro pulman leggermente attardatosi in attesa di qualche ritardatario era costretto ad inseguire la scorta che a quel punto precedeva abbondantemente il nostro pulman.

Non sono in grado di dire che cosa è successo agli altri pulman. Posso solo dire che il nostro mezzo è rimasto fermo nei pressi dello svincolo autostradale fino all'una di notte, senza alcuna scorta o protezione, sottoposti a gesti triviali da parte dei tifosi napoletani di passaggio, con il rischio di dar corso ad un pestaggio in piena regola qualora altri scalmanati si fossero fermati vicino al nostro pulman. In questa situazione abbiamo atteso, affinchè coloro che erano rimasti a terra potessero raggiungere in qualche modo il pulman e fare ritorno a casa tutti insieme. L'ultimo dei dispersi, ironia della sorte, è stato accompagnato da una volante della polizia.

Al termine, mio figlio di 11 anni mi ha detto: "Papà, io a Napoli non voglio venire mai più!!". Gli ho risposto: "Anch'io!"

Ho voluto raccontare questa paradossale odissea che nella mia lunga esperienza di tifoso bianconero aveva avuto in termini di paura un solo altro caso: BRUXELLES - 29 maggio 1985.

Non so se la stessa sarà ritenuta degna di cassa di risonanza e se ritenete opportuna diffonderla e renderla nota, ma una sola preghiera mi sento di rivolgere: Fate conoscere questa esperienza alla società, affinchè possa fare anche in maniera provocatoria ricorso verso la sanzione della multa di euro 6000 comminata per il comportamento incivile dei propri sostenitori. Quei 6000 euro che siano destinati ad un'opera benefica e non a questi "venditori di fumo" fra cui a Federazione, la Lega e il ministro Maroni.!!!!

Con cordialità.

ANDREA LEONETTI

 

Doveroso pubblicare lo sfogo di questo fratello bianconero anche perchè i media nazionali se ne fregano.

 

 
 
 

PAVEL NEDVED la mia vita Normale ........eppure eccezionale " GLMDJ"

Post n°2218 pubblicato il 22 Gennaio 2011 da magicjuves

 

 
 
     GLI ARTICOLI DI GLMDJ
 
Attualità di G. FIORITO del 21/01/2011 21.03.22

 

...Eppure eccezionale

Vi è mai capitato di guardarvi negli occhi? Non allo specchio, intendo. Riuscire a guardarvi negli occhi, come se non appartenessero a voi. 

E' il 31 maggio 2009. A Torino si gioca una Juventus Lazio apparentemente senza storia. Invece è l'ultima partita di Nedved. Da giocatore. Pavel alza lo sguardo e vede i suoi occhi proiettati su tutti i tabelloni dello stadio. Gioca con entusiasmo, di più, con leggerezza, con euforia, perché tutti i momenti più belli e significativi della sua vita e della sua carriera li ha vissuti così. Con una semplicità che ha dello straordinario.

A partire dai primi calci tirati a Skalnà, il piccolo villaggio che gli ha dato i natali nei pressi di Cheb, nella ex Cecoslovacchia. Pavel rivede se stesso come un bambino felice e vivace. Libero, nonostante le restrizioni del regime. Al suo fianco il padre e il nonno. Due rocce. Intorno la campagna e tutto un mondo in trasformazione. Che quel ragazzino biondo abbia qualcosa di più è una cosa che salta subito agli occhi e Pavel comincia il suo cammino, attraverso tappe che lo porteranno sempre più lontano da casa, a trovare altre case. In luoghi diversi e tempi diversi. Con persone diverse. Eccetto Ivana, la ragazza di Cheb conosciuta a Skalnà che gli resterà vicina per sempre.

Subito via, a 14 anni. TJ Skoda Plzen, la prima squadra vera, i primi allenatori veri, Josef Zaloudek e Jiri Lopata. Luoghi e persone che lasceranno un segno profondo nella sua vita. Quando ho iniziato a leggere questo libro, credevo di trovarci dentro semplicità e schiettezza. L'immagine che avevo di Pavel Nedved era quella di un ragazzo semplice. Da quello che avevo letto di lui conoscevo un poco la sua biografia e sapevo della sua dedizione totale al calcio. Agli allenamenti soprattutto. Ai quali da sempre e anche adesso, come confessa nel libro, si sottopone con ritmi serrati e che non abbandona nemmeno nei periodi di vacanza. Eppure la semplicità e la schiettezza che ho trovato in queste pagine mi hanno sorpreso lo stesso. Perché non così trasparenti da isolarlo dal mondo, da mettere a tacere i rumori della storia. Pavel si descrive come un uomo timido e riservato. Dedito al lavoro e alla famiglia. Ma i suoi occhi si sono posati dovunque ha compiuto le sue esperienze di uomo e di calciatore, in una crescita costante che nelle ultime pagine del libro gli fa dire senza presunzione che ciò che oggi ha da dare è il frutto della sua esperienza. Tra le pagine fitte di ricordi e avvenimenti avvertiamo un respiro vivace, curioso di vivere e interpretare la realtà che intorno a lui va mutando. Qualità che a dire il vero oggi la critica rimprovera persino a molti sceneggiatori italiani, fermi in una fissità emozionale che relega il contesto storico nell'ambientazione e nei costumi. Pavel vive il cambiamento che porterà la sua nazione alla Rivoluzione di Velluto, il passaggio a una fase democratica, in prima persona. Sa dei fatti di Praga. Vede scindersi il suo paese in una divisione che considera malinconicamente tra cechi e slovacchi. Consapevole delle opportunità che accendono un futuro nuovo e diverso per lui e per il suo paese. In un equilibrio perfetto tra la stasi apparente degli affetti familiari e della campagna e il coraggio di affrontare tutte le possibilità di un divenire che lo porterà lontano. Credo sia questa la sintesi affascinante e il segreto di Pavel. Alimentare il coraggio con la determinazione e la voglia di lavorare e mettersi in gioco con una costanza meticolosa. Perché il talento non basta.

Chiamato a Praga per il servizio di leva, Nedved entra nel Dukla Praga, non prima di aver militato nella formazione giovanile di serie C del Tabor, dove venivano spediti i giovani per fare esperienza. Ricompaiono le dure trasferte nel freddo, ma ben presto l'allenatore Jelinek lo chiama in prima squadra e Zdenek Lehoda lo dirotta allo Sparta Praga. Ogni volta una sfida. Contro il parere del padre che lo avrebbe voluto ancora un anno in una formazione minore per crescere anche fisicamente, Nedved decide di provarci. Ma mentre l'euforia della città e le sue distrazioni rendono difficile l'inserimento di molti coetanei, Pavel preferisce i ritmi bassi, come ci racconta, il silenzio della natura e iniziare una vita insieme con Ivana, la compagna di sempre. Alla quale riserva queste parole: a Praga è diventata una donna molto prima che io diventassi un uomo. 

L'esperienza dello Sparta Praga sarà il trampolino di lancio vero e proprio per Pavel. Giocherà con Jiri Nemec, Josef Chovanec, Mikal Bilek, vincerà lo scudetto e approderà alla nazionale, come afferma orgogliosamente, senza la trafila delle giovanili. Una nazionale particolare, la neonata ceca.

Con la nazionale Nedved disputa gli europei d'Inghilterra del 1996. E' un’esperienza felice. Vissuta in stato di grazia. Uno di quei momenti della vita nei quali tutto collabora a realizzare i sogni. Questo mi ha colpito di questo libro. Che la vita di Nedved sia stata condotta sui binari della semplicità, del raziocinio, dell'impegno, del sacrificio e che a un certo punto ogni cosa abbia assunto i contorni sfumati del sogno che diventa realtà.

Raccontando gli europei dalla parte della sua nazionale, Nedved confessa che a ogni partita i magazzinieri facevano le valigie e preparavano tutto per il ritorno in patria, per scaramanzia. Sconfitta l'Italia per 2 a 1 (con una rete di Pavel), i cechi perdono per 2 a 0 con la Germania. Nedved salta la partita dei quarti, vinta per 1 a 0 con il Portogallo di Figo, a causa di quella che definisce senza mezzi termini la sua maledizione: la somma di ammonizioni che determina un turno di squalifica. Ma ricorda il pallonetto di Poborsky, l'azzardo, il momento magico e irrazionale, segno proprio di quello stato di grazia che viveva insieme ai suoi compagni durante quei giorni, nei quali il tempo sembra svincolarsi dalla logica, gli istanti possono dilatarsi nell'eternità e i minuti ridursi all'attimo di un sospiro. Difficile invece il ricordo dell'infortunio causato a Figo, nel novembre 2007, che qualcuno definì addirittura volontario.

In semifinale la nazionale di Nedved elimina ai calci di rigore la Francia di Zidane, con il quale, pur incrociandosi spesso le vite e i talenti, non giocherà mai. L'ultimo atto rivede i cechi contro la Germania, protagonista dell'eliminazione sofferta degli inglesi, i rivali storici, i quali avevano coniato uno slogan suggestivo per l'europeo casalingo: Footbal si coming home. La finale andrà ai tedeschi, grazie a Bierhoff, giocatore capace di entrare a partita iniziata e ribaltare il risultato, fino a segnare nei primi minuti dei supplementari il golden gol.

Stupisce la vena poetica di Pavel, che rievoca i versi dell'inno della sua terra e il suo sottile senso dell'ironia, quando per chiarirci le idee su quello che pensa dei rapporti dei calciatori con il sesso, ci spiega che da quell'europeo si portò via non solo la medaglia d'argento, ma sua figlia Ivana, della quale la moglie era rimasta incinta. Un'altro avvenimento importante è figlio di quegli europei. La Lazio vuole Nedved, che si trasferisce a Roma, grazie a Zeman e a Cragnotti.
L'esperienza romana è rimasta nel cuore di Pavel e confesso che come juventina provo un certo disagio, ma fa parte della sua vita ed è giusto così. La mia è una storia di calcio e amore per le maglie che ho indossato. Forse per questo a pagina 83 ci racconta un bell'episodio vissuto con Andrea Agnelli e alcuni tifosi juventini che li avevano inseguiti sull'autostrada fino a un autogrill per poterli incontrare. Con la Lazio Pavel vince una Coppa delle Coppe, segnando uno dei suoi gol più belli, una Supercoppa Europea, una Coppa Italia e uno Scudetto. Quello che non mi piace ricordare, quello perso dalla Juventus nell'acquitrino di Perugia. Vedendo alternarsi sulla panchina Zeman, Zoff e Eriksson. Del primo descrive la cura maniacale della preparazione atletica e dei dettagli. Di Zoff parla come di un uomo di campo, concreto e intelligente. Di Eriksson sottolinea la profonda calma con la quale sa gestire lo spogliatoio. Intanto nasce il coro”Nedved cuore d’acciaio” e anche il figlio Pavelino. Anche il derby romano merita le attenzioni di Pavel, che ne ricorda il calore particolare, mentre ha parole dure contro chi si rende autore di violenze gratuite e insensate. Toccante il ricordo di Giovanni Polo II, che riuscì a incontrare. Della Coppa Uefa persa con l’Inter, suggestivo il ricordo di Ronaldo e del vento mosso dalla sua corsa potente.

Tuttavia all’orizzonte si annuncia l’ultima tappa della vita agonistica di Pavel: la Juventus. Ammetto di aver letto l’autobiografia di Pavel d’un fiato, ma non per lo stile essenziale che volta le pagine, soprattutto perché ero ansiosa di leggervi la natura di un rapporto che per noi tifosi bianconeri è sempre stato speciale. Pavel esce dal libro come abbiamo imparato a conoscerlo. Caparbio, grintoso, un personaggio che ha fatto della disciplina e dell’umiltà le sue armi per conquistarci dentro e fuori dal campo. Ma la nostra storia è speciale non meno di Pavel. Ancora di più nel segmento del quale Nedved è stato uno dei più illustri protagonisti.

Inizia a parlare della Juve in un capitolo dal titolo “Sassolini”, partendo dal doping, che è proprio tutto il contrario di quello che la sua vita d’atleta ha rappresentato per lo sport. Il riferimento è facile da cogliere, alle accuse che a quella Juve vennero mosse anche nei tribunali. Pavel arriva a Torino desideroso di inserirsi nella squadra che può portarlo al vertice della carriera di un calciatore. La moglie all’inizio è scettica e stenta ad ambientarsi, ma si vedono venire incontro l’amicizia di una persona veramente straordinaria. Presa casa nel Parco della Mandria, si ritrovano in cucina, entrato dall’ingresso secondario, nientemeno che Umberto Agnelli, che insieme alla moglie Allegra e al figlio Andrea saranno sempre presenti nella vita dei Nedved. Specialmente adesso, che per la prima volta Pavel subisce i segni di una crisi di gioco, di un appannamento che lo fa assomigliare a un fantomatico fratello meno bravo. Lippi però riesce a risolvere tutto, con una nuova sfida che Pavel accetterà, con tutti i rischi. Il cambio di ruolo, da esterno sinistro a vertice superiore di un rombo che ha alle spalle Davids e Conte e al vertice basso Tacchinardi. Il confronto con Zidane, in un avvicinamento pericoloso al suo gioco. Che esalta le caratteristiche di velocità di Nedved, la sua capacità di superare l’avversario, le possibilità di tiro in porta. Ben sapendo che gli esigentissimi tifosi bianconeri pretendono qualcosa di più: capacità di leadership e classe. Carisma, forse. Come era stato per Zidane e per tutti i grandi giocatori che hanno vestito la maglia della Juventus. Merito di Lippi, definito un duro che sa quello che vuole, poco diplomatico anche con la stampa, per difendere la squadra e tracciare i confini. Tutto quello che dice Pavel nelle ultime pagine di questo libro fa vibrare d’emozione. Fa rivivere momenti esaltanti e di sconforto che saranno per sempre suoi e anche nostri. Ma fa anche molto pensare alle condizioni attuali della Juventus. Nella quale non c’è più quel clima di serena calma, di sicurezza composta che ti faceva sentire al sicuro. La Juventus era insieme una famiglia, un’azienda e una squadra. I calciatori rappresentavano una sintesi perfetta di forza e classe. Un armonia difficile da realizzare un’altra volta. Arriva lo scudetto del 5 maggio 2002 ed è bello leggerlo raccontato da Pavel, questa volta. Ancora più bello il racconto della Champions League del 2006, della quale la finale persa rappresenta l’incubo di Pavel. Quella finale negata a causa di un’altra somma di cartellini gialli. E però dentro quei giorni ci sono tante partite vissute con il cuore in gola. Il Manchester, il Barcellona, il Real Madrid. Lo scontro più bello della Juve di tutti i tempi, probabilmente. Milionari contro operai. Ma, ci dice Pavel, quella Juve era operaia per scelta, non perché non avesse nei ranghi campioni assoluti dalla classe cristallina.

A parziale ricompensa c’è per Nedved il Pallone d’Oro, che ancora oggi scambierebbe volentieri con la vittoria finale.

Arriva Capello. Uno che chiede tutto perché capace di dare tutto. Eravamo forti e sapevamo di esserlo. Parlo delle due stagioni di Capello come se fossero una sola perché fatico a trattenere la mia amarezza per quello che è successo e la rabbia per quello che a mio giudizio ci è stato tolto. Pavel è molto chiaro riguardo alla fretta con la quale sono andate le cose in quella estate del 2006, mentre tanti bianconeri si rendevano autori di una vittoria mondiale. Come lo è anche nel tracciare le motivazioni di chi ha accompagnato la Juventus nel momento più buio della sua storia e di chi invece ha messo al primo posto le esigenze della carriera. Dovevo rimettere le cose al loro posto, dovevo riportare la Juventus dove è giusto che stesse. In seria A, a giocarsi scudetti e trofei. Poi due stagioni di assestamento e una lenta regressione.

Rieccoci al 31 maggio 2009. Avrebbe potuto giocare un altro anno almeno. Ha un bel dire Pavel che ha voluto smettere perché ha capito di non poter dare più tutto come era sempre stato. Mourinho gli promette la Champions. Con l’Inter. Pavel dice di no. … c’era un ottimo motivo per rinunciare… Il rispetto. Amo troppo la Juventus e i suoi tifosi e non sarebbe stato bello andare a giocare nella squadra antagonista per eccellenza, in quella che della nostra rovina sportiva aveva fatto la sua fortuna. Non è un discorso da tifoso, è un ideale sportivo vero, come credo di essere… Loro(l’inter) hanno vinto la champions… io mi sono tenuto la dignità e l’amore degli juventini. 

Oggi Pavel è nel cda della Juventus, dove lo ha voluto Andrea. Credo che sia il posto migliore per lui, ma soprattutto per la Juventus e per gli juventini.

 
 
 

SENTENZA DI STATO ...COMUNICATO STAMPA DI GIU' LE MANI DALLA JUVE

Post n°2217 pubblicato il 22 Gennaio 2011 da magicjuves

 

    GLI ARTICOLI DI GLMDJ
 
Comunicato stampa di N. REDAZIONE del 22/01/2011 12.56.53

 

In merito alla notizia apparsa oggi sul quotidiano TuttoSport riguardante l'esito del ricorso al Consiglio di Stato, datato 6/11/2008 e basato sulle note violazioni giuridiche e costituzionali avvenute nel 2006 che portarono alla retrocessione della società Juventus, l'Associazione GiùlemanidallaJuve attende di ricevere le motivazioni per esteso.

La “bocciatura” per difetto di legittimazione, già cara al TAR, non fa altro che confermare quanto ripetuto in questi anni: la società Juventus poteva e doveva difendersi in sede di giustizia ordinaria.

Ricordiamo che i passaggi al TAR e al CdS erano obbligatori per giungere alla Corte dei Diritti dell'Uomo; la nostra battaglia di verità e di giustizia non si fermerà certo qui.

È ancora pendente il nostro ricorso presso il Tribunale di Primo Grado di Lussemburgo, datato 10 luglio 2009, e continueremo a non lasciare nulla d’intentato: come già dimostrato in questi anni e grazie al supporto dei nostri soci tifosi e azionisti.

 
 
 

FACCIA A FACCIA DI DEL NERI CON LA SUA EX SAMPDORIA........IN VISTA DOMANI

Post n°2216 pubblicato il 22 Gennaio 2011 da magicjuves

Non sarà una trasferta come le altre, per Gigi Delneri.
Domani tornerà a Genova per affrontare una squadra e una tifoseria con cui ha vissuto un rapporto breve, ma molto intenso ed emozionante, culminato con la conquista dei preliminari di Champions’ League. Facile quindi spendere parole al miele per il pubblico blucerchiato: “Da parte mia ci saranno applausi verso i tifosi. E’ stato un rapporto veloce con loro, di un anno, ma con emozioni importanti. C’è sempre stata stima con l’ambiente di Genova, sia quando ero giocatore che da allenatore, penso che la riconoscenza sia reciproca.”
Per la Juve, invece, Delneri si aspetta comprensione e affetto da parte dei tifosi, in un momento di forma non proprio esaltante. Anche se, ovviamente, i punti presi col Bari non si buttano certo via: “Contro Catania e Bari non è andata malissimo in termini di risultati. Poi, che si debba migliorare nella qualità del gioco, nel recupero dei giocatori, è un fatto dovuto. Ma dai tifosi mi aspetto quello che hanno sempre dato alla Juve: affetto e riconoscenza.”
Tornando a parlare di giocatori, come di consueto si fa la conta di chi recupera e di chi è infortunato: “Sono recuperati un po’ tutti, ma non è che vuol dire che giocano 90′ con brillantezza. Martinez, per esempio, è rientrato nel gruppo ed è a disposizione per il tempo che può giocare. Amauri, Sissoko, Marchisio, ci sono tutti. Iaquinta no: recupera la setitmana prossima, penso.”
Fra i rientranti, ha destato buone impressioni Martinez, schierato nel reparto d’attacco, tanto che è facile dire che  nelle ultime partite è mancato uno con la sua mobilità, lì davanti: “Bè, senza Martinez la squadra ha comunque vinto, così come ha saputo vincere senza Krasic. Quando ne mancano 5 o 6, si sentono di più le mancanze. Martinez è un giocatore molto duttile ed è molto importante per la nostra squadra. Ma questo l’ho detto anche quando qualcuno dubitava delle sue qualità.”
Inevitabile, almeno fino al 31 gennaio, la chiosa sul mercato: “Stiamo facendo di tutto per poter migliorare, ma non è semplice. Dobbiamo sfruttare le risorse che abbiamo, non si può avere sempre ciò che si vuole. La società sta cercando di fare il meglio che le permette l’economia di adesso.”

 
 
 

Vucinic e Zarate le nuove idee di Marotta....pero' dimmi i soldi da dove li prenderai ?

Post n°2215 pubblicato il 22 Gennaio 2011 da magicjuves

Manca poco più di una settimana alla chiusura del calciomercato invernale e la Juventus, nella persona di Marotta, è sempre alla continua ricerca di un attaccante per potenziare il reparto avanzato a disposizione di mister Del Neri.

Luis Fabiano, Forlan e Huntelaar (messi in ordine di preferenza ndr) non sono le sole trattative messe in piedi dal dg bianconero: le difficoltà ad inserire una contropartita tecnica (Amauri e Sissoko i quali non gradiscono le varie destinazioni) in cambio di uno dei giocatori sopracitati, e l’impossibilità di ricevere un extra budget dalla proprietà, spingono Marotta a guardarsi ulteriormente intorno per non arrivare al gong finale del mercato senza avere in mano l’attaccante tanto desiderato.

In questo momento il dg ha cambiato obiettivi decidendo di porre un “assedio” alla capitale ma senza stravolgere le sue strategie, quelle di richiedere giocatori a titolo temporaneo o effettuare scambi di giocatori in prestito. Nelle ultime ore sono stati aperti infatti dei tavoli con Roma eLazio per Vucinic e Zarate: per l’attaccante giallorosso è stato proposto uno scambio di prestiti con Iaquinta, che piace tanto a Ranieri, più qualche “spicciolo” e riscattare il giocatore in seguito per una cifra che si aggira intorno ai 10 milioni da versare nelle casse della Roma, per il biancoceleste invece è stato offerto Amauri o un prestito oneroso fino a fine stagione. Nonostante sia il montenegrino che l’argentino siano in “guerra” con i rispettivi tecnici Ranieri e Reja, entrambi non dovrebbero muoversi, almeno fino a giugno, dalla capitale. Ma nel mercato mai dire mai, come ben sappiamo le varie situazioni possono subire variazioni di minuto in minuto e aprire scenari davvero interessanti.

 
 
 

ECCO IL FANTACALCIO Sè Prima STORARI andava per CASTELLAZZI ora c'e MARCHETTI

Post n°2214 pubblicato il 18 Gennaio 2011 da magicjuves

federico marchetti1 150x150 Juventus: se parte Storari, arriva Marchetti

Secondo quanto rivelato da Gianluca Di Marzio durante lo Speciale Calciomercato, in onda su Sky Sport, la Juventus starebbe trattando col Genoa la possibile cessione di Marco Storari ai liguri. La Juve però vorrebbe ricavare almeno parte della cifra spesa quest’estate per averlo dal Milan (4,5 milioni di euro, ndr), e non accetta di cederlo in prestito. Nel caso il traserimento a titolo definitivo dovesse realmente materializzarsi, ai bianconeri potrebbe arrivare Federico Marchetti dal Cagliari con la formula del prestito con diritto di riscatto. L’ex portiere della Nazionale avrebbe fatto sapere di accettare il ruolo di vice-Buffon. Su lui parevano esserci anche il Bologna e lo stesso Genoa, che cerca un’alternativa al deludente Eduardo.

 
 
 

C.D.A. CONCLUSO CON UN NIENTE DI FATTO !!

Post n°2213 pubblicato il 18 Gennaio 2011 da magicjuves

Andrea Agnelli
Andrea Agnelli (Getty Images)

C'era attesa quest'oggi per le decisioni del consiglio d'amministrazione della Juventus, che si doveva esprimere (tra le altre cose) su nuove operazioni di mercato a gennaio.
Brutte notizie per i tifosi bianconeri: nessun acquisto che preveda un notevole esborso economico sarà effettuato nei prossimi quindici giorni.


Ecco la nota ufficiale della Juventus Football Club: "Non sono state prese in esame singole operazioni collegate all'attuale campagna trasferimenti. La società ha preso in esame l'andamento dell'anno in corso che è caratterizzato, come già comunicato, da una perdita significativa. Il consiglio ha inoltre iniziato l'analisi preliminare dell'aggiornamento del piano di sviluppo dei prossimi tre esercizi. Questa analisi è stata anche l'occasione per un approfondimento delle tematiche relative al financial fair-play, cui Juventus Football Club si ispira nella propria gestione".


L'attaccante che verrà acquistato per rinforzare la rosa sarà dunque un nome low cost; torna d'attualità dunque la pista che porta a Maccarone.

 
 
 

LA JUVE RIPARTE DA DEL PIERO....E AQUILANI CONTRO UN BARI ULTIMO IN CLASSIFICA

Post n°2212 pubblicato il 16 Gennaio 2011 da magicjuves

 

I bianconeri battono 2-1 il Bari. Magia del capitano su punizione, decide un gol del centrocampista

TORINO
Sofferenza e caparbietà. Alla Juventus dei cerotti e del morale a terra, basta la forza di volontà per battere il Bari ultimo in classifica e tornare a respirare una boccata di ossigeno. Un primo tempo da incubo, con i bianconeri incapaci di sferrare un solo tiro in porta a Gillet, ma con il solito talismano in tasca, nonno Del Piero. Non poteva che essere lui a sbloccare a cinque dal termine, con la solita magica punizione. 

Ma la squadra di Del Neri non ha smarrito i difetti costituzionali evidenziati in estate: alla prima iniziativa ospite, nella ripresa, Alvarez ha saltato come birilli Sorensen e Bonucci e appoggiato a Rudolf: pareggio e tutto da rifare, con Krasic e soci ancora una volta incapaci di produrre gioco in velocità e scambi decenti. Il Bari sembrava controllare agevolmente anzi, con l'ingresso di Okaka, ha cominciato a pungere la difesa bianconera, come al solito incerta. Il secondo santo patrono juventino, Aquilani, ha provveduto, a dodici minuti dal termine, a mettere al sicuro i tre punti, con una conclusione dal limite dopo una respinta in mischia. 

Alla Juve di oggi va bene, anzi, benone così, perchè un pareggio avrebbe scritto la parola fine alle ambizioni Champions. Non va bene al Bari, che recrimina sul fallo che ha originato la punizione di Del Piero, ma sul 2-1 c'era anche un più che sospetto rigore non fischiato su Pepe. Tra le poche note liete bianconere il ritorno di Martinez dopo tre mesi, ma niente altro, a parte la classe risaputa di Del Piero e Aquilani. Un alibi per Del Neri è la solita emergenza: ha dovuto schierare il Primavera Giannetti perchè non c'erano altre punte e il forfait di Marchisio per febbre non ha certo giovato alla manovra del centrocampo. Ciò non toglie che il gioco juventino sia lento, compassato, prevedibile, con la difesa che non aiuta mai a costruire il gioco. 

Il reparto arretrato nonostante il rientro di Buffon è sempre di una fragilità impressionante e sarà questo il tallone d'Achille della squadra nel proseguimento della stagione, anche perchè non si intravedono miglioramenti. Anche Krasic non è al meglio, sia perchè è stanco, sia perchè rischia di diventare prevedibile. Non è invece in discussione il carattere della squadra: Del Piero dopo il gol è andato sotto la curva con un grido liberatorio e Aquilani lo ha imitato. La squadra insomma vuole fortemente riemergere e l'unione di intenti è palpabile, come d'altronde lo sono alcuni limiti fisiologici. Il Bari timido del primo tempo si è limitato a contenere e nella ripresa, quando ha osato di più, ha fatto tremare l'avversario. Questo è stato certo un limite di mentalità che i pugliesi hanno pagato a caro prezzo. Se avesse schierato Okaka da subito, probabilmente la squadra avrebbe respirato di più e Alvarez avrebbe trovato un partner degno per sfruttare gli spazi in velocità.

 

 
 
 

Per la sfida di domani contro il Bari , Del Neri schiera Buffon in campo

Post n°2211 pubblicato il 15 Gennaio 2011 da magicjuves


 
 
 

Una coppa ITALIA al ritmo di una rinascita JUVENTINA......che il buon MILOS ci assista sempre

Post n°2210 pubblicato il 14 Gennaio 2011 da magicjuves

Nella notte di Alex e Gigi
La Juve passa ai quartiI bianconeri sconfiggono per 2-0 il Catania con le reti siglate da Krasic e Pepe, applausi per l'ispiratore Del Piero e per il rientrante Buffon. Delneri: "Bene non aver preso gol, il capitano ha giocato alla grande". Giampaolo: "Loro molto motivati, non era facile" 

Nella notte di Alex e Gigi La Juve passa ai quarti
TORINO - La Juventus ritrova un risultato positivo e una prestazione convincente, nella serata che manda i bianconeri ai quarti di finale di Coppa Italia, dove aspetteranno la vincente del derby tra Roma e Lazio. È la serata di Gigi Buffon, sorridente nella serata del suo rientro dopo sette mesi, e di Alessandro Del Piero, trascinatore ed ispiratore di questa Juventus nella serata dell'Olimpico. Il Catania non fa da comparsa ma, tolto l'avvio e il finale di gara, non mostra lo stesso spirito visto in campionato contro Roma ed Inter. Gli etnei escono dalla Coppa a testa alta, e da questa sera possono tornare a concentrarsi sul campionato, che domenica li vedrà impegnati nello scontro diretto per la salvezza contro il Chievo.

DEL PIERO TRASCINA I SUOI - Non è facile l'avvio di gara per i bianconeri: il Catania, volitivo e ben messo in campo, si presenta un paio di volte dalle parti di Buffon con Delvecchio mentre la Juve perde subito Luca Toni. Il centravanti, che aveva recuperato in extremis dall'ematoma rimediato contro il Napoli, deve fermarsi per una distorsione al ginocchio destro: da valutare le sue condizioni in vista del match col Bari. Delneri lo sostituisce con Aquilani e la manovra juventina acquisisce maggiore spessore. Pepe si unisce in attacco a Del Piero ed è proprio il capitano a guidare la riscossa: prima Aquilani spreca un suo invitante assist, poi è Krasic (al minuto 35) a capitalizzare il suggerimento del numero 10, depositando in rete il gol dell'1-0. Subito il gol, il Catania si spegne e rischia di capitolare ancora con Marchisio, che spreca un altro grande pallone disegnato da Del Piero.

IL CATANIA SI SVEGLIA TARDI - C'è ancora lo zampino di Del Piero nell'azione che vale il raddoppio: è un suo corner spizzato da Chiellini a servire a Pepe un pallone che va solo spinto in porta. I bianconeri sembrano controllare agevolmente il match, andando ancora a rete (annullata per fuorigioco) con Del Piero e non lasciando spazio a un Catania fin troppo rinunciatario. Gli etnei tornano a farsi pericolosi dopo la mezz'ora della ripresa, complici gli ingressi di Gomez e Pesce e una squadra bianconera che abbassa ritmo e baricentro. Buffon ha modo di mettersi alla prova sulle conclusioni di Ricchiuti e Pesce, mentre Delvecchio e Antenucci non approfittano degli ispirati assist di Gomez. L'ultima emozione è la standing ovation concessa da Delneri ad Del Piero e gli applausi per lui si incrociano con quelli per Gigi Buffon, cui Alex concede la fascia da capitano prima di abbandonare il campo.

BUFFON: "LA PARATA SU PESCE? NIENTE DI SPECIALE" - Dopo aver regalato guanti e divisa ai tifosi, in un giro di campo da brividi, il portierone bianconero parla del suo rientro: "Per chi ha vinto un Mondiale, giocato una finale di Champions e tante altre partite importanti, è bello vedere come possa essere così significativa anche una semplice partita di Coppa Italia, per me - racconta Buffon a caldo - approfitto per ringraziare i tifosi, è per loro che sono rimasto qui, anche quando sarebbe stato più comodo scegliere di andare altrove. La parata su Pesce? È servita per dimostrare che ho recuperato al meglio, ma non è niente di speciale: se non faccio una parata così, vuol dire che è giunto il momento di smettere di giocare".

DELNERI: "BENE NON AVER PRESO GOL" - Nonostante la buona prova d'insieme della sua Juventus, pressato dalla stampa, Delneri si trova costretto a parlare di singoli, soprattutto dei protagonisti in positivo di questa serata: "Vincere non è mai facile - dice il tecnico - ed è positivo non aver preso gol. Sono contento per Del Piero, ha giocato una delle sue migliori partite quest'anno: ha lavorato e ha inventato, d'altronde non gli chiedo granché dal punto di vista tattico. Per quanto riguarda Buffon, direi che Gigi ha dimostrato di essere pronto a tornare il Gigi di prima, nonostante abbia avuto poche situazioni da sbrigare. Io con lui parlo molto, più di quanto pensino i media, ho un rapporto molto schietto con i miei giocatori. Gerarchie per ora non ce ne sono, so di avere due ottimi portieri su cui contare. Melo? Visto stasera, meriterebbe qualche scappellotto in più per l'espulsione col Parma: ci avrebbe fatto molto comodo nelle due prossime partite, così come a Napoli, spero che ora abbia capito. Che attaccante ci serve al mercato di gennaio? Amauri, e magari anche recuperare Martinez e Iaquinta".

GIAMPAOLO: "BUONA PROVA CONTRO JUVE MOTIVATA" - Marco Giampaolo è comunque soddisfatto per la prova dei suoi, conscio del fatto che la squadra etnea ha altre priorità: "Abbiamo preparato la gara per disputarla al meglio - dichiara il tecnico rossoazzurro - e ci siamo espressi bene contro una Juventus che non poteva fallire oggi, tant'è vero che ha messo in campo la miglior formazione possibile. Eravamo abbastanza contati, perciò ho dovuto limitare un po' i minutaggi: ho potuto vedere all'opera gente che non giocava da parecchio come Augustyn e Spolli, non credo che la squadra avesse la testa al Chievo. Dobbiamo comprendere la nostra realtà, noi non siamo attrezzati per giocare quattro gare in undici giorni. Lopez in panchina? Non è l'unico cui ho concesso un turno di riposo, devo fare i conti anche con qualche piccolo infortunio".

JUVENTUS-CATANIA 2-0 (1-0)
JUVENTUS (4-4-2): Buffon, Sorensen, Bonucci, Chiellini, Grosso (1' st Grygera), Krasic, Melo, Marchisio, Pepe, Toni (15' Aquilani), Del Piero (43' st Motta). (13  Manninger, 33 Legrottaglie, 35 Buchel, 41 Giannetti). All.: Del Neri
CATANIA (4-2-3-1): Campagnolo, Augustyn, Spolli (43' st Strumbo), Silvestre, Marchese, Sciacca, Antenucci, 
Martinho (30' st Pesce), Ricchiuti, Del Vecchio, Mascara (25' st Gomez). (1 Kosicky, 33 Capuano, 8 Ledesma, 11 Lopez). All.: Giampaolo 
ARBITRO: Russo 6
RETI: 33' pt Krasic, 9' st Pepe
ANGOLI: 7-5 per il Catania
RECUPERO: 1' e 3'
AMMONITI: Silvestre, Sciacca per gioco scorretto
SPETTATORI: 5.441, incasso 42.805 (13 gennaio 2011)

 
 
 

DOPPIA SCONFITTA BIANCONERA DOPO IL PARMA LA VECCHIA SIGNORA BEFFATA AL SAN PAOLO

Post n°2209 pubblicato il 09 Gennaio 2011 da magicjuves

Cavani stende la Juventus
Il Napoli vince 3-0 contro la squadra di Delneri con tre gol di testa dell'attaccante uruguaiano.Esordio di Toni con un gol annullato

Cavani stende la Juventus
NAPOLI -  Ora nessun sogno è precluso per una città intera. Un girone vissuto tutto di un fiato, fatto di bel gioco ma anche di sofferenza, con tante vittorie in extremis, basta e avanza per consegnare al Napoli lo scettro di rivelazione del campionato: la vittoria sulla Juventus, un 3-0 perfetto in forma e sostanza, proietta i partenopei al secondo posto in classifica e consente anche di accorciare a -4 dal Milan capolista. Dopo la sconfitta - ormai antica - proprio con il Milan e quella fresca con l'Inter, costituisce una svolta psicologica importante un successo di ampia portata su una grande. Qui forse sta il punto, paradossale, anche perché la Juve di grande mostra solo la confusione. Toni, che comunque se la cava benino, non basta a rivitalizzare una squadra che a cavallo tra il vecchio ed il nuovo anno dice probabilmente addio alla corsa scudetto. Parafrasando un famoso motivo, 'Brutta senz'anima'. 

LA JUVE DEI LUNGHI - Entrando nel dettaglio tattico, c'è il Napoli che ti aspetti, con Lavezzi ed Hamsik a sostegno di Cavani, e fasce molto propositive. Nella Juve l'attrattiva è Toni, mandato subito in campo. Considerando le abitudini di Delneri, sorprende il partner d'attacco: non Del Piero, ma Amauri per un tandem in stile basket. Una scelta che non rende. La tendenza a cercare i lunghi, di fatto limita le idee - peraltro povere anche in altre circostanze - della Juve, anche se poi qualcosa di buono gli avanti la creano. Amauri ad esempio con una bella girata dal limite esalta le doti di De Sanctis, mentre Toni si vede annullare un gol per carica a De Sanctis. Decisione interpretativa: in Inghilterra ad esempio ci sarebbe una interrogazione alla Camera dei Lord per una roba del genere.

IL NAPOLI DI CAVANI - Comunque, gol annullato a parte, non c'è match nel primo tempo. Il Napoli stravince il duello sulle fasce. Maggio-Hamsik e Dossena-Lavezzi mettono in piedi catene di montaggio che confezionano palloni a iosa al centro. Se poi c'è uno nella condizione psicofisica di Cavani, il gioco è fatto. L'uruguaiano confeziona una doppietta d'autore con due splendidi colpi di testa. Il primo gol nasce da un cross di Maggio e da una diagonale fatta male da Grygera, il secondo trae spunto da un invito dalla parte opposta di Dossena: stavolta è Traorè (preferito a Grosso) ad inchinarsi al Matador. Le fasce funzionano anche in copertura: Krasic va puntualmente a sbattere contro i raddoppi, liberandosi in maniera efficace solo in una circostanza.

EL MATADOR CHIUDE I GIOCHI - La ripresa è ancora più squilibrata. Toni ci prova - De Sanctis salva d'istinto - ma per il resto la Juve non esiste. I cambi di Del Piero per Amauri e Grosso per Traorè, non producono nulla. Il Napoli si può quindi divertire. Si diverte Cavani, che confeziona il tris, ancora di testa, su assist zuccherato di Hamsik, si diverte Lavezzi, che propone incursioni a iosa e, dopo un contropiede impressionante, non confeziona il poker solo perché colto da un attacco di altruismo. Festa Napoli, Juve che dovrà tornare sul mercato, ma per risollevare una situazione del genere ci vogliono ingaggi di qualità, alta qualità.

Napoli batte Juventus 3-0 (2-0)
NAPOLI (3-4-2-1): De Sanctis 7, Grava 6.5, Cannavaro 6.5, Campagnaro 6,5, Maggio 7, Pazienza 6,5, Gargano 6,5, Dossena 6.5 (23' st Aronica 6), Hamsik 6,5 (33' st Yebda sv), Lavezzi 7, Cavani 8,5 (39' st Sosa sv). (1 Iezzo, 25 Cribari, 18 Zuniga, 12 Dumitru). All.: Mazzarri 7.
JUVENTUS (4-4-2): Storari 5,5, Grygera 5, Bonucci 5, Chiellini 5, Traorè 5 (1' st Grosso 5), Krasic 5.5, Aquilani 5, Marchisio 5, Pepe 5 (20' st Motta sv), Amauri 6 (6' st Del Piero 5), Toni 6,5. (13 Manninger, 33 Legrottaglie, 41 Giannetti, 36 Giandonato). All.: Del Neri 5.
Arbitro: Morganti di Ascoli Piceno 5,5.
Reti: nel pt 19' e 26' Cavani; nel st 8' Cavani.
Angoli: 7-6 per la Juventus.
Recupero: 2' e 3'.
Ammoniti: Traorè, Dossena, Hamisk, Maggio e Pepe per scorrettezze.
Spettatori: 60 mila.

 
 
 

da GLMDJ.........Rancorosissimo 2011 a tutti

Post n°2208 pubblicato il 01 Gennaio 2011 da magicjuves



 

Ebbene si, un nuovo anno da festeggiare, un nuovo anno in cui lottare.

Non possiamo che celebrare la nascita di un nuovo anno assieme a quella grande famiglia bianconera che risponde al nome di Giùlemanidallajuve. Una grande famiglia che continua la sua inesorabile crescita, mai doma, senza mai guardarsi indietro. 

Di strada ne abbiamo fatta, tanta. Denigrati, quasi irrisi, in principio. Poi si son dovuti arrendere all’evidenza: Giùlemanidallajuve non è stata una meteora, una scheggia impazzita, un fenomeno burlesco; Giùlemanidallajuve è lo stile Juve, è la stessa essenza della Juventus. Abbiamo avviato un percorso giuridico, in piena legalità, pur sapendo che sarebbe stato lungo ed irto di difficoltà. Con la stessa determinazione del primo giorno siamo ancora qui, forti delle nostre ragioni e con un obiettivo sempre più prossimo. 

Oggi tutti sanno quale farsa si sia consumata in quell’estate in cui l’Italia, costruita in larga parte sui giocatori bianconeri, vinceva il suo ultimo mondiale. Da oltre 4 anni evidenziamo incessantemente tutte le contraddizioni dei teoremi accusatori, pertanto è nostro un pezzo di vittoria della iniqua lotta di controinformazione. 

La storia sta per essere riscritta, non ci augureremo quindi quello che è ormai già certo. L’augurio per questo nuovo anno è quello di poter tornare velocemente agli standard sportivi pre-farsa. Grazie all’avvento della Presidenza Agnelli, che in pochi mesi ha mostrato competenza e dedizione ben maggiore di chi ha gestito nei 4 anni precedenti, nutriamo forti speranze che ciò possa avvenire, anzi, siamo certi che il percorso di rinascita sia già iniziato.

Auguri amici rancorosi di serie C. Auguri a tutti coloro che hanno la Juve nel cuore, il 2011 sarà il nostro anno.

 
 
 

Rischia grosso ....Carrera, ex Juve, uccide due ragazze sull'A4 2

Post n°2207 pubblicato il 01 Gennaio 2011 da magicjuves

C'era l'ex calciatore di Juventus e Atalanta Massimo Carrera alla guida della Mercedes R che questa notte sulla A4 ha travolto due ragazze bergamasche, uddicendole. Le vittime, entrambe 23enni, erano impegnate a soccorrere gli altri feriti. Carrera, 46 anni, non sarebbe riuscito a bloccare l'auto in tempo per evitare l'impatto, finendo addosso alle altre auto incidentate. Una delle due ragazze è morta sul colpo, mentre l'altra è deceduta poche ore dopo in ospedale. Per l'ex calciatore si profila una denuncia a piede libero per omicidio colposo. I quattro conducenti delle auto coinvolte sono stati sottoposti all'alcool-test. Secondo le prime informazioni qualcuno sarebbe risultato positivo all'etilometro.

 
 
 

E' Gia' aria di Tutto esaurito Napoli-Juventus, già venduti 33.000 biglietti

Post n°2206 pubblicato il 28 Dicembre 2010 da magicjuves

Dopo soli due giorni sono stati già venduti 33.000 biglietti per Napoli-Juventus, posticipo dell'ultima giornata di andata di Serie A, di domenica 9 gennaio alle ore 20,45.

Sono esauriti i tagliandi di Distinti e Curve riguardanti l'Anello Superiore. Di tali settori restano poche scorte di biglietti di Anello Inferiore.

 
 
 

Qui' le strade della Juve son piu' propense per Gilardino....Pero' io voglio il Pazzo PAZZINI

Post n°2205 pubblicato il 28 Dicembre 2010 da magicjuves

 

 Gilardino il promesso sposo, Pazzini l’alternativa, Dzeko il sogno, Amauri il sacrificio. Il valzer delle punte in casa Juventus può essere riassunto velocemente in questo modo. La ricerca del bomber da affiancare a Fabio Quagliarella continua. E ora dopo ora si aggiungono particolari sulle strategie del mercato bianconero.

 Gilardino è in pole position. Da quando Beppe Bozzo è diventato il suo procuratore, il Gila ha cominciato a pensare seriamente all’addio della Fiorentina. E pure a Firenze sembrano rassegnati a vederlo partire. Di sicuro a giugno, ma se la Juve saprà stuzzicare l’appetito dei Della Valle, allora l’affare può tranquillamente andare in porto a gennaio. Anche perché i viola stanno già cercando il sostituto di Gilardino e l’hanno individuato in Andrea Caracciolo del Brescia, che Corioni non considererebbe incedibile, secondo i ben informati.

Più complicata la pista Pazzini, che resta l’alternativa. Non è tanto un problema di valutazione tecnica, anzi. Ma il Pazzo è più caro del Gila e la Sampdoria dopo aver perso Cassano difficilmente potrà privarsi anche del suo centravanti.

 

 

 Tutte le mosse di mercato in entrata di Marotta dipendono però dal ricavato delle cessioni. In particolare la Juve deve sistemare Momo Sissoko e Amauri. Il maliano ha offerte dall’estero, in Germania e Turchia. Mentre sono da scartare le piste italiane. Il centravanti brasiliano invece può essere utilizzato come pedina di scambio per arrivare a Gilardino (soprattutto se partirà anche Mutu) e Pazzini.

 

 
 
 

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«Pavel Nedved, che non solo rappresenta un pezzo di storia juventina estremamente importante, ma porta con sé i valori cui la Juventus si ispira: la determinazione e la voglia di non mollare mai fino al 94°, perché se si ha la consapevolezza di dare tutto, come Pavel ha fatto nella sua carriera, i risultati arriveranno».

Riprendiamo con piacere le parole del Presidente Andrea Agnelli sposandone in pieno il contenuto; determinazione e voglia di non mollare mai, gli stessi principi che animano da sempre anche la nostra associazione: Giulemanidallajuve. 

Non a caso questi valori li abbiamo sempre riconosciuti a Pavel. Campeggia da tempo nel nostro sito la sua immagine a testimonianza di quello che da sempre ha rappresentato e che rappresenta tutt’ora per i colori bianconeri.

Durante l’assemblea degli azionisti del 27 ottobre, il nostro Presidente Belviso, ha consegnato a Pavel la tessera di socio onorario di giulemanidallajuve. 

Vogliamo condividere, sperando che vi faccia piacere, questo gesto simbolico con tutti voi che da sempre sostenete la nostra associazione.

Forza Juve e forza Giulemanidallajuve! 

 

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LA MEJO BARESE DER MONNO....CHE GAMBIZZA GLI INTERISTI DE S.GIOVANNI!!!!ZITTI ZITTI CHE C'HO L'ANGELO CON ME!!!
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Repertorio dell'Avvocato

"Mi emoziona anche solo leggerla una parola che inizia con la J di Juventus"

 

-"Avvocato, che vinca la Juve o che vinca il migliore? - Sono fortunato, spesso le due cose coincidono"

-"Mi emoziono anche quando vedo la lettera "J" in un titolo di giornale"

- Michel Platini "l' abbiamo comprato per un tozzo di pane e lui ci ha messo sopra il foie gras"

- Su Micheal Schumacher:"Il migliore.Quando si ha in squadra uno come quello,se non si vince è colpa loro".Riferendosi al team Ferrari.

- Ancora su Schumi:"Schumacher è come Pelè, come Fangio, e se Del Piero è Pinturicchio, Schumacher è Andy Warhol".

- Dopo il 5 maggio 2002 "Dopo i due missili di Seedorf a San Siro non ci credevo più.Ma quando ha parlato Sensi.."

- Quando l'Avvocato ricevette in visita Gorbachov,la prima cosa che gli disse fu "venga,la porto a vedere la Juventus"

-Prima di Juve-Ajax del 22 maggio 1996(Juve campione d'Europa):"Se loro sono una squadra di pittori fiamminghi,noi,saremmo i piemontesi tosti"

-Dopo Juve-Milan 1-0 e Roma-Lecce 2-3:"Mi aspetto sempre di tutto dalla giornata.La divina provvidenza non ha limiti".

- Giovanni Buscetta "ha detto di essere ossessivamente un tifoso della juventus?Se lo incontrate ditegli che è la sola cosa di cui non potrà pentirsi"

-Su Boniperti "Bei tempi quando lo buttavo giù dal letto all'alba. Ora devo svegliarlo alle 4 del pomeriggio!"

- "Sivori è un vizio",

- Franco Zeffirelli "è un grande regista ma quando parla di calcio non lo sto nemmeno a sentire"

- Boniek "il bello di notte"

-Didier Deschamps: "Sembra un maresciallo di Napoleone."

- Serena "bravo dalla cintola in su"

- Del Piero " Mi ricordava Pinturicchio, adesso è Godot"

- Diego Armando Maradona "è stato migliore di qualunque allenatore"

- Zinedine Zidane "lo abbiamo preso perchè ci farà vendere molte auto a Marsiglia ed in Algeria"

- Zidane2 " in fondo è stato più divertente che utile"

- Zidane3 "Poveretto con un colpo di testa ha perso tutto quello che ha fatto in un anno con i piedi"

- Rui Barros " non prenderemo più piccoletti: dalla tribuna non si vedono

- Edgar Davids " se lo incontri di sera cambi strada quegli occhi sono terrorizzanti"

- Adriano Galliani " io so che era un gran competente di calcio. Ha smesso di esserlo quando ci ha ceduto Davids"

- Se Vialli è Raffaello,Del Piero è Pinturicchio

- Baggio? E' un coniglio bagnato. E' il più grande giocatore che abbia mai visto

- Le scorrettezze di Couto sono così solari, così facili e belle da fischiare che, se fossi un arbitro gli darei una medaglia

 
 

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AI MIEI NONNI

non dimentichero' mai i mie nonni...........nonno peppino e nonna vittoria siete stati i pilastri della mia vita e vi portero' per sempre nella mia anima.....grazie gesu' di avermeli donati.....nessuna mai vi ha amati come vi ho amata io mi mancate tanto.............stefania  AL MIO CARO NONNO PEPPINO

il tuo nome è scritto tra le stelle incastonato tra le piu belle .il cielo sembra una rete di pesci :tu mio amato nonno peppino voli in alto ma dal mio cuore non uscirai mai......grazie nonno mio per tutti gli insegnamenti che mi hai dato......e per l'amore che mi hai dato e che  donavi alle persone che ti circondavano.....dicesti:quando moriro' vi ricorderete di me non piangendo ma ridendo .....e stato fatto!!!!!!!nonno non ti dimentichero mai farai sempre parte del mio cielo ,delle mie stelle della mia anima e amero la vita come l'amavi tu

 
 
 

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